Si qualcuna si e infatti ho scritto che la maggioranza segue le regolespeartakle ha scritto: ↑25 feb 2021, 8:32Ma davvero ci sono società che fanno contatto? Io al nessuno ho sentito dire di qualche società che fa touch, contatto mai, saranno una sparuta minoranza... Rischiano mica poco, basta un genitore o la qualsiasi che gli girano e si trovano i carabinieri al campo
I rugby giovanili
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Re: I rugby giovanili
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Re: I rugby giovanili
Io vedo più assurdo il passo dalla 16 alla 18 perchè tu magari mingherlino ti trovi a giocare con il bestione al terzo anno di 18 e a causa di questo hanno smesso in tanti, non a caso per stessa ammissione di alcuni tecnici federali, ta 16 e 18 c'è la maggior quantità di abbandoni e stranamente da quando hanno abolito l'under 20 e messo 3 annate in 18..... Il bello è che ho sentito con le mie orecchie un tecnico federale non capire la causa dell'abbandono in questa fascia di età.Mr Ian ha scritto: ↑25 feb 2021, 12:09le fisicità tra una categoria e l altra cambiano radicalmene. Se la 14 è la categoria dove alle volte si vede il rugby più bello, dalla 16 in poi cambiano un bel pò di cose, dalla grandezza del campo al numero dei giocatori, si passa da 13 a 15.jpr williams ha scritto: ↑25 feb 2021, 11:28Domanda da cretino: qualcuno mi spiega perchè è così dirimente la questione pari/dispari?
Giuro che non ci arrivo.
Fisicamente tra un giocatore al primo anno di 16 ed uno al secondo di 18, alle volte c'è un vero e proprio abisso....
Con le categorie sfalsate si permette a certi atleti di avere un anno in più di adattamento...
Alla fine nemmeno io ho mai capito i cambi di annate ma negli ultimi due cambi ho sentito che il motivo era per adeguarsi alla Francia, in ogni caso adeguamento o meno penso che il prossimo anno si debba passare alle categorie dispari semplicemente a causa del covid e del doppio salto dalla 14 alla 18
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Re: I rugby giovanili
Io sono pessimista, ci sono sport che pur non facendo i campionati prevedono allenamenti normali con partitelle, tanti bambini hanno cambiato sport.Mr Ian ha scritto: ↑25 feb 2021, 12:46stiamo parlando pur sempre di una situazione emergenziale...prima di parlare della annualità vediamo quanti ragazzini tornano al campo e in che condizioni...Garry ha scritto: ↑25 feb 2021, 12:36Per me è difficile capire il senso.
A certi atleti permetti di avere un anno di più di adattamento, a certi altri (negli anni precedenti) però non l'hai concesso e così negli anni successivi...
A me interesserebbe sapere cos'è che induce Aboud o Ascione o chi altri a decidere che, poniamo, "dall'anno prossimo, anni dispari", poi dopo qualche anno, "adesso torniamo agli anni pari". Chi decide quali atleti debbano essere favoriti e quali no, e perché lo fa?
Oltretutto non sarebbe più semplice e comodo muoversi in accordo con le altre nazioni europee?
le altre nazioni europee bene o male fanno come vogliono, gli anni dispari si trovano in molte altre nazioni, ovviamente dipende dal numero degli atleti coinvolti e dalla necessità di far giocare più ragazzini possibili.
per me il passaggio cruciale è dalla 14 alla 16, dalle categorie in su è più una questione di attitudine fisica...
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Re: I rugby giovanili
Mia personale esperienza con mio figlio di 8 anni ora:Luqa-bis ha scritto: ↑25 feb 2021, 13:32A mia memoria ci sono federazioni che non hanno il problema di anni dispari e pari perché hanno le squadre annuali, e ad avre i numeri...
Ma il quesito iniziale era non su questo, ma su cosa e come insegnare il rugby ai bimbi/ragazzi
Da che età partire, perché e per cosa.
Quello che facciamo fare dalla U8 alla U18 è giusto, è nella posizione giusta e trasmesso nel modo giusto per ottenere quella fioritura di talenti che cerchiamo.
Tradotto : la nostra scuola di rugby è fatta bene?
