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Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 8:39
da Laporte
Giangian ha scritto:da Il Gazzettino di ieri:
Una formula breve per salvare il campionato
Il campionato ha concluso la terza giornata senza troppo entusiasmo. È la formula, prima ancora degli scarsi contenuti tecnici, a condannarlo. Tra coppe europee, test-match autunnali e Sei Nazioni lo attende infatti un letargo di 5 mesi dal quale in Italia è impossibile riprendersi: dal primo novembre, data della sesta giornata, al 28 marzo, quando di disputerà la seconda di ritorno, si giocheranno in tutto quattro turni. Come tenere vivo l'interesse di pubblico e sponsor in simili condizioni? Leggere una pagina al mese di un giallo non funziona, anche se si tratta di Follett.
Che il campionato italiano la tirasse troppo per le lunghe, specialmente in rapporto alle partite giocate, lo pensava già Carwyn James, l'allenatore del Llanelli e dei Lions vittoriosi in Nuova Zelanda nel '71, che 30 anni fa guidò il Rovigo allo scudetto. Sosteneva che la sua importanza per i giocatori e la durata rendevano l'impegno psicologico logorante. L'avvento del professionismo non ha modificato le cose. I malanni del torneo anzi si sono aggravati: ancora più spezzettato, tecnicamente impoverito (le stelle straniere e quasi tutti gli azzurri giocano all'estero), stadi semivuoti. Le ragioni di Carwyn sembrano addirittura ingigantite dal nuovo status economico che richiede più risorse e dunque moltiplica le competizioni alla caccia di pubblico e sponsor. Inoltre proprio l'aumento degli impegni di alto livello ha reso ancora più elevata l'usura fisica e mentale dei giocatori.
Certo si potrebbe obiettare che il calendario internazionale è uguale per tutti in Europa. E che in Francia e Inghilterra la pressione è sicuramente maggiore. Ma è altrettanto vero che Premiership e Top 14 sono più continui. E poi ciascuno si adatta al professionismo e ai suoi impegni con i mezzi di cui dispone e meglio che può. Galles, Irlanda e Scozia non a caso hanno dato vita a una Celtic League riservata alle franchigie che consente di dosare le energie degli internazionali.
In Italia una riforma del Super 10 appare urgente. E una riduzione della durata, concentrandolo da metà febbraio al primo week end di giugno, potrebbe rappresentare l'alternativa al suo totale declassamento che qualcuno va proponendo per concentrare l'élite in due selezioni macroregionali. Giocando due volte in concomitanza con il Sei Nazioni ci sarebbero 15 settimane per assegnare lo scudetto. Poche? Se tre mesi sono sufficienti per l'Npc in Nuova Zelanda e lo svolgimento del Super 14, perché ai nostri club non dovrebbero bastarne quattro?
La formula breve, oltre a rendere più leggibile e seguito il torneo, avrebbe il pregio di liberare spazio a una seconda competizione, magari aperta alle società di serie A. Da ottobre a gennaio si potrebbe così giocare con una minor pressione in termini di risultato, puntando alla ricerca del gioco e al lancio dei giovani. Solo in questa prima parte della stagione sarebbe ipotizzabile la sovrapposizione di un'attività riservata ai migliori giocatori italiani e stranieri finalizzata alla coppe europee. E che potrebbe vedere coinvolti i primi due club del campionato oltre a due franchigie. Poi tutti in mischia per lo scudetto. Una soluzione che certo non potrebbe bastare, da sola, al pieno rilancio del rugby italiano. Ma che contribuirebbe a crearne premesse fondamentali.
Antonio Liviero
Grazie per la segnalazione: vedo che non sono l'unico a dire che avanti così non si cva da nessuna parte. Poi le ricette possono essere diverse...
