Quando una zucca usa la penna....
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zorrykid
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Quando una zucca usa la penna....
AZZURRI, COSA VI E' SUCCESSO?
di Christian Marchetti
Abbiamo giocato il peggior Mondiale possibile. Brutti nella forma, carenti nella sostanza. Un disastro. Ma perché non dirlo? Perché continuare a far passare il prodotto Italia come appetibile? Perché insistere con frasi del tipo “Peccato, siamo fuori per un misero calcio; vabbè, pazienza, ci rifaremo”? Tra l’Italia e i quarti del Mondiale c’era soltanto la Scozia. Esatto, “soltanto”. Un team senza idee e sparagnino: limitare i danni e via, pedalare. L’espressione di un movimento ormai ben oltre la frutta, fiaccato dall’abbondanza di posti vuoti negli stadi ed oscurato dai buoni risultati, ad esempio, della nazionale di calcio.
Vabbè, ma quelli sono affari loro; pensiamo piuttosto al giardino di casa, oggi pieno di erbacce là dove prima spuntavano profumatissime rose.
Partiamo dall’atteggiamento, e cominciamo dalla batosta con gli All Blacks. Prima, durante l’Inno, il consueto trasporto modello sceneggiata napoletana; poi giriamo le spalle alla Haka, comportamento che tutt’al più poteva permettersi David Campese. Peccato che quello, per l’appunto, si chiamasse Campese e che contro la Nuova Zelanda si divertiva ad umiliarne i tre quarti. Se lo facciamo noi risultiamo solo presuntuosi e antipatici, neanche fosse difficile per gli italiani risultare antipatici ai francesi. Così si rischia di perdere l’immagine del Rugby italiano (e, porca miseria, per “immagine” non intendiamo i calendari chiappe al vento), simbolo di qualcosa di bello e puro perché nato dalla sofferenza, dal sacrificio e dall’umiltà. Giovanotti chiamati ad impegni durissimi ma orgogliosi di affrontarli indossando una maglia che non ti ha regalato nessuno.
Dopo i tuttineri abbiamo giocato contro la Romania. Avete letto bene: “Ro – ma – nia”, mica “Barbarians”. Eppure Barbarians sono diventati per gli azzurri. Va bene che la maggior parte dei balcanici gioca in Francia, va bene la storia prestigiosa che quella nazionale si porta dietro, va bene tutto ma contro l’Italia non hanno certo mostrato i numeri di una corazzata. Siamo un team da Sei Nazioni che si è guadagnato il biglietto mazzolando tutte e cinque le altre concorrenti. È opportuno ricordarcelo e ricordarlo a chi abbiamo di fronte forse.
Contro il Portogallo il massimo del minimo. E quando ripensiamo a quella partita nelle orecchie risuona ancora la voce di Vittorio Munari, in cabina di commento al Parco dei Principi: “Piazza ché mettiamo altri punti, piazza ché mettiamo altri punti”. Meno male che Bortolussi l’abbia sentito, ma meno male anche che ci sia stato un certo Andrea Masi. Vista anche la scarsa vena dei due centri Bergamirco e Canale (avanti, quello con la maglia numero 13… in campo c’era, fidatevi), vista l’attitudine da abatini di un po’ tutto il gruppo, bestemmiamo se presentiamo proprio Masi come il migliore della spedizione azzurra? Oppure dovremmo accorgerci di lui solo dopo la prima intervista su qualche magazine femminile?
Infine la Scozia. E qui la domandona da un fantastiliardo di euro di cioccolato: dopo aver visto magari un Galles – Figi, partita splendida, 72 punti di battaglia senza quartiere, con quale coraggio ci siamo trovati nella condizione di dover scegliere chi mandare ai quarti tra Italia e Scozia? Ha ragione Francesco Volpe quando scrive che i britannici hanno giocato per lo 0 – 0, ma cosa dire dell’Italia che per 80 minuti ha regalato calci di punizione per il piede di Paterson, il “meno peggio” tra gli avversari? Senza contare, minuto 79, il “palla – fai – tu” di Alessandro Troncon. Devi mantenere il possesso, sperare in un calcio magari per uno starnuto in ruck, e noi scegliamo di calciare nel box.
