Osservatorio italiani all'estero

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

Rispondi
italicbold
Messaggi: 929
Iscritto il: 15 dic 2008, 17:10

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da italicbold » 26 apr 2021, 13:56

Soidog ha scritto:
25 apr 2021, 18:23
SilverShadow ha scritto:
25 apr 2021, 15:51
https://www.midi-olympique.fr/2021/04/2 ... 503408.php
Articolo su Capuozzo, purtroppo non sono abbonato...

Sarebbe interessante sapere perché "par hasard" ha giocato nella nostra u20
"après avoir goûté presque par hasard, voilà deux ans, à la sélection U20 italienne."

In compenso si può leggere che sprizza italianità da tutti i pori, @jpr sarà contento :D
"C’est peu dire d’Ange Capuozzo qu’il fleure l’Italie par tous les pores"
Venne scoperto perché fece presente di essere eleggibile in occasione di una partita prestagionale disputata dalle Zebre a Grenoble un paio di anni fa. Da lì la sua chiamata nell'Under 20.
Lo racconta lui stesso nel seguito dell'articolo.
Subito dopo un'amichevole dei ragazzini del Grenoble contro la U20 italiana ha chiesto ai dirigenti italiani come fare per essere convocato e, racconta lui stesso, ha continuato a mantenere i contatti finché dopo una catena di infortuni che hanno colpito la nazionale i dirigenti si sono ricordati di questo ragazzino francese che continuava a tempestarli di messaggi. Sempre nell'articolo dice che per lui esiste solo la nazionale italiana, rispetto ai suoi cugini che sono tifosi dei galletti lui ha sempre tifato per gli azzurri e ricorda che nel 2006 era in strada a Grenoble per festeggiare la vittoria ai mondiali di calcio*.
Tra le altre cose ammette di essere piuttosto gracile sul piano fisico ma non intende "gonfiarsi" per prendere chili. Vuole vedere fin dove puo' arrivare nel rugby professionistico con i suoi 72 kg.

*In quei giorni per un italiano festeggiare per strada la vittoria ai mondiali significava rischiare l'incolumità (nota personale).

Ecco la pagine integrale.
:)

Immagine

MadRef
Messaggi: 878
Iscritto il: 15 nov 2015, 9:30

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da MadRef » 26 apr 2021, 14:05

jpr williams ha scritto:
26 apr 2021, 11:15
SilverShadow ha scritto:
25 apr 2021, 15:51
In compenso si può leggere che sprizza italianità da tutti i pori, @jpr sarà contento :D
"C’est peu dire d’Ange Capuozzo qu’il fleure l’Italie par tous les pores"
So che non è facile comprendere le mie opinioni che sono diversificate per quanto diverse sono le situazioni.
Su giocatori come Varney o Capuozzo sono arrivato ad avere un'opinione dubitante, ma non aprioristicamente contraria (come quella sull'inflazionatissimo tizio che comincia per O): questi ragazzi hanno militato nella nostra U20, il che significa che la loro formazione in parte si deve anche al sistema formativo italiano.
E come è noto a quelli che non provano a travisare le mie idee facendomi passare per razzista o xenofobo, il criterio della formazione pèr me è dirimente. Questi ragazzi sono borderline, essendosi formati un pò là e un pò qua, quindi se fanno una scelta definitiva che esclude per loro di tenere il piede in 3 o 4 scarpe, diciamo che non mi metto di traverso.
Per situazioni diverse ho opinioni diverse, non metto tutto sullo stesso piano.
Facciamo un gioco del se fosse. Saresti favorevole ad una regola del tipo "si può rappresentare solo la la nazionale maggiore del paese in cui si è giocato più a lungo nel periodo di età tra 10 e 20 anni" (con possibili emendamenti)? Chiedo perché penso che una formulazione più concreta di quelli che sono i tuoi principi, e che ormai conoscono in linea di massima tutti i frequentatori del forum, faciliterebbe la discussione. Altrimenti noto che con una certa frequenza vieni tirato in ballo e ti vengono sistematicamente spiattelati in faccia casi limite su cui, più che ammetter che sono effettivamente casi limite, non puoi fare. La discussione a quel punto muore lì per ricominciare daccapo uguale la volta dopo. Definirli concretamente questi limiti forse sarebbe d'aiuto anche te nello spiegare, difendere e razionalizzare il tuo modo di vedere.

