Piano A o piano B
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stefanot
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Piano A o piano B
Sul sito di rugby 1823 è apparso quest'articolo:
http://rugby1823.blogosfere.it/2010/03/ ... ano-b.html
nel quale si dice che se dovesse saltare la Celtic e di conseguenza della riforma del campionato super12 allora prenderebbe corpo il piano B ovvero un campionato a 6 franchigie senza retrocessione e con supporto dalla federazione che incentiva le franchigie e mette sotto contratto giocatori di interesse nazionale.
Tra tutte le riforme proposte questa mi sembra la più sensata e forse addirittura meglio dell'ipotesi celtic SE fatta in maniera intelligente favorendo la crescita tecnica ed economica del movimento
http://rugby1823.blogosfere.it/2010/03/ ... ano-b.html
nel quale si dice che se dovesse saltare la Celtic e di conseguenza della riforma del campionato super12 allora prenderebbe corpo il piano B ovvero un campionato a 6 franchigie senza retrocessione e con supporto dalla federazione che incentiva le franchigie e mette sotto contratto giocatori di interesse nazionale.
Tra tutte le riforme proposte questa mi sembra la più sensata e forse addirittura meglio dell'ipotesi celtic SE fatta in maniera intelligente favorendo la crescita tecnica ed economica del movimento
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jentu
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Re: Piano A o piano B
L'ho letto.stefanot ha scritto:Sul sito di rugby 1823 è apparso quest'articolo:
http://rugby1823.blogosfere.it/2010/03/ ... ano-b.html
nel quale si dice che se dovesse saltare la Celtic e di conseguenza della riforma del campionato super12 allora prenderebbe corpo il piano B ovvero un campionato a 6 franchigie senza retrocessione e con supporto dalla federazione che incentiva le franchigie e mette sotto contratto giocatori di interesse nazionale.
Tra tutte le riforme proposte questa mi sembra la più sensata e forse addirittura meglio dell'ipotesi celtic SE fatta in maniera intelligente favorendo la crescita tecnica ed economica del movimento
Purtroppo avrei preferito il piano C di un S10 profondamente riformato dove il numero degli stranieri (ed i costi relativi) sia sostanzialmente ridotto dalle norme federali in modo da poter spendere solo per quelli che fanno realmente la differenza. con l'obbligatorietà di schierare un numero fisso minimo di U23 0 U21 in campo - non in lista altrimenti non entrerebbero mai - di esclusiva formazione italiana intendendo per questa l'assenza di tesseramento estero e la partecipazione a campionati Juniores italiani.
Le franchigie non mi vedono contrario, tuttavia debbono essere incentivate e non rese obbligatorie.
Ciò che reputo sia la morte di uno sport è l'assenza di promozioni e retrocessioni che rendono asfittico il movimento in generale e sono disincentivanti verso tutte quelle realtà periferiche che, non volendo franchisizzarsi (che brutto neologismo) o franchisizzandosi fuori dai territori eletti dal Caudillo, sarebbero escluse dalla possibilità di crescita autonoma.
L'Italia è lunga e fatta di tante realtà.
Se non riusciamo a tenere in Italia i nostri giovani migliori, ammesso che all'estero li scelgano vista la contrazione delle risorse finanziarie di tutti, facciamo in modo da creare un campionato aperto e combattutto, di tipo semiprofessionistico o in cui i siano vari livelli di professionismo.
Una seria A territoriale con realativa riduzione dei costi ed un play off finale per la promozione accenderebbe anche degli antusiasmi ora sopiti.
Ma è indispensabile che chi si iscrive ai campionati dia garanzie finanziarie di arrivare alla fine pena la non iscrizione iniziale e la radiazione in caso di abbandono dei dirigenti responsabili.
- Buttalapasta
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Re: Piano A o piano B
Mi vengono i brividi... Se salta la Celtic siamo di fronte a un fallimento indubbio, ma soprattutto mi tremano i polsi all'idea dei thread campanilistici che compariranno sul forum quando si tratterà di decidere dove collocare geograficamente ogni maledetta franchigia!!! 
