Challenge Cup 2020/21
Moderatore: Emy77
- jpr williams
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Re: Challenge Cup 2020/21
Un professionista, diversamente da un dilettante, è pagato dalla società per la quale è tesserato al fine di fornire una prestazione a beneficio di colui che gli paga lo stipendio. Questo comporta rinunce in cambio degli emolumenti che si ricevono e se la natura della prestazione presuppone la conservazione per quanto possibile di un buono stato di salute le limitazioni debbono essere scrupolosamente rispettate. Per molti atleti professionisti, ad esempio, sono previsti contrattualmente espliciti divieti di praticare determinate attività potenzialmente lesive o di avere stili di vita potenzialmente dannosi per la prestazione per la quale si è stati assunti.
Conservarsi esenti da contagi in questa particolarissima situazione potrebbe benissimo essere inteso come un obbligo contrattuale di talchè una condotta che determini un contagio potrebbe essere intesa come un inadempimento contrattuale. Ed un contagio che determini un danno economico o sportivo per la società tesserante potrebbe configurare un danno risarcibile civilmente.
Quindi bolla: una società professionistica avrebbe titolo giuridico per imporlo ai suoi tesserati a fronte di un contratto professionistico che abbia fra le sue clausole l'obbligo per il tesserato di osservare comportamenti che non mettano colposamente o dolosamente a rischio il suo stato di salute e con esso la prestazione dovuta sinallagmaticamente alla controparte contrattuale.
Conservarsi esenti da contagi in questa particolarissima situazione potrebbe benissimo essere inteso come un obbligo contrattuale di talchè una condotta che determini un contagio potrebbe essere intesa come un inadempimento contrattuale. Ed un contagio che determini un danno economico o sportivo per la società tesserante potrebbe configurare un danno risarcibile civilmente.
Quindi bolla: una società professionistica avrebbe titolo giuridico per imporlo ai suoi tesserati a fronte di un contratto professionistico che abbia fra le sue clausole l'obbligo per il tesserato di osservare comportamenti che non mettano colposamente o dolosamente a rischio il suo stato di salute e con esso la prestazione dovuta sinallagmaticamente alla controparte contrattuale.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Luqa-bis
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Re: Challenge Cup 2020/21
Il che comporta però che la società dettagli esattamente come deve comportarsi il professionista.
Che se vogliamo è , al minimo obbligato alle linee prudenziali del personale di alcune attività , ma che se ha moglie e figli o li mette in bolla, o se ne isola, o con tutte le precauzioni del caso , è soggetto ad una alea sanitaria inevitabile.
Alea che colpisce anche altre categorie professionali.
Osservo, che , stante la situazione critica e le possibili numerose vittorie a tavolino, sarebbe stato più opportuno abbandonare il punteggio australe per ripristinare un classico 0-1-2, premiando semmai il quoziente mete effettivo, e la differenza punti effettiva.
Questo perché nei fatti a venire danneggiata potrebbe essere una terza società per un mancato bonus offensivo.
Allo stato attuale , comunque.
Zebre quinte in classifica
Treviso settima.
Se le due squadra vincessero il prossimo turno. Zebre anche solo di un punto, Benetton con bonus (magari senza concedere quello difensivo), arriverebbero all'ultima tornata con possibilità di qualificazione anche in caso di sconfitta .
Che se vogliamo è , al minimo obbligato alle linee prudenziali del personale di alcune attività , ma che se ha moglie e figli o li mette in bolla, o se ne isola, o con tutte le precauzioni del caso , è soggetto ad una alea sanitaria inevitabile.
Alea che colpisce anche altre categorie professionali.
Osservo, che , stante la situazione critica e le possibili numerose vittorie a tavolino, sarebbe stato più opportuno abbandonare il punteggio australe per ripristinare un classico 0-1-2, premiando semmai il quoziente mete effettivo, e la differenza punti effettiva.
Questo perché nei fatti a venire danneggiata potrebbe essere una terza società per un mancato bonus offensivo.
Allo stato attuale , comunque.
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Se le due squadra vincessero il prossimo turno. Zebre anche solo di un punto, Benetton con bonus (magari senza concedere quello difensivo), arriverebbero all'ultima tornata con possibilità di qualificazione anche in caso di sconfitta .
- jpr williams
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Re: Challenge Cup 2020/21
Ça va sans dire. Non mi sfiora nemmeno il sospetto che società che si vantano di essere "professionistiche" abbiano potuto esimersi dal farlo, stante la situazione. Se non lo hanno fatto vuol dire che di "professionistico" hanno solo il nome.Luqa-bis ha scritto: 20 dic 2020, 18:37Il che comporta però che la società dettagli esattamente come deve comportarsi il professionista.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
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Leinsterugby
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Re: Challenge Cup 2020/21
Concordo con quanto detto da jpr
È una brutta situazione ma i contatti con l esterno andrebbero ridotti al minimo
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Garry
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Re: Challenge Cup 2020/21
- Le società hanno dettato i loro protocolli, rispettando quanto previsto dalle norme federali
(e probabilmente andando anche oltre, ma questa è una mia opinione...).
