PRO14... +3?

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Moderatore: Emy77

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Garry
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da Garry »

E' un po' come il "Congedo del viaggiatore cerimonioso" di Caproni :lol:

"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
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doublegauss
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da doublegauss »

Garry ha scritto: 23 lug 2020, 14:23 E' un po' come il "Congedo del viaggiatore cerimonioso" di Caproni :lol:
Non la conoscevo. Grazie Garry, è bellissima.
speartakle
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da speartakle »

a me continua a dar soddisfazione veder giocare ragazzi che sono cresciuti nei nostri campionati a livelli del Pro12. Che della rivalità me ne sbatte abbastanza.
Ma forse sono particolare io che del tifoso non ho quasi nulla.
Garry
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da Garry »

doublegauss ha scritto: 23 lug 2020, 16:03
Garry ha scritto: 23 lug 2020, 14:23 E' un po' come il "Congedo del viaggiatore cerimonioso" di Caproni :lol:
Non la conoscevo. Grazie Garry, è bellissima.
Prego, la trovi anche su YouTube nella bella -a mio parere- lettura di Roberto Herlitzka

"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
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Soidog
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da Soidog »

https://www.onrugby.it/2020/07/25/il-nu ... nazionale/

Vengono spiegate tante cose interessanti per il futuro.
C'è scritto che la Fir deciderà come distribuire alle franchigie i giovani giocatori a seconda delle esigenze tecniche delle stesse, con possibilità di mobilità tra le stesse a seconda degli sviluppi.
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jpr williams
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da jpr williams »

Bello. Ricorda i piani quinquennali di epoca pre-Krusciov.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da ruttobandito »

jpr williams ha scritto: 25 lug 2020, 12:45 Bello. Ricorda i piani quinquennali di epoca pre-Krusciov.
Cominci a convincermi... :?
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Luqa-bis
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da Luqa-bis »

Perdonami Doublegauss ma dissento come in tutti i professionisti è opportuno che esista un soggetto che detta le regole . L'esempio che hai fatto dell'operaio che dà la pasticchetta a forza Pantani da l'idea della massa che considera lecito tutto purché coerente al suo bisogno perché glielo ha detto chi comanda. E la contrarietà di Jpr è legata ad uno strapotere economico federale , ma è lo stesso strapotere dei grandi club che possono schierare 2-3 squadre e giocare quando serve con i pezzi da 90 in A o in B
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da Man of the moment »

Garry ha scritto: 23 lug 2020, 19:04
doublegauss ha scritto: 23 lug 2020, 16:03
Garry ha scritto: 23 lug 2020, 14:23 E' un po' come il "Congedo del viaggiatore cerimonioso" di Caproni :lol:
Non la conoscevo. Grazie Garry, è bellissima.
Prego, la trovi anche su YouTube nella bella -a mio parere- lettura di Roberto Herlitzka
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doublegauss
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da doublegauss »

Luqa-bis ha scritto: 26 lug 2020, 15:07 Perdonami Doublegauss ma dissento come in tutti i professionisti è opportuno che esista un soggetto che detta le regole . L'esempio che hai fatto dell'operaio che dà la pasticchetta a forza Pantani da l'idea della massa che considera lecito tutto purché coerente al suo bisogno perché glielo ha detto chi comanda. E la contrarietà di Jpr è legata ad uno strapotere economico federale , ma è lo stesso strapotere dei grandi club che possono schierare 2-3 squadre e giocare quando serve con i pezzi da 90 in A o in B
Come diciamo noi economisti, io ho ho fatto un'analisi positiva, non normativa. Ovvero, ho detto com'è, non come dovrebbe essere.

È chiaro che ci vogliono delle regole, se no tanto vale tornare ai gladiatori e buonasera.

Il problema è che lo sport professionistico è, per sua stessa natura, una sottobranca dell'industria dello spettacolo. Per cui tu puoi mettere tutte le regole che vuoi, mal'incentivo economico di chi ci sta dentro sarà sempre e solo quello di guadagnarci (il che può voler dire anche semplicemente sopravviverci), e se le regole glielo rendono difficile, si aggirano, come accade in tutti i campi dell'agire umano.

Ciò che rende il lato "industriale" maledettamente complicato è che parte del prodotto che viene venduto è anche l'illusione che non sia semplicemente tutto un circo, e quindi per vendere il prodotto tu devi dargli un quelche elementi di continuità con lo sport dilettantistico, e quindi vuoi che la gente continui ad avere un legame affettivo con la squadra del cuore, quando però quello che ci stanno dentro se ne sbatte la cippa e va da chi lo paga meglio.

Non è che "chi comanda" obbliga nessuno; è che nel mondo delle spettacolo le regole sono queste. Anzi, per chi ci sta dentro professionalmente, lo "strapotere economico" è un problema, perché ammazza lo spettacolo e rende più difficile vendere il prodotto. E infatti, chi fa questo lavoro meglio di tutti (la NBA) ha il sistema dei draft.
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da doublegauss »

Man of the moment ha scritto: 26 lug 2020, 17:10 Grande Orlando Serpentieri
L'anello del conte...!
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da jpr williams »

doublegauss ha scritto: 26 lug 2020, 19:50Come diciamo noi economisti, io ho ho fatto un'analisi positiva, non normativa. Ovvero, ho detto com'è, non come dovrebbe essere.