JFF: «Mi spieghi come si fa ad esaltarsi nel guardare una partita di uno sport dove sai di essere assolutamente inferiore agli avversari? E nel quale i cronisti continuano ad accennare a valori di sportività al limite del fastidio? E danno pure sempre ragione all'arbitro!»
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GiorgioXT
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Re: Piano A o piano B
Riporto l'articolo, perchè è interessante e preoccupante
- Sei squadre significano 10 GIORNATE di TRE Partite come campionato, mettiamoci anche playoff (ma avrebbero senso?) sono 12 o 13 partite che una squadra gioca, la metà delle attuali . conseguenze inevitabili:
- Minore interesse e minor appetibilità per eventuali sponsor
- Minor capacità di crescita , che avviene solo giocando
- Riduzione ulteriore del pubblico, sia perchè si giocano la metà delle partite, sia perchè praticamente spariscono i derby
- Senza retrocessioni la qualità tecnica non può che abbassarsi, praticamente da metà campionato metà delle squadre possono tranquillamente tirare i remi in barca...
- Niente promozioni/retrocessioni : vuol dire cancellare le prospettive del resto del rugby italiano , serie A e serie B non avranno pìù alcun scopo di esistere e soprattutto di cercare di crescere.
E queste sono solo le prime conseguenze che mi vengono in mente ...
Il succo è che queste sono soluzioni per permettere a qualcuno di restare al comando ed avere il controllo, non certo per lo sviluppo, che dalla under 8 in poi si sa bene che si ottiene giocando di più e con maggiori rischi non giocando di meno e rischiando di meno !
Soluzione PESSIMADovesse saltare l’affaire Celtic, e ripeto dovesse, allora si prospetta una rivoluzione nel campionato italiano diversa da quella prospettata solo pochi mesi fa. Addio, ma questo si sapeva, al Super 10, ma nessuno benvenuto al Super 12. Senza lo sbocco celtico, infatti, sarebbe folle creare un campionato semidilettantistico come massima espressione del movimento italiano. Questa soluzione poteva andare bene di fronte a un ulteriore step, cioè la Celtic League, ma senza di essa diventa un piano da cestinare. E quindi? Quindi serve un campionato che sia di livello qualitativo superiore all'attuale, che non disperda i non infiniti talenti e che possa essere più appetibile per media e pubblico.
Come Rugby 1823 aveva già proposto qualche settimana fa, l’ipotesi più accreditata negli ambienti federali è quella di un campionato delle franchigie. Si è dibattuto a lungo se fosse meglio favorire la politica e la diffusione territoriale, e farlo a 8 squadre, o la logica e la qualità tecnica del torneo, limitandosi a sei formazioni, e alla fine sembra aver prevalso la seconda ipotesi. Sei franchigie quindi, nessuna retrocessione, un importante input economico da parte della Fir (800mila euro che potrebbero diventare un milione a club), giocatori d’interesse nazionale sotto contratto e controllo federale (come fanno tutte le Federazioni più avvedute) e un metodo Cencelli per ridistribuire il rugby d’elite sul territorio, premiando le realtà storiche, ma con un occhio anche alle metropoli e al centro sud.
Il piano B, infatti, prevede sei squadre dislocate a: Treviso, Rovigo/Padova, Milano, Firenze (che porta avanti il progetto Tre con Prato), Roma (che abbraccerebbe anche il bacino abruzzese) e, ancora in dubbio, Emilia (con gli Aironi) o Torino. Ora il piano B è nel cassetto. Si punta, come è ovvio che sia, ancora al piano A. Ma dovesse, e ripeto dovesse, fallire, allora ecco pronta la soluzione federale.
