Luqa-bis ha scritto:premesso che secondo me,
se vuoi fare un tipo di gioco cerchi di formare i giocatori per farlo,
ma se non hai i giocatori che ti servono è opportuno cambiare il modo di giocare e adattarlo a quelli che hai.
Oltretutto non vedo perchè si debba giocare a Xv tutti con lo stampino. A me piace vedere squadre diverse, nel rugby come nel calcio.
A noi mancano gestualità manuale, abilità nel calcio e velocità di base. Sacrificate forse a favore di una fisicità che poi si rivela "zavorra".
Se la teoria di gioco è quella "tredici-like", allora le critiche a Guidi per l'uso di Chiesa sono inappropriate.
Sono scettico sulle previsioni circa l'adattamento futuro (approssimativo) fatto dall'articolo, visto comunque che si parla di uno sport che si evolve continuamente e in maniera impressionante (R&D foraggiata da Unions veramente all'avanguardia nel campo della formazione tecnica, si pensi alla NZ, Australia, Inghilterra e Francia, senza stare a scomodare i guru a Stellenbosch).
Già se si guardano partite di 3-4 anni fa sono cambiate talmente tante cose che bisognerebbe rifletterci...
Ma ovviamente sono d'accordissimo con quello che scrivi.
Credetemi che il rugby strutturato sta sparendo quasi del tutto (c'era l'Inghilterra pre Lancaster, e ancora oggi un po' il Sudafrica, più per cultura a livello seniores, per me i Junior Springboks sono dei fenomeni rispetto a certi "grandi"), ci sono pattern di attacco, pochissimi movimenti, anche le chiamate di una touche completa per una squadra evoluta (3 blocchi) si sono di gran lunga semplificate, portando gran parte della "sostanza" di una partita al colpo d'occhio e all'intuizione dei singoli.
Struttati sono rimaste ovviamente le difese.
Se vogliamo è un cane che si morde la coda, il periodo delle massicce strutture di gioco ha portato ad un livello successivo le difese, che ora ad altissimo livello sono talmente affinate che costringolo l'attacco a giocare sulla "situazione".
Qui vengono immediatamente fuori le caratteristiche individuali, che ormai tutti i giocatori devono avere: visione, skills di base, capacità decisionale.
Il mio ex coach (molto aggiornato e che abbraccia il metodo Villepreux) ci parlava di rugby ormai per posizioni e non per ruoli. Tu sei chiamato a fare "qualcosa"
in base a dove sei nel campo in quel momento, non in base a ciò che dovresti fare nel tuo ruolo.
Io ricordo Bortolami che anni fa (3-4 al massimo) parlava che l'Italia per affrontare una partita di 6N contro il Galles, preparava circa 25 schemi di touch (immagino comprese variazioni e tutto).
Non so se sia cambiato qualcosa nell'Italia io spero di sì, perché sarebbe un lavoro ridicolo...
Allora vien fuori che squadre come l'Australia ha 4 tipi di rimesse laterali, lasciano la rimessa laterale in mano ad un paio di giocatori con grande visione (Sharpe, Horwill, anche Simmons di recente, stanno comunque istruendo i novellini), frutto più che altro dell'esperienza accumulata, che chiamano il "numerino magico" che indica ricevitore e posizione (passo avanti, passo indietro, sul posto), senza alcun movimento di spostamento dei blocchi di salto, però chi chiama deve vedere le marcature degli avversari!
Nome di automibile alla fine dei 3 numeri è una driving ball, variazione per tutte è sul primo blocco in caso di marcatura degli avversari.
4 schemi. Si imparano in 1h di allenamento, occorre ovviamente uno che sappia cosa chiamare e quando!
Di nuovo, se volete ridere, l'Australia con questi 3/4 "favolosi" ha 3 movimenti strutturati che portano ad attaccare il canale di 1 difensore con 2 uomini, o 2 difensori con 3. Stop.
Unders, Overs e Cut. Però dicono che a Dingo piaccia il prog e il symphonic rock, e quindi si chiamano "Electric" "Light" "Orchestra".
Faccio l'esempio dell'Australia perché è quello che ho trovato in giro per il web, ma forse la Nuova Zelanda ne ha addirittura meno!
Tutto è semplicissimo con qualche angolo di corsa si danno punti interrogativi alla difesa e
serve che chi ha la palla in mano prenda la decisione giusta.
Il fatto è una volta ci può essere il 10, una volta il 12, una volta il 15 e così via. C'è un "fondo" di tecnica individuale che dev'essere comune a tutti i giocatori, altrimenti il tuo gioco sarà sempre limitato.
Se basi il tuo gioco a superare gli avversari con "strutture" (che possono essere anche fisiche: supero fisicamente l'avversario, sfondo la difesa e dò pallone avanzante), senza però avere alternative dettate dalla tecnica individuale, una volta capita la struttura la difesa non ha più problemi.
In questo caso, la difesa (nel senso di struttura difensiva), funziona quasi sempre anche se il singolo fallisce, perché il sistema "lo copre", magari cedendo qualche metro ma poi recupera.
Ma se il "singolo" che fallisce lo individui in tempo e lo attacchi, il più delle volte vinci la situazione.
Il difensore si stringe, il difensore s'allarga, il difensore è fermo con un
? grosso così sulla testa perché si vede attaccare da 3 persone con 3 angoli diversi.
Ricordate Amici Miei?
"Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione."
Non ci sarà un punto d'arrivo "totale" per lo stile di gioco, servirà sempre variare a seconda della situazione.
Tutte le squadre evolute lo fanno, kick and chase e RL non saranno certo il futuro.
L'unico futuro del rugby che possiamo prevedere sarà la
non codifica.
ps.In realtà in Amici Miei II dice colpo d'occhio al posto di decisione, mi piace di più, ma colpo d'occhio è praticamente sinonimo di intuizione.
