lo sport è sport, però se incentri la tua comunicazione sui gladiatori della nazionale italiana e dello sport in sè ne comunichi poco nulla è ancora più facile che questo sparisca. C'è gente che si interessa di sport che non ha mai praticato perchè sono eventi internazionali a prescindere se l'Italia ne è rappresentata.
La caduta finale dal Tier 1
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speartakle
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Re: La caduta finale dal Tier 1
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Garry
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Non è sbagliato il concetto riportato da speartakle.
E la riprova è che a mio parere aveva più spettatori-neofiti il Cinque Nazioni di quanti non ne abbia il Sei Nazioni.
E la riprova è che a mio parere aveva più spettatori-neofiti il Cinque Nazioni di quanti non ne abbia il Sei Nazioni.
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
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SilverShadow
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Re: La caduta finale dal Tier 1
O'Shea difende il posto dell'Italia nel Sei Nazioni, l'articolo originale citato da onrugby.it:
https://www.dailymail.co.uk/sport/rugby ... OShea.html
https://www.dailymail.co.uk/sport/rugby ... OShea.html
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Dovrei chiederti il copyright
La sparizione del rugby che tu vedi scendere dall'alto si congiunge con quella che sale dal basso.
Alla fine resteranno solo i "money for nothing" (vai Mark)
Poi spariranno anche quelli, giustamente.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: La caduta finale dal Tier 1
DA RUGBY-BET
ITALIA NEL SIX NATIONS: CUI PRODEST?
Dopo l’ennesima sconfitta (siamo a ventotto di fila), dopo l’ennesima delusione, dopo l’ennesima umiliazione…la domanda sorge spontanea. A chi giova la presenza dell’Italia nel Six Nations? Ai nostri rivali, al pubblico neutrale, a noi italiani? C’è una qualche utilità per qualcuno? Mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni perché io, nonostante gli sforzi, ormai non trovo più alcun senso in tutto ciò. Premessa doverosa: non sono un menagramo né un masochista, non mi interessa infangare qualche persona in particolare, non ho nulla contro la nazionale italiana. Cerco di essere il più obiettivo possibile, molto semplicemente. Facile liquidare la questione attaccando con una presunta superiorità chi la solleva, come spesso ho visto fare, ma raramente ho sentito risposte valide.
Immaginate di non essere italiani ma francesi, inglesi, australiani o giapponesi. Avreste interesse a guardare le partite dell’Italia? Partite il cui esito è già scritto in partenza e in cui le sorprese non capitano mai, anzi lo scarto finale è sempre pesante. Partite in cui i bookmakers prevedono handicap dai venti ai quaranta punti, ossia massacri senza alcuna contesa. Partite in cui non c’è la minima incertezza e tensione, che scorrono via in scioltezza e spesso noia. Partite in cui gli spunti tecnici veramente interessanti sono pochi perché gli avversari fanno il proprio compito senza stress e senza esporsi e perché gli italiani sono di una pochezza imbarazzante. Mi domando sinceramente chi, non italiano, possa giudicare attraenti delle sfide del genere. Per il pubblico neutrale, la gara che vede in campo gli Azzurri dev’essere quasi una purga da ingerire prima di riassaporare un rugby di maggior qualità in quella seguente. Sì perché, diciamoci la verità, quando si guarda prima una sfida dell’Italia contro una qualsiasi squadra e poi un’altra sfida, quasi sempre sembra di assistere a sport diversi: i giocatori in campo si sacrificano e danno il massimo dall’inizio alla fine, gli allenatori adottano strategie studiate con attenzione, il risultato è incerto e ogni gesto o giocata può risultare decisivo. Tra le due partite intercorre lo stesso rapporto che c’è tra un bicchiere di Tavernello e un bicchiere di Dom Pérignon. Nei match dell’Italia io personalmente non sento nemmeno lontanamente la magia di questo torneo, uno dei più importanti e storici del mondo. A tal proposito, mi chiedo se ci siano altre competizioni in cui una partecipante perde continuamente e il più delle volte pesantemente senza che nessuno pensi di provvedere. Normalissimo, comprensibilissimo e sacrosanto che ogni volta qualche giornalista, ex giocatore o dirigente sottolinei il problema derivante dalla presenza nel torneo di una squadra così inadeguata. Saranno monotoni, saranno arroganti, saranno crudeli: ma quanto hanno ragione! L’ultimo è stato Warburton, il quale ha auspicato l’introduzione di un sistema di promozione e retrocessione che io personalmente auspico da tempo. Sì, lo so che il Six Nations è un torneo privato, che Roma attira i turisti e tutte quelle belle risposte che prontamente dagli italiani vengono tirate fuori (ma che purtroppo nulla hanno a che vedere col campo, quello che realmente conta o perlomeno dovrebbe contare). Ciò non toglie che questo sistema, al limite anche solo introducendo uno spareggio magari, sarebbe più giusto e stimolante; forse è complicato da allestire in termini contrattuali e burocratici, ma volendo si può fare ogni cosa (in quella che era la Celtic League giocheranno quattro sudafricane, nel Super Rugby è stata inserita e poi eliminata una franchigia giapponese, nel Tri Nations è stata aggiunta l’Argentina).