- Sei squadre significano 10 GIORNATE di TRE Partite come campionato, mettiamoci anche playoff (ma avrebbero senso?) sono 12 o 13 partite che una squadra gioca, la metà delle attuali . conseguenze inevitabili:
- Minore interesse e minor appetibilità per eventuali sponsor
- Minor capacità di crescita , che avviene solo giocando
- Riduzione ulteriore del pubblico, sia perchè si giocano la metà delle partite, sia perchè praticamente spariscono i derby
- Senza retrocessioni la qualità tecnica non può che abbassarsi, praticamente da metà campionato metà delle squadre possono tranquillamente tirare i remi in barca...
- Niente promozioni/retrocessioni : vuol dire cancellare le prospettive del resto del rugby italiano , serie A e serie B non avranno pìù alcun scopo di esistere e soprattutto di cercare di crescere.
E queste sono solo le prime conseguenze che mi vengono in mente ...
Il succo è che queste sono soluzioni per permettere a qualcuno di restare al comando ed avere il controllo, non certo per lo sviluppo, che dalla under 8 in poi si sa bene che si ottiene giocando di più e con maggiori rischi non giocando di meno e rischiando di meno !
- milesgersenroma
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Re: Piano A o piano B
sinceramente non sono daccordo su nessuna delle vostre tesi catastrofistiche
ma siamo nel campo delle opinioni e ci sta tutto ci mancherebbe
la cosa che invece trovo deleteria è che un campionato cosi strutturati (ambedue proposti sopra) comporterebbe l'abbassamento della qualità totale dei giocatori , di cui i migliori si troverebbero nelle ambasce tra rimanere in un campionato autartico dove potrebbero prendere gli stessi soldi senza nessun miglioramento tecnico e con la quasi sicurezza di giocare in nazionale per prendere solo scoppole e andarsene all'estero per un progetto di miglioramento (e relative possibilità di ingaggi migliori ) e perdere la nazionale ..per quello che potrebbe valere..
forse servirà come sondaggio sul mammismo nazionale!??!
ma siamo nel campo delle opinioni e ci sta tutto ci mancherebbe
la cosa che invece trovo deleteria è che un campionato cosi strutturati (ambedue proposti sopra) comporterebbe l'abbassamento della qualità totale dei giocatori , di cui i migliori si troverebbero nelle ambasce tra rimanere in un campionato autartico dove potrebbero prendere gli stessi soldi senza nessun miglioramento tecnico e con la quasi sicurezza di giocare in nazionale per prendere solo scoppole e andarsene all'estero per un progetto di miglioramento (e relative possibilità di ingaggi migliori ) e perdere la nazionale ..per quello che potrebbe valere..
forse servirà come sondaggio sul mammismo nazionale!??!
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Alucard
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Re: Piano A o piano B
quindi se si farà sarà un campionato con la regular season e dopo le finali...quello che dobbiamo capire è che questo campionato a franchige è per sviluppare a un rugby di livello superiore quei pochi talenti nostrani, sicuramente finito il campionato a franchige dopo inizierà un'altro campionato dove tutte le società che compongono le franchige parteciperanno con le loro squadra, propio come avviene per fare un esempio nel S14 e nell'NPC, dove i giocatori appartengono sia alla squadra del camionato nazionale neozelandese sia alla franchigia...insomma io nn ci vedrei niente di così scandaloso, anzi, può aiutare il movimento ad abbassare il divario tecnico dei nostri giovani giocatori con quelli degli altri paesi.
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Squilibrio
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Re: Piano A o piano B
Giorgio come non quotarti. Se vedi chi propone questo fantomatico campionato delle franchigie proviene da zone in cui il super10 non è presente vuoi per incapacità di crescita, programmazione, seguito, soldi, o da chi è stato al vertice ma non riesce a ritornarvi (Milano?).
Altri che plaudono a questo tipo di soluzione sono quelli che prima esaltavano la celtic league mentre ora che ne sono stati esclusi (Rugby Parma? Calvisano? Futura Park?) bollano la celtic come un campionato di basso livello senza seguito e inutile (io comunque sono d'accordo in questo) per il campionato italiano.
