si ho sintetizzato in poche parole quello che secondo me è un problema complesso, chiaramente ne è uscita fuori una tesi discutibile. provo a spiegarmi meglio.madflyhalf ha scritto:Eri partito bene, ma poi ciò che scrivi è estremamente discutibile.Leinsterugby ha scritto:come il matrimonio gay mi pare un assurdità il fatto che non ci sia già quest opzione, farei un distinguo per quanto concerne l'equiparazione alle altre categorie professionali. molto spesso la motivazione dei lavoratori stranieri è economica e molto spesso non c'è nessuna voglia di appartenere all'Italia per cui 3 anni mi sembrano pochini per valutare un reale "commitment" di integrazione. Non è vero per gli sportivi che, teoricamente (vedi caso Gower), indossando l'azzurro decidono di appartenere "per sempre " alla nostra comunità.
E per certi versi superficiale, ingenuo e disarmante.
Lo sportivo che becca 100.000€ l'anno tra ingaggi e nazionale non ha motivi economici?
Chi se ne va dal proprio paese dove non ha speranza quasi di sopravvivere, non ha motivazione e appartenenza al paese che gli dà un lavoro che gli permette di sfamarsi e campare?
Analisi molto preoccupante.
il mio punto è che quando uno straniero decide di vestire la maglia azzurra può farlo per mero mercenariato (vedi Gower) e secondo me questo dovrebbe essere impedito alla fonte dalle varie federazione oppure nell'ipotesi migliore (mi viene in mente Robertson oppure altri equiparati che poi han messo le radici in italia) vestono l'azzurro perchè decidono di non appartenere più alla nazione di origine ma essere ormai integrati in italia, onorando la maglia e poi come è successo per molti giocatori in vari sport, decidendo di diventare cittadini italiani al 100%
nel secondo caso se si analizzano le esperienze e i percorsi di molti immigrati (c'è una letteratura sterminata non sto qui a linkarla) a mio modo di vedere va fatta una distinzione anche qua.
moltissimi immigrati vengono in italia per lavorare e poi effettivamente dimostrano una vera appartenenza al nostro paese, cercando di educare i loro figli ad entrambe le culture, pagando le tasse e rispettando le leggi. Ecco queste persone qua a mio modo di vedere meritano di essere cittadini italiani molto più di molti autoctoni e mi pare indegno che per la cittadinanza si debbano aspettare i 10 anni o che i figli ne compiano 18.
altri immigrati invece vengono in italia per approfittare delle opportunità del nostro stato sociale e per guadagnare più soldi (anche qui il numero di controversie legali relative a badanti coi patrimoni degli anziani e sentenze del tribunale del lavoro relative a colf o altro) dei pochi che guadagnano in patria senza badare per nulla a quella che è un'appartenenza alla comunità italiana. Ecco SInceramente a questi avrei qualche dubbio nel concedere la cittadinanza senza se e senza ma. Altri ancora si danno direttamente alla criminalità,ma questo è un altro discorso.