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Alucard ha scritto:

nino22 ha scritto:Quella di far seguire i 5 calciatori da un allenatore specifico è sicuramente una buona idea, speriamo che non si allenino solo i piazzati ma anche drop e calci di spostamento.

dovrebbero fare ore di allenamenti al giorno, tipo come fa wilkinson...

Basterebbe anche far allenare di più i giovani su questo fondamentale, soprattutto nelle accademie per club, allora sì che le accademie diventerebbero vincenti, ovvero nel caso in cui in esse ci fosse non solo staff qualificato, ma anche non reperibile presso i club (leggi allenatori nei calci)
Quanto ad allenarsi come fa wilkinson....nel calcio credo sia normale che il tiratore di punizioni si fermi oltre l'allenamento per esercitarsi in questa fase di gioco, non vedo perchè nel rugby non si possa pensare di fare altrettanto!

Per i giovani non si può pretendere di inviare dei tecnici specifichi ad ogni squadra ... organizzare invece degli stage specifici per calciatore con tecnici specializzati si, ma questa è un idea che può essere ripresa per ogni ruolo, ed aldilà di questo formare gli allenatori che giornalmente allenano, questo è fondamentale!!
Per quanto riguarda le 5 aperture, se a fine allenamento dedicano 1 oretta al giorno con un allenatore specializzato, possono arrivare (in maniera + o - evidente) solo risultati positivi, nn di certo negativi.

madflyhalf ha scritto:Aspettate di incontrare la Francia (formazione che ha battuto il SA) prima di dire che abbiamo gli avanti più forti d'Europa. Forti sì... non ci piove. "I più forti" no!

L'impressione è che nelle sfide giocate contro il Sudafrica noi siamo stati superiori in mischia per più tempo rispetto a quanto fatto dai francesi; la differenza l'hanno fatta altri fattori, la touche su tutti. Ad esempio, nel momento decisivo di Francia-SA Chabal ha rubato una touche ai sudafricani nei 22 francesi, nel momento decisivo di Italia-SA Matfield ha rubato una touche agli italiani nei 22 sudafricani. Sottili differenze...
Contro la NZ invece troppa differenza di organico tra i tutti neri, ma anche qui netta superiorità italiana nel confronto con i..."cugini".

Nel complesso, il bilancio dei nostri TM parla di tre sensazioni diverse: mischia mondiale, difesa discreta, tutto il resto (gioco, touche, disciplina, ricambi, calci, esperienza,...) male

La mancanza di attitudine di gioco al piede, anche dei più giovani, evidenzia una lacuna di noi allenatori. Troppo spesso, ma non nel mio Club, vedo ancora coach che cazziano chi ci prova, senza fornire troppi correttivi...........Uno dei tanti limiti del rugby italiano sta anche nella formazione dei giocatori, e questa non può che derivare da un livello ancora troppo basso di noi tecnici.
Sulle valutazioni dell'Italia: mi sembra che ancora troppi pensano di trovare soluzioni, più o meno individuali, quando il gioco del rugby è una attività collettiva. Se dicessi che manchiamo, soprattutto in fase offensiva, di intelligenza collettiva e di abitudine alla lettura?................ma il bello sta proprio nel confronto. Buon rugby

andrea12 ha scritto:La mancanza di attitudine di gioco al piede, anche dei più giovani, evidenzia una lacuna di noi allenatori. Troppo spesso, ma non nel mio Club, vedo ancora coach che cazziano chi ci prova, senza fornire troppi correttivi...........Uno dei tanti limiti del rugby italiano sta anche nella formazione dei giocatori, e questa non può che derivare da un livello ancora troppo basso di noi tecnici.
Sulle valutazioni dell'Italia: mi sembra che ancora troppi pensano di trovare soluzioni, più o meno individuali, quando il gioco del rugby è una attività collettiva. Se dicessi che manchiamo, soprattutto in fase offensiva, di intelligenza collettiva e di abitudine alla lettura?................ma il bello sta proprio nel confronto. Buon rugby

Credo anch'io che sia questo problema, ovvero un lavoro fatto sulla tecnica individuale non all'altezza dei migliori movimenti. Quello che mi domando io è questo: cosa ci vuole a mettere nella scuola allenatori professori esperti nel gioco al piede e alla mano, magari pagando tecnici stranieri?
Anche le accademie non saranno vincenti se non vengono sviluppati questi aspetti!