Tutte queste società hanno come comune denominatore la mancanza di soldi e auspicano le franchigie con forte intervento (economico?) federale.
Non è che forse quando si criticavano le società contrarie e le si accusavano di guardare al proprio orticello lo si faceva consapevolmente a torto per scopi personali?
Forse sono proprio queste società sostenitrici delle franchigie a guardare esclusivamente al proprio orticello?
Non ho capito poi perchè una franchigia come quella di Milano (notoriamente senza pubblico anche in passato quando giocavano nomi importanti, cosa ancora più grave generata dall'incapacità di portare allo stadio i propri tesserati, visto che è la provincia con più tesserati in italia...) sarebbe giusta mentre una di viadana è considerata sbagliata anche se comprenderebbe parma, reggio emilia, mantova, cremona?
Altri che plaudono a questo tipo di soluzione sono quelli che prima esaltavano la celtic league mentre ora che ne sono stati esclusi (Rugby Parma? Calvisano? Futura Park?) bollano la celtic come un campionato di basso livello senza seguito e inutile (io comunque sono d'accordo in questo) per il campionato italiano.
Tutte queste società hanno come comune denominatore la mancanza di soldi e auspicano le franchigie con forte intervento (economico?) federale.
Non è che forse quando si criticavano le società contrarie e le si accusavano di guardare al proprio orticello lo si faceva consapevolmente a torto per scopi personali?
Forse sono proprio queste società sostenitrici delle franchigie a guardare esclusivamente al proprio orticello?
Non ho capito poi perchè una franchigia come quella di Milano (notoriamente senza pubblico anche in passato quando giocavano nomi importanti, cosa ancora più grave generata dall'incapacità di portare allo stadio i propri tesserati, visto che è la provincia con più tesserati in italia...) sarebbe giusta mentre una di viadana è considerata sbagliata anche se comprenderebbe parma, reggio emilia, mantova, cremona?
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stefanot
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Re: Piano A o piano B
Nel comunicato viene anche detto quali sarebbero le franchigie grosso modo.
Io non la vedo come un'idea bislacca: promozioni e retrocessioni ci saranno ma a partire dalla serie A, i migliori giocatori italiani anche perchè verrebbero messi sotto contratto dalla federazione, la quale darà soldi anche alle franchigie con possibilità di comprare forti stranieri quindi. Più o meno fare una Celtic League in italia cercando di tenere in italia il meglio che il nostro movimento offre più buoni ma veramente buoni stranieri.
In questo senso andrebbe data molta importanza alla serie A e al movimento giovanile che dovranno dare i futuri giocatori alle selezioni.
Non dimentichiamoci che Inghilterra e Francia stanno chiudendo le porte agli stranieri per via di regolamenti e tetti salariali, quindi rischio di esodo non c'è semmai il contrario.
Questo potrebbe portare ad avere un maggior pubblico, maggiori sponsor ecc.
Per quanto riguarda il numero delle partite si può anche fare 2 andate e 2 ritorni arrivando a giocare 20 partite di campionato che non sono poche.
Pensatead una franchigia che riceve 1 milione dalla federazione, 1-2 dalgli sponsor, gli stipendi dei giocatori di interesse nazionale pagati più altre entrate direi che una squadra competitiva la può benissimo fare
Io non la vedo come un'idea bislacca: promozioni e retrocessioni ci saranno ma a partire dalla serie A, i migliori giocatori italiani anche perchè verrebbero messi sotto contratto dalla federazione, la quale darà soldi anche alle franchigie con possibilità di comprare forti stranieri quindi. Più o meno fare una Celtic League in italia cercando di tenere in italia il meglio che il nostro movimento offre più buoni ma veramente buoni stranieri.
In questo senso andrebbe data molta importanza alla serie A e al movimento giovanile che dovranno dare i futuri giocatori alle selezioni.
