MadRef ha scritto: ↑26 apr 2021, 15:41
Mi sembra un buon punto di partenza. Si potrebbe allora fare una cosa tipo: "si può rappresentare a scelta una nazionale se vi si è giocato per almeno 3 anni (anche non continuativi?) nel periodo di età tra 10 e 20 anni." Si potrebbe forse emendare con un po' di bonus per gli anni successivi ai 20, ad esempio contandoli a metà. Sulla scelta definitiva, è sostanzialmente già così, no? O vorresti che già l'U20 bloccasse? Non sarei di principio contrario però forse sarebbe chiedere un po' troppo ai ragazzi quando c'è sostanzialmente la loro carriera in ballo.
Ci tengo a far notare che è un esercizio di ambiguità intellettuale in cui personalmente non ho mai indugiato. Mi limito a constatare che l'assenza di dettagli più concreti in merito alla tua posizione espone il fianco a questo tipo di critiche, più o meno disoneste, che aumentano il rumore ma non aggiungono niente. Io non le farei ma non posso impedire ad altri di farle. Nè posso non notare che sono sintomo di un'impossibilità di sviluppare ulteriormente la discussione con le condizioni date.
Vedi. il fatto è che la realtà nelle sue multiformi manifestazione è difficile da ingabbiare in regole stringenti.
Io mi accontenterei di mettere come criterio base la formazione e se ti sei formato in sistemi diversi puoi optare per uno qualunque. Ma la scelta deve essere subito definitiva. La carriera è una considerazione che fasi scegliendo un clòub, ma scegliere una nazionale non può essere una questione di carriera. Se ti senti guatemalteco e ti sei formato anche in minima parte in Guatemala scegli di difendere i colori di quel paese che senti tuo. Tutto il resto per me non va premiato. Io sarei perchè qualunque scelta di una maglia bloccasse, fosse anche la U18.Difendere i colori di un paese non deve essere una scelta professionale, ma un'adesione morale innanzitutto.
MadRef ha scritto: ↑26 apr 2021, 15:41
Il problema è che al momento la discussione langue su questo sì, quello no, quest'altro no, ma ad una più attenta analisi sì. Proprio la tua stessa ammissione di aver cambiato idea su questo o quell'altro, ti fa di certo onore, ma denota che il principio a cui ti ispiri sono è po' vago e necessiterebbe di essere affinato.
Siamo esseri umani imperfetti che, ciechi, cercano la veirtà brancolando carponi nel buio di una notte di novilunio e senza stelle. Si può avere una posizione di principio e poi mitigarla in presenza di elementi validi. Diffido di chi valuta secondo comodo senza avere alcun principio di discrimine che non sia il tornaconto
MadRef ha scritto: ↑26 apr 2021, 15:41
Senza un criterio un po' più specifico è difficile confrontarsi perché si finisce inesorabilmente ai casi grigi. La domanda centrale secondo me è: se World Rugby ti desse carta bianca per riscrivere le regole di eleggibilità che paletti metteresti?
Mi sopravvaluti.
Posso solo proporre dei principi guida, che sostanzierei così.
-puoi rappresentare solo un paese che abbia contribuito in tutto o in parte alla tua formazione rugbystica: mr. furbacchione sarebbe fuori, Capuozzo dentro
-se hai vestito a qualunque età i colori di una nazione non puoi rappresentarne altre
-se accetti la convocazione di una nazionale anche senza scendere in campo la scelta è definitiva
MadRef ha scritto: ↑26 apr 2021, 15:41
magari ci risparmieremmo alcune discussioni sterili.
La sai quella del generale De Gaulle, quella del tizio a cui rispose "vaste programme".
Ecco, una roba così.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)