Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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acarraro306
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da acarraro306 »

Rugby-Tv ha scritto:
ellis ha scritto:
jaco ha scritto: A proposito, però, lasciatemi dire che se si giustifica una sua eventuale uscita di scena si dovrebbe anche rivalutare il Berlusconi che lasciò il Milan e soprattutto si devono elogiare i Benetton (che, ripeto per l'ennesima volta, non sono tra i miei preferiti) per la passione, i soldi e le energie che da oltre trent'anni mettono in questo sport, senza alcun ritorno...
Senza alcun ritorno ????? :shock: :shock:

Stai scherzando vero ???????
Mi spiegheresti, per cortesia, quali sarebbero tutti questi ritorni nel rugby?
Come? non lo sai che è grazie al rugby che hanno potuto avere Autostrade Autogrill ecc. ecc. :lol: :lol: :lol: :lol:

L'articolo non mi stupisce assolutamente, vedremo se senza il business immobiliare la Roma andrà avanti....
ellis
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da ellis »

Rugby-Tv ha scritto:
ellis ha scritto:
jaco ha scritto: A proposito, però, lasciatemi dire che se si giustifica una sua eventuale uscita di scena si dovrebbe anche rivalutare il Berlusconi che lasciò il Milan e soprattutto si devono elogiare i Benetton (che, ripeto per l'ennesima volta, non sono tra i miei preferiti) per la passione, i soldi e le energie che da oltre trent'anni mettono in questo sport, senza alcun ritorno...
Senza alcun ritorno ????? :shock: :shock:

Stai scherzando vero ???????
Mi spiegheresti, per cortesia, quali sarebbero tutti questi ritorni nel rugby?
Molto volentieri.

Ci sono almeno 3 diversi motivi.

1) Un'azienda che produce capi di abbigliamento, giovanili ed a prezzo accessibile, fa conoscere i propri prodotti anche attraverso la sponsorizzazione di sport quali la pallavolo, la pallacanestro ed il rugby, meno seguiti del calcio ma infinitamente più convenienti dal punto di vista economico.
2) In una città come Treviso, 30 anni fa, prendere due modestissime squadre (una di basket ed una di pallavolo, peraltro questa seconda con la sede neanche nel Comune di Treviso) ed una squadra di buon livello (quella di rugby) ma comunque non certo una delle 3/4 squadre leader d'Italia e farle diventare 3 realtà vincenti, significava vedersi spalancare qualsiasi porta per qualsiasi iniziativa imprenditoriale.
3) E' il proseguimento del punto 2 ma su scala nazionale e mondiale: per avere certi contatti che ti consentono di stare nel mondo della finanza devi essere conosciuto, oltre ad avere i capitali necessari; essere dei personaggi fotogienici (come Luciano) aiuta; sposare una campionessa sportiva famosissima ed amatissima aiuta; in nessun mondo chiuso entri se non sei nessuno.

Poi c'è un quarto punto che è particolare: nel senso che qui non si tratta di un ritorno economico o d'immagine vero e proprio, anzi è una bella cosa, però serve quanto meno ad escludere che i proprietari delle squadre professionistiche sportive siano dei Mecenate o dei benefattori (ovviamente in senso sportivo, poi è chiaro che ci saranno sicuramente delle fondazioni con cui i Benetton faranno della sana beneficienza nei paesi poveri).
Questo quarto punto consiste nel fatto che i grandi imprenditori che hanno passioni sportive ci tengono a primeggiare, ad apparire, a essere competitivamente più forti dei rivali; giusto, ci mancherebbe, lo sport consiste in questo, figuratevi che io considero frustrata la parte del rugby che odia aprioristicamente il calcio e pensa sempre a quello come al demonio che ostacola il povero rugby. In Inghilterra non hanno questo problema; eppure mi sembra che neanche lì nel calcio si scherzi quanto a popolarità, ingaggi, tabloid, scandali, favoritismi.

Dicevamo che anche questo quarto punto dimostra che la voglia di primeggiare c'è; e se la Benetton vuole andare da sola, senza fare i Dogi, senza rinunciare alla maglia biancoverde nè al nome della squadra, significa che i Benetton non vogliono una squadra in CL per il bene del rugby nazionale; la vogliono per il bene del Benetton Rugby Treviso; che poi, un domani, il fine del movimento rugbistico italiano e quello della Beneton coincidano, bè ce lo auguriamo ma è ancora tutto da verificare.