- I giocatori le hanno rispettate
(visto che per giocare a rugby a questi livelli è richiesta una certa dose di intelligenza, e uno che infrange le regole immortalandosi poi sui social pensando di farla franca può essere solo un imbecille e sarebbe immediatamente punito dal club)
- Alcuni si sono rimasti contagiati ugualmente.
Per voi c'è qualcosa di strano? Dopo 10 mesi di pandemia, dopo aver letto quotidiani ed ascoltato notiziari o familiari e amici, risulta così strana la sequenza riportata qui sopra?
Le altre squadre contagiate? Tutta gente che non ha rispettato i protocolli dei club? Tutti club che non hanno previsto protocolli? Tutti poco professionali?
(e probabilmente andando anche oltre, ma questa è una mia opinione...).
- I giocatori le hanno rispettate
(visto che per giocare a rugby a questi livelli è richiesta una certa dose di intelligenza, e uno che infrange le regole immortalandosi poi sui social pensando di farla franca può essere solo un imbecille e sarebbe immediatamente punito dal club)
- Alcuni si sono rimasti contagiati ugualmente.
Per voi c'è qualcosa di strano? Dopo 10 mesi di pandemia, dopo aver letto quotidiani ed ascoltato notiziari o familiari e amici, risulta così strana la sequenza riportata qui sopra?
Le altre squadre contagiate? Tutta gente che non ha rispettato i protocolli dei club? Tutti club che non hanno previsto protocolli? Tutti poco professionali?
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
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Mr Ian
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Re: Challenge Cup 2020/21
esistono tante figure fondamentali che girano attorno al club, fisioterapisti, magazzinieri ed altre figure. Un rischio contagio esiste sempre, almeno che non si vadi tutti in una bolla come fece l NBA, ma economicamente ingestibile dal nostro rugby. Quest anno l accento si punta sulla profondità della squadra, tra covid ed impegni internazionali vari, servono non meno di 50 giocatori per squadra
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Luqa-bis
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Re: Challenge Cup 2020/21
NO, può essere, perché isolarsi completamente non è facile.
Come può esserci stata qualche leggerezza negli spostamenti, nei tecnici, nel personale di supporto, persino tra arbitri e dirigenti.
Non importa fare lo splendido. Ho quattro tra ex compagni di classe o corso che sono stati contagiati anche se hanno fatto attività molto controllata.
Ah, quel ... niente, niente.
Come può esserci stata qualche leggerezza negli spostamenti, nei tecnici, nel personale di supporto, persino tra arbitri e dirigenti.
Non importa fare lo splendido. Ho quattro tra ex compagni di classe o corso che sono stati contagiati anche se hanno fatto attività molto controllata.
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Man of the moment
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Re: Challenge Cup 2020/21
Io mi chiedevo solamente quali fossero di preciso le norme. Più stringenti di quelle applicate ai cittadini? Si basano sul buon senso dei giocatori? Puoi andare a mangiare fuori, sì o no? eccGarry ha scritto: 20 dic 2020, 19:33 - Le società hanno dettato i loro protocolli, rispettando quanto previsto dalle norme federali
(e probabilmente andando anche oltre, ma questa è una mia opinione...).
- I giocatori le hanno rispettate
(visto che per giocare a rugby a questi livelli è richiesta una certa dose di intelligenza, e uno che infrange le regole immortalandosi poi sui social pensando di farla franca può essere solo un imbecille e sarebbe immediatamente punito dal club)
- Alcuni si sono rimasti contagiati ugualmente.
Per voi c'è qualcosa di strano? Dopo 10 mesi di pandemia, dopo aver letto quotidiani ed ascoltato notiziari o familiari e amici, risulta così strana la sequenza riportata qui sopra?
Le altre squadre contagiate? Tutta gente che non ha rispettato i protocolli dei club? Tutti club che non hanno previsto protocolli? Tutti poco professionali?
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Aironifan
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Re: Challenge Cup 2020/21
Secondo me, no che non può andare a mangiare fuori!Man of the moment ha scritto: 20 dic 2020, 21:01
Io mi chiedevo solamente quali fossero di preciso le norme. Più stringenti di quelle applicate ai cittadini? Si basano sul buon senso dei giocatori? Puoi andare a mangiare fuori, sì o no? ecc
Certo che le regole sono più stringenti. Per forza! Chiaramente dovrebbero essere regole che limitano al massimo le possibilità di contagio. Se uno è un professionista, anche la famiglia, chiaramente, deve adeguarsi al massimo ( secondo le esigenze ovviamente). Non credo si chieda ai figli di non andare a scuola, ma alla moglie di non andare al bar, sì.
Insomma. Buon senso. Poi è ovvio che se uno fa tutto quel che deve fare, ma si contagia lo stesso, pace. Però pretendere un certo comportamento e dare (darsi) delle regole, è il minimo. Non mi pare la luna.
