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Inviato: 9 mar 2005, 16:29
da yeti
O.k. Una domanda. Al di là di una vittoria estemporanea o di una partitaccia giocata male, episodi contingenti, secondo voi questa nazionale è arrivata al suo limite \"fisiologico\" (= non faremo il salto al top internazionale) oppure ci sono ancora grossi margini di miglioramento?
<BR>
<BR>G.

Inviato: 9 mar 2005, 16:50
da ancilo
Yeto, sei sempre più vicino al Guccini di \"Eskimo\"
<BR>Sul resto rispondo quando ho preparato la bibliografia... :-]

Inviato: 9 mar 2005, 16:57
da bajun
Non so, yeti. Ma da che cosa dipendono questi miglioramenti? Qual\'è l\'aspetto in base al quale il rubgy italiano può fare il salto di qualità? I soldi e il loro utilizzo. Forse la tua domanda potrebbe essere così riproposta. Esiste un modo di investire denaro in questa nazionale in modo tale da ottenere risultati immediati? Io credo di sì, ma prima vorrei lasciar spazio alle opinioni di utenti ben più esperti di me. Qualora vogliano esprimerle, queste opinioni, sono sicuro risulteranno essere più competenti delle mie.
<BR>
<BR>Saluti

Inviato: 9 mar 2005, 17:01
da bajun
Rigurardo il messaggio precedente: l\'ho detto senza ironia, naturalmente.
<BR>
<BR>Saluti

Inviato: 9 mar 2005, 17:08
da pam
Alcune osservazioni sui post letti finora:
<BR>1. sono assolutamente d\'accordo sul fatto che i risultati del breve non abbinao attinenza diretta con il movimento di base;
<BR>2. sono altesì d\'accordo sul fatto che per avere continuità di risultati di vertice occorra il movimento di base in grado di sfornare i rimpiazzi;
<BR>3. concordo anche con chi afferma che i risultati sul breve siano un traino necessario per il movimento (successi=interesse dei media=coinvolgimento di pubblico=sponsor=soldi per il movimento);
<BR>4. sul discorso del professionismo, vale forse la pena fare una riflessione svincolata dalle date ufficiali: qualcuno pensa che negli anni \'70 e \'80 in Inghilterra, Francia, Galles, Scozia ed Irlanda i giocatori di rugby fossero dei dilettanti? Ma per favore... L\'unico retaggio per ovvii motivi era presso di noi e, se ci pensiamo un attimo, il 90% dei giocatori attuali della nazionale è cresciuto nel periodo degli anni \'80 primi \'90 quando ancora il dilettantismo era da noi la regola. La cosa non è di poco conto. Avete mai visto un allenamento fatto con spirito \"dilettantistico\" ed uno fatto con spirito \"professionistico\"? Senz\'altro sì e non parliamo di professione o di soldi, ma di SPIRITO, di impegno. Andare a letto alle 2 pieni di birra dopo un allenamento oppure alle 21 senza aver toccato alcool sarà una banale semplificazione, di cui mi scuso, ma mi aiuta a spigarmi meglio.
<BR>Ora, e vengo all\'ultimo sassolino scagliato dallo Yetolone, temo che la ns. nazionale sia l\'ultimo prodotto del rugby dilettantistico, senz\'altro il suo migliore, con campioni che mai avrebbero potuto arrivare a questi livelli se non mossi da una classe, una determinazione ed un\'autodisciplina immensi, ma molto self-made, molto \"torvati\" e poco \"frutto\" di un lavoro organico. Sono certo che il futuro ci riserva un salto di qualità importante, al di la della gestione tecnica (problema non da poco). Sono sicuro che il ns, movimento stia attraversando un periodo di travaglio, di cambiamento di pelle (crescita disorganizzata, approssimazione nella gestione dei club che hanno raggiunto budget importanit, identificazione dei nuovi qudri tecnici e dirigenti per la gestione del tutto, ecc...), ma sono altersì sicuro che i ns. passi saranno proporzionalmente pù importanti di quelli dei ns. colleghi del 6 Naz.
<BR>Mi scuso per la prolissità e mi auguro di non essere frainteso in alcuni passaggi troppo \"diretti\".
<BR>bon soir
<BR>pam