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 8:48
da masterweb
Laporte ha scritto:Giangian ha scritto:da Il Gazzettino di ieri:
Una formula breve per salvare il campionato
Il campionato ha concluso la terza giornata senza troppo entusiasmo. È la formula, prima ancora degli scarsi contenuti tecnici, a condannarlo. Tra coppe europee, test-match autunnali e Sei Nazioni lo attende infatti un letargo di 5 mesi dal quale in Italia è impossibile riprendersi: dal primo novembre, data della sesta giornata, al 28 marzo, quando di disputerà la seconda di ritorno, si giocheranno in tutto quattro turni. Come tenere vivo l'interesse di pubblico e sponsor in simili condizioni? Leggere una pagina al mese di un giallo non funziona, anche se si tratta di Follett.
Che il campionato italiano la tirasse troppo per le lunghe, specialmente in rapporto alle partite giocate, lo pensava già Carwyn James, l'allenatore del Llanelli e dei Lions vittoriosi in Nuova Zelanda nel '71, che 30 anni fa guidò il Rovigo allo scudetto. Sosteneva che la sua importanza per i giocatori e la durata rendevano l'impegno psicologico logorante. L'avvento del professionismo non ha modificato le cose. I malanni del torneo anzi si sono aggravati: ancora più spezzettato, tecnicamente impoverito (le stelle straniere e quasi tutti gli azzurri giocano all'estero), stadi semivuoti. Le ragioni di Carwyn sembrano addirittura ingigantite dal nuovo status economico che richiede più risorse e dunque moltiplica le competizioni alla caccia di pubblico e sponsor. Inoltre proprio l'aumento degli impegni di alto livello ha reso ancora più elevata l'usura fisica e mentale dei giocatori.
Certo si potrebbe obiettare che il calendario internazionale è uguale per tutti in Europa. E che in Francia e Inghilterra la pressione è sicuramente maggiore. Ma è altrettanto vero che Premiership e Top 14 sono più continui. E poi ciascuno si adatta al professionismo e ai suoi impegni con i mezzi di cui dispone e meglio che può. Galles, Irlanda e Scozia non a caso hanno dato vita a una Celtic League riservata alle franchigie che consente di dosare le energie degli internazionali.
In Italia una riforma del Super 10 appare urgente. E una riduzione della durata, concentrandolo da metà febbraio al primo week end di giugno, potrebbe rappresentare l'alternativa al suo totale declassamento che qualcuno va proponendo per concentrare l'élite in due selezioni macroregionali. Giocando due volte in concomitanza con il Sei Nazioni ci sarebbero 15 settimane per assegnare lo scudetto. Poche? Se tre mesi sono sufficienti per l'Npc in Nuova Zelanda e lo svolgimento del Super 14, perché ai nostri club non dovrebbero bastarne quattro?
La formula breve, oltre a rendere più leggibile e seguito il torneo, avrebbe il pregio di liberare spazio a una seconda competizione, magari aperta alle società di serie A. Da ottobre a gennaio si potrebbe così giocare con una minor pressione in termini di risultato, puntando alla ricerca del gioco e al lancio dei giovani. Solo in questa prima parte della stagione sarebbe ipotizzabile la sovrapposizione di un'attività riservata ai migliori giocatori italiani e stranieri finalizzata alla coppe europee. E che potrebbe vedere coinvolti i primi due club del campionato oltre a due franchigie. Poi tutti in mischia per lo scudetto. Una soluzione che certo non potrebbe bastare, da sola, al pieno rilancio del rugby italiano. Ma che contribuirebbe a crearne premesse fondamentali.
Antonio Liviero
Grazie per la segnalazione: vedo che non sono l'unico a dire che avanti così non si cva da nessuna parte. Poi le ricette possono essere diverse...
...potrebbe andar peggio, potrebbe piovere!
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 9:12
da pepitosbazzeguti
masterweb ha scritto:Laporte ha scritto:Giangian ha scritto:da Il Gazzettino di ieri:
Una formula breve per salvare il campionato
Il campionato ha concluso la terza giornata senza troppo entusiasmo. È la formula, prima ancora degli scarsi contenuti tecnici, a condannarlo. Tra coppe europee, test-match autunnali e Sei Nazioni lo attende infatti un letargo di 5 mesi dal quale in Italia è impossibile riprendersi: dal primo novembre, data della sesta giornata, al 28 marzo, quando di disputerà la seconda di ritorno, si giocheranno in tutto quattro turni. Come tenere vivo l'interesse di pubblico e sponsor in simili condizioni? Leggere una pagina al mese di un giallo non funziona, anche se si tratta di Follett.
