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Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 13 ago 2008, 15:03
da pilonegrosso
EmmePi ha scritto:
pilonegrosso ha scritto:
violaalessandro ha scritto:
Giovanchelli e Gatto sono veramente forti e prevedo almeno uno dei due a breve stabilmente in nazionale maggiore. Innocenti è un buon giocatore e Rosa è forte anche se si è un po' fermato. A Chillon bisogna augurare che incontri le simpatie dei tecnici federali...
pilonegrosso
Il problema è che sono nello stesso club ed un club di grandi ambizioni. Sarà difficile mantenere entrambi sullo stesso piano.
A livello nazionale, comunque, entrambi hanno la sfortuna di avere davanti un titolare molto giovane e veramente bravo.
Nonostante io continui a considerare Ongaro il miglior tallonatore italiano, trovo giusto che giochi l'ottimo Ghiraldini e, vista l'involuzione di Festuccia, vedrei bene soprattutto Giovanchelli, ma anche Gatto, come secondo tallonatore della nazionale tra un anno, un anno e mezzo sempre che continuino la positiva evoluzione e che abbiano un pizzico di fortuna.
pilonegrosso

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 13 ago 2008, 15:33
da EmmePi
Non ho mai visto giocare Festuccia nel Racing però a questo punto credo che la sua scelta - diciamo così - professionale di andare in Francia non sia stata felice.
In termini assoluti (quando potevo tenerli entrambi sott'occhio) per me Festuccia è superiore ad Ongaro, ma tant'è. Credo che Ghiraldini sia ormai lanciatissimo come titolare.

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 13 ago 2008, 16:06
da pilonegrosso
EmmePi ha scritto:Non ho mai visto giocare Festuccia nel Racing però a questo punto credo che la sua scelta - diciamo così - professionale di andare in Francia non sia stata felice.
In termini assoluti (quando potevo tenerli entrambi sott'occhio) per me Festuccia è superiore ad Ongaro, ma tant'è. Credo che Ghiraldini sia ormai lanciatissimo come titolare.
Confesso che nell'autunno scorso sostenevo che Festuccia fosse piu' forte di Ghiraldini. Poi l'ho rivisto, nervoso nel gioco e impreciso in touche. Spero veramente che abbia recuperato le sue grandi capacità.
pilonegrosso

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 29 ago 2008, 13:40
da cesco/cesco
vi riporto un articolo presente su http://tempodirugby.ilcannocchiale.it/
“IL CALVISANO CI ESCLUDE PERCHE’ SIAMO ZINGARI”




Gravissima accusa lanciata dalle colonne del “Corriere
della Sera” da due giocatori

“IL CALVISANO CI ESCLUDE PERCHE’ SIAMO ZINGARI”

La denuncia viene da Rambo e Daniel Costantini,
che affermano di essere sistematicamente esautorati
per motivi razziali, nonostante le loro qualità tecniche
ed il loro curriculum agonistico


Oggi il “Corriere della Sera”, il principale quotidiano italiano insieme a “Repubblica”, lancia una gravissima denuncia, che certamente farà scalpore e provocherà quantomeno una reazione ufficiale.

Secondo il giornale di via Solferino, il Calvisano, campione d’Italia di rugby, non fa giocare in prima squadra Rambo e Daniel Costantini, 24 e 22 anni, definiti ottimi giocatori e distintisi finora nelle Nazionali Under 15 ed Under 21.

Insomma, saremmo di fronte a due gioielli i quali, tuttavia, pur essendo tesserati del Calvisano, non riescono ad ottenere l’onore di calpestare il prato verde con i colori della propria squadra. Circostanza ribadita ultimamente dal coach dei campioni d’Italia, il francese Marc Delpoux, che, a detta dei Costantini, ritiene che essi non siano tagliati per il Super 10, il campionato italiano.

In realtà, però, secondo i due rugbisti la sistematica esclusione dai palcoscenici maggiori sarebbe dovuta a motivazioni razziali. Sì, perché i Costantini sono zingari. Per meglio dire, sono nomadi stanziali: sono cittadini italiani e vivono nel bresciano.

