Re: Presidenza Federale Duodo
Inviato: 30 nov 2024, 11:31
Viene in mente quando Fantozzi, Calboni e Filini sono accolti a Vipiteno con le parole "benfenuti ta Italia!"
Tra l'altro mi sembra che in un articolo in home page nello stesso sito di news ci sia proprio la stazione nella quale arriva la comitiva di Fantozzi, o almeno la ricorda molto: https://media.unsertirol24.com/uploads/ ... 50x303.jpg
Colpisce in particolare il passaggio dove si dice Andrea Duodo, Presidente della FIR, si è detto entusiasta della nuova partnership e ha definito Alperia una “azienda italiana”, con 'azienda italiana' tra virgolette; come a dire, ma guarda che bestialità ci tocca sentire!
Alperia: L'azienda energetica altoatesina tradisce la propria patria per ambizioni nazionali?
Alperia, la più grande azienda energetica dell'Alto Adige, ha conosciuto negli ultimi anni un notevole sviluppo. Ma mentre la presenza a livello nazionale cresce, molti in Alto Adige si sentono alienati dalla loro azienda di punta, un tempo così autoctona. Con gli impegni di sponsorizzazione della Juventus Torino e ora anche della Nazionale italiana di rugby, sorge spontanea la domanda: Alperia guarda troppo all'Italia e dimentica le sue radici?
Un’azienda energetica con sede nel cuore dell’Alto Adige
Nata nel 2016 dalla fusione di Etschaffenke e SEL AG, Alperia ha le sue origini in Alto Adige. La maggioranza è di proprietà di enti pubblici: la Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige detiene il 46,38%, i Comuni di Bolzano e Merano ciascuno il 21% e l'11,62% va alla SELFIN GmbH, che rappresenta numerosi altri comuni altoatesini. Alperia non è quindi solo una potenza economica, ma anche un simbolo della forza e dell'indipendenza del Paese.
Con un volume annuo di sponsorizzazioni pari a circa 1,5 milioni di euro, Alperia è da sempre impegnata a sostenere progetti locali. Club sportivi, eventi culturali e iniziative ambientali beneficiano del sostegno dell'azienda. È indiscusso che Alperia sia presente nel Paese. Ma i recenti spostamenti sulla scena nazionale sollevano interrogativi su quali siano le priorità per il futuro.
Ambizioni nazionali: dalla Juventus al rugby italiano
La strategia di sponsorizzazione di Alperia ha iniziato a cambiare nel 2021 quando l'azienda è diventata partner ufficiale per l'energia verde della Juventus. L’obiettivo era fornire al colosso del calcio energia rinnovabile e promuovere iniziative di sostenibilità. Molti lo interpretarono come un progetto di prestigio, una deviazione nel grande panorama italiano che poco aveva a che fare con le esigenze dell'Alto Adige.
Ora Alperia prosegue la sua espansione nazionale: è diventata top sponsor della Federazione Italiana Rugby (FIR). La sponsorizzazione comprende non solo le Nazionali italiane maschili, femminili e U20, ma anche la fornitura di energia rinnovabile a centri rugbistici come la Cittadella del Rugby di Parma. Mentre Alperia sottolinea nei comunicati stampa che queste collaborazioni si basano su valori condivisi come la sostenibilità e il fair play, in Alto Adige rimane la domanda: perché tali risorse non vengono investite maggiormente nel Paese stesso?
Successo italiano a scapito dell'identità altoatesina?
Andrea Duodo, Presidente della FIR, si è detto entusiasta della nuova partnership e ha definito Alperia una “azienda italiana”. Le sue parole nell'intervista all'Adnkronos:
“Per noi è molto importante avere aziende italiane che sostengono il nostro movimento e la nostra Nazionale. Far parte di un progetto sportivo e avere alle spalle una realtà così importante è davvero prezioso”.
Questa affermazione ha fatto arrabbiare molti in Alto Adige. Alperia non è un'azienda italiana: è un'azienda altoatesina, fondata e finanziata dalla gente di questo paese. Il fatto che Alperia sia percepita come “italiana” dimostra quanto l'orientamento nazionale dell'azienda ne diluisca l'identità. La domanda sorge spontanea: Alperia sta perdendo di vista ciò che la rende speciale? Non è un caso che, a proposito della sponsorizzazione FIR, l'agenzia Adnkronos citi le parole del tecnico dell'Alperia, Luis Amort, “È un grande orgoglio vedere il nostro nome sulla maglia degli Azzurri”. .
Critiche dalla comunità altoatesina
La decisione di sostenere le società sportive nazionali mentre Alperia è sempre più percepita come un'azienda italiana sta provocando delusione nella comunità altoatesina.
L’attenzione strategica all’Italia è vista da molti come un simbolo di strisciante alienazione. I cittadini altoatesini si aspettano che Alperia utilizzi le proprie risorse non solo in modo sostenibile, ma anche nel rispetto della propria terra d'origine. L’attenzione dovrebbe essere posta sul sostegno alle iniziative locali, sull’espansione dei servizi e sulla promozione dell’identità locale.
Ritorno alle radici invece che orientamento all'Italia
Alperia deve ricordare da dove viene e a chi appartiene. Gli altoatesini hanno reso questa azienda quello che è oggi: un centro di economia, sostenibilità e comunità. Ma man mano che la sua presenza nazionale cresce, Alperia rischia di perdere il suo legame con la popolazione del paese.