1) prima elementare, primo anno di rugby in Italia, in Under 8, lui nato a novembre 2012, si ritrova a giocare con ragazzi del 2011, piu' grandi e capaci di lui. Si parte subito con il contatto, quindi placcaggi, a livello sportivo fa fatica e in partita non tocca palla, ma si diverte e completiamo l'anno rugbystico;
2) seconda elementare, primo anno di rugby in Inghilterra (trasferimento familiare), Under 7, trova suoi simili a livello di stazza visto che si procede per categorie anno per anno. Non c'e' contatto, si gioca a Tag rugby. Allenamenti o tornei (senza tenere punteggi o classifiche finali) solo di domenica. Si gioca un 4 vs 4, quindi tutti hanno la palla e provano l'ebrezza di passare, ricevere il pallone e segnare.
Il contatto in RFU viene introdotto dall'Under 9.
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Re: I rugby giovanili
in teoria è spiegato bene, si seguono delle linee guida mondiali e difficilmente capiterà di sentire che il rugby si gioca passando avanti.
Nella pratica ovviamente ci sono tante variabili in gioco che condizionano l insegnamento. i risultati direbbero che non è che si stia facendo così bene, però a macchia di leopardo, ci sono realtà territoriali dove si lavora parecchio bene.
Quest anno ho seguito un aggiornamento federale dove parlavano del tag, finalmente alla buon ora. Per quanto poi in ogni società penso non ci voglia tanto a capire l importanza di uno strumento come il tag rugby per l approccio con i più piccoli.
Mi ricordo che uno dei temi dove si batteva tanto era il problema legato all affettività del gioco e la necessità di superarla il prima possibile. Per cui ai concentramenti si vedevano quei "grappoli" di bambini attanagliati ad un pallone che erano proprio l anti rugby...Io non capivo perchè si permettevano certe amenità, quando a quell età il tag permette a tutti i bambini di esprimere al meglio la propria moticitrà....però sono contento ci siamo arrivati a livello federale.
Nella pratica ovviamente ci sono tante variabili in gioco che condizionano l insegnamento. i risultati direbbero che non è che si stia facendo così bene, però a macchia di leopardo, ci sono realtà territoriali dove si lavora parecchio bene.
Quest anno ho seguito un aggiornamento federale dove parlavano del tag, finalmente alla buon ora. Per quanto poi in ogni società penso non ci voglia tanto a capire l importanza di uno strumento come il tag rugby per l approccio con i più piccoli.
Mi ricordo che uno dei temi dove si batteva tanto era il problema legato all affettività del gioco e la necessità di superarla il prima possibile. Per cui ai concentramenti si vedevano quei "grappoli" di bambini attanagliati ad un pallone che erano proprio l anti rugby...Io non capivo perchè si permettevano certe amenità, quando a quell età il tag permette a tutti i bambini di esprimere al meglio la propria moticitrà....però sono contento ci siamo arrivati a livello federale.
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Re: I rugby giovanili
per me non è dirimente, il discorso di portare al dispari è solo per dare la possibilità la prossima stagione ai giocatori con già esperienza della categoria di trasmettere e traferire conoscenze di gioco ai più giovani.jpr williams ha scritto: ↑25 feb 2021, 11:28Domanda da cretino: qualcuno mi spiega perchè è così dirimente la questione pari/dispari?
Giuro che non ci arrivo.