Siamo di fronte ad un’accusa gravissima, che coinvolge non solo un’importante società rugbistica italiana, ma gli stessi abitanti della provincia bresciana.

Gli italiani sono razzisti? Il rugby italiano è razzista? Sono domande che pesano come macigni, innanzitutto sulla nostra coscienza.

L’articolo del “Corsera” è leggibile integralmente qui a seguito




La storia I Costantini, papà bresciano e mamma gitana, vivono in una roulotte. Giocano in serie A ma sognano il grande palcoscenico
Rambo e Daniel, i rom del rugby cercano casa nel Super 10

Brescia, quartiere San Polo, all'ombra dell'inceneritore finito al centro delle cronaca quando c'era da risolvere l'emergenza rifiuti a Napoli. Là Augusto Innocenti anni fa acquistò un pezzo di terra e edificò il suo sogno, una villa stile «Via col vento», con colonne doriche nel patio e statue di gesso disseminate nell'immenso giardino. E là vivono i suoi due nipoti, Rambo e Daniel Costantini, 24 e 22 anni, estremo e mediano di apertura, grandi promesse del rugby italiano, capaci di frequentare a suon di punti, mete e placcaggi, tutte le selezioni giovanili azzurre (dall'Under 15 all'Under 21) prima della frustrazione di dover fare a spallate per trovare un posto in squadra. Tesserati del Calvisano campione d'Italia, Rambo e Daniel in Super 10 non hanno ancora messo piede. Lo scorso campionato lo hanno giocato in serie B, seconda squadra del Calvisano: Rambo ha segnato 28 mete, Daniel 282 punti e insieme sono stati gli eroi della promozione in serie A. Eppure nessuno si è fatto vivo.

Impossibile omettere un particolare: Rambo e Daniel sono dù senghen, come affermano loro in dialetto bresciano, due zingari, rom stanziali, gente che in famiglia parla il romanes e non rinuncia alle tradizioni. Vivono nelle roulotte parcheggiate nel giardino perché «in fondo la casa del nonno è abitata sì e no per un terzo, ma noi siamo abituati così, che male c'è? E poi qui con noi vive solo la famiglia di mamma, in tutto saremo una trentina, non di più...». Sui tetti delle case mobili fanno mostra di sé le parabole: «Certo, perché il rugby oggi si vede solo via satellite e noi non potremmo farne a meno». Vogliono giocare, mettersi alla prova, capire perché sono costretti a pietire un posto per allenarsi in prima squadra. Il dubbio sorge spontaneo e Rambo ha la sua spiegazione: «Il rugby di club ha scelto di affidarsi agli stranieri, magari si va a cercare una trisnonna italiana e si dà fiducia a un giocatore esotico, sconosciuto, che ha solo il merito di essersi fatto le ossa lontano dall'Italia. E per lui sono sempre pronti contratti importanti. Noi alla nostra Italia abbiamo dato molto, ma l'allenatore del Calvisano (il francese Marc Delpoux) ci ha fatto capire chiaramente che per le sue idee non siamo giocatori da Super 10. L'unica cosa che posso pensare è che la nostra origine gli dia fastidio, magari nella sua vita ha avuto qualche problema con i rom e adesso ne paghiamo le conseguenze. Giochiamo da quando avevamo 6 anni e mai abbiamo avuto problemi in squadra, mai un compagno o un avversario che ci abbia fatto pesare la nostra origine. Adesso invece...».

Si allenano come pazzi, campo e palestra, senza dimenticare nonno Augusto, che lo sport lo vede come una perdita di tempo ed è il grande riferimento a cui tutti chiedono consiglio, e magari una moglie quando è arrivato il momento: «E sì, gli zingari non capiscono perché noi dedichiamo tanto tempo al rugby, ma speriamo che il nostro esempio possa contribuire a cambiare una mentalità. Noi due Costantini nel rugby, i nostri cugini Bardelloni nel calcio; uno ha avuto quest'anno un contratto in Eccellenza, l'altro è nelle giovanili del Brescia. Dopo di noi anche i rom potranno dire la loro nello sport». Ride Rambo, che la domenica prima della partita assiste alla funzione che papà Claudio, pastore della Chiesa Evangelica di Brescia, tiene nel tendone tra le roulotte: «Siamo molto religiosi, non beviamo, non fumiamo e preghiamo molto. In fondo questo ci aiuta a essere anche dei bravi sportivi». Vorrebbero giocare, ma sono ingenui, nel rugby del professionismo mai hanno avuto un procuratore, mai si sono allontanati da Brescia. Zingari nella vita, non nei fatti: «Siamo gitani, la nostra storia familiare è particolare: mamma è gitana da sempre, papà è un bresciano doc. Di solito avviene il contrario, è l'uomo rom che sceglie la sua donna lontano. Ma il nonno approvò l'unione e papà cominciò a vivere nelle roulotte».