SilverShadow
Messaggi: 5776
Iscritto il: 1 nov 2020, 10:41
Località: In quella parte della terra prava Italica, che siede intra Rialto e le fontane di Brenta e Piava

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da SilverShadow » 26 apr 2021, 14:09

jpr williams ha scritto:
26 apr 2021, 11:15
SilverShadow ha scritto:
25 apr 2021, 15:51
In compenso si può leggere che sprizza italianità da tutti i pori, @jpr sarà contento :D
"C’est peu dire d’Ange Capuozzo qu’il fleure l’Italie par tous les pores"
So che non è facile comprendere le mie opinioni che sono diversificate per quanto diverse sono le situazioni.
Su giocatori come Varney o Capuozzo sono arrivato ad avere un'opinione dubitante, ma non aprioristicamente contraria (come quella sull'inflazionatissimo tizio che comincia per O): questi ragazzi hanno militato nella nostra U20, il che significa che la loro formazione in parte si deve anche al sistema formativo italiano.
E come è noto a quelli che non provano a travisare le mie idee facendomi passare per razzista o xenofobo, il criterio della formazione pèr me è dirimente. Questi ragazzi sono borderline, essendosi formati un pò là e un pò qua, quindi se fanno una scelta definitiva che esclude per loro di tenere il piede in 3 o 4 scarpe, diciamo che non mi metto di traverso.
Per situazioni diverse ho opinioni diverse, non metto tutto sullo stesso piano.
Era una punzecchiatura benevola. Per quanto mi riguarda, pur non condividendola, la tua posizione di "XV della Federazione" ha una propria logica non accumunabile al razzismo.

Avatar utente
jpr williams
Messaggi: 35574
Iscritto il: 26 mar 2012, 11:58
Località: Gottolengo (BS)
Contatta:

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 26 apr 2021, 14:58

SilverShadow ha scritto:
26 apr 2021, 14:09
Era una punzecchiatura benevola. Per quanto mi riguarda, pur non condividendola, la tua posizione di "XV della Federazione" ha una propria logica non accumunabile al razzismo.
E te ne ringrazio. Del resto tu non fai parte dei "travisatori in mala fede".
In realtà io adoro essere preso un pò in giro e punzecchiato come fai tu. Mi diverte perchè mi stimola a risposte argute, anche se raramente migliori di quelle del punzecchiatore.
Altri preferiscono l'insulto o peggio ancora il travisamento.
E li confesso che mi slitta la frizione.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

Avatar utente
jpr williams
Messaggi: 35574
Iscritto il: 26 mar 2012, 11:58
Località: Gottolengo (BS)
Contatta:

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 26 apr 2021, 15:10

MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 14:05
Facciamo un gioco del se fosse. Saresti favorevole ad una regola del tipo "si può rappresentare solo la la nazionale maggiore del paese in cui si è giocato più a lungo nel periodo di età tra 10 e 20 anni" (con possibili emendamenti)? Chiedo perché penso che una formulazione più concreta di quelli che sono i tuoi principi, e che ormai conoscono in linea di massima tutti i frequentatori del forum, faciliterebbe la discussione.
E' una buona proxy. Ma se vuoi posso essere anch più lassista. Ci sono molti ragazzi la cui formazione è "mista" fra più sistemi. Non pretenderei nemmeno di "obbligarli" a scegliere quello in cui si sono formati di più. Possono anche scegliere l'altra. A patto che lo facciano con convinzione ed una volta optato per A piuttosto che B non si possa più cambiare.
Perchè rappresentare un paese non è come aprire il cassetto delle magliette e scegliere
MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 14:05
Altrimenti noto che con una certa frequenza vieni tirato in ballo e ti vengono sistematicamente spiattelati in faccia casi limite su cui, più che ammetter che sono effettivamente casi limite, non puoi fare.
Questo è il modo di argomentare in mala fede degli stessi che travisano quello che scrivo (e non solo sul tema dell'eleggibilità, ma anche su altri). Pare esserci gente che non riesce a sopportare che qualcuno sostenga idee diverse dalle proprie. E allora va bene travisare o cercare il caso estremo. Al limite si può sempre passare all'insulto.
I casi limite esistono: Varney è uno di questi. All'inizio ero totalmente contrario, ma diversamente dai dogmatici a senso unico io sollecitato dalle opinioni altrui esmino la situazione e ne traggo a volte lo stimolo a modificare la mia posizione. Varney è nato in Galles, si è formato là sia come persona che come rugbysta e per lui l'Italia è stata solo il paese delle vacanze. Però ha giocato con la nostra U20 e ha fatto una scelta definitiva che lo ha tagliato fuori dalla possibilità di vestire una maglia ben più prestigiosa e foriera di soddisfazioni. Questo per me ha un valore. Continuerò a preferirgli i ragazzi formati totalmente qui, ma non lo considero sullo stesso piano del furbetto di cui evito di ripetere il nome.
MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 14:05
La discussione a quel punto muore lì per ricominciare daccapo uguale la volta dopo. Definirli concretamente questi limiti forse sarebbe d'aiuto anche te nello spiegare, difendere e razionalizzare il tuo modo di vedere.
Una discussione dovrebbe servire a confrontare tesi. Ed andrebbe affrontata con la disponibilità a cambiare idea.
Per altri invece è una prova muscolare che ha lo scopo di segnare punti, fortificare l'ego e mortificare il prossimo.
Per costoro ogni strumento è utilizzabile.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

MadRef
Messaggi: 878
Iscritto il: 15 nov 2015, 9:30

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da MadRef » 26 apr 2021, 15:41