Non dimentichiamoci che Inghilterra e Francia stanno chiudendo le porte agli stranieri per via di regolamenti e tetti salariali, quindi rischio di esodo non c'è semmai il contrario.
Questo potrebbe portare ad avere un maggior pubblico, maggiori sponsor ecc.
Per quanto riguarda il numero delle partite si può anche fare 2 andate e 2 ritorni arrivando a giocare 20 partite di campionato che non sono poche.
Pensatead una franchigia che riceve 1 milione dalla federazione, 1-2 dalgli sponsor, gli stipendi dei giocatori di interesse nazionale pagati più altre entrate direi che una squadra competitiva la può benissimo fare
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GiorgioXT
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Re: Piano A o piano B
Che importanza potrebbe avere una serie A senza la possibilità di salire al livello superiore? i Cavalieri Prato od il Noceto che hanno iniziato a lavorare diverso tempo fa per crescere , lo avrebbero fatto lo stesso sapendo che non sarebbero più potuti uscire dalla serie A e che l'unica prospettiva è quella di lavorare per formare giocatori da cedere alla federazione che li girerà alle franchigie ?stefanot ha scritto: In questo senso andrebbe data molta importanza alla serie A e al movimento giovanile che dovranno dare i futuri giocatori alle selezioni.
Non solo, secondo voi avere 6 squadre nella massima serie faciliterà o limiterà l'arrivo dei giovani italiani ?
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Laporte
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Re: Piano A o piano B
Credo che l'ideale sia una vai di mezzo tar i due paini: un torneo delle franchigie (magari anche 8) con il limite a giocatori non di formazione italiana.jentu ha scritto:L'ho letto.stefanot ha scritto:Sul sito di rugby 1823 è apparso quest'articolo:
http://rugby1823.blogosfere.it/2010/03/ ... ano-b.html
nel quale si dice che se dovesse saltare la Celtic e di conseguenza della riforma del campionato super12 allora prenderebbe corpo il piano B ovvero un campionato a 6 franchigie senza retrocessione e con supporto dalla federazione che incentiva le franchigie e mette sotto contratto giocatori di interesse nazionale.
Tra tutte le riforme proposte questa mi sembra la più sensata e forse addirittura meglio dell'ipotesi celtic SE fatta in maniera intelligente favorendo la crescita tecnica ed economica del movimento
Purtroppo avrei preferito il piano C di un S10 profondamente riformato dove il numero degli stranieri (ed i costi relativi) sia sostanzialmente ridotto dalle norme federali in modo da poter spendere solo per quelli che fanno realmente la differenza. con l'obbligatorietà di schierare un numero fisso minimo di U23 0 U21 in campo - non in lista altrimenti non entrerebbero mai - di esclusiva formazione italiana intendendo per questa l'assenza di tesseramento estero e la partecipazione a campionati Juniores italiani.
Le franchigie non mi vedono contrario, tuttavia debbono essere incentivate e non rese obbligatorie.
Ciò che reputo sia la morte di uno sport è l'assenza di promozioni e retrocessioni che rendono asfittico il movimento in generale e sono disincentivanti verso tutte quelle realtà periferiche che, non volendo franchisizzarsi (che brutto neologismo) o franchisizzandosi fuori dai territori eletti dal Caudillo, sarebbero escluse dalla possibilità di crescita autonoma.
L'Italia è lunga e fatta di tante realtà.
Se non riusciamo a tenere in Italia i nostri giovani migliori, ammesso che all'estero li scelgano vista la contrazione delle risorse finanziarie di tutti, facciamo in modo da creare un campionato aperto e combattutto, di tipo semiprofessionistico o in cui i siano vari livelli di professionismo.
Una seria A territoriale con realativa riduzione dei costi ed un play off finale per la promozione accenderebbe anche degli antusiasmi ora sopiti.
Ma è indispensabile che chi si iscrive ai campionati dia garanzie finanziarie di arrivare alla fine pena la non iscrizione iniziale e la radiazione in caso di abbandono dei dirigenti responsabili.