Si è chiuso il peggior Mondiale azzurro possibile ed è giusto l’undicesimo posto nel ranking, dietro a Scozia e Figi. Che ci piaccia o no, adesso tocca ripartire da zero.
Scusate se qualcuno si rilegge questo "articolo", ma proprio non va giù. Se poi penso che questo dovrebbe essere "giornalismo" mi viene il vomito. Qualcuno può pensare che dico ste cose perchè zucca attacca l'Italia. Assolutamente no, qui quello che viene messo in discussione è l'essenza dello sport. Quando si decide di praticare un'attività sportiva bisogna preventivare le sconfitte e puntare al massimo risultato ottenibili. Squadre di basso livello per fare bella figura partita dopo partita, chi di livello medio a superare i turni, chi sta in alto a vincere il Campionato. Chi pratica, assiste, scrive in un'ottica sportiva dovrebbe in primo luogo rispettare chi scende in campo. Dire o scrivere si deve vincere perchè gli avversari sono scarsi mi sembra quantomeno da incompetenti. L'outsider nello sport è chi nel racking sta dietro te di decine di posizioni, no chi ti soffia sul collo. Definire belle le partite con tanti punti e brutte quelle con pochi è quantomeno ridicolo. Se fosse così avremo gli stadi pieni in serie C e nelle partite delle under. Parlare della squadra che ha battuto le altre 5 partecipanti al sei Nazioni, non capire il senso dei piazzati con il Portogallo, l'uso del piede con la Scozia per una coppia di centri che non riesce a prendere il vantaggio, dimostra una scarsa conoscenza tecnico, tattica, storica del rugby. Caro zucca hai ragione su una cosa, che ci piaccia o no si deve ripartire da zero, ma a scrivere di sport...
di Christian Marchetti
Abbiamo giocato il peggior Mondiale possibile. Brutti nella forma, carenti nella sostanza. Un disastro. Ma perché non dirlo? Perché continuare a far passare il prodotto Italia come appetibile? Perché insistere con frasi del tipo “Peccato, siamo fuori per un misero calcio; vabbè, pazienza, ci rifaremo”? Tra l’Italia e i quarti del Mondiale c’era soltanto la Scozia. Esatto, “soltanto”. Un team senza idee e sparagnino: limitare i danni e via, pedalare. L’espressione di un movimento ormai ben oltre la frutta, fiaccato dall’abbondanza di posti vuoti negli stadi ed oscurato dai buoni risultati, ad esempio, della nazionale di calcio.
Vabbè, ma quelli sono affari loro; pensiamo piuttosto al giardino di casa, oggi pieno di erbacce là dove prima spuntavano profumatissime rose.
Partiamo dall’atteggiamento, e cominciamo dalla batosta con gli All Blacks. Prima, durante l’Inno, il consueto trasporto modello sceneggiata napoletana; poi giriamo le spalle alla Haka, comportamento che tutt’al più poteva permettersi David Campese. Peccato che quello, per l’appunto, si chiamasse Campese e che contro la Nuova Zelanda si divertiva ad umiliarne i tre quarti. Se lo facciamo noi risultiamo solo presuntuosi e antipatici, neanche fosse difficile per gli italiani risultare antipatici ai francesi. Così si rischia di perdere l’immagine del Rugby italiano (e, porca miseria, per “immagine” non intendiamo i calendari chiappe al vento), simbolo di qualcosa di bello e puro perché nato dalla sofferenza, dal sacrificio e dall’umiltà. Giovanotti chiamati ad impegni durissimi ma orgogliosi di affrontarli indossando una maglia che non ti ha regalato nessuno.
Dopo i tuttineri abbiamo giocato contro la Romania. Avete letto bene: “Ro – ma – nia”, mica “Barbarians”. Eppure Barbarians sono diventati per gli azzurri. Va bene che la maggior parte dei balcanici gioca in Francia, va bene la storia prestigiosa che quella nazionale si porta dietro, va bene tutto ma contro l’Italia non hanno certo mostrato i numeri di una corazzata. Siamo un team da Sei Nazioni che si è guadagnato il biglietto mazzolando tutte e cinque le altre concorrenti. È opportuno ricordarcelo e ricordarlo a chi abbiamo di fronte forse.
