Laporte ha scritto:DVD ha scritto:pandorino ha scritto:Come sempre si e' bravissimi ad indicare la strada agli altri, in quanto a percorrerla poi e' tutta un altra cosa , ho letto tutti gli interventi dell amico Laporte e devo dire che sono rimasto stupito, il suo progetto di sviluppo per un futuro "Grande Rugby" passa attraverso il virtuale azzeramento del "Piccolo Rugby" attuale, societa' che lavorano da anni e che hanno costruito con sacrificio ed abenegazione la loro storia davrebbero, "Colpevoli" come sono di avere esiguo seguito o esiguo bacino di utenza , dicevo dovrebbero rinunciare a se stesse per far posto a entita' senza storia o tradizione, con organizzazione strutture e quant' altro tutte da costruire, entita' che dovrebbero , assorbire, importare, o semplicemente costruiere il nuovo rugby Italiano , le entita' verrebbero distribuite secondo criteri geografici in modo da coprire le zone potenzialmente piu' redditizie senza tener conto di criteri sportivi , cosi' visto che L Aquila e piccola e Firenze e' bella ci si sposta li e il problema Abruzzo Toscana Umbria e' risolto , in Veneto basta un Verona , un paio di Milanesi x avere un bel derby , a Parma si mastica Rugby ? si xo e' meglio Bologna piu' giornalisti piu' intellettuali articoli piu' interssanti sui giornali.... e cosi via , a sto punto mi viene un dubbio ma Laporte e' mai entrato in una ClubHouse ha mai fatto un po' vita di societa' , societa che anche nelle realta maggiori sono realta alla mano dove ti capita di sederti a ber qualcosa con un ragazzo che magari e appena tornato dal giocarsi un 6 nazioni e che traquillamente se ne sta li a chiacchierare senza fanatismi a bodygard in giro.
beh, io non sarei cosi' "Black and White", magari tu hai ragione, pero' la nostra struttura rugbystica cosi' com'e' non va bene. Secondo me Laporte pone un problema interessante.
Io non dico che le squadre locali devono scomparire, pero' dovrebbe esistere una struttura a "Piramide" dove poi i migliori giocatori di club possano confluire in squadre "professionistiche vere e proprie".
Guardo qui in Australia, uno dei club piu' antichi la 'Sydney university" esiste ancora ed ogni anno sforna talenti che poi vanno nelle franghigie S14, naturalmente quando il s14 finisce, loro ritornano a giocare ed allenarsi con il club, ma sai in che modo alzano il livello di gioco di quel club?!...e che bene fanno ai piu' giovani?!
allora, perche' in italia non possiamo creare il nostro campionato professionistico, ma nel vero senso della parola1?
Faccio un esempio, realta' come CV, PD, VI TV e cosi' via le lascerei cosi' come sono, sia per tradizione storica che per consistenza di vivai, ma per il resto, ad esempio, due squadre professionistiche a RM e PR mi sembrano eccessive. Ora, se tV CV e VIa hanno gia' due squadre, una in S10 e una in serie A/B, mi chiedo perche' non creare una sorta di S12/14 (senza retrocessione alcuna, ma sempre con le stesse squadre), che faccia da punta ad un campionato di serie A1 e A2 B e cosi' via....dove i giocatori siano pero' di proprieta' dei club, e possano in ogni momento giocare con il club di appartenenza nel campionato inferiore
non ritengo che questo possa essere la panacea di tutti i mali, ma dobbiamo renderci conto che le risorse (economiche ed umane) sono limitate e quindi in alcune realta' uniti si resiste ma divisi, prima o poi si cadra'.
cmq scusate se non sono troppo chiaro, ma sono in ufficio....

e digito con una sola mano visto che l'altra e' piena di punti di sutura...
Cheers for now!
Finalmente uno che evita di rispondre con insulti e battute sceme che non meritano più risposta.
