Luoghi comuni: croce e delizia

Tutti gli argomenti di discussione del vecchio forum.
Se qualche Topic è da salvare, e/o da discutere ancora, chiedete ai moderatori, nel forum sottostante, di spostarlo in altri Forums.

Moderatori: Emy77, Ref, user234483, billingham, ale.com

marcofk
Messaggi: 1210
Iscritto il: 16 feb 2005, 0:00

Messaggio da marcofk »

Ci sono un po\' di luoghi comuni che secondo me frenano la crescita del rugby italiano. Questi luoghi comuni sono più che altro perpetrati dagli appassionati che hanno una visione romantica del gioco che, sebbene faccia bene al folklore e serva ad attirare appassionati, ha come conseguenza il perpetrarsi di cattive abitudini ed atteggiamenti mentali di sudditanza nei confronti degli avversari che alla lunga rischiano di far perdere al rugby italiano il seguito che, generazione dopogenerazione, ha tanto faticato per creare.
<BR>
<BR>1- Il terzo tempo è la parte più importante della partita.
<BR>
<BR>Balle! E\' pur sempre di uno sport competitivo che stiamo parlando. E\' giusto seppellire i rancori della partita nei confronti dell\'avversario, ma le cose che non hanno funzionato non vanno dimenticate in una pinta di birra rossa: devono essere l\'ossessione che perseguita il rugbista ogni minuto dell\'allenamento ed anche fuori dall\'allenamento con un solo pensiero: mai più!
<BR>
<BR>2- Le altre nazioni sono meglio organizzate.
<BR>
<BR>Non completamente vero: alcune strutture sportive italiane come la Ghirada a Treviso fanno invidia al mondo. E\' vero che non sono così estensivamente distribuite sul territorio come in paesi dove il rugby è più radicato, ma alla fine sono sempre un pugno di appassionati che ci mettono il loro tempo e, spesso, denaro, per far funzionare le cose come dovrebbero. E non è detto che funzionino sempre: qui a Loughborough la piscina dell\'English Institute of Sport ospita quasi tutti i nuotatori olimpici del Regno Unito. Molti nuotatori britannici sono andati alle olimpiadi come favoriti nelle loro discipline con due primatisti del mondo e tre o quattro numeri uno nelle liste stagionali. Hanno vinto due medaglie di bronzo, l\'Italia un argento (in una gara dove la mia concittadina di adozione Melanie Marshall era la numero uno al mondo - lei non è neanche entrata in finale) ed un bronzo. E vi assicuro che la piscina è una delle migliori che abbia mai visto (certo meglio di tutte quelle che ho visto a Brescia).
<BR>
<BR>3- La tradizione ha il suo peso.
<BR>
<BR>Sì, per questo l\'Inghilterra che \"per tradizione\" non aveva un campionato nazionale fino a vent\'anni fa ha inventato la Zurich Premiership. Ed il Galles ha modificato radicalmente il proprio campionato nazionale costringendo alcuni club storici alla chiusura dopo aver beccato l\'ultimo cucchiaio di legno due anni fa. Non l\'hanno fatto in onore alla tradizione, ma per vincere (l\'Inghilterra nei primi anni ottanta era poco più di una squadra materasso nel 5N). Quando lo scopo è vincere e si agisce in funzione dello scopo prefissato, i risultati arrivano. La tradizione ha il suo peso solo se si crede che battere una squadra con più tradizione sia un sacrilegio e quindi non si affonda il colpo quando c\'è la possibilità. Nel tennis si chiama \"braccino\".
<BR>
<BR>4- Non si può vincere subito.
<BR>
<BR>E\' difficile, è improbabile, ma il Galles che due anni fa ha preso il cucchiaio di legno oggi rischia di vincere il Grande Slam. E lo ha fatto in barba alla tradizione di cui sopra, anzi, deliberatamente calpestandola. Ripeto, a costo di essere noioso: si può vincere solo se lo si vuole. Se ci si accontenta si arriverà sempre ultimi, salvo qualche occasionale colpo di fortuna che ci sposta al penultimo posto. Mi sembra un insulto neanche tanto velato alle generazioni di rugbisti che si sono fatti il mazzo contro avversari arroganti, arbitri partigiani e sussiegosi ed i pregiudizi di tutto l\'establishment per farci entrare in questo torneo che oggi ci accontentiamo solo di un atto di presenza. E che ci arrendiamo non appena il punteggio si apre un po\' a favore degli avversari quando vincere nel finale era diventato il marchio di fabbrica dell\'Italia rugbistica. Qualcuno disse che un rugbista non si arrende mai: sarà ancora vero?
<BR>
<BR>Spero che si capisca che questi discorsi non li faccio per il gusto di criticare, ma per contribuire a cambiare una mentalità che produce risultati come quello di ieri: sono sicuro che i nostri rugbisti si fanno il culo in allenamento ed in partita tanto quanto i loro avversari, e fra gli sportivi che indossano la maglia azzurra penso che nessuno o quasi meriti più di loro di vincere qualcosa per la passione che ci mettono e l\'orgoglio che mostrano di rappresentare l\'Italia. Ma se manca la voglia di vincere, la vittoria sarà sempre qualcosa che appartiene ai nostri avversari e mai a noi. E proprio perchè a mio avviso i nostri rugbisti meritano, questa mi sembra un\'enorme ingiustizia.
"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005
dan75
Messaggi: 63
Iscritto il: 14 feb 2005, 0:00