jpr williams ha scritto:
26 apr 2021, 15:10
MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 14:05
Facciamo un gioco del se fosse. Saresti favorevole ad una regola del tipo "si può rappresentare solo la la nazionale maggiore del paese in cui si è giocato più a lungo nel periodo di età tra 10 e 20 anni" (con possibili emendamenti)? Chiedo perché penso che una formulazione più concreta di quelli che sono i tuoi principi, e che ormai conoscono in linea di massima tutti i frequentatori del forum, faciliterebbe la discussione.
E' una buona proxy. Ma se vuoi posso essere anch più lassista. Ci sono molti ragazzi la cui formazione è "mista" fra più sistemi. Non pretenderei nemmeno di "obbligarli" a scegliere quello in cui si sono formati di più. Possono anche scegliere l'altra. A patto che lo facciano con convinzione ed una volta optato per A piuttosto che B non si possa più cambiare.
Perchè rappresentare un paese non è come aprire il cassetto delle magliette e scegliere
Mi sembra un buon punto di partenza. Si potrebbe allora fare una cosa tipo: "si può rappresentare a scelta una nazionale se vi si è giocato per almeno 3 anni (anche non continuativi?) nel periodo di età tra 10 e 20 anni." Si potrebbe forse emendare con un po' di bonus per gli anni successivi ai 20, ad esempio contandoli a metà. Sulla scelta definitiva, è sostanzialmente già così, no? O vorresti che già l'U20 bloccasse? Non sarei di principio contrario però forse sarebbe chiedere un po' troppo ai ragazzi quando c'è sostanzialmente la loro carriera in ballo.
jpr williams ha scritto:
26 apr 2021, 15:10
MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 14:05
Altrimenti noto che con una certa frequenza vieni tirato in ballo e ti vengono sistematicamente spiattelati in faccia casi limite su cui, più che ammetter che sono effettivamente casi limite, non puoi fare.
Questo è il modo di argomentare in mala fede degli stessi che travisano quello che scrivo (e non solo sul tema dell'eleggibilità, ma anche su altri). Pare esserci gente che non riesce a sopportare che qualcuno sostenga idee diverse dalle proprie. E allora va bene travisare o cercare il caso estremo. Al limite si può sempre passare all'insulto.
I casi limite esistono: Varney è uno di questi. All'inizio ero totalmente contrario, ma diversamente dai dogmatici a senso unico io sollecitato dalle opinioni altrui esmino la situazione e ne traggo a volte lo stimolo a modificare la mia posizione. Varney è nato in Galles, si è formato là sia come persona che come rugbysta e per lui l'Italia è stata solo il paese delle vacanze. Però ha giocato con la nostra U20 e ha fatto una scelta definitiva che lo ha tagliato fuori dalla possibilità di vestire una maglia ben più prestigiosa e foriera di soddisfazioni. Questo per me ha un valore. Continuerò a preferirgli i ragazzi formati totalmente qui, ma non lo considero sullo stesso piano del furbetto di cui evito di ripetere il nome.
Ci tengo a far notare che è un esercizio di ambiguità intellettuale in cui personalmente non ho mai indugiato. Mi limito a constatare che l'assenza di dettagli più concreti in merito alla tua posizione espone il fianco a questo tipo di critiche, più o meno disoneste, che aumentano il rumore ma non aggiungono niente. Io non le farei ma non posso impedire ad altri di farle. Nè posso non notare che sono sintomo di un'impossibilità di sviluppare ulteriormente la discussione con le condizioni date.
jpr williams ha scritto:
26 apr 2021, 15:10
MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 14:05
La discussione a quel punto muore lì per ricominciare daccapo uguale la volta dopo. Definirli concretamente questi limiti forse sarebbe d'aiuto anche te nello spiegare, difendere e razionalizzare il tuo modo di vedere.
Una discussione dovrebbe servire a confrontare tesi. Ed andrebbe affrontata con la disponibilità a cambiare idea.
Per altri invece è una prova muscolare che ha lo scopo di segnare punti, fortificare l'ego e mortificare il prossimo.
Per costoro ogni strumento è utilizzabile.
Il problema è che al momento la discussione langue su questo sì, quello no, quest'altro no, ma ad una più attenta analisi sì. Proprio la tua stessa ammissione di aver cambiato idea su questo o quell'altro, ti fa di certo onore, ma denota che il principio a cui ti ispiri sono è po' vago e necessiterebbe di essere affinato. Senza un criterio un po' più specifico è difficile confrontarsi perché si finisce inesorabilmente ai casi grigi. La domanda centrale secondo me è: se World Rugby ti desse carta bianca per riscrivere le regole di eleggibilità che paletti metteresti? Penso che siamo tutti d'accordo che "l'attaccamento alla maglia" è un criterio che, benché condivisibile, è difficilmente imponibile a livello giurico. Per questo motivo ho fatto le proposte di cui sopra: credo che una risposta esaustiva a questa domanda renderebbe chiara la tua posizione a tutti (forse la renderebbe ancora più chiara anche a te stesso) e magari ci risparmieremmo alcune discussioni sterili.

supermax
Messaggi: 3417
Iscritto il: 8 mar 2003, 0:00
Località: roma

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da supermax » 26 apr 2021, 15:49

Direi che, al di là di quello che permettono le regole, un compromesso "etico" (bum, che parolone!) sarebbe la soluzione migliore per questa faccenda. Io escluderei da subito chi non solo non parla ma non si sforza nemmeno di parlare italiano. Fosse anche Polledri (è un esempio, non so come sta messo a italiano). Senza scomodare retoriche nazionaliste fuori luogo, la partita inizia con l'inno e se non lo sai cantare o lo impari a memoria senza saperne il significato tu non rappresenti né quel movimento rugbystico di cui hai la maglia né quel Paese per cui giochi.
Se anche fosse superato questo caveat, non mi entusiasmano le equiparazioni di gente che magari conosce anche la lingua ma che rappresentano solo una scorciatoia per affrontare un problema e nemmeno lo risolvono, visti i risultati che abbiamo avuto. Poi, caso per caso, si valuta l'esser stati "scelti" anche se potevi fare diversamente con buone prospettive di eccellere anche con altre maglie (Varney) e tutte le altre infinite varietà di casi. In ogni caso, anche se è forte, simpatico, ci mette grinta ed impegno, è sempre uno dei migliori ecc. ecc., mi dispiace ma io non avrei equiparato ad esempio Ioane. O Steyn. O chi volete voi nella stessa situazione. A partire da Odogwu. Ma Capuozzo sì, per esempio, anche se non lo abbiamo formato noi.
Poi, tutto è discutibile, ma il principio è che bisogna mettere dei paletti al di là dei regolamenti. Altrimenti non solo rimarremo i più deboli del 6N (tanto gli equiparati non ci hanno tolo da questa posizione) ma anche la squadra con meno "anima" ovvero meno disposta al placcaggio ed alla grinta che è quello che siamo adesso. Secondo me anche per mancanza di senso di appartenenza.