Inviato: 9 mar 2005, 18:07
da chirichetto
Sulla questione, di massima importanza e che da sola potrebbe giustificare l\'esistenza di questo forum e la sua diffusione al più ampio pubblico, mi ci butto a capofitto.
<BR>Ho iniziato a giocare in una formazione dilettantistica, così dilettantistica che saccheggiava la giovanile ad ogni partita per motivi di lavoro della prima squadra.
<BR>Vedevo nella formazione di serie A della città vicina (con somma invidia) la possibilità di giustificare l\'impegno sportivo sul lato agonistico (inteso come prospettive se fossi diventato bravo) ma comunque con un\'ottica dilettantistica.
<BR>Ora è diverso: si può partire dalla provincia del sud da giovani e giocare come professionisti al nord (come ha fatto muflone).
<BR>Il che mi porta automaticamente ad aderire ai 4 punti di pamagri esposti nel post precedente.
<BR>Siamo al capolinea? cioè, siamo arrivati al massimo di espansione mediatica del rugby in Italia, condizione necessaria ma non sufficiente per miglirare il movimento?
<BR>Dico di no: mancano i risultati che portino questo sport fuori dall\'ostracismo dei quotidiani sportivi ( vedasi i tafiletti stile festa patronale sulla rosea e sugli altri giornali) e portino alle interviste in sede di tiggì e trasmissioni sportive generaliste varie (generaliste una mazza, parlano solo di tre squadre di calcio, valentino Rossi e ferrari).
<BR>Per i risultati, abbiamo una nazionale ed una vetrina che anni fa sognavamo, coppe europee che regalano soddisfazioni, visibilità, e contratti all\'estero per i nostri giocatori.
<BR>La locomotiva quindi tira, anche se in salita.
<BR>e\' questo il momento di spingere sul reclutamento e successiva formazione di nuove leve, dando prospettive ai miei esordi insperate, anzi, inesistenti, prospettive inesistenti che hanno portato molti ottimi giocatori, effettivi o in potenza, a scegliere la carriera lavorativa piuttosto che la carriera sportiva, anche se di alto livello.
<BR>Non riconoscerlo ( e fortunatamente, nessuno finora lo ha disconosciuto) vuol dire gettare a mare quanto fatto.
<BR>Questa riflessione è solo il punto della situazione.
<BR>Purtroppo non siamo noi a decidere come investire tutti quei soldi che si dice siano in cassa.
<BR>Io li investirei nel movimento, a condizione che le società di base, quelle che reclutano i bambini siano favorite e aumentino la leva di nuovi accoliti, e si inizi a trarre leve anche fuori dai luoghi canonici e quindi, anche in province rugbisticamente sconosciute, ma dall\'enorme potenziale umano.
<BR>Il rugby in italia e diffuso (poco) a macchia di leopardo: una grande realtà, magari con due cittadine della provincia, e poi il deserto.
<BR>Vi porgo l\'esempio dell\'Abruzzo: L\'Aquila, con due squadre + paganica, poi avezzano a 50 km, poi ............... nulla:
<BR>poche piccole squadre nella regione, molto disperse e con molte \"morti\" (scomparso Celano, Sulmona).
<BR>Eppure la Regione, nel complesso, ha vinto scudetti ed ha dato giocatori autoctoni alla nazionale.
<BR>Non penso quindi si sia al capolinea, ma se la dirigenza della federazione ha intenzione di sviluppare il rugby come ha fatto finora, privilegiando le zone a maggior tradizione e rinuciando a gran parte del paese, non vedo miglioramenti: gli altri del 6n avranno sempre un rapporto di 20 a 1 con noi in termini di movimento, e qundi, anche solo per statistica, avranno 20 fuoriclasse ogni nostro, 20 giocatori di livello mondiale ogni nostro, 20 giocatori decenti ogni nostro.
<BR>Il prossimo masi, bortolami, bergamasco arriverà tra 10 anni in una squadra per metà di buoni giocatori e per metà di decenti giocatori. Sono d\'accordo che questi che giocano ora sono ancora giocatori trovati e non cercati, prodotti, dalla federazione.
<BR>sono stato prolisso, mi scuso e mi ritiro in buon ordine aspettando ulteriori commenti ........

