Inviato: 3 set 2007, 19:35
Secondo IRF sei italiano o tedesco, ma forse è meglio che chiedi a lui se ti "considera" italiano.
Ma tu come ti senti?
Ma tu come ti senti?
Mah, fino a ieri mi sentivo italianissimo ma ora mi hanno instillato il dubbio...franky52 ha scritto:Secondo IRF sei italiano o tedesco, ma forse è meglio che chiedi a lui se ti "considera" italiano.
Ma tu come ti senti?
Il tuo caso è semplice, pensa se avevi il padre francese, ed i nonni uno inglese e l'altro russo e casomai una nonna svizzera e l'altra olandese.PilonePalermitano ha scritto: Scusate, io sono di madre tedesca e padre italiano, sono nato in Italia: sono italiano o mi sono sempre sbagliato?
ma la privacy di questa povera famiglia è una opzione in omaggio gratuito?VELENO80 ha scritto:Andrew Howe non è di padre italiano ma è figlio del Sgr. Howe di nazionalità tedesca. La madre si chiama Renè Felton ed è nata e cresciuta a Los Angeles. Soltanto il fratellino di Andrew, Jeremy, è figlio di Ugo Besozzi. Te lo posso garantire perchè ho conosciuto Andrew durante un ritiro al centro CONI di Formia e lui stesso mi ha descritto la sua situazione familiare.Allora:
Andrew è di padre italiano separato dalla madre ed ha scelto il cognome della madre (Howe e non Besozzi che è quello del padre).
Andrew è nato a Los angeles e si è trasferito a Rieti all'età di 6 anni per seguire la madre sposata in seconde nozze con Ugo Besozzi.
QUOTO HAI CENTRATO IL PUNTOShye ha scritto:ItalianRugbyFriends ha scritto:mi spiace, ma io il figlio di due tedeschi, di un marocchino e una libica, di un americana e di un tedesco, di due francesi, ecc.ecc.ecc... nato in Italia... lo chiamo TEDESCO, MAROCCHINO o LIBICO, AMERICANO o TEDESCO, o FRANCESE... NON italiano! Howe, per me, è un americano che ha scelto, visto che ha vissuto da sempre in Italia, di difendere i colori azzurri... tifo per lui, ma non lo posso considerare italiano!!!cke-Angel ha scritto:quoto al 100% anche perchè non saprei definire uno ( e ce ne sono tanti ) nato in Italia da genitori non Italiani.Shye ha scritto: Me spias, IRF, ma non sono d'accordo per niente..
non è il sangue la discriminante della nazionalità, Howe ha sangue americano ma vive qui da quando ha 5 anni, ha fatto le scuole in Italia, ha avuto l'infanzia e l'adolescenza in Italia, ha amici italiani da sempre, probabilmente ha una ragazza italiana, parla persino in dialetto..ha sempre vissuto qui e probabilmente ci vivrà per sempre. Questo per me significa essere italiano, non un nonno partito 100 anni fa dalla Calabria.
Non avrebbe una goccia di sangue Italiano nelle vene ( cosa avrà poi di diverso il sangue Italiano dagli altri "sangui" ) ma nessuno oserebbe definirlo non Italiano.....
Mah..questo concetto di ITALIANO PER SANGUE O NIENTE mi lascia molto perplesso. Secondo questo tuo punto di vista praticamente stati come USA, Brasile o Argentina quasi non esistono come nazione..
Bortolussi avrà pure sangue italiano, ma pur me uno che nasce in Francia, vive lì finchè decide di giocare per l'Italia (esclusivamente perchè non viene chiamato dalla Francia, mica per altro), vive in Francia (d'accordo, per lavoro..), probabilmente in Italia ci sarà stato sì e no 2 volte in vacanza (forse) e nemmeno canta l'inno non lo considero italiano proprio per niente. Uno che invece nasce altrove ma a 5 anni si ritrova qui e VIVE tutta la sua vita in Italia e probabilmente ci vivrà anche in futuro non vedo come si possa considerarlo non italiano...
Mi hai entusiasmato.doublegauss ha scritto:Mamma mia, possiamo smetterla con italiano sì, italiano no?
Ci sono due concetti che a me sembrano molto chiari:
1) il criterio "del sangue" non ha il minimo senso: se infatti essere italiano (o svizzero, o maltese) dipende dall'avere genitori italiani (o svizzeri, o maltesi), per stabilire se Mario Rossi è italiano bisogna essere sicuri che lo siano i suoi genitori. Ma allora controlliamo l'italianità dei nonni, che dipende da quella dei bisnonni e così via. Arriviamo così all'Homo Erectus, col risultato che italiano non è nessuno. Io mi sento italiano per la mia storia personale, non certo per l'esame del sangue.
2) Essere di una nazionalità non vuol dire che le altre sono precluse. Esempio: i miei figli, che sono di padre italiano e di madre inglese. Secondo me, sono SIA ITALIANI CHE INGLESI, nel senso che sono bilingui, hanno la carta d'identità italiana e il passaporto britannico e da bambini facevano sia "Giro giro tondo" che "Ring-a-ring-a-roses".
Nell'ambito sportivo, se uno gareggia per una nazione, vuol dire che si sente di appartenere a quella nazione, punto e basta. Poi magari il suo senso di appartenenza include anche qualche altra nazione, ma quelli sono fatti suoi.