Al rugby ci sono arrivati perché il grande giardino-residenza è a due passi dallo stadio Invernici e una maestra consigliò loro di provare con la palla ovale: «Fu subito passione e solo dopo aver iniziato a giocare papà ci confidò che da giovane anche lui era stato un discreto rugbista». Giocheranno in serie A ancora un anno, ma l'ambizione non si cancella: «Se fossimo disposti ad allontanarci per andare in una squadra vera? Subito, anche domani. Siamo zingari, no?». E se per il tesseramento dovessero venire a chiedervi le impronte digitali? I due rugbisti ridono, mamma Loredana va su tutte le furie: «Non scherziamo, siamo più bresciani noi di metà della gente che vive qui intorno». Rambo e Daniel chiedono solo una chance: «Non siamo due fenomeni, ma tanti non lo sono». E pregano in silenzio: «Anche prima delle partite. All'inizio nello spogliatoio qualcuno rideva. Adesso, quando l'avversario è forte, i compagni ci chiedono di pregare anche per loro...».

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 29 ago 2008, 13:45
da ItalianRugbyFriends
Come ho già linkato nella sezione media... oltre alle accuse dei due giocatori e vergognoso il metodo con il quale il Corriere titola la notizia nella home page rispetto al titolo completo in cima all'articolo!

http://rugby1823.blogosfere.it/2008/08/ ... i-rom.html

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 29 ago 2008, 14:17
da cesco/cesco
cesco/cesco ha scritto:vi riporto un articolo presente su http://tempodirugby.ilcannocchiale.it/
“IL CALVISANO CI ESCLUDE PERCHE’ SIAMO ZINGARI”




Gravissima accusa lanciata dalle colonne del “Corriere
della Sera” da due giocatori

“IL CALVISANO CI ESCLUDE PERCHE’ SIAMO ZINGARI”

La denuncia viene da Rambo e Daniel Costantini,
che affermano di essere sistematicamente esautorati
per motivi razziali, nonostante le loro qualità tecniche
ed il loro curriculum agonistico


Oggi il “Corriere della Sera”, il principale quotidiano italiano insieme a “Repubblica”, lancia una gravissima denuncia, che certamente farà scalpore e provocherà quantomeno una reazione ufficiale.

Secondo il giornale di via Solferino, il Calvisano, campione d’Italia di rugby, non fa giocare in prima squadra Rambo e Daniel Costantini, 24 e 22 anni, definiti ottimi giocatori e distintisi finora nelle Nazionali Under 15 ed Under 21.

Insomma, saremmo di fronte a due gioielli i quali, tuttavia, pur essendo tesserati del Calvisano, non riescono ad ottenere l’onore di calpestare il prato verde con i colori della propria squadra. Circostanza ribadita ultimamente dal coach dei campioni d’Italia, il francese Marc Delpoux, che, a detta dei Costantini, ritiene che essi non siano tagliati per il Super 10, il campionato italiano.

In realtà, però, secondo i due rugbisti la sistematica esclusione dai palcoscenici maggiori sarebbe dovuta a motivazioni razziali. Sì, perché i Costantini sono zingari. Per meglio dire, sono nomadi stanziali: sono cittadini italiani e vivono nel bresciano.

Siamo di fronte ad un’accusa gravissima, che coinvolge non solo un’importante società rugbistica italiana, ma gli stessi abitanti della provincia bresciana.

Gli italiani sono razzisti? Il rugby italiano è razzista? Sono domande che pesano come macigni, innanzitutto sulla nostra coscienza.

