era ora
Moderatore: Emy77
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jack95
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era ora
Finalmente si farà un Campionato Italiano vero ! Come una volta ! Dove le Venete caleranno gli assi dei vivai , dove giocheranno i nostri ragazzi e i nostri figli , dove potranno crescere , divertirsi , formarsi un futuro vicino a casa seguendo i loro studi e le nostre aziende , perchè di rugby non si vive quando ti disintegri un ginocchio . Diventeranno ancora più forti e potranno sempre essere acquistati dai club stranieri per poi giocare contro Roma e Viadana dimostrando il loro valore . Daniele .
- andrea12
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Re: era ora
Caro jak95,
apprezzo molto il tuo ottimismo ma, sinceramente spero che sia un modo satirico per riprendere la realtà. Le ginocchia rotte, purtroppo, e anche le spalle, ci saranno ancora e il fatto di credere "come una volta" mi lascia molto perplesso, proprio perchè come una volta, andava bene 20 anni fa.
Io, invece, sono molto preoccupato ma spero sempre che i Club escano da questo limbo culturale, dimenticando che proprio le aziende non sovvenzionano più ( questo anche grazie a politiche che col rugby c'entrano poco ma rappresentano lo stesso modo di ragionare, o di non-ragionare), che il pubblico decresce esponenzialmente, che abbiamo perso anche La7, che comunque il sistema rugby-Italia non è ancora in grado di "bucare" i media, che i manager societari sono rimasti, purtroppo, al rugby "come una volta".
Speriamo davvero, c'è rimasto solo da sperare, che qualche realtà giovanile possa e riesca a non emigrare, a non perdere talenti e continuare a costruirne.
Cerco di essere positivo ma, sinceramente, leggendo anche gli altri messaggi, non ci riesco sempre. A metà agosto ricomincerò comunque a lavorare, e così gli altri allenatori e i nostri ragazzi ma, la direzione presa in Fir, più che una linea aziendale mi sembra una perdita di rotta...........e comunque, i manager così, nella mia azienda, non li terrei per più di 2 giorni.
Buona estate e buon rugby
apprezzo molto il tuo ottimismo ma, sinceramente spero che sia un modo satirico per riprendere la realtà. Le ginocchia rotte, purtroppo, e anche le spalle, ci saranno ancora e il fatto di credere "come una volta" mi lascia molto perplesso, proprio perchè come una volta, andava bene 20 anni fa.
Io, invece, sono molto preoccupato ma spero sempre che i Club escano da questo limbo culturale, dimenticando che proprio le aziende non sovvenzionano più ( questo anche grazie a politiche che col rugby c'entrano poco ma rappresentano lo stesso modo di ragionare, o di non-ragionare), che il pubblico decresce esponenzialmente, che abbiamo perso anche La7, che comunque il sistema rugby-Italia non è ancora in grado di "bucare" i media, che i manager societari sono rimasti, purtroppo, al rugby "come una volta".
Speriamo davvero, c'è rimasto solo da sperare, che qualche realtà giovanile possa e riesca a non emigrare, a non perdere talenti e continuare a costruirne.
Cerco di essere positivo ma, sinceramente, leggendo anche gli altri messaggi, non ci riesco sempre. A metà agosto ricomincerò comunque a lavorare, e così gli altri allenatori e i nostri ragazzi ma, la direzione presa in Fir, più che una linea aziendale mi sembra una perdita di rotta...........e comunque, i manager così, nella mia azienda, non li terrei per più di 2 giorni.
Buona estate e buon rugby
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jack95
- Messaggi: 162
- Iscritto il: 12 feb 2005, 0:00
Re: era ora
Caro Andrea , sono poco ottimista ed estremamente serio . Un saluto . Daniele.
andrea12 ha scritto:Caro jak95,
apprezzo molto il tuo ottimismo ma, sinceramente spero che sia un modo satirico per riprendere la realtà. Le ginocchia rotte, purtroppo, e anche le spalle, ci saranno ancora e il fatto di credere "come una volta" mi lascia molto perplesso, proprio perchè come una volta, andava bene 20 anni fa.