Diciamo che probabilmente gli unici che possono vedere utile la presenza dell’Italia nel Six Nations sono gli italiani stessi. Un po’ pochino in effetti. Ma siamo sicuri che sia veramente un vantaggio? Arrivati a questo punto in cui ogni match è una disfatta, non si vede la luce in fondo al tunnel e non siamo neanche in grado di capire di chi sia la colpa (i giocatori no, poverini, loro danno il massimo anche quando al calcio d’inizio sbagliano posizionamento nella profondità; gli allenatori no, poverini, fanno quel che possono col materiale a disposizione e comunque non si occupano dei fondamentali; i dirigenti no, poverini, che dovevano far di più dopo aver piazzato gli amici nei vari posti liberi?). Colpa di tutti, colpa di nessuno. Poco importa, la realtà è che l’Italia non è all’altezza e questa situazione rischia alla lunga di ammazzarci. Vedo troppe persone, amanti del rugby fino al midollo, ormai disilluse e stanche di certe figure. Tanti semplici tifosi non ne possono più e si stanno allontanando dalla nazionale, l’unica cosa rimasta che attirava l’attenzione dei non addetti ai lavori. Per non parlare di chi ne segue le vicende sporadicamente che appena parli di rugby ti dice sorridendo “ma come mai perdono sempre?” e te non sai manco che rispondere. La storia del “giocare contro i migliori aiuta a crescere” è vecchia, poteva valere agli inizi; d’altronde, se fosse vera, a questo punto l’Italia dovrebbe perlomeno giocarsela con nazionali come Galles, Irlanda e Argentina. C’è una frase che in proposito mi viene in mente: “ciò che mi nutre, mi distrugge”. La applico alla situazione attuale. È vero il Six Nations, dando soldi e visibilità, consente al movimento di esistere e vivere. Ma proprio il Six Nations, con tutte le inesorabili batoste che porta con sé, rischia di soffocare lentamente il movimento stesso, annientandolo. Tutto dipende da questo torneo che vede gli Azzurri costantemente asfaltati e sotto di esso non è stato creato nulla, c’è il vuoto cosmico. Paradossalmente, e preciso paradossalmente, quello che è il vanto dell’Italrugby sta diventando la sua rovina.
Se dovessero escludere l’Italia dal torneo o dovessero creare un meccanismo di promozione-retrocessione sarebbe giusto, perché da anni non apporta nulla. Non ne verrebbero danneggiati gli altri partecipanti né gli spettatori neutrali e non sarebbe una catastrofe nemmeno per gli italiani. La nazionale è sicuramente più forte rispetto alle compagini del Rugby Europe Championship ma, con lo sguardo rivolto al futuro, non avrei la puzza sotto al naso. In Georgia, nonostante varie vicissitudini, continuano a lavorare a testa bassa. In Russia, oltre a tanta ambizione, ci sono i progetti e si intravede del potenziale. In Spagna e in Portogallo la crescita è lenta ma apprezzabile. La Romania prima o poi si riprenderà un minimo. Un anno nel purgatorio, almeno, non farebbe male all’Italia. Così come alla Scozia U20 che dovrà fare il Trophy o come a chi retrocede dalle World Series di rugby a 7. Quel che è certo è che per ora non è degna del Six Nations.