Contro il Portogallo il massimo del minimo. E quando ripensiamo a quella partita nelle orecchie risuona ancora la voce di Vittorio Munari, in cabina di commento al Parco dei Principi: “Piazza ché mettiamo altri punti, piazza ché mettiamo altri punti”. Meno male che Bortolussi l’abbia sentito, ma meno male anche che ci sia stato un certo Andrea Masi. Vista anche la scarsa vena dei due centri Bergamirco e Canale (avanti, quello con la maglia numero 13… in campo c’era, fidatevi), vista l’attitudine da abatini di un po’ tutto il gruppo, bestemmiamo se presentiamo proprio Masi come il migliore della spedizione azzurra? Oppure dovremmo accorgerci di lui solo dopo la prima intervista su qualche magazine femminile?
Infine la Scozia. E qui la domandona da un fantastiliardo di euro di cioccolato: dopo aver visto magari un Galles – Figi, partita splendida, 72 punti di battaglia senza quartiere, con quale coraggio ci siamo trovati nella condizione di dover scegliere chi mandare ai quarti tra Italia e Scozia? Ha ragione Francesco Volpe quando scrive che i britannici hanno giocato per lo 0 – 0, ma cosa dire dell’Italia che per 80 minuti ha regalato calci di punizione per il piede di Paterson, il “meno peggio” tra gli avversari? Senza contare, minuto 79, il “palla – fai – tu” di Alessandro Troncon. Devi mantenere il possesso, sperare in un calcio magari per uno starnuto in ruck, e noi scegliamo di calciare nel box.
Si è chiuso il peggior Mondiale azzurro possibile ed è giusto l’undicesimo posto nel ranking, dietro a Scozia e Figi. Che ci piaccia o no, adesso tocca ripartire da zero.
Scusate se qualcuno si rilegge questo "articolo", ma proprio non va giù. Se poi penso che questo dovrebbe essere "giornalismo" mi viene il vomito. Qualcuno può pensare che dico ste cose perchè zucca attacca l'Italia. Assolutamente no, qui quello che viene messo in discussione è l'essenza dello sport. Quando si decide di praticare un'attività sportiva bisogna preventivare le sconfitte e puntare al massimo risultato ottenibili. Squadre di basso livello per fare bella figura partita dopo partita, chi di livello medio a superare i turni, chi sta in alto a vincere il Campionato. Chi pratica, assiste, scrive in un'ottica sportiva dovrebbe in primo luogo rispettare chi scende in campo. Dire o scrivere si deve vincere perchè gli avversari sono scarsi mi sembra quantomeno da incompetenti. L'outsider nello sport è chi nel racking sta dietro te di decine di posizioni, no chi ti soffia sul collo. Definire belle le partite con tanti punti e brutte quelle con pochi è quantomeno ridicolo. Se fosse così avremo gli stadi pieni in serie C e nelle partite delle under. Parlare della squadra che ha battuto le altre 5 partecipanti al sei Nazioni, non capire il senso dei piazzati con il Portogallo, l'uso del piede con la Scozia per una coppia di centri che non riesce a prendere il vantaggio, dimostra una scarsa conoscenza tecnico, tattica, storica del rugby. Caro zucca hai ragione su una cosa, che ci piaccia o no si deve ripartire da zero, ma a scrivere di sport...
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erin
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RE: Quando una zucca usa la penna....
Sia inteso che lo Zucca in questione non sono io!!!!