HAI COLTO NEL SEGNO: le piccole realtà non devono sparire: ma collaborare: i club NZ contnuano esistere malgrado l'NPC e il super 14. I club australiani riforniscono Waharatash, Brumbies ecc. ecc. com i club irlandesi le 4 provincie.
Purtoppo in italia non si attraversa un ponte per motivi di campalnilismo. Figruiamoci fare una franchigia insieme (ma PD e RO qualche anno fa non volevano fare le coppe europee insieme ?)
Qualcuno parla di fusione di club come unica soluzione. Io crdo che serva forse altro. Guardiamo Scozia e Galles e Irlanda. Loro la struttura a Franchigie nasce "a prescindere della CL"
Fermi tutti!
Laporte (che potrebbe essere meno teso quando risponde, rispettando le opinioni degli altri...

) torna su quello che penso sia il suo errore proponendo franchigie sparpagliate qua e là nel territorio.
E' sbagliato. O meglio, potrebbe essere, ma prima bisogna creare la base in quelle zone dove il Rugby è poco diffuso.
Sono fermamente convinto che Parma prima o poi non si possa permettere due squadre in Super 10 e d'altronde già oggi si vede un Gran non così disposto a proseguire a spendere fior di quattrini per tentare di arrivare quarto o quinto.
E' anche vero che c'è sempre un Colorno che tenta tutti gli anni di passare nel Super 10 e un Noceto che potrebbe pensarci già l'anno prossimo. E, estendendo il mio ragionamento al "Ducato", aggiungo le due squadre Piacentine, che, chi lo sa, potrebbero consorziarsi per tentare il salto in super 10...
Ma non tutto è negativo: l'antagonismo tra i club è anche la carota che alimenta il lavoro di tanti volontari. Volontari indispensabili per il Rugby.
Ecco allora che Parma (e provincia)ha ben 2 Under 19 nel girone eccellenza, ed altre 2 nel girone Nazionale inferiore. E le altre 8 Under 19 del girone eccellenza sono, guarda un po', Treviso, Padova, Roma, Viadana, Calvisano...
Franchigie, dicevamo. E come le fai? Gestite dalla FIR?? Gestite privatamente, come in America?
Attenzione, un tentativo che assomiglia a questo è stato fatto a Milano, quando Berlusconi ha creato lo squadrone con i vari campioni dell'epoca...poi quando si è stufato il giocattolino si è rotto.
Sì, perchè le franchigie devono sostenersi da sole, con introiti dati da pubblico, merchandising e, quindi, sponsor. Tutto gira intorno al pubblico, ai tifosi...che trovi dove? In Veneto, Emilia, Toscana , Lazio ecc. ecc.
Inutile quindi portare una franchigia dove del rugby non gliene frega a nessuno, sarebbe come vendere ghiaccioli al polo nord.
Per aumentare la diffusione del Rugby incentiviamo i piccoli club ad aumentare la base di giocatori, dal minirugby in poi. Incentiviamo tutte quelle forme di associazione o di consorzio tra club - ho letto da qualche parte che, proprio a Parma (...) mi pare il Noceto o il Colorno abbiano fatto una sorta di consorzio per le giovanili con altri club più piccoli.
Questo è interessante...una base per selezionare man mano i giovani più forti, tenendoli a giocare nella mini franchigia giovanile, senza disperderli in quelle ridicole Accademie dei Club, che alimentano solo le zone in cui il rugby è già diffuso.
Partiamo dal basso, dai giovani, dalle squadre di serie C e diffondiamo da qui il rugby nelle zone rugbisticamente "depresse". Ed insieme, premiamo le squadre che aumentano il loro pubblico, insegniamo a fare del marketing, a creare manifestazioni collaterali - l'italianissimo Guazzini con lo Stade Francaise insegna... -.
Poi, solo poi, parliamo di franchigie...
Quel mattino il sole era alto e i sette nani invidiosissimi come al solito; e non solo del sole, ma anche dei venti perché erano più di loro.