Bella la scena dell'abbraccio alla squadra di Luciano Benetton, sotto l'acqua, alla fine della gara vinta contro il Perpigna; però mi sarebbe piaciuta vederla anche in occasione di tanti altri successi del Rugby Treeviso in questi 30 anni.

O forse stavolta la vittoria sul campo portava in dote qualche "ritorno" particolare per la proprietà e le aspirazioni di CL ????
ellis
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da ellis »

acarraro306 ha scritto:
Rugby-Tv ha scritto:
ellis ha scritto:
jaco ha scritto: A proposito, però, lasciatemi dire che se si giustifica una sua eventuale uscita di scena si dovrebbe anche rivalutare il Berlusconi che lasciò il Milan e soprattutto si devono elogiare i Benetton (che, ripeto per l'ennesima volta, non sono tra i miei preferiti) per la passione, i soldi e le energie che da oltre trent'anni mettono in questo sport, senza alcun ritorno...
Senza alcun ritorno ????? :shock: :shock:

Stai scherzando vero ???????
Mi spiegheresti, per cortesia, quali sarebbero tutti questi ritorni nel rugby?
Come? non lo sai che è grazie al rugby che hanno potuto avere Autostrade Autogrill ecc. ecc. :lol: :lol: :lol: :lol:
Volevi fare l'ironico ma, involontariamente credo, hai detto l'unica cosa giusta che io ricordi......
kkarli
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da kkarli »

ellis ha scritto: 1) Un'azienda che produce capi di abbigliamento, giovanili ed a prezzo accessibile, fa conoscere i propri prodotti anche attraverso la sponsorizzazione di sport quali la pallavolo, la pallacanestro ed il rugby, meno seguiti del calcio ma infinitamente più convenienti dal punto di vista economico.
Perdonami Ellis, ma nel tuo discorso, che comprendo anche se non sono d'accordo, c'è un errore macroscopico. L'ho evidenziato, e vale la pena di parlarne un attimo, perché da qui nascono molti malintesi, che finiscono per investire altri campi.
Benetton non sponsorizza: Benetton è l'unico caso (fuori dal calcio) in Italia di imprenditore ANCHE sportivo. Cioè, fra le sue attività imprenditoriali c'è la gestione di realtà sportive (ci fu, se ricordi, anche una squadra di formula uno). E' una differenza nemmeno sottile, e il punto chiave è che Benetton fa questo (una polisportiva) e ha successo, seguendo quello che potremmo definire "modello spagnolo". Nessuno in Italia ci è riuscito, nemmeno quello "grosso" che ci ha provato.
Tutti gli altri imprenditori o sponsorizzano, o usano la squadra che "inglobano", la succhiano e se, non ottengono obiettivi, la gettano via. Benetton la gestisce, e non a caso la pallavolo è ancora lì, nonostante anni passati di crisi.

Potremmo estendere questo ragionamento a tutta l'attività del gruppo Benetton, anche fuori dallo sport, ma questa non è la sede, almeno per me.
Resta il fatto che se non si parte dal presupposto corretto, si traggono conclusioni inesatte anche in relazione al rapporto di Benetton col territorio. Benetton usa strategie diverse da quelle di altri, e funzionano. Non le comprendono molti suoi colleghi, e non mi stupisce che non le comprendano persone estranee a quel mondo. Però bisognerebbe tenere conto di questo nel ragionarne.
orme53
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da orme53 »

kkarli ha scritto:
ellis ha scritto: 1) Un'azienda che produce capi di abbigliamento, giovanili ed a prezzo accessibile, fa conoscere i propri prodotti anche attraverso la sponsorizzazione di sport quali la pallavolo, la pallacanestro ed il rugby, meno seguiti del calcio ma infinitamente più convenienti dal punto di vista economico.
Perdonami Ellis, ma nel tuo discorso, che comprendo anche se non sono d'accordo, c'è un errore macroscopico. L'ho evidenziato, e vale la pena di parlarne un attimo, perché da qui nascono molti malintesi, che finiscono per investire altri campi.
Benetton non sponsorizza: Benetton è l'unico caso (fuori dal calcio) in Italia di imprenditore ANCHE sportivo. Cioè, fra le sue attività imprenditoriali c'è la gestione di realtà sportive (ci fu, se ricordi, anche una squadra di formula uno). E' una differenza nemmeno sottile, e il punto chiave è che Benetton fa questo (una polisportiva) e ha successo, seguendo quello che potremmo definire "modello spagnolo". Nessuno in Italia ci è riuscito, nemmeno quello "grosso" che ci ha provato.
Tutti gli altri imprenditori o sponsorizzano, o usano la squadra che "inglobano", la succhiano e se, non ottengono obiettivi, la gettano via. Benetton la gestisce, e non a caso la pallavolo è ancora lì, nonostante anni passati di crisi.

