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Consulente 3 ha scritto: 21 nov 2025, 15:59 Muoia Sansone con tutti i Filistei?

Non ho fatto catechismo, ma forse è un bene...

[quote=PierreLaBuscagne post_id=1139775 time=1763721086 user_id=33848

Se non si capisce questo scenario non si comprende il balzo in avanti di World Rugby.

sotto il link

https://www.loverugbyleague.com/post/r3 ... ion-league
[/quote]

Molto vero, pero' io credo che se anche partisse, farebbe un glorioso buco nell'acqua. Non e' una vera minaccia. E' semplicemente una competizione non interessante. Vuoi mettere Nord contro Sud?

Se fossero vere le cifre offerte alle stelle NRL citate , Vuoi mettere giocatori pagati a milionate di dollari a stagione?

Fosse per me, a quelle cifre andrei solo a giocare per la Coppa "Article 5". Emisfero Euro contro Emisfero Dollaro

Gli argomenti presentati per giustificare un ampiamento popolare del rugby sono sensati, mi piace quello di giobart sui bambini che non dovrebbero sorbirsi lunghi tragitti per giocare con una squadra di pari età.
Nello stesso intervento di giobart c'è però una contraddizione che non ritengo risolvibile :
Morale? Scatto di civiltà? Questo snobbismo pseudoculturale.........
Questo è uno sport duro e difficile, e ti da e rivuole indietro tanto, a volte troppo.....
Nella lunga esperienza (65 anni ) maturata di praticante e poi di appassionato, tante sono state le novità del rugby, ma una considerazione è rimasta immutata : il rugby non è uno sport per tutti, non potrà mai avere la diffusione di altri sport popolari, vedi calcio e pallavolo.
L'aspro contatto individuale e collettivo preclude la pratica del rugby a chi non è dotato di una specifica psicomotricità. Ho visto fior di atleti dal fisico poderoso provare il rugby e fallire dopo le prime partite, così come ho visto altri, scarsi a prima vista, trasformarsi in campo da botoli a dobermann.
Non è statisticamente facile trovare chi prova piacere nel cimentarsi in uno sport che richiede lo scontro fisico ed è contemporaneamente dotato per sostenerlo. Probabilmente il 99% delle persone è pronto a farlo per necessità, p.e. se viene aggredito, ma pochissimi sono portati a farlo per sport.
Il rugby ti consente di provare l'ebbrezza del confronto totale ed è bellissimo e unico a qualsiasi livello per questo, ma non sarà mai per tutti. Mettiti il cuore in pace, giobart, ammiro la tua determinazione e credo il ns. movimento possa ampliarsi, ma non sarà mai uno sport diffuso come altri. E, per finire, (lo so che sto ripetendo affermazioni già espresse più volte in tanti anni di Forum) teniamoci cari tutti i praticanti a qualsiasi livello.

metabolik ha scritto: 21 nov 2025, 17:56 il rugby non è uno sport per tutti, non potrà mai avere la diffusione di altri sport popolari, vedi calcio e pallavolo.

Molti sport hanno specificita'. Pallavolo e basket, per esempio, richiedono l'altezza che non si puo' allenare.

Inghilterra e Francia sono due paesi dove il Rugby coesiste con il calcio ed ha un pubblico sufficientemente largo da autosostenersi, con un bacino di giocatori tale da consentire ampia selezione e produrre delle elite mondiali. Questo e' il modello a cui aspirare: non mi sembra impossibile.

E in ogni caso, c'e' it touch, il flag, il beach... per chi non riesce ad adattarsi all'Union.

In realtà citando quei modelli hai proprio dimostrato che è semplicemente impossibile.

in Francia tutto è derivato da un grande successo e poi da una continua competitività ad altissimo livello della nazionale. in primis nel cinque nazioni. ad oggi il discorso sarebbe ripetibile, basti guardare con quanta rapidità l'italiano sportivo-morente diventa appassionato ed espertone di ogni f.ottuto sport appena il sole di una disciplina sportiva albeggi con un dominatore di successo.

la condizione è: Italia vince il sei nazioni. allora cambia, magara ci si mette del tempo ma cambia.

fino ad allora la strada scelta di concentrare il professionismo reale e possibile nel duopolio è la scelta che ci si può permettere e che rappresenta benissimo il nostro livello di pratica e diffusione.

