<BR>Bei tempi.
<BR>Allora, siccome io e Pamagri ci stavamo riaccapigliando in privato, e ci sembrava triste farlo tutto soli (come fossimo due vecchietti sdentati al bar del paese a sbraitare ancora su chi aveva rubato la bicicletta al parroco 47 anni prima), abbiamo deciso di riportare le questioni all\'attenzione di tutti. Fissiamo intanto due punti di partenza.
<BR>
<BR>- La nazionale italiana ha dei problemi (come tutte le nazionali periodicamente).
<BR>- Il movimento rugbystico italiano ha dei problemi (come tutte le cose italiane stabilmente)
<BR>
<BR>Che rapporto esiste tra i due ordini di problemi?
<BR>Sembrerebbe logico prospettare una relazione diretta: la nazionale ha problemi che eredita dal nostro movimento. E il contenzioso sarebbe finito. Ma......la cosa è più complessa.
<BR>Parlandone in privato con Pamagri, non ho potuto fare a meno di notare che io e lui abbiamo modelli di approccio completamente diversi. Lo tiro in ballo impunemente (tanto, come Roger Rabbit, non resisterà al ritornello di \"ammazza la vecchia\") perchè il suo modo è talmente opposto al mio che mi sembra curioso. Lui, mente analitica secondo me, sostiene l\'indipendenza dei due aspetti: il tipo di problemi che ha la nazionale va risolto in tempi brevi e brevissimi (nuova conduzione tecnica?), secondo modalità e criteri interni al problema \"nazionale\". Il problema del sviluppo del movimento va affrontato su altri livelli, con modalità e criteri propri alla natura intrinseca del problema \"sviluppo\" e che presuppongono tempi molto lunghi (progettazione sistematica, pianificazione e attuazione di strategie di sviluppo, bla bla...) e che nulla hanno a che vedere con la gestione di una nazionale e che non necessariamente possono essere benefici alla nazionale, almeno in tempi brevi. Dico bene, Pam?
<BR>Io, mente storica, credo che ci sia una relazione reciproca di molteplici elementi che vanno considerati come un sistema. Tutto si influenza reciprocamente e quindi, il problema nazionale va visto in un\'ottica allargata (campionato, cultura rugbystica in Italia, mezzi e materiale umano a disposizione,....). Tuttavia, più ci penso, più mi rendo conto che il punto di vista di Pamagri non è del tutto peregrino, anzi. Sicuramente ci sono problemi della conduzione tecnica di una squadra (in questo caso la nazionale) che non sono minimamente influenzati dal resto. Sono peculiari, esclusivi e vanno risolti all\'interno. Altri invece sono più circostanziati e meritano una riflessione globale che coinvolga altri aspetti in modo sistematico.
<BR>Insomma, cosa ne pensate?
<BR>Ci sono relazioni tra i due ordini di problemi oppure no?
<BR>Ci sono problemi all\'interno di una nazionale (non solo quella italiana, una nazionale in genere) che vanno risolti indipendentemente dal movimento?
<BR>Ci sono problemi del movimento che vanno risolti indipendentemente dal successo e dalla visibilità di una nazionale?
<BR>Che cosa può portare di buono in una nazionale uno sviluppo programmatico e competente (!!!) del movimento?
<BR>Come può un movimento in regresso o in progresso influenzare positivamente o negativamente la nazionale?
<BR>Insomma, i problemi vanno risolti uno per volta, oppure bisogna considerarli tutti insieme per trovare soluzioni organiche?
<BR>A voi la parola.
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<BR>
<BR>G.
<BR>
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<BR>P.s. Per essere sicuro di suscitare un dibattito acceso e costruttivo con molte risposte vi devo dire che VI CONSIDERO TUTTI UN BRANCO DI IMBECILLI E DI INCAPACI.