Potremmo estendere questo ragionamento a tutta l'attività del gruppo Benetton, anche fuori dallo sport, ma questa non è la sede, almeno per me.
Resta il fatto che se non si parte dal presupposto corretto, si traggono conclusioni inesatte anche in relazione al rapporto di Benetton col territorio. Benetton usa strategie diverse da quelle di altri, e funzionano. Non le comprendono molti suoi colleghi, e non mi stupisce che non le comprendano persone estranee a quel mondo. Però bisognerebbe tenere conto di questo nel ragionarne.
E sono particolari non trascurabili. :roll:
ellis
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da ellis »

kkarli ha scritto:
ellis ha scritto: 1) Un'azienda che produce capi di abbigliamento, giovanili ed a prezzo accessibile, fa conoscere i propri prodotti anche attraverso la sponsorizzazione di sport quali la pallavolo, la pallacanestro ed il rugby, meno seguiti del calcio ma infinitamente più convenienti dal punto di vista economico.
Perdonami Ellis, ma nel tuo discorso, che comprendo anche se non sono d'accordo, c'è un errore macroscopico. L'ho evidenziato, e vale la pena di parlarne un attimo, perché da qui nascono molti malintesi, che finiscono per investire altri campi.
Benetton non sponsorizza: Benetton è l'unico caso (fuori dal calcio) in Italia di imprenditore ANCHE sportivo. Cioè, fra le sue attività imprenditoriali c'è la gestione di realtà sportive (ci fu, se ricordi, anche una squadra di formula uno). E' una differenza nemmeno sottile, e il punto chiave è che Benetton fa questo (una polisportiva) e ha successo, seguendo quello che potremmo definire "modello spagnolo". Nessuno in Italia ci è riuscito, nemmeno quello "grosso" che ci ha provato.
Tutti gli altri imprenditori o sponsorizzano, o usano la squadra che "inglobano", la succhiano e se, non ottengono obiettivi, la gettano via. Benetton la gestisce, e non a caso la pallavolo è ancora lì, nonostante anni passati di crisi.

Potremmo estendere questo ragionamento a tutta l'attività del gruppo Benetton, anche fuori dallo sport, ma questa non è la sede, almeno per me.
Resta il fatto che se non si parte dal presupposto corretto, si traggono conclusioni inesatte anche in relazione al rapporto di Benetton col territorio. Benetton usa strategie diverse da quelle di altri, e funzionano. Non le comprendono molti suoi colleghi, e non mi stupisce che non le comprendano persone estranee a quel mondo. Però bisognerebbe tenere conto di questo nel ragionarne.

Perdonami anche tu kkarli; stavolta sono io a non essere d'accordo con te.
Nel senso che io ho usato volontariamente il termine "sponsorizzazione" perchè in quel primo punto stavo trattando l'argomento sponsorizzazione; infatti la famiglia Benetton è proprietaria e al tempo stesso sponsor della squadra.
Credo che questa cosa non sia così automatica; per esempio la squadra di calcio della mia città è di proprietà di Aldo Spinelli che è anche proprietario di una grande Ditta di Autotrasporti; eppure la squadra ha come main sponsor la Banca Carige di Genova.

Converrai poi che i punti da me enumerati 2,3 e 4 non sono scalfiti dalla tua successiva, giusta, precisazione.

Anzi, ne escono persin rafforzati !!!

Che poi i Benetton siano riusciti dove altri hanno fallito, bè su questo sono assolutamente concorde con te.

Tanto di cappello.

Ma tutto il mio post ruotava intorno alla questione del "senza ritorni" che i "Ghedini" e gli "Emilio Fede" della Marca :D :D cercavano di far passare....
luqa
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da luqa »

A mio modesto parere l'osservazione che benetton "gestisca" le squadre come imprese alla pari di quelle dell'altro settore, rafforza la tesi di Ellis: esiste una convenienza diretta e indiretta per il "brand" Benetton.

benetton lo ha costruito con decenni di sapiente investimento e alterni risultati: eccellenti a livello di rugby, ottimi in passato per basket e pallavolo, settore industriale abbandonato quello automobilistico.
I valori investiti sono così elevati che non si può parlare di tutti i settori sportivi di "beneficenza", "mecenatismo puro".