Anzi. Il campionato bastao sulle Franchigie sarebbe opportuno anche nel caso ci fosse la CL
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Re: Piano A o piano B
Buttalapasta ha scritto:Mi vengono i brividi... Se salta la Celtic siamo di fronte a un fallimento indubbio, ma soprattutto mi tremano i polsi all'idea dei thread campanilistici che compariranno sul forum quando si tratterà di decidere dove collocare geograficamente ogni maledetta franchigia!!!
Tremano a te??? Pensa a me che poi li devo moderare beccandomi insulti di ogni sorta!!!
"La penna dolcissima intinta nell'arsenico" (Cit.)
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Laporte
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Re: Piano A o piano B
perchè 10 giornate ?GiorgioXT ha scritto:Riporto l'articolo, perchè è interessante e preoccupante
Soluzione PESSIMADovesse saltare l’affaire Celtic, e ripeto dovesse, allora si prospetta una rivoluzione nel campionato italiano diversa da quella prospettata solo pochi mesi fa. Addio, ma questo si sapeva, al Super 10, ma nessuno benvenuto al Super 12. Senza lo sbocco celtico, infatti, sarebbe folle creare un campionato semidilettantistico come massima espressione del movimento italiano. Questa soluzione poteva andare bene di fronte a un ulteriore step, cioè la Celtic League, ma senza di essa diventa un piano da cestinare. E quindi? Quindi serve un campionato che sia di livello qualitativo superiore all'attuale, che non disperda i non infiniti talenti e che possa essere più appetibile per media e pubblico.
Come Rugby 1823 aveva già proposto qualche settimana fa, l’ipotesi più accreditata negli ambienti federali è quella di un campionato delle franchigie. Si è dibattuto a lungo se fosse meglio favorire la politica e la diffusione territoriale, e farlo a 8 squadre, o la logica e la qualità tecnica del torneo, limitandosi a sei formazioni, e alla fine sembra aver prevalso la seconda ipotesi. Sei franchigie quindi, nessuna retrocessione, un importante input economico da parte della Fir (800mila euro che potrebbero diventare un milione a club), giocatori d’interesse nazionale sotto contratto e controllo federale (come fanno tutte le Federazioni più avvedute) e un metodo Cencelli per ridistribuire il rugby d’elite sul territorio, premiando le realtà storiche, ma con un occhio anche alle metropoli e al centro sud.
Il piano B, infatti, prevede sei squadre dislocate a: Treviso, Rovigo/Padova, Milano, Firenze (che porta avanti il progetto Tre con Prato), Roma (che abbraccerebbe anche il bacino abruzzese) e, ancora in dubbio, Emilia (con gli Aironi) o Torino. Ora il piano B è nel cassetto. Si punta, come è ovvio che sia, ancora al piano A. Ma dovesse, e ripeto dovesse, fallire, allora ecco pronta la soluzione federale.
- Sei squadre significano 10 GIORNATE di TRE Partite come campionato, mettiamoci anche playoff (ma avrebbero senso?) sono 12 o 13 partite che una squadra gioca, la metà delle attuali . conseguenze inevitabili:
- Minore interesse e minor appetibilità per eventuali sponsor
- Minor capacità di crescita , che avviene solo giocando
- Riduzione ulteriore del pubblico, sia perchè si giocano la metà delle partite, sia perchè praticamente spariscono i derby
- Senza retrocessioni la qualità tecnica non può che abbassarsi, praticamente da metà campionato metà delle squadre possono tranquillamente tirare i remi in barca...
- Niente promozioni/retrocessioni : vuol dire cancellare le prospettive del resto del rugby italiano , serie A e serie B non avranno pìù alcun scopo di esistere e soprattutto di cercare di crescere.
E queste sono solo le prime conseguenze che mi vengono in mente ...
Il succo è che queste sono soluzioni per permettere a qualcuno di restare al comando ed avere il controllo, non certo per lo sviluppo, che dalla under 8 in poi si sa bene che si ottiene giocando di più e con maggiori rischi non giocando di meno e rischiando di meno !