Inviato: 10 mar 2005, 7:27
da pam
Buongiorno! Ho riletto brevemente il mio di ieri sera, poichè l\'intervento di chirichetto lo richiamava...e mi sono accorto di un\'infinità di errori di ortografia e anche di grammatica! AAAARGHH.... Vi chiedo umilmente scusa, ma ieri ho trascorso la giornata parlando in francese con dei francesi e dei belgi, in inglese con dei tedeschi e con degli spagnoli in dialetto veronese... Spero di essere giustificato dalla Vs. umana comprensione...
<BR>pam
<BR>P.S. Mi piacerbbe leggere cosa ne pensa pier sull\'argomento postato dallo Yeti, non sulla mia scombinata grammatica.... :-]

Inviato: 10 mar 2005, 8:19
da kyuss
.... sono contento ( e sottolineo contentoooooo )....(la A del femminile era riferita alla tua definizione di parrucchiera che per altro forse mi si addice, pacchiano, talvolta e un po\' kitch nel modo di espormi, nel modo di scrivere,nel modo di dipingere, ma non bugiardo )... felice di saperti poeta e mancato musicista, mi piacciono, e non fraintendermi, l\'ARTISTI............continua nonostante la pancia il lavoro ..continua nonostante la pigrizia sempre giustificata.....ozia \"tristemente\" nel forum ...... ma ogni tanto ritorna sulla tua interrotta terza opera .... e poi se vuoi portamela a conoscenza ........... te ne saro \' grato!!!!!

Inviato: 10 mar 2005, 8:26
da supercaponez
Grazie Chirichetto: Chieti non è mai esistito e mai esisterà, poi c\'è anche il pescara....
<BR>Già ma tu sei di Avezzano! :-Y

Inviato: 10 mar 2005, 12:17
da pam
Yeti, Te l\'ho già detto, senza odor di scandalo, un velo di pettegolezzo e qualche malignità dietrologica...l\'argomento non acchiappa...se per di più fa pensare...hai voglia!
<BR>pam :-]

Inviato: 10 mar 2005, 12:34
da pier12345
E\' la vecchia parabola....sarà l\'autista che non sa guidare, oppure è la macchina che non va?
<BR>
<BR>Allora che succede nei casi en cui
<BR>1) l\'autista che non sa guidare
<BR>e poi..
<BR>2) la macchina che va
<BR>
<BR>come potrebbe essere il caso en Italia oggi.
<BR>
<BR>Cmq ..cambiando il allenatore è il più facile cosa di fare....
<BR>ma constuire un movimento di rugby serio , professionale ...questa è altra discorso.
<BR>
<BR>Cosi ..sicuramente la FIR caricarà la colpa sul JK.
<BR>
<BR>poi si vedrà la stagione prossima se le cose hanno migliorato.
<BR>

Inviato: 10 mar 2005, 14:04
da pam
<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 10-03-2005 alle ore 12:34, pier12345 wrote:
<BR>E\' la vecchia parabola....sarà l\'autista che non sa guidare, oppure è la macchina che non va?
<BR>
<BR>Allora che succede nei casi en cui
<BR>1) l\'autista che non sa guidare
<BR>e poi..
<BR>2) la macchina che va
<BR>
<BR>come potrebbe essere il caso en Italia oggi.
<BR>
<BR>Cmq ..cambiando il allenatore è il più facile cosa di fare....
<BR>ma constuire un movimento di rugby serio , professionale ...questa è altra discorso.
<BR>
<BR>Cosi ..sicuramente la FIR caricarà la colpa sul JK.
<BR>
<BR>poi si vedrà la stagione prossima se le cose hanno migliorato.
<BR>
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Ma sul legame nazionale/movimeto di base, che legami vedi?
<BR>Cosa pensi del fatto che il ns. professionismo sia neonato, mentre negli altri paesi del 6 naz. e Tu ne sei una testimonianza è di vecchia data? Quali conseguenze ne trai circa il livello delle figure di dirigenti ed allenatori?
<BR>Grazie per l\'attenzione
<BR>pam

