Provocazione semiseria (ma non troppo)

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

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unmetrodallametaèmeta
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Provocazione semiseria (ma non troppo)

Messaggio da unmetrodallametaèmeta »

Ripartiamo dagli ultimi XV azzurri, panca compresa (tralasciando gli assimilati):

Pratichetti, figlio d’arte
Galon, figlio d’arte
Barbini, figlio d’arte
Canale, figlio d’arte
Bergamasco Mirco, figlio d’arte
Troncon, figlio d’arte
Parisse, figlio d’arte
Bergamasco Mauro, figlio d’arte
Bernabò, figlio d’arte

Ampliando il grado di parentela oltre il primo, oppure considerando genitori meno conosciuti, qualcun altro sarebbe entrato.

Il dubbio sorge spontaneo:
Il movimento rugbistico italiano è così piccolo e limitato?
Oppure è colpa della concentrazione del movimento in pochi distretti?
Oppure alcuni atleti con buon DNA sono allevati con più cura di altri?
Oppure la cultura calciofila che insiste nelle famiglie di rugbisti di prima generazione rende difficile lo sviluppo di una carriera?
O è colpa del dilettantismo, che rende difficile scommettere sulla sola passione e su buone capacità di base?

Se continua così, non si rischia forse che il prossimo selezionatore azzurro possa essere ... un genetista?
Ilgorgo
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RE: Provocazione semiseria (ma non troppo)

Messaggio da Ilgorgo »

Sapete come si chiamerà il figlio di Troncon? Ramòn
GiorgioXT
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Re: Provocazione semiseria (ma non troppo)

Messaggio da GiorgioXT »

unmetrodallametaèmeta ha scritto: Il dubbio sorge spontaneo:
Il movimento rugbistico italiano è così piccolo e limitato?
Oppure è colpa della concentrazione del movimento in pochi distretti?
Oppure alcuni atleti con buon DNA sono allevati con più cura di altri?
Oppure la cultura calciofila che insiste nelle famiglie di rugbisti di prima generazione rende difficile lo sviluppo di una carriera?
O è colpa del dilettantismo, che rende difficile scommettere sulla sola passione e su buone capacità di base?

Se continua così, non si rischia forse che il prossimo selezionatore azzurro possa essere ... un genetista?
In questo caso , niente di differente rispetto ad altri sport .. dal calcio allo sci al ciclismo alla scherma é pieno di "dinastie" di atleti.
Semplicemente é più facile che in ragazzo cresciuto in una famiglia dove si pratica uno sport con successo , ci provi anche lui.
unmetrodallametaèmeta
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Re: Provocazione semiseria (ma non troppo)

Messaggio da unmetrodallametaèmeta »

GiorgioXT ha scritto:
unmetrodallametaèmeta ha scritto: Il dubbio sorge spontaneo:
Il movimento rugbistico italiano è così piccolo e limitato?
Oppure è colpa della concentrazione del movimento in pochi distretti?
Oppure alcuni atleti con buon DNA sono allevati con più cura di altri?
Oppure la cultura calciofila che insiste nelle famiglie di rugbisti di prima generazione rende difficile lo sviluppo di una carriera?
O è colpa del dilettantismo, che rende difficile scommettere sulla sola passione e su buone capacità di base?

Se continua così, non si rischia forse che il prossimo selezionatore azzurro possa essere ... un genetista?
In questo caso , niente di differente rispetto ad altri sport .. dal calcio allo sci al ciclismo alla scherma é pieno di "dinastie" di atleti.
Semplicemente é più facile che in ragazzo cresciuto in una famiglia dove si pratica uno sport con successo , ci provi anche lui.
Nel ciclismo le dinastie non sono poi così tante.
Gli sport invernali sono invece concentrati in pochi distretti, per motivi comprensibili.
Qui stiamo parlando dell'80% (di figli d'arte) o giù di lì.
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megan
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RE: Re: Provocazione semiseria (ma non troppo)

Messaggio da megan »

e secondo me c'è pure qualche raccomandato.....
cmq è normale,anche da noi mezza squadra sono tutti figli di ex giocatori!!!in passato si iniziava cosi,adesso i tempi stanno cambiando e vedrete che questo fenomeno si ridurra' di molto!!
megan kaput mundi
ellis
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RE: Re: Provocazione semiseria (ma non troppo)

Messaggio da ellis »

Concordo con Megan che il fenomeno andrà a calare con l'aumentare della popolarità del rugby.

C'è da dire inoltre che i bambini che iniziano a giocare a rugby fin da piccoli e che continuano (spesso si inizia uno sport che poi viene tralasciato a favore di altri) nella seconda parte della adolescenza sono una parte centesimale rispetto ad altri sport come calcio e basket.