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Re: I rugby giovanili
boh ripeto la mia esperienza che probabile è parziale, ho attraversato le u pari e le u dispari, sono arrivato in u19 con i fuoriquota (tre annate assieme) e di compagni di squadra che hanno mollato per questioni fisiche non ne ricordo. Da allenatore idem gente che molla per il passaggio u16-u18 per questioni prettamente fisiche non ne ricordo. Di giocatori impegnati, presenti e vogliosi di giocare che abbiano mollato per questioni fisiche no. Forse è derivato dal fatto che non è che la squadra fosse grandissima quindi bene o male un po' tutti giocavano spesso. Magari in una società con 30 u18 fai fatica a far giocare tutti e quelli più indietro fisicamente ne possono risentire, però se hai 30 u18 mi chiedo cosa te ne fai di tanti fuoriquota, forse non sarebbe meglio cercare di creare una cadetta?Squilibrio ha scritto: ↑25 feb 2021, 15:42Io vedo più assurdo il passo dalla 16 alla 18 perchè tu magari mingherlino ti trovi a giocare con il bestione al terzo anno di 18 e a causa di questo hanno smesso in tanti, non a caso per stessa ammissione di alcuni tecnici federali, ta 16 e 18 c'è la maggior quantità di abbandoni e stranamente da quando hanno abolito l'under 20 e messo 3 annate in 18..... Il bello è che ho sentito con le mie orecchie un tecnico federale non capire la causa dell'abbandono in questa fascia di età.Mr Ian ha scritto: ↑25 feb 2021, 12:09le fisicità tra una categoria e l altra cambiano radicalmene. Se la 14 è la categoria dove alle volte si vede il rugby più bello, dalla 16 in poi cambiano un bel pò di cose, dalla grandezza del campo al numero dei giocatori, si passa da 13 a 15.jpr williams ha scritto: ↑25 feb 2021, 11:28Domanda da cretino: qualcuno mi spiega perchè è così dirimente la questione pari/dispari?
Giuro che non ci arrivo.
Fisicamente tra un giocatore al primo anno di 16 ed uno al secondo di 18, alle volte c'è un vero e proprio abisso....
Con le categorie sfalsate si permette a certi atleti di avere un anno in più di adattamento...
Alla fine nemmeno io ho mai capito i cambi di annate ma negli ultimi due cambi ho sentito che il motivo era per adeguarsi alla Francia, in ogni caso adeguamento o meno penso che il prossimo anno si debba passare alle categorie dispari semplicemente a causa del covid e del doppio salto dalla 14 alla 18
Ripeto a me sinceramente sembrano scuse per preservare uno 0,1% di giocatori che si trovano in difficoltà o le società che non adottano tutte le eventuali soluzioni possibili (cadette, franchigie ecc).
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Re: I rugby giovanili
arggg non vorrai mettere in discussione la scuola di Villepreux-Fourcade!!!Mr Ian ha scritto: ↑25 feb 2021, 16:10in teoria è spiegato bene, si seguono delle linee guida mondiali e difficilmente capiterà di sentire che il rugby si gioca passando avanti.
Nella pratica ovviamente ci sono tante variabili in gioco che condizionano l insegnamento. i risultati direbbero che non è che si stia facendo così bene, però a macchia di leopardo, ci sono realtà territoriali dove si lavora parecchio bene.
Quest anno ho seguito un aggiornamento federale dove parlavano del tag, finalmente alla buon ora. Per quanto poi in ogni società penso non ci voglia tanto a capire l importanza di uno strumento come il tag rugby per l approccio con i più piccoli.
Mi ricordo che uno dei temi dove si batteva tanto era il problema legato all affettività del gioco e la necessità di superarla il prima possibile. Per cui ai concentramenti si vedevano quei "grappoli" di bambini attanagliati ad un pallone che erano proprio l anti rugby...Io non capivo perchè si permettevano certe amenità, quando a quell età il tag permette a tutti i bambini di esprimere al meglio la propria moticitrà....però sono contento ci siamo arrivati a livello federale.
boh per me nel minirugby il grappolo, il contatto ecc non è un problema è come si fa, e quanti educatori esperti ci sono a disposizione. Se lavori bene è un approccio ottimo. é che le realtà che possono lavorarci bene sono poche. Il tag è una scorciatoia in questo senso (semplifica enormemente il lavoro degli educatori e perchè evita una grandissima parte di lavoro sul contatto).
Quindi semplificando, se hai le risorse e le competenze (numero e qualità degli educatori) va benissimo il contatto a livello mini (u6 e u8) ad esempio puoi dividere i bambini per competenze o capacità e quindi lavorare per gruppi omogenei e in progressione nelle abilità, al contrario farai un lavoro fatto male superficiale e disomogeneo, meglio fare tag.
