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jentu ha scritto: 30 apr 2021, 10:00
Allan se ne va perché vuole guadagnare di più?
Perché nessuno lo scrive?
È legittimo, è un professionista
Ora è a rischio il suo posto non solo a Treviso, ma anche in nazionale. Con conseguenti possibili riduzioni di ingaggio.
Ora è un nazionale e può contrattare al meglio, il prossimo anno non si sa ed è in scadenza.
Io lo avevo sottinteso (forse un po' troppo) quando ho detto che a 28 anni è giusto che provi a giocare nell'unico campionato professionistico europeo di alto livello che gli manca. È un professionista ed è giusto così.
Scusa, volevo solo sollevare un sottile velo di ipocrisia che abbiamo perché il rugby italiano non è abituato a ragionare su questo.
In generale anche la società italiana, a parte chi è troppo evidente, si nasconde, soprattutto dal fisco...
Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)
Mr Ian ha scritto: 29 apr 2021, 19:15
Giocare a rugby da Pro in Italia è un privilegio ma allo stesso tempo è mentalmente pesante. Posso capire che a 28 anni ci si senta un po' stanchi e magari si voglia anche cambiare aria, soprattutto se arrivano sirene dall' Inghilterra..
Una rivalutazione del carico psicologico sugli atleti ed una loro maggiore tutela, anche social, è fondamentale.
Il caso Minozzi secondo me ha scoperchiato un vaso di Pandora
Spero che su Minozzi non sia ciò che lasci intendere, ma se lo fosse andrebbe dato un segno definitivo.
Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)
Io mi scuso con Bortolami per averlo criticato a botta calda, ma forse alla fine scopriremo che il giudizio più corretto sulla questione-Minozzi l'aveva espresso lui
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
le franchigie hanno una falla mastodontica, non individua nè formano talenti, ma soprattutto non hanno delegato questo compito a nessun altro, per cui ogni giocatore che va via, diventa subito uno psicodramma...
Ma cosa pensa la Benetton che i giocatori crescano sugli alberi? se vuole crescere, cosa aspetta a formalizzare collaborazioni con club vicini. Lo fa con Mogliano sicuramente, ma perchè non mettere in piedi un manifesto di collaborazione, invece che il sotterfugi del detto e non detto, del mistero italiano per non scoprire le carte..a Treviso si considerano professionisti del rugby, ma si rendono conto quanto sono distanti dalla realtà?
A Parma non ne parliamo, uno, nessuno e centomila clubs.
Scusa, volevo solo sollevare un sottile velo di ipocrisia che abbiamo perché il rugby italiano non è abituato a ragionare su questo.
In generale anche la società italiana, a parte chi è troppo evidente, si nasconde, soprattutto dal fisco...
Sono d'accordo. Penso che però, oltre al fatto del voler guadagnare di più, ci sia stato un altro innesco. Innesco che potrebbe essere l'offerta stessa degli Harlequins o qualcosa interno a Treviso (mercato in entrata, organigramma cambiato, altro). Non mi sento di escludere nulla.
https://www.facebook.com/anonimapiloni
Vincitore del Premio Nostradamus 2022
"Co te mori, no te se de essar morto, no te soffri, ma par chealtri a xe dura.
Co te si mona xe a stessa roba."
(Antico detto veneto)
Un pensiero sulle assurde polemiche che talvolta escono quando qualcuno cambia maglia. Le squadre ogni anno fanno le loro valutazioni tecniche o economiche che siano e decidono di rinnovare o meno qualche giocatore. Non capisco perchè se lo fa un giocatore c'è sempre qualcuno che ancora fa le storie con l'appartenenza, la maglia, i mercenari e via discorrendo, mettendo anche in dubbio presunti doveri morali e/o serietà dei giocatori. Entrambe le parti hanno il diritto di fare le proprie scelte qualunque siano le motivazioni: economiche, scelte di vita o qualunque altra cosa non vada a loro bene.
Mr Ian ha scritto: 29 apr 2021, 19:15
Giocare a rugby da Pro in Italia è un privilegio ma allo stesso tempo è mentalmente pesante. Posso capire che a 28 anni ci si senta un po' stanchi e magari si voglia anche cambiare aria, soprattutto se arrivano sirene dall' Inghilterra..
Una rivalutazione del carico psicologico sugli atleti ed una loro maggiore tutela, anche social, è fondamentale.
Il caso Minozzi secondo me ha scoperchiato un vaso di Pandora
Spero che su Minozzi non sia ciò che lasci intendere, ma se lo fosse andrebbe dato un segno definitivo.
la nazionale non è altro che un club, i giocatori anche in questo caso hanno bisogno di certezze, sia di progetti che di rassicurazioni in caso di infortuni e robe varie più o meno gravi.
I giocatori non sono scemi, conoscono le dinamiche interne e passare per capio espiatorio di anni di mala gestione, penso non piaccia più neanche a loro. E' vero, c'è stata una generazione che sul campo ha meritato il palcoscenico, ma contestualmente non c'è stata una classe dirigente che ha messo i giocatori nella migliore condizione per performare al meglio o essere formati come si deve...il sistema accademie è interessante, ma gestisto da far schifo...
Comunque Treviso o Allan non hanno ancora comunicato nulla, o sbaglio?