Che il campionato italiano la tirasse troppo per le lunghe, specialmente in rapporto alle partite giocate, lo pensava già Carwyn James, l'allenatore del Llanelli e dei Lions vittoriosi in Nuova Zelanda nel '71, che 30 anni fa guidò il Rovigo allo scudetto. Sosteneva che la sua importanza per i giocatori e la durata rendevano l'impegno psicologico logorante. L'avvento del professionismo non ha modificato le cose. I malanni del torneo anzi si sono aggravati: ancora più spezzettato, tecnicamente impoverito (le stelle straniere e quasi tutti gli azzurri giocano all'estero), stadi semivuoti. Le ragioni di Carwyn sembrano addirittura ingigantite dal nuovo status economico che richiede più risorse e dunque moltiplica le competizioni alla caccia di pubblico e sponsor. Inoltre proprio l'aumento degli impegni di alto livello ha reso ancora più elevata l'usura fisica e mentale dei giocatori.
Certo si potrebbe obiettare che il calendario internazionale è uguale per tutti in Europa. E che in Francia e Inghilterra la pressione è sicuramente maggiore. Ma è altrettanto vero che Premiership e Top 14 sono più continui. E poi ciascuno si adatta al professionismo e ai suoi impegni con i mezzi di cui dispone e meglio che può. Galles, Irlanda e Scozia non a caso hanno dato vita a una Celtic League riservata alle franchigie che consente di dosare le energie degli internazionali.
In Italia una riforma del Super 10 appare urgente. E una riduzione della durata, concentrandolo da metà febbraio al primo week end di giugno, potrebbe rappresentare l'alternativa al suo totale declassamento che qualcuno va proponendo per concentrare l'élite in due selezioni macroregionali. Giocando due volte in concomitanza con il Sei Nazioni ci sarebbero 15 settimane per assegnare lo scudetto. Poche? Se tre mesi sono sufficienti per l'Npc in Nuova Zelanda e lo svolgimento del Super 14, perché ai nostri club non dovrebbero bastarne quattro?
La formula breve, oltre a rendere più leggibile e seguito il torneo, avrebbe il pregio di liberare spazio a una seconda competizione, magari aperta alle società di serie A. Da ottobre a gennaio si potrebbe così giocare con una minor pressione in termini di risultato, puntando alla ricerca del gioco e al lancio dei giovani. Solo in questa prima parte della stagione sarebbe ipotizzabile la sovrapposizione di un'attività riservata ai migliori giocatori italiani e stranieri finalizzata alla coppe europee. E che potrebbe vedere coinvolti i primi due club del campionato oltre a due franchigie. Poi tutti in mischia per lo scudetto. Una soluzione che certo non potrebbe bastare, da sola, al pieno rilancio del rugby italiano. Ma che contribuirebbe a crearne premesse fondamentali.
Antonio Liviero
Grazie per la segnalazione: vedo che non sono l'unico a dire che avanti così non si cva da nessuna parte. Poi le ricette possono essere diverse...
...potrebbe andar peggio, potrebbe piovere!
Abituati, gli interventi di Laporte sono tutti così...
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 9:53
da stefanot
Le soluzioni potrebbero essere migliaia e tutte potrebbero essere sicuramente migliori dell'attuale per quanto riguarda lo sviluppo del movimento, del settore giovanile eccetera eccetera eccetera. Il problema in Italia sono i club i quali sono contrari a qualsiasi soluzione che possa solo cambiare di una virgola la situazione attuale.
Io proporrei di partire da una cosa molto piu' semplice: perche' non cambiare la coppa italia che cosi' com'e' non credo sia molto utile...perche' non creare delle specie di selezioni con i migliori italiani e stranieri in italia che non partecipano al 6 nazioni e magari fare una coppa mista con selezioni e squadre di altri paesi come Francia? Oppure fare direttamente una coppa mista come fanno Inghilterra e Galles?