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Re: I rugby giovanili
Io ti posso riportare l'esperienza da genitore, gruppo numeroso di circa 35, squadra di livello e qualche piccoletto di troppo anche se grintoso.speartakle ha scritto: ↑25 feb 2021, 17:42boh ripeto la mia esperienza che probabile è parziale, ho attraversato le u pari e le u dispari, sono arrivato in u19 con i fuoriquota (tre annate assieme) e di compagni di squadra che hanno mollato per questioni fisiche non ne ricordo. Da allenatore idem gente che molla per il passaggio u16-u18 per questioni prettamente fisiche non ne ricordo. Di giocatori impegnati, presenti e vogliosi di giocare che abbiano mollato per questioni fisiche no. Forse è derivato dal fatto che non è che la squadra fosse grandissima quindi bene o male un po' tutti giocavano spesso. Magari in una società con 30 u18 fai fatica a far giocare tutti e quelli più indietro fisicamente ne possono risentire, però se hai 30 u18 mi chiedo cosa te ne fai di tanti fuoriquota, forse non sarebbe meglio cercare di creare una cadetta?
Ripeto a me sinceramente sembrano scuse per preservare uno 0,1% di giocatori che si trovano in difficoltà o le società che non adottano tutte le eventuali soluzioni possibili (cadette, franchigie ecc).
Chiedo però perchè non lo ricordo, quelli del terzo anno sono fuoriquota che potrebbero giocare nei seniores ed esiste un numero massimo di fuoriquota da far giocare in 18? mettiamo che io ho 10 fuoriquota magari forti che ti possono far vincere il campionato under 18 me li tengo, se poi ho una buona prima squadra e questi non sono pronti per i motivi più vari oppure ho abbondanza ho tutto l'interesse a tenermeli in 18 come fuoriquota per non darli ad altri.
Alla fine penso che questa regola vada contro il progresso del giocatore a causa della miopia delle società che magari non li danno in prestito o non li mettono in prima squadra.
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Re: I rugby giovanili
@ Squilibrio
Perdona la domanda, che intendi con "qualche piccoletto di troppo anche se grintoso" ?
In generale, qualcuno (senza scrivermi "guarda sui documenti federali") può scrivere i cambiamenti tecnici che vengono introdotti nelle varie età
(n. giocatori, dim campo, regole su placcaggi, mischie, rimesse, gioco al piede)?
Perché vorrei capire se la tradizione "mischiaiola" che avevamo è frutto di un percorso formativo o di una indole o preparazione dei tecnici.
Perdona la domanda, che intendi con "qualche piccoletto di troppo anche se grintoso" ?
In generale, qualcuno (senza scrivermi "guarda sui documenti federali") può scrivere i cambiamenti tecnici che vengono introdotti nelle varie età
(n. giocatori, dim campo, regole su placcaggi, mischie, rimesse, gioco al piede)?
Perché vorrei capire se la tradizione "mischiaiola" che avevamo è frutto di un percorso formativo o di una indole o preparazione dei tecnici.
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Re: I rugby giovanili
La seconda che hai detto, mi perdonerai se nn ho voglia di riscrivere la didattica federale...Luqa-bis ha scritto: ↑26 feb 2021, 6:57@ Squilibrio
Perdona la domanda, che intendi con "qualche piccoletto di troppo anche se grintoso" ?
In generale, qualcuno (senza scrivermi "guarda sui documenti federali") può scrivere i cambiamenti tecnici che vengono introdotti nelle varie età
(n. giocatori, dim campo, regole su placcaggi, mischie, rimesse, gioco al piede)?
Perché vorrei capire se la tradizione "mischiaiola" che avevamo è frutto di un percorso formativo o di una indole o preparazione dei tecnici.
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Re: I rugby giovanili
Si i fuori quota sono un numero limitato, 8 max per partita. Se hai tanti giocatori e tanta qualità cerca il modo di farli giocare tutti, cadette o franchige sono fatte apposta.Squilibrio ha scritto: ↑25 feb 2021, 20:38
Io ti posso riportare l'esperienza da genitore, gruppo numeroso di circa 35, squadra di livello e qualche piccoletto di troppo anche se grintoso.