Inviato: 10 mar 2005, 14:42
da pier12345
Pamagri ..intendevo dire....
<BR>\"Allora che succede nei casi en cui
<BR>
<BR>1) l\'autista non sa guidare
<BR>e poi..
<BR>2) la macchina Non va
<BR>
<BR>come potrebbe essere il caso en Italia oggi!
<BR>
<BR>1) PROFESSIONALISMIO V DILETANTISMO
<BR>
<BR>Ho letto quello che hai detto che il rugby nei anni 70 / 80 en Scozia , Irlanda ecc non era Dilettanti.....
<BR>Sbagliato..era 100% dilettanti....forse ti trovano un lavoro a traves del club ecc..anche devi ricordare che nei anni 60/70/80 il rugby era quasi esclusivamnete giocato per personne economicamente privelegiati.
<BR>
<BR>Infatti era ITALIA che era conosciuto per pagare grossi somme di soldi CONTRA TUTTI I REGOLAMENTI DEL IRB.
<BR>
<BR>Credete che Jeaanii Breedts, David Campese et al sono venuto per la clima??
<BR>
<BR>Cosi la realtà Professionale ...cioè di pagare giocatore è molto più vecchio en Italia che altri paese.
<BR>
<BR>2) Rapporto fra risultati della Nazionale e il Movimento
<BR>
<BR>Normalmente la nazionale è il vero riflessione del movimento .
<BR>Ma en italia non è cosi.
<BR>Sono due organi ben seperati.....
<BR>La Nazionale è quasi interamnete composto di giocatori che hanno imparato come giocare ai alti livelli al estero.
<BR>il movimento Italiano di rugby ha contributo quasi niente al successo / non successo di oggi degli Azzurri.
<BR>
<BR>Ma Guardando al futuro..per arrivare per competere , ( essere RISPETATTI è un luogocommune inutile nel rugby)...
<BR>La Nazionale e il Movimento deve imparare di REMARE NELLA STESSA DIREZIONE!
<BR>
<BR>Se non...impossibile di avere successi importante....
<BR>

Inviato: 10 mar 2005, 15:42
da pam
Pier, ok. Circa il profesisonismo, intendevocomunque lo \"spirito\", più che la moneta, come puoi leggere nel mio precedente.
<BR>Ma per il resto della diagnosi credo di aver capito...
<BR>pam

Inviato: 10 mar 2005, 20:43
da marcofk
<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 09-03-2005 alle ore 07:03, Bacioci wrote:
<BR>Partendo da questo punto, mi riallaccio agli esempi fatti relativi ad altri sport. Attenzione, perchè le politiche che io definisco miopi di Olanda e Usa nel volley o di altre nazioni in altri sport hanno il difetto di ottenere dei risultati fino a quando ci sono talenti che possano tenere alto il livello. Poi, però, fatalmente queste squadre spariscono. Proprio Usa e Olanda nel volley sono adesso squadre di seconda fascia e con scarse porspettive. L\'Italia del volley, invece, è sempre rimasta ai vertici perchè ha saputo trasformare l\'onda di successi di una meravigliosa generazione di talenti (irripetibile) in un solido movimento, capace di migliorare il proprio standard in modo da garantire sempre e comunque che alla nazionale possano arrivare giocatori di livello internazionale. Poi, ci sono degli anni in cui non si vince, ma non si è mai passati da essere i n.1 a essere i n. 30.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Mah, veramente è l\'esatto contrario: l\'Italia del volley ha avuto un movimento forte ben prima che iniziassimo a vincere con la nazionale: vincevamo coppe europee a raffica ma le buscavamo da Bulgaria, Francia, Svezia e quant\'altro. La Nazionale non ha trascinato il movimento: il movimento c\'era, è crescituo un po\' per la moda lanciata dagli azzurri vincenti, ma si è ridimensionato negli anni. D\'altra parte il Giappone ha un movimento enorme e ospita molti dei migliori giocatori (non giapponesi) del mondo, ma non vince un tubo dalle olimpiadi di Monaco 1972.
<BR>
<BR>La miopia di Olanda (soprattutto) e Stati Uniti (anche se qui non sono del tutto convinto: ci hanno provato ripetutamente ed hanno fallito, ripetutamente, per vari motivi che posso spiegare in un altro momento) è stata di non sfruttare il successo della nazionale per rilanciare un movimento competitivo. Però per fare questo ci vogliono sponsor pronti a separarsi da parecchi soldi in cambio di poco o niente: l\'Italia ce li ha, l\'Olanda non è un mercato sufficientemente grande per fare soldi sponsorizzando squadre di pallavolo, gli Stati Uniti hanno quattro leghe professionistiche che fagocitano la maggior parte dei soldi delle sponsorizzazioni e nessuno vuole investire in uno sport che non ce la fa ad apparire in TV. Ed allora che si fa? Si rinuncia a provare a vincere? Certo, se gli olandesi avessero deciso di rinunciare a giocare a pallavolo e di coltivare invece tulipani, oggi avremmo almeno una medaglia d\'oro olimpica nella pallavolo tinta d\'azzurro, forse due (5 agosto 1992... il peggior compleanno della mia vita!)
<BR>
<BR>Ma criticarli per aver avuto successo a dispetto delle loro circostanze mi sembra veramente ridicolo: perchè abbiamo questa cultura di disprezzo nei confronti del successo? Il successo è importante in tutti i settori della vita, e lo sport non fa eccezione: se così non fosse lo sport competitivo non avrebbe ragion d\'essere.