Mi fanno ridere coloro che etichettano chi fa ragionamenti del genere alla stregua di un masochista o di un marito che si evira per non dar piacere alla moglie. Restando in tema, la similitudine ci starebbe se l’Italia fosse competitiva nel Six Nations: allora sì, definirei come un marito che si evira chi auspicasse una sua uscita. Ma dal momento che l’Italia nel Six Nations recita la parte della comparsa, la similitudine non regge perché il marito avrebbe poco da tagliarsi visto che con la moglie riesce a combinare poco o niente. Ecco, per descrivere la posizione di molti tifosi italiani troverei più calzante un’altra immagine: quella del marito che, consapevole dei tradimenti della moglie con cui i rapporti sono ridotti al buongiorno e buonasera, preferisce far finta di nulla accettando bugie e frustrazioni pur di non affrontare gli effetti traumatici di una separazione e rifarsi una vita da solo. Ovviamente, per par condicio, lo stesso concetto varrebbe invertendo i ruoli!
ITALIA NEL SIX NATIONS: CUI PRODEST?
Dopo l’ennesima sconfitta (siamo a ventotto di fila), dopo l’ennesima delusione, dopo l’ennesima umiliazione…la domanda sorge spontanea. A chi giova la presenza dell’Italia nel Six Nations? Ai nostri rivali, al pubblico neutrale, a noi italiani? C’è una qualche utilità per qualcuno? Mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni perché io, nonostante gli sforzi, ormai non trovo più alcun senso in tutto ciò. Premessa doverosa: non sono un menagramo né un masochista, non mi interessa infangare qualche persona in particolare, non ho nulla contro la nazionale italiana. Cerco di essere il più obiettivo possibile, molto semplicemente. Facile liquidare la questione attaccando con una presunta superiorità chi la solleva, come spesso ho visto fare, ma raramente ho sentito risposte valide.
Immaginate di non essere italiani ma francesi, inglesi, australiani o giapponesi. Avreste interesse a guardare le partite dell’Italia? Partite il cui esito è già scritto in partenza e in cui le sorprese non capitano mai, anzi lo scarto finale è sempre pesante. Partite in cui i bookmakers prevedono handicap dai venti ai quaranta punti, ossia massacri senza alcuna contesa. Partite in cui non c’è la minima incertezza e tensione, che scorrono via in scioltezza e spesso noia. Partite in cui gli spunti tecnici veramente interessanti sono pochi perché gli avversari fanno il proprio compito senza stress e senza esporsi e perché gli italiani sono di una pochezza imbarazzante. Mi domando sinceramente chi, non italiano, possa giudicare attraenti delle sfide del genere. Per il pubblico neutrale, la gara che vede in campo gli Azzurri dev’essere quasi una purga da ingerire prima di riassaporare un rugby di maggior qualità in quella seguente. Sì perché, diciamoci la verità, quando si guarda prima una sfida dell’Italia contro una qualsiasi squadra e poi un’altra sfida, quasi sempre sembra di assistere a sport diversi: i giocatori in campo si sacrificano e danno il massimo dall’inizio alla fine, gli allenatori adottano strategie studiate con attenzione, il risultato è incerto e ogni gesto o giocata può risultare decisivo. Tra le due partite intercorre lo stesso rapporto che c’è tra un bicchiere di Tavernello e un bicchiere di Dom Pérignon. Nei match dell’Italia io personalmente non sento nemmeno lontanamente la magia di questo torneo, uno dei più importanti e storici del mondo. A tal proposito, mi chiedo se ci siano altre competizioni in cui una partecipante perde continuamente e il più delle volte pesantemente senza che nessuno pensi di provvedere. Normalissimo, comprensibilissimo e sacrosanto che ogni volta qualche giornalista, ex giocatore o dirigente sottolinei il problema derivante dalla presenza nel torneo di una squadra così inadeguata. Saranno monotoni, saranno arroganti, saranno crudeli: ma quanto hanno ragione! L’ultimo è stato Warburton, il quale ha auspicato l’introduzione di un sistema di promozione e retrocessione che io personalmente auspico da tempo. Sì, lo so che il Six Nations è un torneo privato, che Roma attira i turisti e tutte quelle belle risposte che prontamente dagli italiani vengono tirate fuori (ma che purtroppo nulla hanno a che vedere col campo, quello che realmente conta o perlomeno dovrebbe contare). Ciò non toglie che questo sistema, al limite anche solo introducendo uno spareggio magari, sarebbe più giusto e stimolante; forse è complicato da allestire in termini contrattuali e burocratici, ma volendo si può fare ogni cosa (in quella che era la Celtic League giocheranno quattro sudafricane, nel Super Rugby è stata inserita e poi eliminata una franchigia giapponese, nel Tri Nations è stata aggiunta l’Argentina).