Chiedo però perchè non lo ricordo, quelli del terzo anno sono fuoriquota che potrebbero giocare nei seniores ed esiste un numero massimo di fuoriquota da far giocare in 18? mettiamo che io ho 10 fuoriquota magari forti che ti possono far vincere il campionato under 18 me li tengo, se poi ho una buona prima squadra e questi non sono pronti per i motivi più vari oppure ho abbondanza ho tutto l'interesse a tenermeli in 18 come fuoriquota per non darli ad altri.
Alla fine penso che questa regola vada contro il progresso del giocatore a causa della miopia delle società che magari non li danno in prestito o non li mettono in prima squadra.
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Re: I rugby giovanili
per quello che vedo i ragazzi lasciano in età adolescenziale perchè dopo i 15 anni si sviluppa in loro una certa autonomia data dal fatto che alcuni hanno il motorino e sono liberi di andare dove vogliono, altri sentono il richiamo dell ormone e tra l allenamento e la ragazzina neanche si pongono il dubbio su cosa scegliere, altri ancora magari prendono qualche vizietto e così a rimanere sono quelli veramente motivati.
In questa fase un ruolo fondamentale dovrebbe ricoprirlo il club nel far sentire loro come giovani adulti e membri attivi della società. Coinvolgerli magari come animatori nelle categorie dei piccoli, altri inviarli a frequentare il corso arbitri ecc ecc...
Quanto al tag, per me in un età che va dai 6 agli 8 anni, meno costrizioni ci sono e meglio è, i bambini non doverebbero sentirsi oppressi dal placcaggio o vivere la situazione del contrasto come qualcosa che li limita, perchè poi sappiamo come va a finire, palla al più sviluppato e via...il tag da questo punto di vista riesce ad equlibrare tutte le differenze, poi per il placcaggio ci penseranno gli ormoni a fare il resto, fermo restando che per me è una dote che si ha nell indole. Ovviamente si deve lavorare, ma è quella cosa che o hai di natuta oppure no
In questa fase un ruolo fondamentale dovrebbe ricoprirlo il club nel far sentire loro come giovani adulti e membri attivi della società. Coinvolgerli magari come animatori nelle categorie dei piccoli, altri inviarli a frequentare il corso arbitri ecc ecc...
Quanto al tag, per me in un età che va dai 6 agli 8 anni, meno costrizioni ci sono e meglio è, i bambini non doverebbero sentirsi oppressi dal placcaggio o vivere la situazione del contrasto come qualcosa che li limita, perchè poi sappiamo come va a finire, palla al più sviluppato e via...il tag da questo punto di vista riesce ad equlibrare tutte le differenze, poi per il placcaggio ci penseranno gli ormoni a fare il resto, fermo restando che per me è una dote che si ha nell indole. Ovviamente si deve lavorare, ma è quella cosa che o hai di natuta oppure no
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Re: I rugby giovanili
Permettimi però, posto che il tag è sicuramente uno strumento utile, ma neanche la soluzione di tutti i mali. Quelli che hanno problemi con il contatto ( terra uomo) al 90 % c'è l'hanno anche con il pallone. A 6 8 anni le capacità di passaggio e soprattutto ricezione non è che siano al massimo. Al tag non diventa tanto diverso: palla al più sgamato e rapido ciao. Per me non serve essere talebani, ci sono vari strumenti a disposizione, sicuramente bisogna formare di più a riuscire a capire come e quando usarli
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Re: I rugby giovanili
ovviamente hai ragione, io mi riferisco al tag come strumento di approccio alla disciplina, poi è ovvio che se il gruppo si fidelizza ed inizia a lavorare con costanza, è giusto introdurre tutti gli aspetti peculiari del rugbyspeartakle ha scritto: ↑26 feb 2021, 7:52Permettimi però, posto che il tag è sicuramente uno strumento utile, ma neanche la soluzione di tutti i mali. Quelli che hanno problemi con il contatto ( terra uomo) al 90 % c'è l'hanno anche con il pallone. A 6 8 anni le capacità di passaggio e soprattutto ricezione non è che siano al massimo. Al tag non diventa tanto diverso: palla al più sgamato e rapido ciao. Per me non serve essere talebani, ci sono vari strumenti a disposizione, sicuramente bisogna formare di più a riuscire a capire come e quando usarli