L’articolo del “Corsera” è leggibile integralmente qui a seguito




La storia I Costantini, papà bresciano e mamma gitana, vivono in una roulotte. Giocano in serie A ma sognano il grande palcoscenico
Rambo e Daniel, i rom del rugby cercano casa nel Super 10

Brescia, quartiere San Polo, all'ombra dell'inceneritore finito al centro delle cronaca quando c'era da risolvere l'emergenza rifiuti a Napoli. Là Augusto Innocenti anni fa acquistò un pezzo di terra e edificò il suo sogno, una villa stile «Via col vento», con colonne doriche nel patio e statue di gesso disseminate nell'immenso giardino. E là vivono i suoi due nipoti, Rambo e Daniel Costantini, 24 e 22 anni, estremo e mediano di apertura, grandi promesse del rugby italiano, capaci di frequentare a suon di punti, mete e placcaggi, tutte le selezioni giovanili azzurre (dall'Under 15 all'Under 21) prima della frustrazione di dover fare a spallate per trovare un posto in squadra. Tesserati del Calvisano campione d'Italia, Rambo e Daniel in Super 10 non hanno ancora messo piede. Lo scorso campionato lo hanno giocato in serie B, seconda squadra del Calvisano: Rambo ha segnato 28 mete, Daniel 282 punti e insieme sono stati gli eroi della promozione in serie A. Eppure nessuno si è fatto vivo.

Impossibile omettere un particolare: Rambo e Daniel sono dù senghen, come affermano loro in dialetto bresciano, due zingari, rom stanziali, gente che in famiglia parla il romanes e non rinuncia alle tradizioni. Vivono nelle roulotte parcheggiate nel giardino perché «in fondo la casa del nonno è abitata sì e no per un terzo, ma noi siamo abituati così, che male c'è? E poi qui con noi vive solo la famiglia di mamma, in tutto saremo una trentina, non di più...». Sui tetti delle case mobili fanno mostra di sé le parabole: «Certo, perché il rugby oggi si vede solo via satellite e noi non potremmo farne a meno». Vogliono giocare, mettersi alla prova, capire perché sono costretti a pietire un posto per allenarsi in prima squadra. Il dubbio sorge spontaneo e Rambo ha la sua spiegazione: «Il rugby di club ha scelto di affidarsi agli stranieri, magari si va a cercare una trisnonna italiana e si dà fiducia a un giocatore esotico, sconosciuto, che ha solo il merito di essersi fatto le ossa lontano dall'Italia. E per lui sono sempre pronti contratti importanti. Noi alla nostra Italia abbiamo dato molto, ma l'allenatore del Calvisano (il francese Marc Delpoux) ci ha fatto capire chiaramente che per le sue idee non siamo giocatori da Super 10. L'unica cosa che posso pensare è che la nostra origine gli dia fastidio, magari nella sua vita ha avuto qualche problema con i rom e adesso ne paghiamo le conseguenze. Giochiamo da quando avevamo 6 anni e mai abbiamo avuto problemi in squadra, mai un compagno o un avversario che ci abbia fatto pesare la nostra origine. Adesso invece...».

Si allenano come pazzi, campo e palestra, senza dimenticare nonno Augusto, che lo sport lo vede come una perdita di tempo ed è il grande riferimento a cui tutti chiedono consiglio, e magari una moglie quando è arrivato il momento: «E sì, gli zingari non capiscono perché noi dedichiamo tanto tempo al rugby, ma speriamo che il nostro esempio possa contribuire a cambiare una mentalità. Noi due Costantini nel rugby, i nostri cugini Bardelloni nel calcio; uno ha avuto quest'anno un contratto in Eccellenza, l'altro è nelle giovanili del Brescia. Dopo di noi anche i rom potranno dire la loro nello sport». Ride Rambo, che la domenica prima della partita assiste alla funzione che papà Claudio, pastore della Chiesa Evangelica di Brescia, tiene nel tendone tra le roulotte: «Siamo molto religiosi, non beviamo, non fumiamo e preghiamo molto. In fondo questo ci aiuta a essere anche dei bravi sportivi». Vorrebbero giocare, ma sono ingenui, nel rugby del professionismo mai hanno avuto un procuratore, mai si sono allontanati da Brescia. Zingari nella vita, non nei fatti: «Siamo gitani, la nostra storia familiare è particolare: mamma è gitana da sempre, papà è un bresciano doc. Di solito avviene il contrario, è l'uomo rom che sceglie la sua donna lontano. Ma il nonno approvò l'unione e papà cominciò a vivere nelle roulotte».