Avatar utente
jpr williams
Messaggi: 35574
Iscritto il: 26 mar 2012, 11:58
Località: Gottolengo (BS)
Contatta:

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 26 apr 2021, 16:11

MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 15:41
Mi sembra un buon punto di partenza. Si potrebbe allora fare una cosa tipo: "si può rappresentare a scelta una nazionale se vi si è giocato per almeno 3 anni (anche non continuativi?) nel periodo di età tra 10 e 20 anni." Si potrebbe forse emendare con un po' di bonus per gli anni successivi ai 20, ad esempio contandoli a metà. Sulla scelta definitiva, è sostanzialmente già così, no? O vorresti che già l'U20 bloccasse? Non sarei di principio contrario però forse sarebbe chiedere un po' troppo ai ragazzi quando c'è sostanzialmente la loro carriera in ballo.
Ci tengo a far notare che è un esercizio di ambiguità intellettuale in cui personalmente non ho mai indugiato. Mi limito a constatare che l'assenza di dettagli più concreti in merito alla tua posizione espone il fianco a questo tipo di critiche, più o meno disoneste, che aumentano il rumore ma non aggiungono niente. Io non le farei ma non posso impedire ad altri di farle. Nè posso non notare che sono sintomo di un'impossibilità di sviluppare ulteriormente la discussione con le condizioni date.
Vedi. il fatto è che la realtà nelle sue multiformi manifestazione è difficile da ingabbiare in regole stringenti.
Io mi accontenterei di mettere come criterio base la formazione e se ti sei formato in sistemi diversi puoi optare per uno qualunque. Ma la scelta deve essere subito definitiva. La carriera è una considerazione che fasi scegliendo un clòub, ma scegliere una nazionale non può essere una questione di carriera. Se ti senti guatemalteco e ti sei formato anche in minima parte in Guatemala scegli di difendere i colori di quel paese che senti tuo. Tutto il resto per me non va premiato. Io sarei perchè qualunque scelta di una maglia bloccasse, fosse anche la U18.Difendere i colori di un paese non deve essere una scelta professionale, ma un'adesione morale innanzitutto.
MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 15:41
Il problema è che al momento la discussione langue su questo sì, quello no, quest'altro no, ma ad una più attenta analisi sì. Proprio la tua stessa ammissione di aver cambiato idea su questo o quell'altro, ti fa di certo onore, ma denota che il principio a cui ti ispiri sono è po' vago e necessiterebbe di essere affinato.
Siamo esseri umani imperfetti che, ciechi, cercano la veirtà brancolando carponi nel buio di una notte di novilunio e senza stelle. Si può avere una posizione di principio e poi mitigarla in presenza di elementi validi. Diffido di chi valuta secondo comodo senza avere alcun principio di discrimine che non sia il tornaconto
MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 15:41
Senza un criterio un po' più specifico è difficile confrontarsi perché si finisce inesorabilmente ai casi grigi. La domanda centrale secondo me è: se World Rugby ti desse carta bianca per riscrivere le regole di eleggibilità che paletti metteresti?
Mi sopravvaluti.
Posso solo proporre dei principi guida, che sostanzierei così.
-puoi rappresentare solo un paese che abbia contribuito in tutto o in parte alla tua formazione rugbystica: mr. furbacchione sarebbe fuori, Capuozzo dentro
-se hai vestito a qualunque età i colori di una nazione non puoi rappresentarne altre
-se accetti la convocazione di una nazionale anche senza scendere in campo la scelta è definitiva
MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 15:41
magari ci risparmieremmo alcune discussioni sterili.
La sai quella del generale De Gaulle, quella del tizio a cui rispose "vaste programme".
Ecco, una roba così.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