Perché una cosa è chiara: un'azienda che dimentica la propria terra d'origine perde non solo la propria identità, ma anche il sostegno delle persone che l'hanno resa grande.
Tra l'altro mi sembra che in un articolo in home page nello stesso sito di news ci sia proprio la stazione nella quale arriva la comitiva di Fantozzi, o almeno la ricorda molto: https://media.unsertirol24.com/uploads/ ... 50x303.jpg
Colpisce in particolare il passaggio dove si dice Andrea Duodo, Presidente della FIR, si è detto entusiasta della nuova partnership e ha definito Alperia una “azienda italiana”, con 'azienda italiana' tra virgolette; come a dire, ma guarda che bestialità ci tocca sentire!
Alperia: L'azienda energetica altoatesina tradisce la propria patria per ambizioni nazionali?
Alperia, la più grande azienda energetica dell'Alto Adige, ha conosciuto negli ultimi anni un notevole sviluppo. Ma mentre la presenza a livello nazionale cresce, molti in Alto Adige si sentono alienati dalla loro azienda di punta, un tempo così autoctona. Con gli impegni di sponsorizzazione della Juventus Torino e ora anche della Nazionale italiana di rugby, sorge spontanea la domanda: Alperia guarda troppo all'Italia e dimentica le sue radici?
Un’azienda energetica con sede nel cuore dell’Alto Adige
Nata nel 2016 dalla fusione di Etschaffenke e SEL AG, Alperia ha le sue origini in Alto Adige. La maggioranza è di proprietà di enti pubblici: la Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige detiene il 46,38%, i Comuni di Bolzano e Merano ciascuno il 21% e l'11,62% va alla SELFIN GmbH, che rappresenta numerosi altri comuni altoatesini. Alperia non è quindi solo una potenza economica, ma anche un simbolo della forza e dell'indipendenza del Paese.
Con un volume annuo di sponsorizzazioni pari a circa 1,5 milioni di euro, Alperia è da sempre impegnata a sostenere progetti locali. Club sportivi, eventi culturali e iniziative ambientali beneficiano del sostegno dell'azienda. È indiscusso che Alperia sia presente nel Paese. Ma i recenti spostamenti sulla scena nazionale sollevano interrogativi su quali siano le priorità per il futuro.
Ambizioni nazionali: dalla Juventus al rugby italiano
La strategia di sponsorizzazione di Alperia ha iniziato a cambiare nel 2021 quando l'azienda è diventata partner ufficiale per l'energia verde della Juventus. L’obiettivo era fornire al colosso del calcio energia rinnovabile e promuovere iniziative di sostenibilità. Molti lo interpretarono come un progetto di prestigio, una deviazione nel grande panorama italiano che poco aveva a che fare con le esigenze dell'Alto Adige.
Ora Alperia prosegue la sua espansione nazionale: è diventata top sponsor della Federazione Italiana Rugby (FIR). La sponsorizzazione comprende non solo le Nazionali italiane maschili, femminili e U20, ma anche la fornitura di energia rinnovabile a centri rugbistici come la Cittadella del Rugby di Parma. Mentre Alperia sottolinea nei comunicati stampa che queste collaborazioni si basano su valori condivisi come la sostenibilità e il fair play, in Alto Adige rimane la domanda: perché tali risorse non vengono investite maggiormente nel Paese stesso?
Successo italiano a scapito dell'identità altoatesina?
Andrea Duodo, Presidente della FIR, si è detto entusiasta della nuova partnership e ha definito Alperia una “azienda italiana”. Le sue parole nell'intervista all'Adnkronos:
“Per noi è molto importante avere aziende italiane che sostengono il nostro movimento e la nostra Nazionale. Far parte di un progetto sportivo e avere alle spalle una realtà così importante è davvero prezioso”.
Questa affermazione ha fatto arrabbiare molti in Alto Adige. Alperia non è un'azienda italiana: è un'azienda altoatesina, fondata e finanziata dalla gente di questo paese. Il fatto che Alperia sia percepita come “italiana” dimostra quanto l'orientamento nazionale dell'azienda ne diluisca l'identità. La domanda sorge spontanea: Alperia sta perdendo di vista ciò che la rende speciale? Non è un caso che, a proposito della sponsorizzazione FIR, l'agenzia Adnkronos citi le parole del tecnico dell'Alperia, Luis Amort, “È un grande orgoglio vedere il nostro nome sulla maglia degli Azzurri”. .
Critiche dalla comunità altoatesina
La decisione di sostenere le società sportive nazionali mentre Alperia è sempre più percepita come un'azienda italiana sta provocando delusione nella comunità altoatesina.
L’attenzione strategica all’Italia è vista da molti come un simbolo di strisciante alienazione. I cittadini altoatesini si aspettano che Alperia utilizzi le proprie risorse non solo in modo sostenibile, ma anche nel rispetto della propria terra d'origine. L’attenzione dovrebbe essere posta sul sostegno alle iniziative locali, sull’espansione dei servizi e sulla promozione dell’identità locale.
Ritorno alle radici invece che orientamento all'Italia
Alperia deve ricordare da dove viene e a chi appartiene. Gli altoatesini hanno reso questa azienda quello che è oggi: un centro di economia, sostenibilità e comunità. Ma man mano che la sua presenza nazionale cresce, Alperia rischia di perdere il suo legame con la popolazione del paese.
Perché una cosa è chiara: un'azienda che dimentica la propria terra d'origine perde non solo la propria identità, ma anche il sostegno delle persone che l'hanno resa grande.