Diciamo che probabilmente gli unici che possono vedere utile la presenza dell’Italia nel Six Nations sono gli italiani stessi. Un po’ pochino in effetti. Ma siamo sicuri che sia veramente un vantaggio? Arrivati a questo punto in cui ogni match è una disfatta, non si vede la luce in fondo al tunnel e non siamo neanche in grado di capire di chi sia la colpa (i giocatori no, poverini, loro danno il massimo anche quando al calcio d’inizio sbagliano posizionamento nella profondità; gli allenatori no, poverini, fanno quel che possono col materiale a disposizione e comunque non si occupano dei fondamentali; i dirigenti no, poverini, che dovevano far di più dopo aver piazzato gli amici nei vari posti liberi?). Colpa di tutti, colpa di nessuno. Poco importa, la realtà è che l’Italia non è all’altezza e questa situazione rischia alla lunga di ammazzarci. Vedo troppe persone, amanti del rugby fino al midollo, ormai disilluse e stanche di certe figure. Tanti semplici tifosi non ne possono più e si stanno allontanando dalla nazionale, l’unica cosa rimasta che attirava l’attenzione dei non addetti ai lavori. Per non parlare di chi ne segue le vicende sporadicamente che appena parli di rugby ti dice sorridendo “ma come mai perdono sempre?” e te non sai manco che rispondere. La storia del “giocare contro i migliori aiuta a crescere” è vecchia, poteva valere agli inizi; d’altronde, se fosse vera, a questo punto l’Italia dovrebbe perlomeno giocarsela con nazionali come Galles, Irlanda e Argentina. C’è una frase che in proposito mi viene in mente: “ciò che mi nutre, mi distrugge”. La applico alla situazione attuale. È vero il Six Nations, dando soldi e visibilità, consente al movimento di esistere e vivere. Ma proprio il Six Nations, con tutte le inesorabili batoste che porta con sé, rischia di soffocare lentamente il movimento stesso, annientandolo. Tutto dipende da questo torneo che vede gli Azzurri costantemente asfaltati e sotto di esso non è stato creato nulla, c’è il vuoto cosmico. Paradossalmente, e preciso paradossalmente, quello che è il vanto dell’Italrugby sta diventando la sua rovina.
Se dovessero escludere l’Italia dal torneo o dovessero creare un meccanismo di promozione-retrocessione sarebbe giusto, perché da anni non apporta nulla. Non ne verrebbero danneggiati gli altri partecipanti né gli spettatori neutrali e non sarebbe una catastrofe nemmeno per gli italiani. La nazionale è sicuramente più forte rispetto alle compagini del Rugby Europe Championship ma, con lo sguardo rivolto al futuro, non avrei la puzza sotto al naso. In Georgia, nonostante varie vicissitudini, continuano a lavorare a testa bassa. In Russia, oltre a tanta ambizione, ci sono i progetti e si intravede del potenziale. In Spagna e in Portogallo la crescita è lenta ma apprezzabile. La Romania prima o poi si riprenderà un minimo. Un anno nel purgatorio, almeno, non farebbe male all’Italia. Così come alla Scozia U20 che dovrà fare il Trophy o come a chi retrocede dalle World Series di rugby a 7. Quel che è certo è che per ora non è degna del Six Nations.