Io, invece, sono molto preoccupato ma spero sempre che i Club escano da questo limbo culturale, dimenticando che proprio le aziende non sovvenzionano più ( questo anche grazie a politiche che col rugby c'entrano poco ma rappresentano lo stesso modo di ragionare, o di non-ragionare), che il pubblico decresce esponenzialmente, che abbiamo perso anche La7, che comunque il sistema rugby-Italia non è ancora in grado di "bucare" i media, che i manager societari sono rimasti, purtroppo, al rugby "come una volta".
Speriamo davvero, c'è rimasto solo da sperare, che qualche realtà giovanile possa e riesca a non emigrare, a non perdere talenti e continuare a costruirne.
Cerco di essere positivo ma, sinceramente, leggendo anche gli altri messaggi, non ci riesco sempre. A metà agosto ricomincerò comunque a lavorare, e così gli altri allenatori e i nostri ragazzi ma, la direzione presa in Fir, più che una linea aziendale mi sembra una perdita di rotta...........e comunque, i manager così, nella mia azienda, non li terrei per più di 2 giorni.
Buona estate e buon rugby
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realista
- Messaggi: 209
- Iscritto il: 14 lug 2009, 23:02
Re: era ora
bravo daniele. La celtic è un modo di far spendere soldi a chi non li ha. Le scelte della federazione lo confermano.
Il vero rugby lo si nota nelle partite delle giovanili dove non giocano mercenari e chi perde 100-0 è contento lo stesso di aver partecipato.
Il vero rugby lo si nota nelle partite delle giovanili dove non giocano mercenari e chi perde 100-0 è contento lo stesso di aver partecipato.
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TommyHowlett
- Messaggi: 3686
- Iscritto il: 7 apr 2004, 0:00
- Località: Porto Viro
Re: era ora
Oddio, Jack magari vuole fare ironia o forse no, fatto sta che sicuramente il rugby ne trarrà a livello locale più benefici che altro. Chiaro che a questo punto ci si può scordare l'avvicinamento alle realtà europee, eccezion fatta si spera per le selezioni.
Primo punto: i giovani. Farli giocare in un Medio12 quale sarà il prossimo anno, o farli "non giocare" in una serie A1 infarcita di argentini come in questi anni, credo sia senz'altro un milgioramento.
Secondo punto: i vivai. L'obbligo di schierare tot italiani e nel contempo spendere poco per via dela riduzione dei costi richiede ai club di pescare a piene mani nelle loro giovanili, quindi di sviluppare i vivai. Accrescendo il vivaio aumenta la possibilità di far crescere qualche talento, utile per un'eventuale franchigia e soprattutto per la Nazionale, e perché no pure per le future casse societarie.
Terzo punto: il "campanilismo". Uso questo termine per evidenziare come schierare giovani atleti provenienti dalle giovanili di casa (punto 1 + punto2) accentui nel tifoso l'idea di tifare per una squadra rappresentativa della propria città, cosa assolutamente non verificata nell'attuale situazione tre oriundi, equiparati, stranieri e "foresti". E cos' potranno riprendere significato i derby veneti o le sfide tra veneti e L'Aquila.
Il rugby nostrano ha bisogno di queste cose per tornare a scaldare gli animi nelle storiche regioni rugbystiche, cose troppo in fretta dimenticate a favore di un finto professionismo che rischia di farci perdere la reale situazione del rugby italiano.
Primo punto: i giovani. Farli giocare in un Medio12 quale sarà il prossimo anno, o farli "non giocare" in una serie A1 infarcita di argentini come in questi anni, credo sia senz'altro un milgioramento.
Secondo punto: i vivai. L'obbligo di schierare tot italiani e nel contempo spendere poco per via dela riduzione dei costi richiede ai club di pescare a piene mani nelle loro giovanili, quindi di sviluppare i vivai. Accrescendo il vivaio aumenta la possibilità di far crescere qualche talento, utile per un'eventuale franchigia e soprattutto per la Nazionale, e perché no pure per le future casse societarie.