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danci
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Quando una zucca usa la penna....
concordo in pieno, un articolo vomitevole...zorrykid ha scritto:Scusate se qualcuno si rilegge questo "articolo", ma proprio non va giù. Se poi penso che questo dovrebbe essere "giornalismo" mi viene il vomito. Qualcuno può pensare che dico ste cose perchè zucca attacca l'Italia. Assolutamente no, qui quello che viene messo in discussione è l'essenza dello sport. Quando si decide di praticare un'attività sportiva bisogna preventivare le sconfitte e puntare al massimo risultato ottenibili. Squadre di basso livello per fare bella figura partita dopo partita, chi di livello medio a superare i turni, chi sta in alto a vincere il Campionato. Chi pratica, assiste, scrive in un'ottica sportiva dovrebbe in primo luogo rispettare chi scende in campo. Dire o scrivere si deve vincere perchè gli avversari sono scarsi mi sembra quantomeno da incompetenti. L'outsider nello sport è chi nel racking sta dietro te di decine di posizioni, no chi ti soffia sul collo. Definire belle le partite con tanti punti e brutte quelle con pochi è quantomeno ridicolo. Se fosse così avremo gli stadi pieni in serie C e nelle partite delle under. Parlare della squadra che ha battuto le altre 5 partecipanti al sei Nazioni, non capire il senso dei piazzati con il Portogallo, l'uso del piede con la Scozia per una coppia di centri che non riesce a prendere il vantaggio, dimostra una scarsa conoscenza tecnico, tattica, storica del rugby. Caro zucca hai ragione su una cosa, che ci piaccia o no si deve ripartire da zero, ma a scrivere di sport...
a parte le castronerie disseminate a destra e a manca, tipo:
"la Scozia, un movimento ormai ben oltre la frutta, fiaccato dall’abbondanza di posti vuoti negli stadi": ma che cavolo dice? ha idea di quale sia la qualità delle scuole rugby scozzesi? di quanti giocatori di alto livello produce la loro scuola? di quale sia il budget della loro federazione (il doppio della nostra)? e quanto agli spettaori, sarà pur vero che nella CL le scozzesi fanno "solo" 1500 spetatori a partita (contro i 4000 delle gallesi e i 7000 delle irlandesi), ma lo sa quanta gente va allo stadio nel Super 10? seguendo questa logica il nostro movimento dovrebbe essere da 20° posto nel ranking...
"oscurato dai buoni risultati, ad esempio, della nazionale di calcio": ma cosa c'entra??
"Paterson il meno peggio": senza parole...
ma al di là di questo, quello che mi ha dato veramente un insopprimibile fastidio nel leggere questo pezzo è il disprezzo per gli avversari, il trattarli da pezzenti del rugby mondiale, gente lì per caso che la nostra corazzata avrebbe dovuto spianare...
uno schifo
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zorrykid
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Re: RE: Quando una zucca usa la penna....
Ovvio!!!!erin ha scritto:Sia inteso che lo Zucca in questione non sono io!!!!
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RobertoD
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Re: RE: Quando una zucca usa la penna....
Ah ah ah!!!!erin ha scritto:Sia inteso che lo Zucca in questione non sono io!!!!
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erin
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RE: Re: RE: Quando una zucca usa la penna....
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Re: Quando una zucca usa la penna....
ed invece in Sc ozia il movimento è proprio a pezzi.---- certo sempre meglio che da noi... ma gli stadi sono vuoti. (partite di Heineken con 500 spettatori)danci ha scritto:concordo in pieno, un articolo vomitevole...zorrykid ha scritto:Scusate se qualcuno si rilegge questo "articolo", ma proprio non va giù. Se poi penso che questo dovrebbe essere "giornalismo" mi viene il vomito. Qualcuno può pensare che dico ste cose perchè zucca attacca l'Italia. Assolutamente no, qui quello che viene messo in discussione è l'essenza dello sport. Quando si decide di praticare un'attività sportiva bisogna preventivare le sconfitte e puntare al massimo risultato ottenibili. Squadre di basso livello per fare bella figura partita dopo partita, chi di livello medio a superare i turni, chi sta in alto a vincere il Campionato. Chi pratica, assiste, scrive in un'ottica sportiva dovrebbe in primo luogo rispettare chi scende in campo. Dire o scrivere si deve vincere perchè gli avversari sono scarsi mi sembra quantomeno da incompetenti. L'outsider nello sport è chi nel racking sta dietro te di decine di posizioni, no chi ti soffia sul collo. Definire belle le partite con tanti punti e brutte quelle con pochi è quantomeno ridicolo. Se fosse così avremo gli stadi pieni in serie C e nelle partite delle under. Parlare della squadra che ha battuto le altre 5 partecipanti al sei Nazioni, non capire il senso dei piazzati con il Portogallo, l'uso del piede con la Scozia per una coppia di centri che non riesce a prendere il vantaggio, dimostra una scarsa conoscenza tecnico, tattica, storica del rugby. Caro zucca hai ragione su una cosa, che ci piaccia o no si deve ripartire da zero, ma a scrivere di sport...