giodeb
Messaggi: 323
Iscritto il: 6 lug 2020, 13:20

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da giodeb » 26 apr 2021, 16:11

supermax ha scritto:
26 apr 2021, 15:49

Poi, tutto è discutibile, ma il principio è che bisogna mettere dei paletti al di là dei regolamenti. Altrimenti non solo rimarremo i più deboli del 6N (tanto gli equiparati non ci hanno tolo da questa posizione) ma anche la squadra con meno "anima" ovvero meno disposta al placcaggio ed alla grinta che è quello che siamo adesso. Secondo me anche per mancanza di senso di appartenenza.
Anche io vorrei che WR abolisse la regola sugli equiparati ma dire che gente come Geldenhuys, Steyn, Meyer o Ioane non sputino, o abbiano sputato, l’anima in campo per l’Italia è offensivo. All’ultimo 6 nazioni Ioane e Meyer mi sono sembrati dare l’anima più di molti altri nati e cresciuti in Italia…

supermax
Messaggi: 3417
Iscritto il: 8 mar 2003, 0:00
Località: roma

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da supermax » 26 apr 2021, 16:36

Avevo appena detto sopra che Ioane ci mette grinta ed impegno. Non intendevo dire che gli equiparati giochino con sufficienza. Ma che ci siamo ridotti ad essere una squadra che, una volta in svantaggio, "sbraga" molto più della media delle altre prendendo caterve di punti. Gli scozzesi, quando erano grosso modo pari a noi, raramente lo facevano. Forse, e dico forse, anche il fatto di non mandarsi a quel paese in vernacolo incide....

MadRef
Messaggi: 878
Iscritto il: 15 nov 2015, 9:30

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da MadRef » 26 apr 2021, 17:00

jpr williams ha scritto:
26 apr 2021, 16:11
Vedi. il fatto è che la realtà nelle sue multiformi manifestazione è difficile da ingabbiare in regole stringenti.
Io mi accontenterei di mettere come criterio base la formazione e se ti sei formato in sistemi diversi puoi optare per uno qualunque. Ma la scelta deve essere subito definitiva. La carriera è una considerazione che fasi scegliendo un clòub, ma scegliere una nazionale non può essere una questione di carriera. Se ti senti guatemalteco e ti sei formato anche in minima parte in Guatemala scegli di difendere i colori di quel paese che senti tuo. Tutto il resto per me non va premiato. Io sarei perchè qualunque scelta di una maglia bloccasse, fosse anche la U18.Difendere i colori di un paese non deve essere una scelta professionale, ma un'adesione morale innanzitutto.
Sulla scelta definitiva devo obbiettare. Io ho due nazionalità una delle quali acquisita in età adulta. Ciononostante in un'ipotetico scenario (immaginario in realtà visto che ho 44 anni e sono pure una pippa tant'è il mio ruolo è l'unico in cui non si tocca mai palla e non si fa mai un placcaggio) in cui potessi scegliere se giocare nell'una o nell'altra nazionale (a parte il no brainer del fatto che una gioca il 6 nazioni e l'altra l'ERC trophy) sarei onestamente in difficoltà. Figurarsi quanto può essere impreparato ad una scelta del genere un 17enne la cui attuale e futura collocazione geografica non è neanche pienamente nel suo controllo. Capisco il principio ma penso che "bloccare" prima dell'U20 sia veramente eccessivo: avrebbe per esempio precluso la nazionale ad uno come Allan di cui, tutto si può dire, ma di certo non che non si senta italiano al 100% e non abbia fatto una scelta di cuore.
jpr williams ha scritto:
26 apr 2021, 16:11
Mi sopravvaluti.
Posso solo proporre dei principi guida, che sostanzierei così.
-puoi rappresentare solo un paese che abbia contribuito in tutto o in parte alla tua formazione rugbystica: mr. furbacchione sarebbe fuori, Capuozzo dentro
-se hai vestito a qualunque età i colori di una nazione non puoi rappresentarne altre
-se accetti la convocazione di una nazionale anche senza scendere in campo la scelta è definitiva
Vedi sopra.
jpr williams ha scritto:
26 apr 2021, 16:11
La sai quella del generale De Gaulle, quella del tizio a cui rispose "vaste programme".
Ecco, una roba così.
Non la sapevo, ma google mi ha permesso di colmare la lacuna e di farmi una risata.