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 9:57
da stefanot
Oppure si potrebbe fare come nel campionato argentino di rugby: un campionato apertura e uno di clausura, cioe' uno prima del 6 nazioni e uno dopo.
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 10:10
da dago711
credo anchio che si potrebbe cominciare cambiando la formula della coppa italia. aumentando il numero dei giocatori italiani in lista e permettere di giocare solo agli under 25/26 con duo o tre fuori quota che facciano da chioccie ai giovani.
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 10:31
da lupobravi
Anche il nostro capitano Sergio Parisse in un'intervista mi pare sul Tempo ha dichiarato che le selezioni sono una buona soluzione e che parlerà con Dondi. Tra le righe mi pare di capire che qualora ci fosse una soluzione che permetta a squadre italiane di confrontarsi sempre sul grande livello ci potrebbe essere un ritorno in Italia di giocatori che attualmente si consacrano all'estero.
Io lo guardo sempre il S10 ma onestamente poi se giro sul S14 o Guinness, beh la differenza si vede, e mi scoccia poi vedere grandi campioni come parisse che non giocano in italia. E' il momento per cambiare, o perlomeno trovare anche soluzioni alternative che facciano decollare il livello del rugby, sia come interesse mediatico, fondamentale questo, economico, se no i campioni non si pagano e tecnico. La FIR che è rimasta ormai l'unica rappresentante del rugby nazionale si deve mettere alla ricerca immediata di una soluzione campionato e mettere mano al portafogli per supportare gli ingaggi dei nostri italiani all'estero in maniera che tornino sul suolo patrio.
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 11:03
da Fally
E' da anni che il nostro Super10 è in declino, spettacolo di scarso livello, pubblico assente (non si vedono alle partite neanche i bimbi delle giovanili....) e da quest'anno, ciliegina sulla torta, la perdita della diretta Sky. Già l'anno scorso fummo "retrocessi" per far posto al basket, ma almeno c'era un bel collegamento da fare da contorno, da quest'anno nulla. Va beh, LA7 è in chiaro, ma il servizio che offre Sky lo reputo migliore.
Non so quali siano le soluzioni, perchè ritengo ogni soluzione inutile se non si vuole affrontare il VERO PROBLEMA. In molti lo avete detto.....QUA OGNUNO CURA IL PROPRIO ORTICELLO, pensando di avere tra le mani una fortuna, ma poi si rimane sempre con un pugno di mosche in mano.
E a rimetterci siamo noi che vorremmo avere un spettacolo in campo. E' un vero peccato che non si sfrutti questo momento d'oro per il nostro sport, la cassa di risonanza della Nazionale e dei mondiali è stata più che ottima, ma si esaurirà, e tutte le persone che si sono affezionate al Rugby in questo periodo "migreranno" verso altri sport.
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 13:13
da jimmy88
L'unico modo per tenere alto l'appeal del rugby in Italia è portare a casa risultati con la nazionale, soprattutto nel 6 nazioni..Purtroppo il nostro campionato è troppo scadente rispetto alle altre realtà europee. La fir dovrebbe prendere in mano la situazione e fare qualcosa per rilanciare il campionato!! I soldi credo che non manchino visto che cresciamo parecchio
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 13:30
da Laporte
pepitosbazzeguti ha scritto:masterweb ha scritto:Laporte ha scritto:Giangian ha scritto:da Il Gazzettino di ieri:
Una formula breve per salvare il campionato
Il campionato ha concluso la terza giornata senza troppo entusiasmo. È la formula, prima ancora degli scarsi contenuti tecnici, a condannarlo. Tra coppe europee, test-match autunnali e Sei Nazioni lo attende infatti un letargo di 5 mesi dal quale in Italia è impossibile riprendersi: dal primo novembre, data della sesta giornata, al 28 marzo, quando di disputerà la seconda di ritorno, si giocheranno in tutto quattro turni. Come tenere vivo l'interesse di pubblico e sponsor in simili condizioni? Leggere una pagina al mese di un giallo non funziona, anche se si tratta di Follett.