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Man of the moment
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Re: Challenge Cup 2020/21
Okay, non sono sicuro sia quello che succede nella realtà, ma ti credoAironifan ha scritto: 20 dic 2020, 22:21Secondo me, no che non può andare a mangiare fuori!Man of the moment ha scritto: 20 dic 2020, 21:01
Io mi chiedevo solamente quali fossero di preciso le norme. Più stringenti di quelle applicate ai cittadini? Si basano sul buon senso dei giocatori? Puoi andare a mangiare fuori, sì o no? ecc
Certo che le regole sono più stringenti. Per forza! Chiaramente dovrebbero essere regole che limitano al massimo le possibilità di contagio. Se uno è un professionista, anche la famiglia, chiaramente, deve adeguarsi al massimo ( secondo le esigenze ovviamente). Non credo si chieda ai figli di non andare a scuola, ma alla moglie di non andare al bar, sì.
Insomma. Buon senso. Poi è ovvio che se uno fa tutto quel che deve fare, ma si contagia lo stesso, pace. Però pretendere un certo comportamento e dare (darsi) delle regole, è il minimo. Non mi pare la luna.
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RigolettoMSC
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Re: Challenge Cup 2020/21
Avete notizie di comportamenti men che corretti, riguardo ai protocolli covid, di giocatori di Treviso? A leggere tra le righe sembrerebbe quasi di sì.
Riccardo
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GrazieMunari
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- Iscritto il: 29 nov 2018, 8:24
Re: Challenge Cup 2020/21
Esatto, penso che gli spostamenti siano ridotti allo stretto necessario, tipo casa-lavoro lavoro-casa, anche perchè si parla di 1 anno di sacrifici, 2 toh, in cambio di una remunerazione superiore a quella di gran parte dei lavoratori normali (quantomeno nelle franchigie).Aironifan ha scritto: 20 dic 2020, 22:21Secondo me, no che non può andare a mangiare fuori!Man of the moment ha scritto: 20 dic 2020, 21:01
Io mi chiedevo solamente quali fossero di preciso le norme. Più stringenti di quelle applicate ai cittadini? Si basano sul buon senso dei giocatori? Puoi andare a mangiare fuori, sì o no? ecc
Certo che le regole sono più stringenti. Per forza! Chiaramente dovrebbero essere regole che limitano al massimo le possibilità di contagio. Se uno è un professionista, anche la famiglia, chiaramente, deve adeguarsi al massimo ( secondo le esigenze ovviamente). Non credo si chieda ai figli di non andare a scuola, ma alla moglie di non andare al bar, sì.
Insomma. Buon senso. Poi è ovvio che se uno fa tutto quel che deve fare, ma si contagia lo stesso, pace. Però pretendere un certo comportamento e dare (darsi) delle regole, è il minimo. Non mi pare la luna.
Poi capita ci si possa contagiare uguale perchè magari la prende il figlio a scuola o la moglie al lavoro, ma quello dovrebbe essere l'unico caso consentito.
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speartakle
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Re: Challenge Cup 2020/21
se non ci si può lamentare del gioco, degli allenatori, della federazione o della sconfitta vista sul campo trovo corretto inventarsi colpe dei giocatori sul loro comportamento. altrimenti che stiamo a fare qui? 
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Luqa-bis
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Re: Challenge Cup 2020/21
IL fatto che tra gli sportivi i casi non siano pochi, induce delle riflessioni:
1. o non rispettano le norme
2. o i protocolli sono fatti male
3. o anche applicando rigidamente il miglio prrotocollo , un margine di rischio esiste.
Gli atleti professionistici, la spesa la possono fare?
Le loro mogli possono lavorare?
I loro figli possono andare nelle scuole ordinarie?
Cosa era loro vietato nelle zone classificate gialle?
Bar? Ristorante? Barbiere? Negozi? Meccanico auto?
1. o non rispettano le norme
2. o i protocolli sono fatti male
3. o anche applicando rigidamente il miglio prrotocollo , un margine di rischio esiste.
Gli atleti professionistici, la spesa la possono fare?
Le loro mogli possono lavorare?
I loro figli possono andare nelle scuole ordinarie?
Cosa era loro vietato nelle zone classificate gialle?
Bar? Ristorante? Barbiere? Negozi? Meccanico auto?
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Garry
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Re: Challenge Cup 2020/21
Pensa che io ero arrivato a conclusioni completamente opposte.speartakle ha scritto: 21 dic 2020, 10:18 se non ci si può lamentare del gioco, degli allenatori, della federazione o della sconfitta vista sul campo trovo corretto inventarsi colpe dei giocatori sul loro comportamento. altrimenti che stiamo a fare qui?![]()
Riflettevo su come si sono comportati bene nel mantenere così basso il numero dei contagi, se si pensa ai danni che può fare un solo asintomatico in un gruppo di 50 atleti di uno sport di contatto.
A parte la "strage" dei figiani, non ci sono stati per ora altri casi di squadre decimate dai contagi
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)