Per quanto riguarda il rugby, sarebbe bello che a scendere in campo con la maglia azzurra fossero 15 giovanotti che <i>si sono formati in Italia</i>, semplicemente perché questo sarebbe un indice di salute del movimento.
Scusate la lunghezza del post.
Scusate la lunghezza? non so come tu abbia fatto a sintetizzare in modo così efficace concetti tanto complessi nella loro lineare semplicità.doublegauss ha scritto:Mamma mia, possiamo smetterla con italiano sì, italiano no?
Ci sono due concetti che a me sembrano molto chiari:
1) il criterio "del sangue" non ha il minimo senso: se infatti essere italiano (o svizzero, o maltese) dipende dall'avere genitori italiani (o svizzeri, o maltesi), per stabilire se Mario Rossi è italiano bisogna essere sicuri che lo siano i suoi genitori. Ma allora controlliamo l'italianità dei nonni, che dipende da quella dei bisnonni e così via. Arriviamo così all'Homo Erectus, col risultato che italiano non è nessuno. Io mi sento italiano per la mia storia personale, non certo per l'esame del sangue.
2) Essere di una nazionalità non vuol dire che le altre sono precluse. Esempio: i miei figli, che sono di padre italiano e di madre inglese. Secondo me, sono SIA ITALIANI CHE INGLESI, nel senso che sono bilingui, hanno la carta d'identità italiana e il passaporto britannico e da bambini facevano sia "Giro giro tondo" che "Ring-a-ring-a-roses".
Nell'ambito sportivo, se uno gareggia per una nazione, vuol dire che si sente di appartenere a quella nazione, punto e basta. Poi magari il suo senso di appartenenza include anche qualche altra nazione, ma quelli sono fatti suoi.
Per quanto riguarda il rugby, sarebbe bello che a scendere in campo con la maglia azzurra fossero 15 giovanotti che <i>si sono formati in Italia</i>, semplicemente perché questo sarebbe un indice di salute del movimento.
Scusate la lunghezza del post.
doublegauss, scusa se ti faccio le pulci... ma... al punto numero uno dici che il sangue non conta, che è ridicolo, ecc.ecc.... e al punto numero due dici che reputi i tuoi figli sia ITALIANI sia INGLESI...doublegauss ha scritto:Mamma mia, possiamo smetterla con italiano sì, italiano no?
Ci sono due concetti che a me sembrano molto chiari:
1) il criterio "del sangue" non ha il minimo senso: se infatti essere italiano (o svizzero, o maltese) dipende dall'avere genitori italiani (o svizzeri, o maltesi), per stabilire se Mario Rossi è italiano bisogna essere sicuri che lo siano i suoi genitori. Ma allora controlliamo l'italianità dei nonni, che dipende da quella dei bisnonni e così via. Arriviamo così all'Homo Erectus, col risultato che italiano non è nessuno. Io mi sento italiano per la mia storia personale, non certo per l'esame del sangue.
2) Essere di una nazionalità non vuol dire che le altre sono precluse. Esempio: i miei figli, che sono di padre italiano e di madre inglese. Secondo me, sono SIA ITALIANI CHE INGLESI, nel senso che sono bilingui, hanno la carta d'identità italiana e il passaporto britannico e da bambini facevano sia "Giro giro tondo" che "Ring-a-ring-a-roses".
Nell'ambito sportivo, se uno gareggia per una nazione, vuol dire che si sente di appartenere a quella nazione, punto e basta. Poi magari il suo senso di appartenenza include anche qualche altra nazione, ma quelli sono fatti suoi.
Per quanto riguarda il rugby, sarebbe bello che a scendere in campo con la maglia azzurra fossero 15 giovanotti che <i>si sono formati in Italia</i>, semplicemente perché questo sarebbe un indice di salute del movimento.
Scusate la lunghezza del post.
Eh, purtroppo ridicolo non lo posso dire... su questa scemenza del sangue ci si sono ammazzati in troppi (vedi serbi/croati, turchi/greci/armeni, tutsi/hutu...). Insensato sì, ridicolo no.ItalianRugbyFriends ha scritto: doublegauss, scusa se ti faccio le pulci... ma... al punto numero uno dici che il sangue non conta, che è ridicolo, ecc.ecc....
Penso che i miei figli siano italiani e inglesi perché sono stati tirati su da <i>uno che si considera italiano</i> e da <i>una che si considera inglese</i>. Se questo fosse avvenuto a Parigi, non escludo che avrei anche potuto considerarli anche francesi (ma questo è un caso ipotetico, per cui lascia il tempo che trova).ItalianRugbyFriends ha scritto: e al punto numero due dici che reputi i tuoi figli sia ITALIANI sia INGLESI...
Sono nati e vissuti dove? In Italia o in Inghilterra? o altrove?
Perché... in tutti e tre i casi... hai appena detto che i tuoi figli hanno la nazionalità sia del padre sia della madre... cioé... quella del SANGUE paterno e di quello materno... non la nazionalità di dove sono nati! E li reputi italiani e inglesi, perché cresciuti seguendo la tradizione dei propri genitori, della propria terra!!!!
Forse non sono stato chiaro.. uno può anche sentirsi di 4 nazioni, se la mamma è italo-australiana e il padre franco-giappionese... ma è assurdo reputare italiano una persona nata da genitori NON italiani!
I tuoi figli hanno il padre italiano, quindi sono italiani. E la mamma inglese, quindi sono inglesi. Ma non li considereresti certo francesi, anche se fossero cresciuti a Parigi, o no???