E' vero che nei fatti si è poi creata una "entità "mista tra azienda, territorio,società sportive.
Ripeto con ottimi risultati sportivi, economici e , alemno parzialmente , anche socio-poltici.

Non è però un esempio mutuabile con le realtà spagnole, che sono polisportive con migliai adi soci ed elezioni del gruppo direttivo. Quello che trovo più vicino come spirito è quello di Branson , il padrone della Virgin, seppur in settori distinti.
Rugby-Tv
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Località: Treviso

Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da Rugby-Tv »

ellis ha scritto:[
Molto volentieri.

Ci sono almeno 3 diversi motivi.

1) Un'azienda che produce capi di abbigliamento, giovanili ed a prezzo accessibile, fa conoscere i propri prodotti anche attraverso la sponsorizzazione di sport quali la pallavolo, la pallacanestro ed il rugby, meno seguiti del calcio ma infinitamente più convenienti dal punto di vista economico.
2) In una città come Treviso, 30 anni fa, prendere due modestissime squadre (una di basket ed una di pallavolo, peraltro questa seconda con la sede neanche nel Comune di Treviso) ed una squadra di buon livello (quella di rugby) ma comunque non certo una delle 3/4 squadre leader d'Italia e farle diventare 3 realtà vincenti, significava vedersi spalancare qualsiasi porta per qualsiasi iniziativa imprenditoriale.
3) E' il proseguimento del punto 2 ma su scala nazionale e mondiale: per avere certi contatti che ti consentono di stare nel mondo della finanza devi essere conosciuto, oltre ad avere i capitali necessari; essere dei personaggi fotogienici (come Luciano) aiuta; sposare una campionessa sportiva famosissima ed amatissima aiuta; in nessun mondo chiuso entri se non sei nessuno.

Poi c'è un quarto punto che è particolare: nel senso che qui non si tratta di un ritorno economico o d'immagine vero e proprio, anzi è una bella cosa, però serve quanto meno ad escludere che i proprietari delle squadre professionistiche sportive siano dei Mecenate o dei benefattori (ovviamente in senso sportivo, poi è chiaro che ci saranno sicuramente delle fondazioni con cui i Benetton faranno della sana beneficienza nei paesi poveri).
Questo quarto punto consiste nel fatto che i grandi imprenditori che hanno passioni sportive ci tengono a primeggiare, ad apparire, a essere competitivamente più forti dei rivali; giusto, ci mancherebbe, lo sport consiste in questo, figuratevi che io considero frustrata la parte del rugby che odia aprioristicamente il calcio e pensa sempre a quello come al demonio che ostacola il povero rugby. In Inghilterra non hanno questo problema; eppure mi sembra che neanche lì nel calcio si scherzi quanto a popolarità, ingaggi, tabloid, scandali, favoritismi.
Da come dici, mi stupisco come mai Calvisano non abbia avuto gli sponsor per fare il S10, oppure come mai ci siano così tante difficoltà nel reperire sponsor in generale. Dovrebbero avere il problema inverso. Se è cosi semplice perchè non lo fanno tutti?
Dal mio punto di vista invece credo che Benetton fosse già conoscoiuta nel mondo e non certamente grazie al fatto di sponsorizzare (meglio gestire, come dice KKarli) le squadre di treviso. E il bussines dei Benetton non deriva certo dai 10/100/1000 maglioni venduti in più.
E il fatto di saperle far vincere nn è una cosa da tutti, anzi ce ne sono a migliaia di gente che non hanno vinto niente o poco niente investendo enormi somme di denaro.
Benetton sicuramente vive benissimo anche senza le tre squadre che gestisce. Non credi di aver dimenticato il fattore PASSIONE?
luqa
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Iscritto il: 26 lug 2006, 12:54

Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da luqa »

o come l'impressione che qualcuno tenda ad esalatre i fattori "passione" e "impresa" a seconda delle necessità
Leinsterugby
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Località: treviso

Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da Leinsterugby »

io invece ho l'impressione che appena si sollevano problemi su Roma, qui subito l'attenzione viene spostata su "quanto è cattivo Benetton" :wink:
kkarli
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da kkarli »

luqa ha scritto:o come l'impressione che qualcuno tenda ad esalatre i fattori "passione" e "impresa" a seconda delle necessità
Il punto, Luqa, è che alcune parole hanno significato un poco proteiforme. La parola "mecenate" è una di queste. Spero di non venire troppo preso in giro se dico che è un'antonomasia, ovvero una figura retorica. Lo dico per fare il figo ovviamente, ma anche per rilevare che quando si usano questo tipo di figure come "nome comune" ci si può mettere il significato che si vuole, in fondo.
Mi spiego. Usciti dall'ambito stretto del significato (protettore di artisti), la parola "mecenate" riferita... a un imprenditore può significare qualunque cosa.
Possiamo ragionare di passione, come fa Rugby-TV, possiamo ritenere invece che non sia mecenatismo perché il mecenate dovrebbe agire senza ritorno (è storicamente falso, Mecenate era un committente politico che elargiva denaro in cambio di favori, ma questo è il forum sbagliato per parlane), come fa Ellis. Sono due posizioni rispettabili.
Secondo me, sono due posizioni fuori fuoco entrambe.
In Italia, per deformazione, si parte sempre dal presupposto che passione-emozione e impresa viaggino su due piani separati. Siamo cattolici, abituati al peccato, e guai a provare passione (contigua al peccato...) nel lavoro. Nell'ottica protestante (specie in quella calvinista o comunque riformata), invece, passione e lavoro, e passione nell'impresa, sono un modo per avvicinarsi a Dio.

Perché kkarli è impazzito e spara ste menate? :D
Perché quella di Benetton in Italia è, a mio parere, l'unico esempio di avventura d'impresa calvinista, scevra dalle finte moralità del fare impresa all'italiana, e quindi nel gruppo Benetton si fa impresa anche sulle passioni senza vergogna di guadagnarci. E' poi vero che le polisportive spagnole sono paragone peggiore rispetto all'avventura di Virgin, lo ammetto; ma in entrambi i casi il dato emozionale sul brand è importantissimo, e c'è da riflettere.

Non mi stupisce che, in un paese dove una larga fetta della popolazione ha un inconscio pregiudizio culturale sulla figura dell'imprenditore, il "caso Benetton" sia oggetto di tante critiche. Stando al rugby, servirebbero invece tanti Benetton! Perché il "monopolio" di cui Benetton viene a volte accusato è, una volta tanto, frutto di assenza di altri che occupano spazi che esisterebbero a praterie, e non frutto di una volontà monopolistica di uno.
Con questo, torniamo in topic alla grande, fra l'altro, perché quella che indico è una delle ragioni per le quali Roma "rischia di perdere l'eccellenza ovale". La mancanza di awareness circa l'ambiente nel quale ci si muove è rischiosa, e si rischia di rimanere nelle sabbie mobili.
MatR
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da MatR »

Non fai impresa se non hai passione. Alla base del successo di un imprenditore - laddove per successo intendiamo la costruzione di un'azienda di qualsivoglia dimensione e il suo mantenimento in buona salute nel tempo - ci sono sicuramente numerosi fattori, diversi dei quali imprescindibili e comuni a tutti. Uno di questi imprescindibili è la "passione". La passione in senso lato, in senso astratto: la voglia e la passione nel costruire una realtà, un "qualcosa", con riferimento a una particolare branca dell'agire umano.
Perché Enzo Ferrari è una leggenda? Perché, come lui stesso diceva, "la Ferrari non è un'automobile: è un sogno". Il suo sogno. Che lui ha saputo calare dal romantico mondo degli angioletti sospirosi, e unendo passione con sano pragmatismo, unendo un ideale con la capacità di stare con i piedi per terra e fare i conti con la dura e cinica realtà, ha costruito quello che è sotto gli occhi di tutti.
Io non conosco la storia dei Benetton specificamente, ma conosco un numero sufficiente di piccoli e grandi imprenditori da essere convinto che la storia vale per tutti, in queste cose. Nessuno di noi sta dentro la testa (ed il cuore) dei signori Benetton, e quindi nessuno di noi ha il diritto di usare il bilancino e il righello per separare la quantità di passione genuina e la quantità di freddo calcolo: sono convinto che esistano entrambe le cose, in entrambi gli ambiti - quello prettamente industriale dei maglioni e quello più sportivo del volley, basket, rugby... Quindi credo che la discussione non abbia vie di uscita: probabilmente se chiediamo a Benetton di spiegarci dove finisce la sua passione e dove comincia il calcolo, lui non saprebbe rispondere.
L'analisi di Ellis è oggettivamente inoppugnabile: che avere successo nello sport porti un ritorno nell'industria è un fatto acclarato e condiviso da tutti.