Messaggio da dan75 »

Concordo su tutti i punti, hai perfettamente ragione
garak
Messaggi: 101
Iscritto il: 28 nov 2004, 0:00

Messaggio da garak »

solo un\'oservazione marcofk.
<BR>Il Galles non arriva dalle nebbie del tempo e di colpo ha cominciato ha vincere.
<BR>Ti faccio presente, solo per il passato che mi viene in mente, che il Galles tra il 1969 e il 1979 ha dominato la scena europea, dando per molti anni giocatori ai Lions (Gareth Edwards, J.J. Williams, J.P. R. Williams, Phile Bennet solo per fare qualche nome).
<BR>Ribadisco il concetto. Quando intendo il termine \"tradizione\" (uso anch\'io le virgolette), intendo: organizzazione, un movimento di base e voglia di mettersi sempre in gioco senza cercare giustificazioni per le sconfitte e ricominciando a giocare senza cullarsi sugli allori vinti. Sono anche questi elementi quelli che fanno di un movimento (nel caso specifico quello rugbystico), un movimento vincente.
martirep
Messaggi: 575
Iscritto il: 30 mag 2003, 0:00

Messaggio da martirep »

<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 27-02-2005 alle ore 12:48, marcofk wrote:
<BR>
<BR>Ci sono un po\' di luoghi comuni che secondo me frenano la crescita del rugby italiano. ......... .ecc..
<BR>1- Il terzo tempo è la parte più importante della partita.
<BR>Balle! E\' pur sempre di uno sport competitivo che stiamo parlando....... ecc. ecc.
<BR>
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>NON SONO AFFATTO D\'ACCORDO!! :-W E comunque se anche così fosse, non mi interessa un rugby fatto solo di TV, classifiche, spot ecc .
<BR>Il rugby (per me ovviamente...) va vissuto sui campi, nelle club house, nelle trasferte, nei terzi tempi (riesco spesso ad intrufolarmi e rimediare una birra). Il rugby è uno sport \"speciale\" soprattutto per queste che tu chiami \"cattive abitudini\" .
<BR>
A parte l'uomo, tutti gli animali sanno che lo scopo principale della vita è godersela
billingham
Site Moderator
Site Moderator
Messaggi: 7646
Iscritto il: 14 feb 2004, 0:00
Località: Como - Bucure?ti
Contatta:

Messaggio da billingham »

chapeau
<BR>
Segui ovunque i Cariparmi azzurri!!! - Ich bin ein Orqueriaren

Invece di farmi un busto ed esporlo a Murrayfield, mi impaglieranno e mi appenderanno in una taverna (Roy Laidlaw)

Er tacce è robbba da froci (Jimmy Er Fregna)
billingham
Site Moderator
Site Moderator
Messaggi: 7646
Iscritto il: 14 feb 2004, 0:00
Località: Como - Bucure?ti
Contatta:

Messaggio da billingham »