a parte le castronerie disseminate a destra e a manca, tipo:
"la Scozia, un movimento ormai ben oltre la frutta, fiaccato dall’abbondanza di posti vuoti negli stadi": ma che cavolo dice? ha idea di quale sia la qualità delle scuole rugby scozzesi? di quanti giocatori di alto livello produce la loro scuola? di quale sia il budget della loro federazione (il doppio della nostra)? e quanto agli spettaori, sarà pur vero che nella CL le scozzesi fanno "solo" 1500 spetatori a partita (contro i 4000 delle gallesi e i 7000 delle irlandesi), ma lo sa quanta gente va allo stadio nel Super 10? seguendo questa logica il nostro movimento dovrebbe essere da 20° posto nel ranking...
"oscurato dai buoni risultati, ad esempio, della nazionale di calcio": ma cosa c'entra??
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ma al di là di questo, quello che mi ha dato veramente un insopprimibile fastidio nel leggere questo pezzo è il disprezzo per gli avversari, il trattarli da pezzenti del rugby mondiale, gente lì per caso che la nostra corazzata avrebbe dovuto spianare...
uno schifo
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RE: Re: Quando una zucca usa la penna....
Non condivido tutto l'articolo, ma neppure il linciaggio regolarmente perpretasto in quetso sito a chi dice che non tutto è così bello.
"L'imperatore non ha i vestiti" (Hans Cristian Andersen)
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ilmuto
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RE: Re: Quando una zucca usa la penna....
Concordo con il testo dell'articolo.
Partite come quelle vanno vinte e basta. Non tanto sul piano del risultato (magari piazzando un calcio in più), quanto sul gioco espresso. Perdere si può perdere ma in quel modo non è onorevole.
Capisco come possano sentirsi distrutti i gallesi per la sconfitta ma almeno loro, oltre al cuore, in campo hanno anche messo il gioco. (per inciso sono ben conscio che per l'Italia era impossibile e forse stupido fare lo stesso gioco dei gallesi, e che calciare e guadagnare campo con i calci per poi attaccare con gli avanti era l'unica possibilità... riuscire a farlo sarebbe stato bello dopo tutto è un modo di giocare anche quello).
I nostri escono dal mondiale senza aver giocato una partita, avranno anche dato l'anima ma non hanno giocato! Attenzione che giocare vuol dire anche divertirsi, provare piacere in quello che si sta facendo al di la del risultato (suppongo sia ragionevole pensare che sia così a qualunque livello, dal minirugby ai professionisti, o almeno così è stato ed è ancora per me). Quindi se uno dei piazzati fosse entrato e la partita vinta in quel modo penso che più che gioia per la vittoria le sensazione più grossa per i giocatori, ed anche per i tifosi, sarebbe stata sollievo: più che dire ce l'abbiamo fatta si sarebbe detto meno male è andata.
Per entrare nella storia ci vogliono prestazioni eccellenti prima dei risultati. In questo senso non capsico come la partita con l'Irlanda premondiale possa essere stata causa di ottimismo: anche lì abbiamo incontrato una squadra sottotono (evidente già in quella partita, stato confermato nel mondiale), che non riusciva a concretizzare le numerose occasioni da meta presentatesi più per difese affrettate ed ingenue che per loro costruzione, ed anche lì non abbiamo avuto la capacità di capire le loro difficoltà e di attaccarli in modo intelligente e cinico... il cosiddetto istinto del killer.