Mi fanno ridere coloro che etichettano chi fa ragionamenti del genere alla stregua di un masochista o di un marito che si evira per non dar piacere alla moglie. Restando in tema, la similitudine ci starebbe se l’Italia fosse competitiva nel Six Nations: allora sì, definirei come un marito che si evira chi auspicasse una sua uscita. Ma dal momento che l’Italia nel Six Nations recita la parte della comparsa, la similitudine non regge perché il marito avrebbe poco da tagliarsi visto che con la moglie riesce a combinare poco o niente. Ecco, per descrivere la posizione di molti tifosi italiani troverei più calzante un’altra immagine: quella del marito che, consapevole dei tradimenti della moglie con cui i rapporti sono ridotti al buongiorno e buonasera, preferisce far finta di nulla accettando bugie e frustrazioni pur di non affrontare gli effetti traumatici di una separazione e rifarsi una vita da solo. Ovviamente, per par condicio, lo stesso concetto varrebbe invertendo i ruoli!
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Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Nei match dell’Italia io personalmente non sento nemmeno lontanamente la magia di questo torneo, uno dei più importanti e storici del mondo.
Paradossalmente, e preciso paradossalmente, quello che è il vanto dell’Italrugby sta diventando la sua rovina.
Le parti più vere e tristi in assoluto. Almeno per quello che mi riguarda.
Paradossalmente, e preciso paradossalmente, quello che è il vanto dell’Italrugby sta diventando la sua rovina.
Le parti più vere e tristi in assoluto. Almeno per quello che mi riguarda.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Per quello che mi riguarda, no. Il fascino della manifestazione rimane intatto, così come lo spirito con cui seguo la nostra nazionale.Adryfrentzen ha scritto: 11 feb 2021, 18:55 Nei match dell’Italia io personalmente non sento nemmeno lontanamente la magia di questo torneo, uno dei più importanti e storici del mondo.
Paradossalmente, e preciso paradossalmente, quello che è il vanto dell’Italrugby sta diventando la sua rovina.
Le parti più vere e tristi in assoluto. Almeno per quello che mi riguarda.
Le altre cose spareggio con le tier2, incertezza sull’utilità del massacro, ecc..., invece le condivido, ma non possiamo farci niente se non aspettare la decisione del board.
Se ci ritirassimo noi sarebbe una figuraccia peggiore di una sconfitta 100 a zero con la Georgia
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(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
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Luqa-bis
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Posso sapere la firma dell'articolo rugby-bet?
Almeno nella mia pessima statura di rugbista e sportivo, conoscere a chi non offrirò da bere?
Sgradevole il paragone con il marito cornificato, che involontariamente dà alle altre squadre di "svergognate".
Che però incoraggia con il periodo sul "se si vuole si fa tutto".
E con la chiosa all'arroganza italica.
Un anno in purgo farebbe bene all'Italia? Forse un anno in purga farebbe bene per primo ad ogni commentatore.
Che problema c'è? La partita va sul canale 52, mica su RAI, Mediaset, Sky o La7.
Il rugby già di solito sta in -esima pagina per campionato Coppe e lega italoceltobantu.
Quale è il problema per chi non vuole vedere l'Italia?
Il telecomando esiste.
Dopo il dilemma
"nessuno nel bar ha chiesto di uscire" (Falso , vado a rileggere i messaggi ?)
adesso la domanda per la penna di Rugby bet
In Italia qualcuno ha mai rifiutato lo spareggio o la promozione nel 6N?
NO, non solo nel bar, ma nemmeno altrove.
L'obiezione è sempre stata "vale per tutti , a chi tocca tocca".
In quanto alla domanda che succede se ci buttano fuori.
1. Di sicuro i lbilancio deve far ea meno di una bella quota .
2. Questo toglierà al CON Iun afederazioen ricca per dargliene una povera, ch elotterà con le altre per i contributi , ch eil CONI forse elargirà pe ri proogrammi olimpici > Più codice a sette meno codice a 15 nel futuro della FIR?
3. Di sicuro senza soldi, difficile che si investa federalmente nelle province "non vocate al rugby"
4. Di sicuro senza soldi , e con un rugby non percepito come sport dal pubblico (poi un giorno qualcuno mi spiegherà se i 200 spettatori a partita del campionato italiano son frutto delle sconfitte nel 6N), sarà difficle mantenere due squadre professionistiche.
5. Dalla 4 , per i migliori prospetti, migrazione all'estero o futuro nel Top12 (che per molti significherà a 27-28 smettere o passare a giocare in A-B per divertimento.