<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 27-02-2005 alle ore 13:14, martirep wrote:
<BR><!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 27-02-2005 alle ore 12:48, marcofk wrote:
<BR>
<BR>Ci sono un po\' di luoghi comuni che secondo me frenano la crescita del rugby italiano. ......... .ecc..
<BR>1- Il terzo tempo è la parte più importante della partita.
<BR>Balle! E\' pur sempre di uno sport competitivo che stiamo parlando....... ecc. ecc.
<BR>
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>NON SONO AFFATTO D\'ACCORDO!! :-W E comunque se anche così fosse, non mi interessa un rugby fatto solo di TV, classifiche, spot ecc .
<BR>Il rugby (per me ovviamente...) va vissuto sui campi, nelle club house, nelle trasferte, nei terzi tempi (riesco spesso ad intrufolarmi e rimediare una birra). Il rugby è uno sport \"speciale\" soprattutto per queste che tu chiami \"cattive abitudini\" .
<BR>
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>non penso che si trattasse del demonizzare il terzo tempo come una cattiva abitudine...bensì del fatto che non deve essere una scusa per dimenticare gli errori fatti...il terzo tempo è la marcia in più del nostro sport, ovvio...
Segui ovunque i Cariparmi azzurri!!! - Ich bin ein Orqueriaren

Invece di farmi un busto ed esporlo a Murrayfield, mi impaglieranno e mi appenderanno in una taverna (Roy Laidlaw)

Er tacce è robbba da froci (Jimmy Er Fregna)
martirep
Messaggi: 575
Iscritto il: 30 mag 2003, 0:00

Messaggio da martirep »

Il discorso sarebbe coplesso. Ma sto guardando Irlanda-Inghilterra...
<BR>Non ho una visione romantica dello sport, però basarsi solo sui risultati, le classifiche, sull\'audience TV e sui diritti televisivi, la pubblicità ecc.., può portare ad professionismo esasperato, al doping, ai bilanci falsificati, corruzione ed altre cose che conosciamo bene. Pur con i necessari aggiustamenti del caso, facciamo si che almeno il rugby rimanga uno sport incontaminato (speriamo...) e soprattutto PERMETTA AD UN GENITORE DI MANDARVI I PROPRI FIGLI A DIVERTIRSI E CRESCERE SANI. Se poi all\'inizio ci prenderemo qualche schiaffo (o cucchiaio) al 6N, poco importa: prima o poi SONO SICURO CHE LI SCONFIGGEREMO TUTTI, UNO AD UNO, IN CASA LORO.
A parte l'uomo, tutti gli animali sanno che lo scopo principale della vita è godersela
Avatar utente
BaRoNeBiRRa
Messaggi: 232
Iscritto il: 20 ott 2004, 0:00

Messaggio da BaRoNeBiRRa »

La ghirada è bellissimo ma allenarsi/giocare lì d\'estate è una tortura.
<BR>NON C\'E UN CENTIMETRO D\'OMBRA! :-]
marcofk
Messaggi: 1210
Iscritto il: 16 feb 2005, 0:00

Messaggio da marcofk »

Cerchiamo di non mettermi in bocca parole che non ho usato: a me di spot, pubblicità, diritti televisivi e cazzate varie non me ne può fregar di meno e le peculiarità del rugby in genere piacciono.
<BR>
<BR>Ciò che non mi va giù è questa presunzione secondo cui il rugby è diverso da altri sport per cui certe cose non contano quanto in altri sport. Si gioca per vincere. Ci si allena per vincere. Ogni pallone giocato è decisivo. Ogni pallone giocato dall\'avversario è altrettanto decisivo e va recuperato come se l\'avversario non avesse diritto a giocare nello stesso campo e con la stessa palla (poi, magari glielo spieghi nel terzo tempo perchè). Quello che succede fuori dal campo ha importanza solo se ha qualcosa a ce vedere con o qualche effetto su ciò che accade in campo (quindi pubblicità, spot e cagate varie contano poco più di niente). Ma un qualsiasi sportivo che intraprende uno sport agonistico (non parlo di dopolavoro... beh, fino a un certo punto) deve avere l\'ambizione e la volontà di diventare numero uno al mondo, poi ci penserà la vita a trovargli la posizione che si merita, ma non senza lottare contro gli eventi e cercare con tutte le forze di modificarli. Quando tutto è già scritto non è più sport, e se non è sport allora non giudichiamolo con i criteri dello sport dove ciò che conta è vincere, o almeno desiderare di vincere.
"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005
marcofk
Messaggi: 1210
Iscritto il: 16 feb 2005, 0:00

Messaggio da marcofk »