Che il campionato italiano la tirasse troppo per le lunghe, specialmente in rapporto alle partite giocate, lo pensava già Carwyn James, l'allenatore del Llanelli e dei Lions vittoriosi in Nuova Zelanda nel '71, che 30 anni fa guidò il Rovigo allo scudetto. Sosteneva che la sua importanza per i giocatori e la durata rendevano l'impegno psicologico logorante. L'avvento del professionismo non ha modificato le cose. I malanni del torneo anzi si sono aggravati: ancora più spezzettato, tecnicamente impoverito (le stelle straniere e quasi tutti gli azzurri giocano all'estero), stadi semivuoti. Le ragioni di Carwyn sembrano addirittura ingigantite dal nuovo status economico che richiede più risorse e dunque moltiplica le competizioni alla caccia di pubblico e sponsor. Inoltre proprio l'aumento degli impegni di alto livello ha reso ancora più elevata l'usura fisica e mentale dei giocatori.
Certo si potrebbe obiettare che il calendario internazionale è uguale per tutti in Europa. E che in Francia e Inghilterra la pressione è sicuramente maggiore. Ma è altrettanto vero che Premiership e Top 14 sono più continui. E poi ciascuno si adatta al professionismo e ai suoi impegni con i mezzi di cui dispone e meglio che può. Galles, Irlanda e Scozia non a caso hanno dato vita a una Celtic League riservata alle franchigie che consente di dosare le energie degli internazionali.
In Italia una riforma del Super 10 appare urgente. E una riduzione della durata, concentrandolo da metà febbraio al primo week end di giugno, potrebbe rappresentare l'alternativa al suo totale declassamento che qualcuno va proponendo per concentrare l'élite in due selezioni macroregionali. Giocando due volte in concomitanza con il Sei Nazioni ci sarebbero 15 settimane per assegnare lo scudetto. Poche? Se tre mesi sono sufficienti per l'Npc in Nuova Zelanda e lo svolgimento del Super 14, perché ai nostri club non dovrebbero bastarne quattro?
La formula breve, oltre a rendere più leggibile e seguito il torneo, avrebbe il pregio di liberare spazio a una seconda competizione, magari aperta alle società di serie A. Da ottobre a gennaio si potrebbe così giocare con una minor pressione in termini di risultato, puntando alla ricerca del gioco e al lancio dei giovani. Solo in questa prima parte della stagione sarebbe ipotizzabile la sovrapposizione di un'attività riservata ai migliori giocatori italiani e stranieri finalizzata alla coppe europee. E che potrebbe vedere coinvolti i primi due club del campionato oltre a due franchigie. Poi tutti in mischia per lo scudetto. Una soluzione che certo non potrebbe bastare, da sola, al pieno rilancio del rugby italiano. Ma che contribuirebbe a crearne premesse fondamentali.
Antonio Liviero
Grazie per la segnalazione: vedo che non sono l'unico a dire che avanti così non si cva da nessuna parte. Poi le ricette possono essere diverse...
...potrebbe andar peggio, potrebbe piovere!
Abituati, gli interventi di Laporte sono tutti così...
dimenticavo mister nullità.
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 13:32
da Laporte
stefanot ha scritto:Le soluzioni potrebbero essere migliaia e tutte potrebbero essere sicuramente migliori dell'attuale per quanto riguarda lo sviluppo del movimento, del settore giovanile eccetera eccetera eccetera. Il problema in Italia sono i club i quali sono contrari a qualsiasi soluzione che possa solo cambiare di una virgola la situazione attuale.
Io proporrei di partire da una cosa molto piu' semplice: perche' non cambiare la coppa italia che cosi' com'e' non credo sia molto utile...perche' non creare delle specie di selezioni con i migliori italiani e stranieri in italia che non partecipano al 6 nazioni e magari fare una coppa mista con selezioni e squadre di altri paesi come Francia? Oppure fare direttamente una coppa mista come fanno Inghilterra e Galles?
a me sembra che contrari ci sono molti altri, a cominciare ai sostenuitori del rugby campanile...(che poi si lamentano che la TV non li caga)
Quel che : nella mediocrità andiamo bene e l'importante è bersi una birra.