Abbiamo avuto l'impressione di avere una grande squadra ma una grande squadra quel genere di partite le vince, qualunque sia la posizione nel ranking mondiale (ci si sentirà ancora meglio dopo)
Partite come quelle vanno vinte e basta. Non tanto sul piano del risultato (magari piazzando un calcio in più), quanto sul gioco espresso. Perdere si può perdere ma in quel modo non è onorevole.
Capisco come possano sentirsi distrutti i gallesi per la sconfitta ma almeno loro, oltre al cuore, in campo hanno anche messo il gioco. (per inciso sono ben conscio che per l'Italia era impossibile e forse stupido fare lo stesso gioco dei gallesi, e che calciare e guadagnare campo con i calci per poi attaccare con gli avanti era l'unica possibilità... riuscire a farlo sarebbe stato bello dopo tutto è un modo di giocare anche quello).
I nostri escono dal mondiale senza aver giocato una partita, avranno anche dato l'anima ma non hanno giocato! Attenzione che giocare vuol dire anche divertirsi, provare piacere in quello che si sta facendo al di la del risultato (suppongo sia ragionevole pensare che sia così a qualunque livello, dal minirugby ai professionisti, o almeno così è stato ed è ancora per me). Quindi se uno dei piazzati fosse entrato e la partita vinta in quel modo penso che più che gioia per la vittoria le sensazione più grossa per i giocatori, ed anche per i tifosi, sarebbe stata sollievo: più che dire ce l'abbiamo fatta si sarebbe detto meno male è andata.
Per entrare nella storia ci vogliono prestazioni eccellenti prima dei risultati. In questo senso non capsico come la partita con l'Irlanda premondiale possa essere stata causa di ottimismo: anche lì abbiamo incontrato una squadra sottotono (evidente già in quella partita, stato confermato nel mondiale), che non riusciva a concretizzare le numerose occasioni da meta presentatesi più per difese affrettate ed ingenue che per loro costruzione, ed anche lì non abbiamo avuto la capacità di capire le loro difficoltà e di attaccarli in modo intelligente e cinico... il cosiddetto istinto del killer.
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Flor
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Re: RE: Re: Quando una zucca usa la penna....
Veramente era "il vestito nuovo dell'imperatore".....Willimoski ha scritto:Non condivido tutto l'articolo, ma neppure il linciaggio regolarmente perpretasto in quetso sito a chi dice che non tutto è così bello.
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zorrykid
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Re: RE: Re: Quando una zucca usa la penna....
Perfetto, un conto però è illustrare le cose come hai fatto un altro è scrivere, stile isola dei famosi, di zucca. Che dopo ognuno abbia le proprie opinioni in merito, è una cosa normale.ilmuto ha scritto:Concordo con il testo dell'articolo.
Partite come quelle vanno vinte e basta. Non tanto sul piano del risultato (magari piazzando un calcio in più), quanto sul gioco espresso. Perdere si può perdere ma in quel modo non è onorevole.
Capisco come possano sentirsi distrutti i gallesi per la sconfitta ma almeno loro, oltre al cuore, in campo hanno anche messo il gioco. (per inciso sono ben conscio che per l'Italia era impossibile e forse stupido fare lo stesso gioco dei gallesi, e che calciare e guadagnare campo con i calci per poi attaccare con gli avanti era l'unica possibilità... riuscire a farlo sarebbe stato bello dopo tutto è un modo di giocare anche quello).
I nostri escono dal mondiale senza aver giocato una partita, avranno anche dato l'anima ma non hanno giocato! Attenzione che giocare vuol dire anche divertirsi, provare piacere in quello che si sta facendo al di la del risultato (suppongo sia ragionevole pensare che sia così a qualunque livello, dal minirugby ai professionisti, o almeno così è stato ed è ancora per me). Quindi se uno dei piazzati fosse entrato e la partita vinta in quel modo penso che più che gioia per la vittoria le sensazione più grossa per i giocatori, ed anche per i tifosi, sarebbe stata sollievo: più che dire ce l'abbiamo fatta si sarebbe detto meno male è andata.