Il vero problema non è aumentare i praticanti ma gli spettatori. Noi abbiamo "ucciso" il campionato italiano dalle tante tradizioni e buon pubblico preservando la sola isola felice di Rovigo ma perdendo l' aquila Catania Padova ( come pubblico) ecc ecc. Non basta il pieno della nazionale o il buon pubblico della Benetton. Se anche vincessimo il 6n in serie A elite avremmo sempre se va bene 800 spettatori a partita. E questo è triste

non credo al buono nella massa. in essa vedo sofferenza per l'individuo, non sono un sostenitore dello sviluppo, piuttosto un sostenitore della paga ( e in questo mi riferisco ad un intervento di consulente 3 ) e della paga possibile.

gli spettatori li trovi a bizzeffe appena " ...il sole di una disciplina sportiva albeggi con un dominatore di successo..."

Ma di che vi lamentate?
Da quando è stato ucciso il campionato nazionale vinciamo un sei nazioni ogni 3 anni, arriviamo nelle semifinali di ogni RWC e pettiniamo regolarmente i Pumas.
Quindi non capisco proprio cosa non funzioni nel sistema.

non stavamo parlando di questo. non è una faccenda di sistema che non funziona. nel nostro caso il sistema tende al meglio. e non è questo l'argomento della discussione in questo momento.

supermax ha scritto: 21 nov 2025, 21:39 Noi abbiamo "ucciso" il campionato italiano dalle tante tradizioni e buon pubblico

Piuttosto che ucciso, direi che e' morto quando il professionismo e' diventato ufficiale ovunque. Quel campionato era l'unico campionato professionistico al mondo, anche se non si poteva dire...

@Consulente e@giobart
Non cito i vostri interventi perché col telefono è complicato, ma li ho letti attentamente.
Ebbene a mio avviso voi vi illudete in buona fede pensando che l'aumento di popolarità che auspicate e che io non auspico per niente possa portare benefici al rugby "minore" intendendo con questo lato sensu tutto ciò che non è alto livello ad uso e consumo televisivo e dei social.
Già qualcuno più sopra vi ha fatto notare la non peregrina coincidenza temporale fra avvento delle franchigie e morte prolungata del campionato nazionale, un tempo popolare per davvero e seguitissimo, con conseguente moria di piazze storiche (tipo la mia, ad esempio).
E' lo stesso fenomeno che si vede in tutti i campi dell'economia:la concentrazione di ricchezza verso l'alto.
Più popolare vuol dire più ricco e concentrato verso lalto.
Produrrà più oligarchia (mi stupisco che un sedicente socialista come il buon Consulente tifi per l'oligarchia) e più desertificazione.
Come scrivo da tempo resteranno solo le franchigie e la sedicente nazionale. Il resto sarà spazzato via perché non economicamente produttivo.
E non succederà in un futuro indefinito. Sta già avvenendo davanti a tanti occhi che non vogliono vedere o fanno finta di non vedere.

Nello sport a fare da traino sono sempre i risultati ottenuti da singoli atleti o squadre con i/le quali lo spettatore si può identificare.
Oggi il tennis in Italia è l'esempio migliore, ieri la Coppa Davis ha fatto un'audience spaventosa per mezza giornata su Rai Uno. Tantissimi bambini chiederanno ai genitori di poter cominciare a giocare.
Per il rugby il discorso non è diverso, quando i risultati della Nazionale diventeranno così importanti da suscitare un vero interesse popolare, i praticanti e il pubblico saranno in deciso aumento.
Alla gente lo sport piace molto di più quando si vince e, vista la deriva in ambito calcistico, l'interesse generale si sta spostando su altre discipline e il rugby ha il potenziale per essere tra queste...

No.
Le sorti magnifiche e progressive...