andrea12 ha scritto:La mancanza di attitudine di gioco al piede, anche dei più giovani, evidenzia una lacuna di noi allenatori. Troppo spesso, ma non nel mio Club, vedo ancora coach che cazziano chi ci prova, senza fornire troppi correttivi...........Uno dei tanti limiti del rugby italiano sta anche nella formazione dei giocatori, e questa non può che derivare da un livello ancora troppo basso di noi tecnici.
Sulle valutazioni dell'Italia: mi sembra che ancora troppi pensano di trovare soluzioni, più o meno individuali, quando il gioco del rugby è una attività collettiva. Se dicessi che manchiamo, soprattutto in fase offensiva, di intelligenza collettiva e di abitudine alla lettura?................ma il bello sta proprio nel confronto. Buon rugby

Ma di che età parli? Usare il piede male è peggio che non usarlo... Se hai ragazzi giovani, l'uso del piede è fatto prevalentemente per trasferire un problema di scelta ad un altro. Cosa devo fare adesso? Ho guardato lo spazio, numero di compagni, dove sono gli avversari... No. Tiro un calcio alla palla ed a ste domande risponderà un altro... Livello basso dei tecnici? Forse, ma c'è qualcuno che va in cerca di tecnici bravi? Ad esempio la squadra che alleno ha vinto contro la selezione. Credi che sia venuto qualcuno a dire bravi bel lavoro che fate qua? Chi allena sti ragazzi?

Sta tranquillo Zorrykid, non ti conosco neppure quindi non era un messaggio rivolto a te.
Con un po' di serenità ti rispondo e subito ti dico che sono d'accordissimo con te, solo se il gioco al piede diventa un evitamento di altre soluzioni, magari molto più adeguate. Nell'allenamento però, anche degli U.14 (poi bisogna vedere quale è il livello del gruppo) perchè nella programmazione non si insierisce anche il gioco al piede, inteso come terza possibilità (gioco penetrante, al largo e al piede)? Quanto esercizio fanno i ragazzini di 13-15 anni su questo fondamentale nei Club del Bel Paese? Quante skill si fanno sul placcaggio, sul passaggio? e sul gioco al piede e sue varianti? Sono anche d'accordo sul fatto che il calcio rimane una perdita momentanea del possesso ma diventa una chanche in più per l'attacco. Si tratta di creare equilibri (e squlibri negli avversari) anche col gioco al piede che, dico io, rimane un gioco non convenzionale. Ti assicuro che in Francia e Inghilterra si cura molto, proprio come skill, fin dall'inizio e in Australia non homai sentito cazziare un giovane perchè ha scelto il piede (se sbaglia si corregge). Rimane una ulteriore abilità a disposizione, da usare non con parsimonia ma quando è necessario e soprattutto efficace. Il resto sono fregnacce
Buon rugby

andrea12 ha scritto:Sta tranquillo Zorrykid, non ti conosco neppure quindi non era un messaggio rivolto a te.
Con un po' di serenità ti rispondo e subito ti dico che sono d'accordissimo con te, solo se il gioco al piede diventa un evitamento di altre soluzioni, magari molto più adeguate. Nell'allenamento però, anche degli U.14 (poi bisogna vedere quale è il livello del gruppo) perchè nella programmazione non si insierisce anche il gioco al piede, inteso come terza possibilità (gioco penetrante, al largo e al piede)? Quanto esercizio fanno i ragazzini di 13-15 anni su questo fondamentale nei Club del Bel Paese? Quante skill si fanno sul placcaggio, sul passaggio? e sul gioco al piede e sue varianti? Sono anche d'accordo sul fatto che il calcio rimane una perdita momentanea del possesso ma diventa una chanche in più per l'attacco. Si tratta di creare equilibri (e squlibri negli avversari) anche col gioco al piede che, dico io, rimane un gioco non convenzionale. Ti assicuro che in Francia e Inghilterra si cura molto, proprio come skill, fin dall'inizio e in Australia non homai sentito cazziare un giovane perchè ha scelto il piede (se sbaglia si corregge). Rimane una ulteriore abilità a disposizione, da usare non con parsimonia ma quando è necessario e soprattutto efficace. Il resto sono fregnacce
Buon rugby

quoto ...infatti il primo problema del rugby italiano è la formazione di base (altro che le menate flaminio si flaminio no) .....nonstante la buona volontà e anche capacità in alcuni casi di singoli tecnici bisogna necessariamente fare una grande programmazione per la base ....e non far partire la fanfara per lo specchietto per le allodole rappresentato dalle accademie.
sono dell'avviso che molto bisognerebbe imparare dalla francia