Per entrare nella storia ci vogliono prestazioni eccellenti prima dei risultati. In questo senso non capsico come la partita con l'Irlanda premondiale possa essere stata causa di ottimismo: anche lì abbiamo incontrato una squadra sottotono (evidente già in quella partita, stato confermato nel mondiale), che non riusciva a concretizzare le numerose occasioni da meta presentatesi più per difese affrettate ed ingenue che per loro costruzione, ed anche lì non abbiamo avuto la capacità di capire le loro difficoltà e di attaccarli in modo intelligente e cinico... il cosiddetto istinto del killer.
Abbiamo avuto l'impressione di avere una grande squadra ma una grande squadra quel genere di partite le vince, qualunque sia la posizione nel ranking mondiale (ci si sentirà ancora meglio dopo)
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amadigi
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A ben rileggere l' autore dell' articolo non mi sembra meritevole degli improperi che gli sono stati riservati, per carità, quanto scrive a proposito dei nostri avversari potrebbe risultare ingeneroso, ma l' analisi che ha fatto del nostro mondiale non mi sembra così scandalosa.
Questa discussione me ne riporta alla mente un' altra a proposito di un articolo a firma di Giorgio Sbrocco circa il fatto di far disputare in una sede diversa dal flaminio le partite della nazionale proponendo Genova o comunque una località del nord dove le garanzie di un pubblico più numeroso erano a suo dire maggiori rispetto a quelle offerte dalla capitale. Il tempo ha dimostrato che nella circostanza si sbagliava e che quella romana fu una scelta felice.
Bene, anche in quell' occasione non mancò chi, nel dissentire con l' autore dell' articolo, apostrofò quest'ultimo con vari appellativi non proprio lusinghieri per chi, nello specifico, ha riservato un' esistenza al rugby ( non so se pure al giornalismo) e che ha provato con ciò che ha scritto a proporre qualcosa, lasciamo perdere se giusto o sbagliato, per il bene di questo sport.
Con questo intendo far notare (e mi dispiace farlo nei confronti di un utente squisito come zorrykid) che ci sono modi e modi di esprimere il proprio disappunto e che sarebbe meglio indirizzare uno o più insulti a chi si macchia di gesti ben più gravi dell' esprimere un' opinione.
Questa discussione me ne riporta alla mente un' altra a proposito di un articolo a firma di Giorgio Sbrocco circa il fatto di far disputare in una sede diversa dal flaminio le partite della nazionale proponendo Genova o comunque una località del nord dove le garanzie di un pubblico più numeroso erano a suo dire maggiori rispetto a quelle offerte dalla capitale. Il tempo ha dimostrato che nella circostanza si sbagliava e che quella romana fu una scelta felice.
Bene, anche in quell' occasione non mancò chi, nel dissentire con l' autore dell' articolo, apostrofò quest'ultimo con vari appellativi non proprio lusinghieri per chi, nello specifico, ha riservato un' esistenza al rugby ( non so se pure al giornalismo) e che ha provato con ciò che ha scritto a proporre qualcosa, lasciamo perdere se giusto o sbagliato, per il bene di questo sport.
Con questo intendo far notare (e mi dispiace farlo nei confronti di un utente squisito come zorrykid) che ci sono modi e modi di esprimere il proprio disappunto e che sarebbe meglio indirizzare uno o più insulti a chi si macchia di gesti ben più gravi dell' esprimere un' opinione.
- ATHLONE
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RE: Re: RE: Re: Quando una zucca usa la penna....
zorrykid ha scritto:Perfetto, un conto però è illustrare le cose come hai fatto un altro è scrivere, stile isola dei famosi, di zucca. Che dopo ognuno abbia le proprie opinioni in merito, è una cosa normale.ilmuto ha scritto:Concordo con il testo dell'articolo.
Partite come quelle vanno vinte e basta. Non tanto sul piano del risultato (magari piazzando un calcio in più), quanto sul gioco espresso. Perdere si può perdere ma in quel modo non è onorevole.