Avatar utente
jpr williams
Messaggi: 35574
Iscritto il: 26 mar 2012, 11:58
Località: Gottolengo (BS)
Contatta:

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 26 apr 2021, 17:05

giodeb ha scritto:
26 apr 2021, 16:11
supermax ha scritto:
26 apr 2021, 15:49

Poi, tutto è discutibile, ma il principio è che bisogna mettere dei paletti al di là dei regolamenti. Altrimenti non solo rimarremo i più deboli del 6N (tanto gli equiparati non ci hanno tolo da questa posizione) ma anche la squadra con meno "anima" ovvero meno disposta al placcaggio ed alla grinta che è quello che siamo adesso. Secondo me anche per mancanza di senso di appartenenza.
Anche io vorrei che WR abolisse la regola sugli equiparati ma dire che gente come Geldenhuys, Steyn, Meyer o Ioane non sputino, o abbiano sputato, l’anima in campo per l’Italia è offensivo. All’ultimo 6 nazioni Ioane e Meyer mi sono sembrati dare l’anima più di molti altri nati e cresciuti in Italia…
Si, però, scusatemi, poichè la questione è quella delle regole, eviterei di dire ogni volta "eh ma se si fa così Parisse o Cuttitta o Varney o Polledri o Drtezcwxskj o Mr. Bean non avrebbero potuto giocare in nazionale".
Mi sembra fuorviante.
Si fissano delle regole, ovviamente valide da quel momento in poi e si mette un discrimine fra chi è dentro e chi è fuori.
Qualuqnue criterio pone un discrimine. Qualunque.
E non possiamo scegliere di volta in volta quello che ci fa comodo.
Con le regole non si fa così.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

Avatar utente
jpr williams
Messaggi: 35574
Iscritto il: 26 mar 2012, 11:58
Località: Gottolengo (BS)
Contatta:

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 26 apr 2021, 17:10

MadRef ha scritto:
26 apr 2021, 17:00
Sulla scelta definitiva devo obbiettare. Io ho due nazionalità una delle quali acquisita in età adulta. Ciononostante in un'ipotetico scenario (immaginario in realtà visto che ho 44 anni e sono pure una pippa tant'è il mio ruolo è l'unico in cui non si tocca mai palla e non si fa mai un placcaggio) in cui potessi scegliere se giocare nell'una o nell'altra nazionale (a parte il no brainer del fatto che una gioca il 6 nazioni e l'altra l'ERC trophy) sarei onestamente in difficoltà. Figurarsi quanto può essere impreparato ad una scelta del genere un 17enne la cui attuale e futura collocazione geografica non è neanche pienamente nel suo controllo. Capisco il principio ma penso che "bloccare" prima dell'U20 sia veramente eccessivo: avrebbe per esempio precluso la nazionale ad uno come Allan di cui, tutto si può dire, ma di certo non che non si senta italiano al 100% e non abbia fatto una scelta di cuore.
Si, però, come appena detto, non è che si possano fissare delle regole tenendo conto di tutti i casi più disparati e strambi come (concedimelo) il tuo. Rappresentare una nazione non è una scelta professionale: lo ripeto. Più sopra ponevi l'interrogativo circa il condensare in una regola l'attaccamento alla maglia o l'amor di patria: ecco, questo mi sembra una buona proxy. Forse l'unica.