<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 27-02-2005 alle ore 14:38, martirep wrote:
<BR>Il discorso sarebbe coplesso. Ma sto guardando Irlanda-Inghilterra...
<BR>Non ho una visione romantica dello sport, però basarsi solo sui risultati, le classifiche, sull\'audience TV e sui diritti televisivi, la pubblicità ecc.., può portare ad professionismo esasperato, al doping, ai bilanci falsificati, corruzione ed altre cose che conosciamo bene. Pur con i necessari aggiustamenti del caso, facciamo si che almeno il rugby rimanga uno sport incontaminato (speriamo...) e soprattutto PERMETTA AD UN GENITORE DI MANDARVI I PROPRI FIGLI A DIVERTIRSI E CRESCERE SANI. Se poi all\'inizio ci prenderemo qualche schiaffo (o cucchiaio) al 6N, poco importa: prima o poi SONO SICURO CHE LI SCONFIGGEREMO TUTTI, UNO AD UNO, IN CASA LORO.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Una delle cause principali del decadimento dei valori sportivi nel mondo occidentale sono proprio i genitori che spingono i figli a fare attività, sportive comprese, contro voglia e poi magari a sgridarli perchè falliscono o non riescono a tradurre in realtà le ambizioni frustrate dei genitori. Ogni sport è sano (sì, persino il famigerato calcio) se giocato per il solo gusto di competere. Ma questo gusto devono averlo i suoi interpreti, e se non ce l\'hanno, possono fare altro: ballare, suonare uno strumento o giocare con lo skateboard. Qualsiasi cosa che spinga un giovane a desiderare di migliorarsi va bene per formare il carattere di una persona positivamente. Le cose si complicano quando lo sport diventa competitivo, ma i valori restano gli stessi: la voglia di vincere o uno ce l\'ha o non ce l\'ha e se non ce l\'ha allora può sempre decidere di non competere. Non confondere la voglia e la determinazione a vincere con tutto l\'avanspettacolo che è diventato lo sport professionistico: chi vuole davvero vincere non bara, non si droga e non usa il successo sportivo per rimorchiare letterine. Quelli sono coloro che credono di DOVERE vincere: c\'è una differenza sostanziale. E\' quel dovere che inquina tutto: nessuno DEVE essere campione olimpico o campione del mondo o vincitore di un Grande Slam. Quelli che ritengono di DOVERE sono i più grandi perdenti, così come quelli che ritengono che sia a loro dovuto. Io sostengo solo che si scende in campo solo se si ha voglia di vincere, e di dare il massimo per ottenere il risultato. Se così non è, si rischia di scivolare nella situazione in cui si DEVE vincere perchè nessuno capirà mai perchè sei sceso in campo se non ne avevi voglia. Ci vuole tanta forza di carattere ad alzarsi la mattina presto per allenarsi prima di andare a lavorare, e fare un altro allenamento dopo il lavoro quanta ce ne vuole per dire \"questo non fa per me\". Bisogna essere uomini veri per fare entrambe le cose. E\' quando si sceglie di non decidere, di fare qualcosa senza davvero crederci, di fare compromessi, che tutto si fotte perchè, una volta fatto un compromesso, cosa vuoi che sia uno in più?
<BR>
<BR>Il rugby non è diverso da nessun altro sport: gli atleti scendono in campo per competere e vincere nelle regole stabilite dal gioco. Al posto tuo, non mi preoccuperei se i miei figli mostrassero voglia di competere, fare sacrifici e vincere. Mi preoccuperei di più se non avessero voglia di fare un c4$$o tanto una scorciatoia si trova sempre.
"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005
bear8
Messaggi: 1228
Iscritto il: 8 mar 2004, 0:00
Località: BUSTO ARSIZIO(VA)

Messaggio da bear8 »

marcofk,scusa se nella tua interessantissima disamina,mi permetto di aggiungere alcune cose che probabilmente nel tuo molto esaustivo pezzo,sono mancanti.
<BR>1-si stava meglio,quando si stava peggio!
<BR>
<BR>2-non cè più la mezza stagione!
<BR>
<BR>3-sono sempre i migliori che se ne vanno!
<BR>
<BR>4-(in inverno)che freddo che fà!
<BR>
<BR>5-(in estate)che caldo che fà!
<BR>
<BR>ora il contesto mi pare più lucido e completo.
<BR>
<BR>
<BR>
<BR>
<BR>ciaooo ;-)
fausto
Messaggi: 419
Iscritto il: 4 mar 2003, 0:00

Messaggio da fausto »