Al rugby ci sono arrivati perché il grande giardino-residenza è a due passi dallo stadio Invernici e una maestra consigliò loro di provare con la palla ovale: «Fu subito passione e solo dopo aver iniziato a giocare papà ci confidò che da giovane anche lui era stato un discreto rugbista». Giocheranno in serie A ancora un anno, ma l'ambizione non si cancella: «Se fossimo disposti ad allontanarci per andare in una squadra vera? Subito, anche domani. Siamo zingari, no?». E se per il tesseramento dovessero venire a chiedervi le impronte digitali? I due rugbisti ridono, mamma Loredana va su tutte le furie: «Non scherziamo, siamo più bresciani noi di metà della gente che vive qui intorno». Rambo e Daniel chiedono solo una chance: «Non siamo due fenomeni, ma tanti non lo sono». E pregano in silenzio: «Anche prima delle partite. All'inizio nello spogliatoio qualcuno rideva. Adesso, quando l'avversario è forte, i compagni ci chiedono di pregare anche per loro...».
il salto dalla seria A al super 10 è netto, figuriamoci dalla serie B al super 10.... sono convinto che se si confermeranno in serie A, la loro possibilità di fare test in super 10 l'avranno, del resto Clavisano ha solo da guadagnarci essendo italiani e di formazione italiana; certo che voler approdare al super 10 solo perchè ci si impegna molto o si fanno molte mete in un campionato di serie B, mi sembra ridicolo.

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 29 ago 2008, 15:06
da EmmePi
Sì, va bene, ma dopo questa cosa conviene ad entrambi cambiare squadra...

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 29 ago 2008, 17:26
da megan
cmq a venezia mi pare che di giovani ne giochino un bel po' in prima squadra no?

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 29 ago 2008, 22:44
da ale.com
EmmePi ha scritto:Sì, va bene, ma dopo questa cosa conviene ad entrambi cambiare squadra...
forse e' proprio quello che volevano. :-)
anche e farsi pubblicita' in questo modo e' un'arma a doppio taglio..

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 30 ago 2008, 11:16
da megan
sto vedendo ovunque articoli su sti due ragazzi!!secondo me sono dei bei furbini (cosa che contraddistingue da sempre i rom....) e stanno sfruttando l'effetto commozione/vittimismo visto il periodo particolare per questo genere di tematiche (siamo in piena migrazione di massa e personalmente non mi sembra una cosa positivissima visti gli spiacevoli fatti di cui spesso si rendono protagonisti).
Poi posso anche sbagliarmi, ma l'impressione è che ci vogliano marciare sopra chiaramente, e che dietro ci sia qualcuno di molto bravo!!

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 30 ago 2008, 11:30
da franky52
Rambo ha giocato un anno a Prato in U19 quando l'investimento era puntato più sui giovani (Derbishire e Barbieri da Cecina), e, da come lo conosco, è un ottimo ragazzo.
... qualcuno ha scritto: secondo me sono dei bei furbini (cosa che contraddistingue da sempre i rom....)
il razzismo è latente e duro a morire. Forse si pensa che hanno pagato l'articolista? andare in prima pagina sul Corriere costa ...

Sono due giocatori di Rugby che hanno vestito e vestono la maglia della Nazionale Italiana
(se si vuole andare su corde tricolori che toccano di più il cuore di qualcuno).

Ogni giocatore di Rugby vuole sempre giocare al massimo livello.

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 30 ago 2008, 12:34
da ale.com
franky52 ha scritto:Ogni giocatore di Rugby vuole sempre giocare al massimo livello.
si', ma di solito non da la colpa alla propria etnia per il fatto di non giocare..