Chiaro che tra questi pochi ci siano coloro che "sentono" il rugby, che "vivono" il rugby, che in famiglia hanno o hanno avuto giocatori di rugby.

Ultimamente al rugby si avvicinano in tanti, anche a 16 o 18 anni: ma a parte casi sporadici (tipo Dallapè) è difficilissimo recuperare il gap con chi lo pratica seriamente da 10-12 anni: gente come i Bergamasco o i fratelli Gaetaniello (che i meno giovani ricorderanno sicuramente) sono nati con la palla ovale in mano......
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vale81
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Re: RE: Provocazione semiseria (ma non troppo)

Messaggio da vale81 »

Ilgorgo ha scritto:Sapete come si chiamerà il figlio di Troncon? Ramòn
:lol: :lol: e se fosse femmina? gemma? :oops: :P :shock:
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Ermanna
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Re: Provocazione semiseria (ma non troppo)

Messaggio da Ermanna »

unmetrodallametaèmeta ha scritto:Troncon, figlio d’arte
TRONCON figlio d'arte.....di chi?????????
Vi prego non confondete Troncon Giorgio con il padre di Troncon Alessandro(con tuttoil rispetto, eh!)
unmetrodallametaèmeta
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RE: Re: Provocazione semiseria (ma non troppo)

Messaggio da unmetrodallametaèmeta »

Ok, non il Troncon più famoso, però un rugbista comunque.
Allora consideriamo anche Bortolami (figlio di rugbista).
E Zappo' che non è il primo Zaffiri rugbista a L'Aquila.
halfback
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Messaggio da halfback »

Il dato riportato può meravigliare solo chi non ha dimestichezza con il mondo dello sport in generale: il novero dei figli (e anche nipoti) d'arte è amplissimo in tutte le discipline sportive, e non solo da noi.
Con l'aggravante "culturale" che da noi è abbastanza normale - e lo era soprattutto in passato - che i figli facessero (tendenzialmente) il lavoro di uno dei genitori.
Comunque, per evitare di parlare di aria fritta, considera un caso recentissimo - medaglia di bronzo nei tuffi ai Mondiali di Melbourne - come quello di Tania Cagnotto: e non c'è bisogno di ricordare chi è stato Giorgio (Franco) Cagnotto.
Io bazzico il mondo dell'atletica e lì ci sono intere dinastie.
Basti pensare agli Ottoz, figli di Eddy e Liana Calvesi (cioè la figlia di Alessandro Calvesi, il più grande tecnico italiano degli ostacoli, e Gabre Gabric, olimpionica nel disco): Laurent è stato primatista italiano di tutte e quattro le distanze praticate con gli ostacoli (110-200-300-400, oltre ai 60hs indoor), poi Patrick (azzurro nei 400hs) e Pilar (azzurra giovanile di alto e 400hs: forse la più forte della famiglia, ma ha smesso a 18 anni).
Altra dinastia, i Frinolli: il papà Roberto era stato due volte campione europeo dei 400hs e anche primatista del mondo, poi Giorgio è stato olimpionico della stessa specialità, Bruno campione italiano del lungo e un altro figlio - di cui ora non ricordo il nome - buon atleta nel triplo. La mamma dei tre era Daniela Beneck, regista RAI, ma anche appartenente ad una delle famiglie più sportive d'Italia.
Non so, solo nella nazionale femminile che lo scorso anno ha fatto la Coppa Europa a Praga le figlie d'arte erano la velocista Doris Tomasini (figlia del siepista azzurro Aldo e di un'altra mezzofondista degli anni '70, Bruna Lovisolo), poi la lunghista Valeria Canella (figlia di Sergio Canella, 2.12 di salto in alto nel 1973: allora era la quarta prestazione italiana di sempre) e ancora Laura Bordignon nel disco (il papà Pietro è stato discobolo a sua volta e il fratello Diego azzurro giovanile del peso). Casi trasversali: sugli 800 c'era Elisa Cusma, il cui papà è stato campione europeo di pugilato.
In campo maschile: la mamma del celebrato Andrew Howe (Renée Felton) è stata un'ottima ostacolista americana a cavallo tra anni '70 e '80.
Il più forte giavellottista italiano di questi anni, Francesco Pignata, è figlio di un altro lanciatore di giavellotto e il lunghista Nicola Trentin è figlio di Vittorio, buon triplista degli anni '60-'70.
Il primo decathleta italiano oltre gli 8000 punti è stato Beniamino Poserina, figlio di Bruno, azzurro nella stessa specialità.
Ma se il discorso si dovvesse allargare alle nazionali giovanili, allora i figli d'arte sarebbero una percentuale ancora più rilevante.
Insomma, per me nessuna meraviglia e quindi nessuna provocazione.
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