È chiaro che ci vogliono delle regole, se no tanto vale tornare ai gladiatori e buonasera.

Il problema è che lo sport professionistico è, per sua stessa natura, una sottobranca dell'industria dello spettacolo. Per cui tu puoi mettere tutte le regole che vuoi, mal'incentivo economico di chi ci sta dentro sarà sempre e solo quello di guadagnarci (il che può voler dire anche semplicemente sopravviverci), e se le regole glielo rendono difficile, si aggirano, come accade in tutti i campi dell'agire umano.

Ciò che rende il lato "industriale" maledettamente complicato è che parte del prodotto che viene venduto è anche l'illusione che non sia semplicemente tutto un circo, e quindi per vendere il prodotto tu devi dargli un quelche elementi di continuità con lo sport dilettantistico, e quindi vuoi che la gente continui ad avere un legame affettivo con la squadra del cuore, quando però quello che ci stanno dentro se ne sbatte la cippa e va da chi lo paga meglio.

Non è che "chi comanda" obbliga nessuno; è che nel mondo delle spettacolo le regole sono queste. Anzi, per chi ci sta dentro professionalmente, lo "strapotere economico" è un problema, perché ammazza lo spettacolo e rende più difficile vendere il prodotto. E infatti, chi fa questo lavoro meglio di tutti (la NBA) ha il sistema dei draft.
E' esattamente così.
Ed è esattamente ciò che dico anch'io. Solo che io non mi limito a prenderne atto, ma mi consento la presunzione di dare un personalissimo giudizio della cosa.
Caro double, hai descritto perfettamente il motivo per cui sostengo che il professionismo così inteso abbia prodotto una mutazione genetica e non un semplice cambiamento del nostro sport.
Come cerco continuamente di dire c'è un punto in cui si passa dal fare business per fare meglio sport al fare sport solo per business: un'inversione dei concetti di azione e scopo.
Io, che sono un illuso, sostengo che si potrebbe fermarsi prima di oltrepassare quel punto. La tua idea (probabilmente più realistica) è che il professionismo, per sua intrinseca natura, sia incontenibile nella sua vis mutagena.
Probabilmente hai ragione. Ed è questo il motivo che mi porta a ritenere che quello professionistico non sia rugby, ma solo un business come un altro, niente di diverso dalla produzione di prefabbricati in calcestruzzo o di spettacoli per broadcasting networks.
Ma non dovrebbe essere lecito chiamarlo ancora rugby.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
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Messaggio da doublegauss »

jpr williams ha scritto: 27 lug 2020, 9:22 Come cerco continuamente di dire c'è un punto in cui si passa dal fare business per fare meglio sport al fare sport solo per business: un'inversione dei concetti di azione e scopo.
Io, che sono un illuso, sostengo che si potrebbe fermarsi prima di oltrepassare quel punto. La tua idea (probabilmente più realistica) è che il professionismo, per sua intrinseca natura, sia incontenibile nella sua vis mutagena.
Credo proprio di sì.

Finché esisteranno (a) giovani che amano il rugby giocato (b) persone che sono disposte a pagare per vederli giocare e (c) media che consentono di vedere una partita senza essere fisicamente lì, non credo che le cose possano andare in altro modo.

Non sono d'accordo sul fatto che non si possa chiamare rugby. Il sesso è sempre sesso, che sia "per gioco o per professione" (cit).
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da jpr williams »

doublegauss ha scritto: 27 lug 2020, 9:54Non sono d'accordo sul fatto che non si possa chiamare rugby. Il sesso è sempre sesso, che sia "per gioco o per professione" (cit).
Apprezzo la citazione. E la condivido.
Hai ragione, è sempre sesso.
A me il sesso a pagamento non ha mai interessato. Forse per questo ne ho fatto poco, ma quel poco era vero.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
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Re: PRO14... +3?

Messaggio da Garry »

Un gruppo di persone si sta divertendo nell'assistere a uno spettacolo teatrale.
Alla fine del primo atto alcuni applaudono, qualcuno fischia e nascono confronti sul significato del testo e sulla bravura degli interpreti.
Diversi spettatori hanno delle remore sul contenuto del testo, che contrasta con i valori in cui credono, ma apprezzano la messa in scena e il lavoro degli attori.
A un certo punto, però, uno del gruppo non si diverte più. La sua avversione per l'opera è tale per cui lo stare seduto in sala gli provoca quasi fastidio, e allora si mette a disturbare. Gli dà fastidio anche vedere che gli altri si stanno divertendo.
Allora inizia a tossire sempre più forte, fa commenti ad alta voce e prende in giro gli attori.

"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
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