Ma qual è il ruolo in cui non si tocca mai palla e non si fa mai un placcaggio, waterboy a parte? :shock:
Io ad esempio giocavo MM, placcavo poco e niente, ma la palla la toccavo un sacco.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

MadRef
Messaggi: 878
Iscritto il: 15 nov 2015, 9:30

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da MadRef » 26 apr 2021, 18:42

jpr williams ha scritto:
26 apr 2021, 17:10
Si, però, come appena detto, non è che si possano fissare delle regole tenendo conto di tutti i casi più disparati e strambi come (concedimelo) il tuo. Rappresentare una nazione non è una scelta professionale: lo ripeto. Più sopra ponevi l'interrogativo circa il condensare in una regola l'attaccamento alla maglia o l'amor di patria: ecco, questo mi sembra una buona proxy. Forse l'unica.
A parte il mio caso che ha solo una rilevanza in termini di combattimento emotivo interno, il rugby è pieno di ragazzi con genitori di due nazioni diverse che vivono per alcuni anni nel paese di uno per poi trasferirsi nell'altro. Ci sono anche nazionali che non convocano chi gioca all'estero che è un'ulteriore limitazione. Un promettente tallonatore diciassettenne figlio di un'irlandese ed un'italiana nato e cresciuto in Irlanda fino a 12 anni e poi trasferitosi in Italia se accetta una convocazione dall'U18 italiana col tuo meccanismo sarebbe bloccato e se a 19 anni tornasse in Irlanda si sposasse e mettesse su famiglia lì non potrebbe a 23 anni, in piena maturià rugbistica, accettare una convocazione dai trifogli, quella che risulterebbe essere a tutti gli effeti la sua vera nazionale, per una scelta fatta, se pure col cuore, ma 6 anni prima (un'eternità a quell'età) ed essendo ancora estremamente immaturo. Non mi sembra un caso particolarmente al limite. Prima dei vent'anni è semplicemente troppo presto per fare una scelta così definitiva.
jpr williams ha scritto:
26 apr 2021, 17:10
Ma qual è il ruolo in cui non si tocca mai palla e non si fa mai un placcaggio, waterboy a parte? :shock:
Io ad esempio giocavo MM, placcavo poco e niente, ma la palla la toccavo un sacco.
Potrei risponderti direttamente, ma preferisco insegnare ad uomo a pescare piuttosto che dargli un pesce. C'è un indizio nascosto nel mio nickname. :-]

GrazieMunari
Messaggi: 2829
Iscritto il: 29 nov 2018, 8:24

Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da GrazieMunari » 26 apr 2021, 23:22

italicbold ha scritto:
26 apr 2021, 13:56
Soidog ha scritto:
25 apr 2021, 18:23
SilverShadow ha scritto:
25 apr 2021, 15:51
https://www.midi-olympique.fr/2021/04/2 ... 503408.php
Articolo su Capuozzo, purtroppo non sono abbonato...

Sarebbe interessante sapere perché "par hasard" ha giocato nella nostra u20
"après avoir goûté presque par hasard, voilà deux ans, à la sélection U20 italienne."

In compenso si può leggere che sprizza italianità da tutti i pori, @jpr sarà contento :D
"C’est peu dire d’Ange Capuozzo qu’il fleure l’Italie par tous les pores"
Venne scoperto perché fece presente di essere eleggibile in occasione di una partita prestagionale disputata dalle Zebre a Grenoble un paio di anni fa. Da lì la sua chiamata nell'Under 20.
Lo racconta lui stesso nel seguito dell'articolo.
Subito dopo un'amichevole dei ragazzini del Grenoble contro la U20 italiana ha chiesto ai dirigenti italiani come fare per essere convocato e, racconta lui stesso, ha continuato a mantenere i contatti finché dopo una catena di infortuni che hanno colpito la nazionale i dirigenti si sono ricordati di questo ragazzino francese che continuava a tempestarli di messaggi. Sempre nell'articolo dice che per lui esiste solo la nazionale italiana, rispetto ai suoi cugini che sono tifosi dei galletti lui ha sempre tifato per gli azzurri e ricorda che nel 2006 era in strada a Grenoble per festeggiare la vittoria ai mondiali di calcio*.
Tra le altre cose ammette di essere piuttosto gracile sul piano fisico ma non intende "gonfiarsi" per prendere chili. Vuole vedere fin dove puo' arrivare nel rugby professionistico con i suoi 72 kg.

*In quei giorni per un italiano festeggiare per strada la vittoria ai mondiali significava rischiare l'incolumità (nota personale).

Ecco la pagine integrale.
:)

Immagine
Il grassetto la dice ancora una volta lunga sul lavoro della FIR :roll:

Rispondi