Scusate, ma il fatto di giocare al piede o no dipende anche dalla filosofia di gioco che un allenatore vuole seguire.
D'accordissimo se dite: fino all'under X gioco al piede ridotto al minimo perchè i giocatori devono abituarsi a giocare alla mano, aprire il gioco ecc, ma arrivati ad un certo livello bisogna anche insegnare ai ragazzi ad usare il piede non come ricorsa sistematica bensì come opzione di gioco oltre come importante fonte di punti. Il problema è che quando si inizia a farlo bisogna farlo in maniera professionistica e fare allenare i giovani anche qualche ora al giorno magari dopo l'allenamento di squadra.
Non me ne intendo, ma il calcio si tratta di una skill individuale che può benissimo essere sviluppata anche dal giocatore stesso una volta indirizzato dall'allenatore, diverso il discorso del gioco alla mano che richiede tecnica individuale e tattica intesa come capacità di lettura della difesa avversaria e di gioco collettivo, ovvero un discorso molto più lungo e complesso.
Non credo che bisogna inventare nulla: secondo me basterebbe nella scuola allenatori fare corsi approfonditi su gioco alla mano e gioco al piede magari tenuti da tecnici stranieri specializzati in questo tipo di gioco; inoltre si potrebbero mandare quantomeno i tecnici federali un pò a spasso nell'altro emisfero o nelle accademie francesi e inglesi per vedere quali sono i metodi di allenamento.

andrea12 ha scritto:Sta tranquillo Zorrykid, non ti conosco neppure quindi non era un messaggio rivolto a te.
Con un po' di serenità ti rispondo e subito ti dico che sono d'accordissimo con te, solo se il gioco al piede diventa un evitamento di altre soluzioni, magari molto più adeguate. Nell'allenamento però, anche degli U.14 (poi bisogna vedere quale è il livello del gruppo) perchè nella programmazione non si insierisce anche il gioco al piede, inteso come terza possibilità (gioco penetrante, al largo e al piede)? Quanto esercizio fanno i ragazzini di 13-15 anni su questo fondamentale nei Club del Bel Paese? Quante skill si fanno sul placcaggio, sul passaggio? e sul gioco al piede e sue varianti? Sono anche d'accordo sul fatto che il calcio rimane una perdita momentanea del possesso ma diventa una chanche in più per l'attacco. Si tratta di creare equilibri (e squlibri negli avversari) anche col gioco al piede che, dico io, rimane un gioco non convenzionale. Ti assicuro che in Francia e Inghilterra si cura molto, proprio come skill, fin dall'inizio e in Australia non homai sentito cazziare un giovane perchè ha scelto il piede (se sbaglia si corregge). Rimane una ulteriore abilità a disposizione, da usare non con parsimonia ma quando è necessario e soprattutto efficace. Il resto sono fregnacce
Buon rugby

Figurati era giusto per dire una mia opinione. Quello che trovo di sbagliato e' che molti anzi moltissimi allenatori vogliono fare tutto il rugby a qualsiasi eta'. Quello che penso, e magari solo io, e' che ogni frutto ha la sua stagione. C'e' il momento per imparare il passaggio, quello per leggere le difese, ed anche quello per il calcio. Lavorando su un po' di tutto si rischia di fare un minestrone, non fissando nulla nel vissuto dei ragazzi. Al ristorante preferisco mangiare prima un antipasto, poi le lasagne, la bistecca con patate ed in ultima il caffe' Credimi sto pasto e' meglio del minestrone..

zorry bellissimo tutto quello che state dicendo

per andarE poco poco OT
te sei dimenticato la sambuca!

BACI E GRAZIE PER QUELLO CHE STATE SCRIVENDO!