Terzo punto: il "campanilismo". Uso questo termine per evidenziare come schierare giovani atleti provenienti dalle giovanili di casa (punto 1 + punto2) accentui nel tifoso l'idea di tifare per una squadra rappresentativa della propria città, cosa assolutamente non verificata nell'attuale situazione tre oriundi, equiparati, stranieri e "foresti". E cos' potranno riprendere significato i derby veneti o le sfide tra veneti e L'Aquila.
Il rugby nostrano ha bisogno di queste cose per tornare a scaldare gli animi nelle storiche regioni rugbystiche, cose troppo in fretta dimenticate a favore di un finto professionismo che rischia di farci perdere la reale situazione del rugby italiano.
Non so se i miei giocatori bevono whisky. So che bevendo frappé non si vincono molte partite.
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jack95
- Messaggi: 162
- Iscritto il: 12 feb 2005, 0:00
Re: era ora
Che bello , si dai , come una volta , da ragazzini , che si andava all'appiani e poi al plebiscito e tremavi a vedere le tribune , piene , tuttonere e rossoblù o biancoazzurre (colori vecchi di treviso ) o neroverdi .
Sono felice di aver aperto un argomento dove si risponde con concretezza ed intelligenza , tutto il resto è aria fritta . Viva le giovanili , viva questo meraviglioso sport .
Abbiamo fatto la stessa fine degli storici club inglesi dopo l'arrivo del professionismo , là si sono rialzati con i vivai , non ci resta che continuare su questa strada , con la differenza che questa rivoluzione qui in italia apre la strada anche a società prima minori che in questo periodo hanno investito nelle giovanili . Saluti a tutti .
Sono felice di aver aperto un argomento dove si risponde con concretezza ed intelligenza , tutto il resto è aria fritta . Viva le giovanili , viva questo meraviglioso sport .
Abbiamo fatto la stessa fine degli storici club inglesi dopo l'arrivo del professionismo , là si sono rialzati con i vivai , non ci resta che continuare su questa strada , con la differenza che questa rivoluzione qui in italia apre la strada anche a società prima minori che in questo periodo hanno investito nelle giovanili . Saluti a tutti .
TommyHowlett ha scritto:Oddio, Jack magari vuole fare ironia o forse no, fatto sta che sicuramente il rugby ne trarrà a livello locale più benefici che altro. Chiaro che a questo punto ci si può scordare l'avvicinamento alle realtà europee, eccezion fatta si spera per le selezioni.
Primo punto: i giovani. Farli giocare in un Medio12 quale sarà il prossimo anno, o farli "non giocare" in una serie A1 infarcita di argentini come in questi anni, credo sia senz'altro un milgioramento.
Secondo punto: i vivai. L'obbligo di schierare tot italiani e nel contempo spendere poco per via dela riduzione dei costi richiede ai club di pescare a piene mani nelle loro giovanili, quindi di sviluppare i vivai. Accrescendo il vivaio aumenta la possibilità di far crescere qualche talento, utile per un'eventuale franchigia e soprattutto per la Nazionale, e perché no pure per le future casse societarie.
Terzo punto: il "campanilismo". Uso questo termine per evidenziare come schierare giovani atleti provenienti dalle giovanili di casa (punto 1 + punto2) accentui nel tifoso l'idea di tifare per una squadra rappresentativa della propria città, cosa assolutamente non verificata nell'attuale situazione tre oriundi, equiparati, stranieri e "foresti". E cos' potranno riprendere significato i derby veneti o le sfide tra veneti e L'Aquila.
Il rugby nostrano ha bisogno di queste cose per tornare a scaldare gli animi nelle storiche regioni rugbystiche, cose troppo in fretta dimenticate a favore di un finto professionismo che rischia di farci perdere la reale situazione del rugby italiano.
- Chuba
- Messaggi: 1944
- Iscritto il: 3 giu 2006, 11:26
- Località: Colline parmensi
Re: era ora
Aiuto!
Un 3D dove non si ci insulta e si dicono anche cose sensate!
Chiudetelo subito!!! Rovina la media!!!
Un 3D dove non si ci insulta e si dicono anche cose sensate!
Chiudetelo subito!!! Rovina la media!!!
Quo usque tandem abutere,Catilina, patientia nostra.........