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
Mr Ian ha scritto: 29 apr 2021, 19:15
Giocare a rugby da Pro in Italia è un privilegio ma allo stesso tempo è mentalmente pesante. Posso capire che a 28 anni ci si senta un po' stanchi e magari si voglia anche cambiare aria, soprattutto se arrivano sirene dall' Inghilterra..
Una rivalutazione del carico psicologico sugli atleti ed una loro maggiore tutela, anche social, è fondamentale.
Il caso Minozzi secondo me ha scoperchiato un vaso di Pandora
Spero che su Minozzi non sia ciò che lasci intendere, ma se lo fosse andrebbe dato un segno definitivo.
la nazionale non è altro che un club, i giocatori anche in questo caso hanno bisogno di certezze, sia di progetti che di rassicurazioni in caso di infortuni e robe varie più o meno gravi.
I giocatori non sono scemi, conoscono le dinamiche interne e passare per capio espiatorio di anni di mala gestione, penso non piaccia più neanche a loro. E' vero, c'è stata una generazione che sul campo ha meritato il palcoscenico, ma contestualmente non c'è stata una classe dirigente che ha messo i giocatori nella migliore condizione per performare al meglio o essere formati come si deve...il sistema accademie è interessante, ma gestisto da far schifo...
Sono d'accordo sul resto, ma non sulla nazionale.
Se non capisci che non è un club, se non ti rendi conto che facendoti giocare nel 6N ti ha permesso di prendere gli ingaggi che prendi e di avere le visibilità che hai, allora o hai un pessimo procuratore o non sei un buon professionista
Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)
Mr Ian ha scritto: 29 apr 2021, 19:15
Giocare a rugby da Pro in Italia è un privilegio ma allo stesso tempo è mentalmente pesante. Posso capire che a 28 anni ci si senta un po' stanchi e magari si voglia anche cambiare aria, soprattutto se arrivano sirene dall' Inghilterra..
Una rivalutazione del carico psicologico sugli atleti ed una loro maggiore tutela, anche social, è fondamentale.
Il caso Minozzi secondo me ha scoperchiato un vaso di Pandora
Spero che su Minozzi non sia ciò che lasci intendere, ma se lo fosse andrebbe dato un segno definitivo.
la nazionale non è altro che un club, i giocatori anche in questo caso hanno bisogno di certezze, sia di progetti che di rassicurazioni in caso di infortuni e robe varie più o meno gravi.
I giocatori non sono scemi, conoscono le dinamiche interne e passare per capio espiatorio di anni di mala gestione, penso non piaccia più neanche a loro. E' vero, c'è stata una generazione che sul campo ha meritato il palcoscenico, ma contestualmente non c'è stata una classe dirigente che ha messo i giocatori nella migliore condizione per performare al meglio o essere formati come si deve...il sistema accademie è interessante, ma gestisto da far schifo...
Sono d'accordo sul resto, ma non sulla nazionale.
Se non capisci che non è un club, se non ti rendi conto che facendoti giocare nel 6N ti ha permesso di prendere gli ingaggi che prendi e di avere le visibilità che hai, allora o hai un pessimo procuratore o non sei un buon professionista
ma per come è strutturato in Italia è un percorso concesso talmente a pochi che se entri nel giro giusto, arrivi anche in nazionale. Sia per mancanze di alternative, che per ottusità nelle scelte...quest anno abbiamo avuto la prova, tutti i giocatori selezionati, erano da nazionale? chi è tornato nei club, persino in eccellenza, ha fatto la differenza?
Allora quelli che piangono cantando l'inno prima della partita (mi sembra di ricordare anche Minozzi...) sono scemi
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
Garry ha scritto: 30 apr 2021, 10:43
Allora quelli che piangono cantando l'inno prima della partita (mi sembra di ricordare anche Minozzi...) sono scemi
Una cosa non esclude l'altra. Ci sono cuore e cervello, poi si decide a chi voler dare ascolto
@ Mr Ian, non quoto per non allungare troppo inutilmente.
Tu hai ragione sul piano tecnico ed organizzativo, si potevano fare scelte diverse. Su quello gestionale e dello staff è obbligatorio farle. Sto ancora aspettando la nuova dirigenza Fir che faccia almeno un comunicato.
Ma qui parliamo di mercato, valore degli ingaggi, scelte individuali dei giocatori e societarie.
Non si può ignorare che gran parte della visibilità e del successivo soddisfacimento economico e sportivo dei giocatori italiani passa dalla filiera U20 - franchigia- nazionale.
Se, lasciando andare questioni per tanti importanti come attaccamento alla nazionale e riconoscenza sull'impegno formativo, non capisci cosa ti ha portato a raggiungere i tuoi obiettivi, assieme alle tue capacità, vuol dire che ti sei perso qualcosa per strada e rischi di perderti altre cose.
Lo scrivo senza alcun rancore, solo sul piano del ragionamento logico.
Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)
Rugbysti per sempre ha scritto: 30 apr 2021, 11:17
La Tribuna da in arrivo l’italo-australiano Joey Caputo direttamente dai Brumbies australiani per sostituire Allan. Ha 21 anni
Allora Treviso non sarebbe poi stata colta così di sorpresa.
Ma cosa si inventa OnRugby?
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)