Ci sono paesi dove in altri sport, con 6 squadre fanno 20 partite.
Nell'hockey con 9 squadre ha nno aftto 40 aprtite a etsta in 45 giornate... (ma è un esegarazioen)
Basta usicre dallo schema "Andata e Ritorno"
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Yattaran
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Re: Piano A o piano B
nessuno mi ha ancora spiegato come si farebbe la franchigia Petrarca-Rovigo.Il piano B, infatti, prevede sei squadre dislocate a: Treviso, Rovigo/Padova, Milano, Firenze (che porta avanti il progetto Tre con Prato), Roma (che abbraccerebbe anche il bacino abruzzese) e, ancora in dubbio, Emilia (con gli Aironi) o Torino. Ora il piano B è nel cassetto. Si punta, come è ovvio che sia, ancora al piano A. Ma dovesse, e ripeto dovesse, fallire, allora ecco pronta la soluzione federale.
ma sul piano pratico, non seghe mentali: voglio sapere dove si gioca (un turno di qua, ed uno di là dell'Adige), con la maglia di quale colore, a chi va la direzione sportiva, quale sarà il centro sportivo di riferimento, quali saranno i giocatori, in che modo far salire i giocatori dalle Under, ecc. ecc.
attendo news dagli entusiasti del piano B.
"non discutere mai con un idiota, ti trascina al suo livello, poi ti batte con l'esperienza"
"poe sempre darsi che mi e ti no capimo un ca$$o de regbi" (cit. ForrestGump)
"poe sempre darsi che mi e ti no capimo un ca$$o de regbi" (cit. ForrestGump)
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stefanot
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Re: Piano A o piano B
GiorgioXT ha scritto:Che importanza potrebbe avere una serie A senza la possibilità di salire al livello superiore? i Cavalieri Prato od il Noceto che hanno iniziato a lavorare diverso tempo fa per crescere , lo avrebbero fatto lo stesso sapendo che non sarebbero più potuti uscire dalla serie A e che l'unica prospettiva è quella di lavorare per formare giocatori da cedere alla federazione che li girerà alle franchigie ?stefanot ha scritto: In questo senso andrebbe data molta importanza alla serie A e al movimento giovanile che dovranno dare i futuri giocatori alle selezioni.
Non solo, secondo voi avere 6 squadre nella massima serie faciliterà o limiterà l'arrivo dei giovani italiani ?
Non è possibile prevedere retrocessioni in un campionato di franchigie in quanto la franchigia è formata da più club (vedi Aironi, le romane con l'aquila ecc) quindi se una di queste dovesse retrocedere, ti trovi nel campionato di serie A una franchigia che lotta con club e nel campionato delle franchigie un campionato misto club/franchigie?
Si potrebbe fare una soluzione ibrida, ovvero un campionato nazionale che si ferma una o due volte al mese per giocare il campionato delle franchigie ma potrebbe risultare troppo complicato da gestire con una stagione troppo lunga e frammentata.
La serie A diventerebbe l'ultimo stadio per i club, rimane da vedere chi e come può entrare a far parte della franchigia, ciò secondo me di poter aggiungere nel tempo altre franchigie nel caso in cui alcuni club decidessero di associarsi in una franchigia.
I club naturalmente riceverebbero indennizzi per i giocatori dati alle franchigie, nello sport è pieno di club che sopravvivono grazie alla cessione dei talenti
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luca63
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Re: Piano A o piano B
Questo ambiente sta "deflagrando" ...
Una volta si diceva "fantasia al potere" ...
Ora siamo alla "follia al potere" ....
Ma qualcuno che sappia usare il buon senso in giro proprio non c'è ??
Una volta si diceva "fantasia al potere" ...
Ora siamo alla "follia al potere" ....
Ma qualcuno che sappia usare il buon senso in giro proprio non c'è ??