<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 01-03-2005 alle ore 12:33, bear8 wrote:
<BR>marcofk,scusa se nella tua interessantissima disamina,mi permetto di aggiungere alcune cose che probabilmente nel tuo molto esaustivo pezzo,sono mancanti.
<BR>1-si stava meglio,quando si stava peggio!
<BR>
<BR>2-non cè più la mezza stagione!
<BR>
<BR>3-sono sempre i migliori che se ne vanno!
<BR>
<BR>4-(in inverno)che freddo che fà!
<BR>
<BR>5-(in estate)che caldo che fà!
<BR>
<BR>ora il contesto mi pare più lucido e completo.
<BR>
<BR>Aggiungo:
<BR> \"trotto de ciuccio non arriva lontano\"
<BR>
<BR>
<BR>ciaooo ;-)
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
marcofk
Messaggi: 1210
Iscritto il: 16 feb 2005, 0:00

Messaggio da marcofk »

Wow... che frecciata velenosa... l\'hai pensata tutta da solo ho te l\'ha suggerita la mamma?
"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005
Avatar utente
jaco
Messaggi: 8972
Iscritto il: 5 feb 2003, 0:00
Località: san donà di piave

Messaggio da jaco »

Mah, sì e no...
<BR>...certo credo che ormai con il professionismo non ci sia più nessuno che intende il terzo tempo come il \"vogliamoci bene e dimentichiamo tutto ciò che è successo, la prossima volta andrà meglio\", non credo che il terzo tempo faccia dimenticare a nessuno ciò che è accaduto nel bene e, soprattutto nel male, in campo... c\'è ormai, anzi, perfino il videoanalist che rompe tutti i giorni facendo vedere e rivedere ciò che non è andato... non è questo... ma sicuramente il terzo tempo è una parte importante per i valori intrinseci che ha in sè (e mi fermo sennò divento retorico).
<BR>Rispondo poi al discorso tradizione. Forse hai ragione, però se penso ai mondiali scopro che in 5 edizioni a fronte di 40 possibili squadre che avrebbero potuto arrivare ai quarti di finale, in realtà ne sono arrivate 12 e che 5 di queste (Eng, Sco, Fra, Aus, NZ) sono sempre state presenti. Vedo che nelle semifinali a fronte di 20 possibili squadre se ne sono viste, in realtà, 7 e, guarda caso, le sette sono Nuova Zelanda (tutte e 5 le edizioni), Australia e Francia (4 edizioni), Inghilterra (3), Sud Africa (2), Galles e Scozia (1). Mai una sorpresa vera, mai una Grecia o una Danimarca della situazione... Vedo il ranking mondiale e scopro che le prime 9 posizioni sono praticamente \"blindate\" da quando esiste questo tipo di classifica, vedo che le squadre di tradizione rarissimamente prendono \"tariffe\" da squadre più forti perchè trovano sempre la forza, l\'orgoglio o non so che per non sbracare..., ripeto, forse hai ragione, ma la semplice osservazione della realtà (da qualche decennio in modo diretto, e per i tempi più antichi in modo indiretto) mi suggerisce altro...
L'ignorante sa tant, l'inteigente sa poc, el saggio sa nient. EL MONA SA TUT!
martirep
Messaggi: 575
Iscritto il: 30 mag 2003, 0:00

Messaggio da martirep »

<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 27-02-2005 alle ore 16:35, marcofk wrote:
<BR>
<BR>omissis... Ciò che non mi va giù è questa presunzione secondo cui il rugby è diverso da altri sport per cui certe cose non contano quanto in altri sport. Si gioca per vincere. Ci si allena per vincere.....
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Il discorso di marcofk, pur discutibile, è comunque appasionato e sincero e non merita frecciatine di nessun genere.
<BR>
<BR>Detto questo è proprio sulla parte del discorso che riporto in \"quote\" su cui non sono d\'accordo (su qualche altro punto forse diciamo le stesse cose con parole diverse). Ho visto delle squadre combattere da leoni fino alla fine per la meta della bandiera o per almeno i 3 punti quando la speranza di vittoria era assolutamente nulla ed il punteggio del tipo 60-70-80 a 0. Ho visto anche squadre di mezza classifica scendere in campo contro la capolista SENZA PANCHINA E CON 2 UOMINI IN MENO pur non avendo nessuna speranza di vittoria. Sapevano di perdere, ma volevano comunque dimostrare il loro valore, il loro coraggio e vender cara la pelle. Forse è solo stupido orgoglio o una visione romantica ormai del tutto anacronistica dello sport.... però quando giochi col cuore non perdi mai.
A parte l'uomo, tutti gli animali sanno che lo scopo principale della vita è godersela
Bloccato