E intanto...
Inviato: 19 feb 2007, 22:14
Un brano tratto dall'intervista a Contepomi sul Gazzettino:Nazionale forte, Super 10 debole: deluso da questa situazione trovata in Italia?
«Più che delusione questa differenza di valori mi provoca rabbia - è
il commento di Manuel Contepomi - perchè l'Italia avrebbe tutte le la
possibilità di fare un campionato di alto livello come la Premiership
e il Top 14, ma non le sfrutta. È tempo che si metta a lavorare in
tale direzione, se vuole elevare ulteriormente il suo livello di
competitività».
In che maniera?
«Muovendosi su un doppio binario. A breve termine aprendo il
campionato ai migliori stranieri. Sono sicuro che in Italia molti di
loro verrebbero a giocare, come succedeva in passato. La differenza
negli ingaggi non è alta come si crede ed è compensata dal tipo di
impegno e dalla qualità della vita che si trovano qui. La formula a 10
squadre va bene. Il modello potrebbe essere quello della Premiership:
uno straniero in campo e poi tutti gli oriundi o comunitari che si
vogliono in rosa».
E a lungo termine?
«Bisogna lavorare sui vivai perché da qui a 10 anni la Nazionale non
abbiamo solo 6 giocatori italiani di formazione in squadra, come
succede nel Sei Nazioni di oggi».
intanto:
Un consiglio federale burrascoso sabato a Bologna ha votato la
riduzione da 12 a 11 dei giocatori italiani obbligatori in lista nelle
squadre di Super 10. Si tratta della ratifica di quanto proposto dal
presidente della Fir Giancarlo Dondi nell'ultima assemblea della Lire
tenuta sempre a Bologna.
A sorpresa, però, tra è passata una norma che considera di formazione
italiana tutti i giocatori che hanno indossato la maglia azzurra,
equiparati compresi. Tanto per fare qualche esempio, Wakarua, De
Marigny, Griffen e altri. anche loro faranno così parte degli 11
italiani. Si tratta di un autentico ribaltone rispetto alla decisione
esattamente contraria presa dal consiglio federale in novembre, che
potrebbe avere ripercussione con il Coni. Infatti sarà difficile
spiegare all'ente che giocatori formati in paesi esteri vengono
considerati prodotti del vivaio.
Sul tema ci sarebbe stato un forte contrasto tra il vice presidente
federale Alfredo Gavazzi, favorevole all'allargamento agli equiparati,
e lo stesso Dondi, che si sarebbe dichiarato contrario. Dopo la
decisione presa dal consiglio, secondo quanto trapelato a margine
dell'assemblea, Dondi avrebbe abbandonato polemicamente la riunione
subito dopo il voto.
«Più che delusione questa differenza di valori mi provoca rabbia - è
il commento di Manuel Contepomi - perchè l'Italia avrebbe tutte le la
possibilità di fare un campionato di alto livello come la Premiership
e il Top 14, ma non le sfrutta. È tempo che si metta a lavorare in
tale direzione, se vuole elevare ulteriormente il suo livello di
competitività».
In che maniera?
«Muovendosi su un doppio binario. A breve termine aprendo il
campionato ai migliori stranieri. Sono sicuro che in Italia molti di
loro verrebbero a giocare, come succedeva in passato. La differenza
negli ingaggi non è alta come si crede ed è compensata dal tipo di
impegno e dalla qualità della vita che si trovano qui. La formula a 10
squadre va bene. Il modello potrebbe essere quello della Premiership:
uno straniero in campo e poi tutti gli oriundi o comunitari che si
vogliono in rosa».
E a lungo termine?
«Bisogna lavorare sui vivai perché da qui a 10 anni la Nazionale non
abbiamo solo 6 giocatori italiani di formazione in squadra, come
succede nel Sei Nazioni di oggi».
intanto:
Un consiglio federale burrascoso sabato a Bologna ha votato la
riduzione da 12 a 11 dei giocatori italiani obbligatori in lista nelle
squadre di Super 10. Si tratta della ratifica di quanto proposto dal
presidente della Fir Giancarlo Dondi nell'ultima assemblea della Lire
tenuta sempre a Bologna.
A sorpresa, però, tra è passata una norma che considera di formazione
italiana tutti i giocatori che hanno indossato la maglia azzurra,
equiparati compresi. Tanto per fare qualche esempio, Wakarua, De
Marigny, Griffen e altri. anche loro faranno così parte degli 11
italiani. Si tratta di un autentico ribaltone rispetto alla decisione
esattamente contraria presa dal consiglio federale in novembre, che
potrebbe avere ripercussione con il Coni. Infatti sarà difficile
spiegare all'ente che giocatori formati in paesi esteri vengono
considerati prodotti del vivaio.
Sul tema ci sarebbe stato un forte contrasto tra il vice presidente
federale Alfredo Gavazzi, favorevole all'allargamento agli equiparati,
e lo stesso Dondi, che si sarebbe dichiarato contrario. Dopo la
decisione presa dal consiglio, secondo quanto trapelato a margine
dell'assemblea, Dondi avrebbe abbandonato polemicamente la riunione
subito dopo il voto.