jpr williams ha scritto: 8 ott 2020, 15:52
Soidog ha scritto: 8 ott 2020, 15:27Senza VI Nazioni saremmo nel guano
Da un punto di vista finanziario quasi certamente si.
Tecnicamente mi sembra che lo siamo già.
Ma il punto è: siamo in grado di evitarlo continuando con il progetto che ha portato i risultati che sono sotto gli occhi di tutti?
Se siamo rotolati fino a questo bassissimo punto, ebbene ciò è successo per caso?
Provo a dare una risposta da incompetente, che semplifica con l'accetta gli ultimi 25 anni di storia del rugby italiano.
A metà degli anni 90 noi eravamo davvero a livello 5N (le vittorie con l'Irlanda, Grenoble ecc.). Col senno di poi, questo è successo per una serie di circostanze eccezionali; fra le altre, il fatto che da noi il professionismo è arrivato surrettiziamente prima che altrove (Botha, Campese), con tutte le conseguenze positive sul campionato italiano, e che abbiamo avuto una generazione d'oro (Francescato, Properzi, il primo Troncon, ecc. --- più Dominguez, ovviamente). Il gap fra noi e le altre si era ridotto episodicamente ma nessuno, allora, poteva saperlo. Nei primi anni di 6N abbiamo tenuto botta grazie al fatto che avevamo un'accademia efficientissima e gratuita, che si chiamava Argentina, e che ci ha dato i Castro, I Dellapè, i Nieto eccetera.
Questi due fattori, da qualche anno a questa parte, non ci sono più: non abbiamo più quelle stampelle occasionali che ci avevano permesso di restringere temporaneamente il divario. Nel frattempo abbiamo cercato di inventarci qualcos'altro, ma quel che abbiamo visto negli ultimi 5 anni è quel che avremmo visto senza quegli episodi che hanno fatto pensare noi (e molti altri) che davvero avessimo fatto il salto di qualità. Oggi sappiamo che non era così, e stiamo lavorando per farlo ora. Secondo gli ottimisti, le prestazioni della U20 (o di Treviso) dimostrano che ci stiamo riuscendo. Secondo i pessimisti, no.