Possiamo dire che abbiamo buttato via un'occasione, che la colpa è sempre dei soliti (che sulla poltrona non ci sono saliti da soli con un golpe, eh), che italiani no buoni per rugby (anche chi guarda eh) . Quanto siano utili queste scelte lo lascio decidere a voi.
Per qualcuno in fond o, non sarebbe un dramma accontentarsi di essere "inadatti" al grande rugny.
In fondo il sabato al campo a vedere la squadra 8che almeno in Italia non c'ha nessuno sopra) .
la domenica a vedere gli eroi del 5N , o del 6N Shetladn-Agulhas.
per restare sul filone di rugby bet, come quelli che vanno al mare o all'outlet con la moglie molto rotondetta e con qualche ruga, i fregni e la suocera, , e sbirciano le ventenni in minizoma con gli occhi di traverso che se la suocera li vede arriva il matterello in testa.
Almeno nella mia pessima statura di rugbista e sportivo, conoscere a chi non offrirò da bere?
Sgradevole il paragone con il marito cornificato, che involontariamente dà alle altre squadre di "svergognate".
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"nessuno nel bar ha chiesto di uscire" (Falso , vado a rileggere i messaggi ?)
adesso la domanda per la penna di Rugby bet
In Italia qualcuno ha mai rifiutato lo spareggio o la promozione nel 6N?
NO, non solo nel bar, ma nemmeno altrove.
L'obiezione è sempre stata "vale per tutti , a chi tocca tocca".
In quanto alla domanda che succede se ci buttano fuori.
1. Di sicuro i lbilancio deve far ea meno di una bella quota .
2. Questo toglierà al CON Iun afederazioen ricca per dargliene una povera, ch elotterà con le altre per i contributi , ch eil CONI forse elargirà pe ri proogrammi olimpici > Più codice a sette meno codice a 15 nel futuro della FIR?
3. Di sicuro senza soldi, difficile che si investa federalmente nelle province "non vocate al rugby"
4. Di sicuro senza soldi , e con un rugby non percepito come sport dal pubblico (poi un giorno qualcuno mi spiegherà se i 200 spettatori a partita del campionato italiano son frutto delle sconfitte nel 6N), sarà difficle mantenere due squadre professionistiche.
5. Dalla 4 , per i migliori prospetti, migrazione all'estero o futuro nel Top12 (che per molti significherà a 27-28 smettere o passare a giocare in A-B per divertimento.
Possiamo dire che abbiamo buttato via un'occasione, che la colpa è sempre dei soliti (che sulla poltrona non ci sono saliti da soli con un golpe, eh), che italiani no buoni per rugby (anche chi guarda eh) . Quanto siano utili queste scelte lo lascio decidere a voi.
Per qualcuno in fond o, non sarebbe un dramma accontentarsi di essere "inadatti" al grande rugny.
In fondo il sabato al campo a vedere la squadra 8che almeno in Italia non c'ha nessuno sopra) .
la domenica a vedere gli eroi del 5N , o del 6N Shetladn-Agulhas.
per restare sul filone di rugby bet, come quelli che vanno al mare o all'outlet con la moglie molto rotondetta e con qualche ruga, i fregni e la suocera, , e sbirciano le ventenni in minizoma con gli occhi di traverso che se la suocera li vede arriva il matterello in testa.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Beato te. Io ogni 6N non vedo l'ora che arrivi l'ultimo turno per togliermi di mezzo se non altro i soliti c*zzo di commenti, che solitamente si smorzano un pochino con l'arrivo dei test match estivi e invernali. Considerando che nei prossimi 10 mesi incontreremo gli AB 3 o 4 volte non ricordo più ho una visione a lungo che equivale a quella di prendere lo spigolo deel comodino direttamente sui denti.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Va bene, ma tu vivi là, in mezzo agli orchiAdryfrentzen ha scritto: 11 feb 2021, 19:30 Beato te. Io ogni 6N non vedo l'ora che arrivi l'ultimo turno per togliermi di mezzo se non altro i soliti c*zzo di commenti, che solitamente si smorzano un pochino con l'arrivo dei test match estivi e invernali. Considerando che nei prossimi 10 mesi incontreremo gli AB 3 o 4 volte non ricordo più ho una visione a lungo che equivale a quella di prendere lo spigolo deel comodino direttamente sui denti.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Io personalmente non ho idea di chi sia, ma scrive sempre con molta competenza e la sua (come quella di altri) osservazione è oserei dire più che legittima visti i risultati. E credo che come lui molti ma molti molti altri si facciano le stesse domande. Come dice nell'"articolo", A tal proposito, mi chiedo se ci siano altre competizioni in cui una partecipante perde continuamente e il più delle volte pesantemente senza che nessuno pensi di provvedere.Luqa-bis ha scritto: 11 feb 2021, 19:26 Posso sapere la firma dell'articolo rugby-bet?