Qui si sta parlando di Calvisano, che ha vinto 20-3 l'ultima finale scudetto contro Benetton, non proprio l'ultima arrivata.
mi sembra ovvio che sia difficile trovare posto in squadra.
Inoltre se si arriva a rilasciare certe dichiarazioni a un giornalista sembra probabile che lo stesso "vittimismo" (magari anche giustificato, non ne posso avere la minima idea) sia stato palesato anche nei confronti dei compagni e di un sacco di altra gente, prima di arrivare all'orecchio del giornalista stesso.
Se cosi' fosse non deve essere una cosa che fa granche' bene allo spogliatoio (e quindi alla squadra).

Anche tenendo conto del danno di immagine a societa' e movimento, se fossi un dirigente del Calvisano io proporrei una bella multa ai due giocatori.

PS: lo so.. troppi "se" in questo post.

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 30 ago 2008, 13:12
da cumonfeelthenoize
ItalianRugbyFriends ha scritto:Come ho già linkato nella sezione media... oltre alle accuse dei due giocatori e vergognoso il metodo con il quale il Corriere titola la notizia nella home page rispetto al titolo completo in cima all'articolo!

http://rugby1823.blogosfere.it/2008/08/ ... i-rom.html
Beh : l'articolo è figlio dei tempi: forla strumentalizzazioen politica di questioni razziali non è nuov, anche grazie a qualche "apprendista stregone", che ora non sta cavando un ragno dal buco....

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 30 ago 2008, 13:32
da franky52
ale.com ha scritto:
franky52 ha scritto:Ogni giocatore di Rugby vuole sempre giocare al massimo livello.
si', ma di solito non da la colpa alla propria etnia per il fatto di non giocare..
Leggendo l'articolo del Corriere nelle dichiarazioni virgolettate:
«Il rugby di club ha scelto di affidarsi agli stranieri, magari si va a cercare una trisnonna italiana e si dà fiducia a un giocatore esotico, sconosciuto, che ha solo il merito di essersi fatto le ossa lontano dall'Italia. E per lui sono sempre pronti contratti importanti. Noi alla nostra Italia abbiamo dato molto, ma l'allenatore del Calvisano (il francese Marc Delpoux) ci ha fatto capire chiaramente che per le sue idee non siamo giocatori da Super 10. L'unica cosa che posso pensare è che la nostra origine gli dia fastidio, magari nella sua vita ha avuto qualche problema con i rom e adesso ne paghiamo le conseguenze. Giochiamo da quando avevamo 6 anni e mai abbiamo avuto problemi in squadra, mai un compagno o un avversario che ci abbia fatto pesare la nostra origine. Adesso invece...»
all'etnia c'è un accenno niente di trascendentale ed un fatto, che fino a quest'anno che sono nelle rosa di serie A, non avevano avuto problemi.
ale.com ha scritto:Qui si sta parlando di Calvisano, che ha vinto 20-3 l'ultima finale scudetto contro Benetton, non proprio l'ultima arrivata.
mi sembra ovvio che sia difficile trovare posto in squadra.
Inoltre se si arriva a rilasciare certe dichiarazioni a un giornalista sembra probabile che lo stesso "vittimismo" (magari anche giustificato, non ne posso avere la minima idea) sia stato palesato anche nei confronti dei compagni e di un sacco di altra gente, prima di arrivare all'orecchio del giornalista stesso.
Se cosi' fosse non deve essere una cosa che fa granche' bene allo spogliatoio (e quindi alla squadra).

Anche tenendo conto del danno di immagine a societa' e movimento, se fossi un dirigente del Calvisano io proporrei una bella multa ai due giocatori.

PS: lo so.. troppi "se" in questo post.
... se avessero un contratto da giocatori professionisti.

Re: C'è spazio per i giovani italiani in S10?

Inviato: 30 ago 2008, 13:37
da franky52
Tornando al Topic, spero che Paul Derbyshire, Andrea Barbieri, Lorenzo Giovanchelli, Filippo Vezzosi ed ora Niccolò Tempestini trovino spazio e si facciano valere, mostrando che Prato sa produrre giocatori e che, soprattutto, la società non trattiene, pur con le proprie ambizioni a salire, chi vuole fare il passo verso il professionismo.