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 13:34
da cesco/cesco
per innalzarelo spettacolo, di certo non bisogna mettere limiti negli stranieri e nemmeno minimi di italiani... lasciamo che ognuno faccia la squadra che vuole, non credo siano gli stranieri ad abbassare il livello del nostro campionato... è la nostra base che non è di livello e... vogliamo portare ancor più italiani veri?... mah, ognuno la vede a suo modo ed io rispetto chi ritiene che l'italiano dia più spettacolo di uno straniero e che porti il cugino in più allo stadio ma... premetto è una provocazione: il livello è calato...e se fosse colpa del giocatore in più italiano di formazione obbligatorio per partita?....
per appassionare, si deve dare spettacolo... quanti italiani abbiamo in italia che danno spettacolo o che sono in grado di darlo? ritengo che gli italiani bravi giocano gia eccome,in certe formazioni ricoprono ruoli fondamentali dalla mediana alla prima linea, chi non gioca forse è perchè non è nemmeno al livello del nostro super 10.....
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 13:36
da Laporte
cesco/cesco ha scritto:per innalzarelo spettacolo, di certo non bisogna mettere limiti negli stranieri e nemmeno minimi di italiani... lasciamo che ognuno faccia la squadra che vuole, non credo siano gli stranieri ad abbassare il livello del nostro campionato... è la nostra base che non è di livello e... vogliamo portare ancor più italiani veri?... mah, ognuno la vede a suo modo ed io rispetto chi ritiene che l'italiano dia più spettacolo di uno straniero e che porti il cugino in più allo stadio ma... premetto è una provocazione: il livello è calato...e se fosse colpa del giocatore in più italiano di formazione obbligatorio per partita?....
per appassionare, si deve dare spettacolo... quanti italiani abbiamo in italia che danno spettacolo o che sono in grado di darlo? ritengo che gli italiani bravi giocano gia eccome,in certe formazioni ricoprono ruoli fondamentali dalla mediana alla prima linea, chi non gioca forse è perchè non è nemmeno al livello del nostro super 10.....
livello calato ?
Certo, malgrado tutti questi stranierucoli di scarto
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 14:13
da pilonegrosso
Laporte ha scritto:cesco/cesco ha scritto:per innalzarelo spettacolo, di certo non bisogna mettere limiti negli stranieri e nemmeno minimi di italiani... lasciamo che ognuno faccia la squadra che vuole, non credo siano gli stranieri ad abbassare il livello del nostro campionato... è la nostra base che non è di livello e... vogliamo portare ancor più italiani veri?... mah, ognuno la vede a suo modo ed io rispetto chi ritiene che l'italiano dia più spettacolo di uno straniero e che porti il cugino in più allo stadio ma... premetto è una provocazione: il livello è calato...e se fosse colpa del giocatore in più italiano di formazione obbligatorio per partita?....
per appassionare, si deve dare spettacolo... quanti italiani abbiamo in italia che danno spettacolo o che sono in grado di darlo? ritengo che gli italiani bravi giocano gia eccome,in certe formazioni ricoprono ruoli fondamentali dalla mediana alla prima linea, chi non gioca forse è perchè non è nemmeno al livello del nostro super 10.....
livello calato ?
Certo, malgrado tutti questi stranierucoli di scarto
In S10 vedo massimo 3-4 stranieri per squadra in grado di fare la differenza. Gli altri di solito giocano perchè hanno piu' esperienza di giovani italiani potenzialmente migliori, ma che giocano poco. Perchè, fatte le debite proporzioni, in S14 e Premiership appena c'è l'occasione vengono testati ragazzi di 19-20 anni? Perchè non ci sono altri piu' forti o perchè si cerca di farli crescere ad un'età in cui si può migliorare di piu'?
pilonegrosso
Re: Super 10: un fallimento, diciamocelo
Inviato: 1 ott 2008, 15:04
da EmmePi
cesco/cesco ha scritto:...quanti italiani abbiamo in italia che danno spettacolo o che sono in grado di darlo? ...
Ce ne sono moltissimi, ma sono seduti in parlamento.