Almeno nella mia pessima statura di rugbista e sportivo, conoscere a chi non offrirò da bere?
Sgradevole il paragone con il marito cornificato, che involontariamente dà alle altre squadre di "svergognate".
Che però incoraggia con il periodo sul "se si vuole si fa tutto".
E con la chiosa all'arroganza italica.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
E GRAZIE A DIO che i pub sono chiusi altrimenti, come ogni anno, sarei stato trascinato a vedere tutte le partite (compresa ovviamente quella di sabato). Abbiate pietà
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Garry
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Ho scritto questo:Luqa-bis ha scritto: 11 feb 2021, 19:26
"nessuno nel bar ha chiesto di uscire" (Falso , vado a rileggere i messaggi ?)
adesso la domanda per la penna di Rugby bet
Ma veramente la penso come te, l'affermazione non è vera, basterebbe una piccola ricerca.Garry ha scritto: 10 feb 2021, 13:14
In realtà, credo che sia stato appurato che nessuno abbia scritto:
- "Dobbiamo a tutti i costi uscire dal Sei Nazioni"
Cercavo solo di "stringere" per chiudere una questione che ha fracassato gli zebedei a parecchi avventori di questo bar.
E non dire di passare in un altro topic, perché salta fuori dappertutto, anche se aprissi un thread sui lavori all'uncinetto
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Però in questi articoli/commenti/post c'è sempre un sottofondo di tafazzismo, di autolesionismo.Adryfrentzen ha scritto: 11 feb 2021, 19:34Io personalmente non ho idea di chi sia, ma scrive sempre con molta competenza e la sua (come quella di altri) osservazione è oserei dire più che legittima visti i risultati. E credo che come lui molti ma molti molti altri si facciano le stesse domande. Come dice nell'"articolo", A tal proposito, mi chiedo se ci siano altre competizioni in cui una partecipante perde continuamente e il più delle volte pesantemente senza che nessuno pensi di provvedere.Luqa-bis ha scritto: 11 feb 2021, 19:26 Posso sapere la firma dell'articolo rugby-bet?
Almeno nella mia pessima statura di rugbista e sportivo, conoscere a chi non offrirò da bere?
Sgradevole il paragone con il marito cornificato, che involontariamente dà alle altre squadre di "svergognate".
Che però incoraggia con il periodo sul "se si vuole si fa tutto".
E con la chiosa all'arroganza italica.
Un anno in purgo farebbe bene all'Italia? Forse un anno in purga farebbe bene per primo ad ogni commentatore.
Che problema c'è? La partita va sul canale 52, mica su RAI, Mediaset, Sky o La7.
Il rugby già di solito sta in -esima pagina per campionato Coppe e lega italoceltobantu.
Quale è il problema per chi non vuole vedere l'Italia?
Il telecomando esiste
Sembra che siamo lì per colpa nostra. Non facciamo eventuali spareggi con la prima della Coppa europa per nostra volontà. Giochiamo con gli AB invece di giocare on la Georgia per nostra scelta.
Non so, qualcuno dovrebbe riflettere di più, quando scrive, perché così sembra alla ricerca della depressione.
Invece io vedo gli atleti che si fanno un c... così contro avversari più forti, costantemente più forti e sempre più forti, e però cercano di esserne degni.
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
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Ettore73
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Scusatemi tanto se ribadisco il concetto, ma se le franchigie sudafricane possono partecipare al pro14, perché l'Italia non può giocare regolarmente con le pacifiche (intendo Fiji, Tonga e Samoa) e il Giappone...sono circa dello stesso livello...di quanti cucchiai abbiamo ancora bisogno?
"Serve una barca più grande" (cit. film "Lo squalo")