Capisco come possano sentirsi distrutti i gallesi per la sconfitta ma almeno loro, oltre al cuore, in campo hanno anche messo il gioco. (per inciso sono ben conscio che per l'Italia era impossibile e forse stupido fare lo stesso gioco dei gallesi, e che calciare e guadagnare campo con i calci per poi attaccare con gli avanti era l'unica possibilità... riuscire a farlo sarebbe stato bello dopo tutto è un modo di giocare anche quello).
I nostri escono dal mondiale senza aver giocato una partita, avranno anche dato l'anima ma non hanno giocato! Attenzione che giocare vuol dire anche divertirsi, provare piacere in quello che si sta facendo al di la del risultato (suppongo sia ragionevole pensare che sia così a qualunque livello, dal minirugby ai professionisti, o almeno così è stato ed è ancora per me). Quindi se uno dei piazzati fosse entrato e la partita vinta in quel modo penso che più che gioia per la vittoria le sensazione più grossa per i giocatori, ed anche per i tifosi, sarebbe stata sollievo: più che dire ce l'abbiamo fatta si sarebbe detto meno male è andata.
Per entrare nella storia ci vogliono prestazioni eccellenti prima dei risultati. In questo senso non capsico come la partita con l'Irlanda premondiale possa essere stata causa di ottimismo: anche lì abbiamo incontrato una squadra sottotono (evidente già in quella partita, stato confermato nel mondiale), che non riusciva a concretizzare le numerose occasioni da meta presentatesi più per difese affrettate ed ingenue che per loro costruzione, ed anche lì non abbiamo avuto la capacità di capire le loro difficoltà e di attaccarli in modo intelligente e cinico... il cosiddetto istinto del killer.
Abbiamo avuto l'impressione di avere una grande squadra ma una grande squadra quel genere di partite le vince, qualunque sia la posizione nel ranking mondiale (ci si sentirà ancora meglio dopo)
C'è un viaggiatore in ognuno di noi, ma solo pochi sanno dove stanno andando! (Tir Na Nog)
Asti, Genova, Parma e Bologna sono AL NORD ma a sud del Po, se a qualcuno interessa...
Quando dissi alla gente nordirlandese che ero ateo, una donna durante la conferenza si alzò in piedi e disse: "Si, ma è nel Dio dei Cattolici o in quello dei Protestanti che lei non crede?" (Quentin Crisp)
Asti, Genova, Parma e Bologna sono AL NORD ma a sud del Po, se a qualcuno interessa...
Quando dissi alla gente nordirlandese che ero ateo, una donna durante la conferenza si alzò in piedi e disse: "Si, ma è nel Dio dei Cattolici o in quello dei Protestanti che lei non crede?" (Quentin Crisp)
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3gol
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RE: Re: RE: Re: Quando una zucca usa la penna....
Forse nell'articolo si esagera un po' ma, siamo sinceri, la nostra Nazionale ha giocato un mondiale assolutamente scarso. Quello che dispiace non è il risultato della spedizione (saremmo usciti alla partita dopo come succederà alla Scozia) ma la mancanza di grinta e di cuore, mancanza alla quale da tempo non eravamo più abituati. Ci rifaremo nel 6 nazioni!
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paga
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RE: Re: RE: Re: Quando una zucca usa la penna....
pensavo che i giornalisti che scrivono di rugby fossero esperti visto che e' uno sport un po' di nicchia poi ho letto le pagelle del settimanale LA META e ho trovato delle cose sconvolgenti
1 mirko 6.5 (se messo in condizioni e' meglio di BOD)
2 pez 3 io dico uno gioca 2 partite in una e' votato migliore in campo e merita un 3 per i mondiali ?
3 robertson 4.5 a me e' parso mooolto meglio di canale che prende 5
4 berbizier 3 e qui stendo un velo pietoso
francamente se questa e' la competenza risparmiero' 2 euro
1 mirko 6.5 (se messo in condizioni e' meglio di BOD)
2 pez 3 io dico uno gioca 2 partite in una e' votato migliore in campo e merita un 3 per i mondiali ?
3 robertson 4.5 a me e' parso mooolto meglio di canale che prende 5
4 berbizier 3 e qui stendo un velo pietoso
francamente se questa e' la competenza risparmiero' 2 euro