Premetto, riferendomi a sanzen, che non ho certo intenzione di trascorrere l'estate a disquisire sulla questione.
Le situazioni che hai elencato nella prima parte, pilonegrosso, le condivido, come avevo anticipato.
Però sono convinto che valgano trasversalmente rispetto alla questione anagrafica, di nazionalità, ecc. La depoliticizzazione rimarrà una speranza incompiuta. Entro certi limiti, ovviamente.
Relativamente alla iper-sviscerata questione Marcato: è vero che ha giocato pochissimo nelle ultime partite della stagione, ma non nella stagione intera (sempre titolare in Heineken, 16 partite di cui 8 da titolare in S10, l'ultima delle quali è proprio quella di Calvisano). Nessun pregiudizio, quindi, o giudizio eccessivamente affrettato da parte di Smith (e non dimentichiamo mai lo straordinario apporto di Goosen). A proposito dell'episodio di Calvisano, nessuno ha osservato un parallellismo tra Mercier e Marcato. Entrambi, durante e dopo aver incontrato Fraser, sono andati in crisi dal punto di vista difensivo. Se c'è una fase di gioco nella quale Fraser è un fenomeno (con ciò non voglio assolutamente dipingere Fraser come apertura fenomenale), è proprio nell'attacco della linea. Dopo Petrarca-Calvisano, Mercier è stato spostato ad estremo, con Little all'apertura. Purtroppo per Marcato una soluzione del genere nel Benetton non è possibile.
Ciò considerato, avendo palesato limiti dei quali lo stesso Mallett ha discusso più volte, le ragioni mi sembrano di natura prettamente tecnica. Ciononostante, in nazionale è convocato ed impiegato, ed ha dimostrato di meritarsi la fiducia. Peraltro l'assetto del Benetton dopo l'episodio di Calvisano, e in relazione anche all'addio del non rimpianto Mauger, ha favorito l'impiego di Sgarbi come titolare nei centri.
D'altronde siamo tutti consapevoli di vantaggi e svantaggi che comporta il giocare con costanza in club così ambiziosi, ed impegnati in diversi fronti. Tanto per fare un esempio, lo stesso Ghiraldini, la scorsa stagione capitano, aveva giocato, in quella precedente, solo 9 partite da titolare...
In questa chiave, si capisce come lo stesso Mariani fosse costantemente sotto esame. Se i tuoi competitors sono Pedersen (la migliore ala in Italia secondo me), Robertson (capitano) e Bortolussi (ub preziosissimo)... mi sento abbastanza sicuro nell'affermare che anche qui non è la nazionalità che ha fatto differenza.
Non a caso, è saggia la scelta di Mariani di andare all'Overmach, dove magari la struttura organizzativa-gestionale-tecnica sarà lievemente inferiore rispetto a Viadana, ma dove avrà possibilità di giocare con maggiore frequenza e comunque ad alto livello. Ci sono altri (molti altri) giocatori, invece, che preferiscono rimanere a Calvisano, Viadana o Treviso, consapevoli del fatto che avranno meno spazi, o comunque che, in virtù di rose ampie, esistono "più XV".
In semifinale non ho proprio notato "stranieri fatti giocare oltre ogni logica, perfino ad evidente detrimento della propria squadra"... Al massimo, un caso: Howarth. Considero però Love uno degli allenatori più preparati e competenti in Italia. Sono io che ci capisco poco oppure ci sono davvero forti favoritismi alla base? Non lo so, chiedo ai sostenitori di Viadana un'opinione a proposito. Certo è che non mi pare imputabile ad un singolo giocatore il mancato accesso in finale del Viadana.
A proposito, non dimentichiamoci comunque il caso-Buso. Al di là della stima per il giocatore (che personalmente preferisco come estremo), io credo che se fosse chiamato "Hole", la scelta di riproporlo come apertura in semifinale di ritorno e in finale, a sfavore del Rolando De Marigno di turno, sarebbe stata criticatissima. Tanto che diversi "addetti ai lavori", che molto (e giustamente, a mio giudizio) avevano criticato l'impiego di Buso con la seconda squadra, auspicavano ad una mediana Griffen-De Marigny o Patelli-Griffen per la finale.
Per quanto riguarda il Treviso: su Favaro la situazione è controversa. Non è dato tra i partenti dalla Benetton (vedi anche thread su rugbymercato), che peraltro con un comunicato stampa sembra aver negato il trasferimento. Io comunque avevo letto un'intervista nella quale dichiarava che, per trovare più spazio, sarebbe andato a Rovigo senza con questo precludersi un successivo ritorno a Treviso. Scelta "à la Mariani", per intenderci, del tutto condivisibile. Non conosco approfonditamente il caso De Marchi, so solo che non ha giocato molto in Francia, 6 partite di cui 3 da titolare (ma non ci si poteva attendere di più, anzi complimenti a lui), e che sembrerebbe ora conteso tra la Francia e l'Italia. A proposito di Wilson, mi sembra che la questione sia ancor più differente, e che non siano mancate le attenzioni italiche nei suoi confronti...
Questo è il mio pensiero sui giocatori che hai citato. Ovviamente posso essermi sbagliato in diversi punti. Mi sembra però di poter escludere che alla base vi sia una italica esterofilia.
Aggiungo anche che spesso ci dimentichiamo che abbiamo, purtroppo, un movimento ancora limitato rispetto alle altre nazioni. Ho scritto più volte che l'alto numero di stranieri in Italia secondo me non è soltanto una causa, ma è anche e soprattutto una conseguenza dei nostri limiti quantitativi e qualitativi (specialmente in alcuni ruoli: seconde linee, n.8, aperture, ali, estremi). Abbiamo inoltre un campionato tristemente ripetitivo dal punto di vista delle squadre che si contendono il titolo, strutture organizzative-gestionali-tecniche dei ns top club che possono essere comparabili solo alla fascia di società di bassa classifica di Top14 ed alta di Prod2, ecc.
E' questo che influisce, secondo me. Più che l'italica esterofilia o la pressione di procuratori e affini.
Detto questo, non c'è dubbio che vi siano società (penso al Catania degli ultimi tempi) che si caratterizzano da un uso poco edificante degli stranieri.