Lo fanno per passione o per calcolo? Io credo che il discrimine compaia proprio qui: c'è chi lo fa senza metterci l'anima, per freddo calcolo, e in genere questo tipo di imprenditori fa una brutta fine, foss'anche solo sportivamente parlando. Perché in ogni caso, se fai qualcosa senza crederci fino in fondo, alla fine è più facile che fallisca piuttosto che ti vada bene.
Ma se la domanda è: passione per il rugby o passione per il soldo o passione per il proprio ego? Non lo so, credo non lo sappiano nemmeno loro (i Benetton dico), e sinceramente credo che nemmeno ci possa e ci debba interessare. A me personalmente, perlomeno, frega poco: io guardo ai risultati effettivi. E sulla base di questi, capisco che i trevigiani abbiano verso i Benetton l'atteggiamento che vediamo anche in questo forum.

E sia chiaro: con tutto ciò non intendo assolutamente dire che i Benetton debbano essere santificati. Sono tutt'altro che verginelle. Ma il punto è: a noi ci cambia qualcosa?
MatR
Messaggi: 211
Iscritto il: 14 nov 2008, 9:32

Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da MatR »

kkarli for president!!!
MatR
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da MatR »

OT mode on
kkarli ha scritto:Siamo cattolici, abituati al peccato, e guai a provare passione (contigua al peccato...) nel lavoro.
Dì pure "guai a provare passione" tout court....
OT mode off
Rugby-Tv
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da Rugby-Tv »

MatR ha scritto:Non fai impresa se non hai passione. Alla base del successo di un imprenditore - laddove per successo intendiamo la costruzione di un'azienda di qualsivoglia dimensione e il suo mantenimento in buona salute nel tempo - ci sono sicuramente numerosi fattori, diversi dei quali imprescindibili e comuni a tutti. Uno di questi imprescindibili è la "passione". La passione in senso lato, in senso astratto: la voglia e la passione nel costruire una realtà, un "qualcosa", con riferimento a una particolare branca dell'agire umano.
Perché Enzo Ferrari è una leggenda? Perché, come lui stesso diceva, "la Ferrari non è un'automobile: è un sogno". Il suo sogno. Che lui ha saputo calare dal romantico mondo degli angioletti sospirosi, e unendo passione con sano pragmatismo, unendo un ideale con la capacità di stare con i piedi per terra e fare i conti con la dura e cinica realtà, ha costruito quello che è sotto gli occhi di tutti.
Io non conosco la storia dei Benetton specificamente, ma conosco un numero sufficiente di piccoli e grandi imprenditori da essere convinto che la storia vale per tutti, in queste cose. Nessuno di noi sta dentro la testa (ed il cuore) dei signori Benetton, e quindi nessuno di noi ha il diritto di usare il bilancino e il righello per separare la quantità di passione genuina e la quantità di freddo calcolo: sono convinto che esistano entrambe le cose, in entrambi gli ambiti - quello prettamente industriale dei maglioni e quello più sportivo del volley, basket, rugby... Quindi credo che la discussione non abbia vie di uscita: probabilmente se chiediamo a Benetton di spiegarci dove finisce la sua passione e dove comincia il calcolo, lui non saprebbe rispondere.
L'analisi di Ellis è oggettivamente inoppugnabile: che avere successo nello sport porti un ritorno nell'industria è un fatto acclarato e condiviso da tutti.

Lo fanno per passione o per calcolo? Io credo che il discrimine compaia proprio qui: c'è chi lo fa senza metterci l'anima, per freddo calcolo, e in genere questo tipo di imprenditori fa una brutta fine, foss'anche solo sportivamente parlando. Perché in ogni caso, se fai qualcosa senza crederci fino in fondo, alla fine è più facile che fallisca piuttosto che ti vada bene.
Ma se la domanda è: passione per il rugby o passione per il soldo o passione per il proprio ego? Non lo so, credo non lo sappiano nemmeno loro (i Benetton dico), e sinceramente credo che nemmeno ci possa e ci debba interessare. A me personalmente, perlomeno, frega poco: io guardo ai risultati effettivi. E sulla base di questi, capisco che i trevigiani abbiano verso i Benetton l'atteggiamento che vediamo anche in questo forum.

E sia chiaro: con tutto ciò non intendo assolutamente dire che i Benetton debbano essere santificati. Sono tutt'altro che verginelle. Ma il punto è: a noi ci cambia qualcosa?
TI STRAQUOTO.
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