doping e rugby

Tutto ciò che è inerente al Rugby, ma non rientra nelle altre categorie.

Moderatore: Emy77

nr9
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Messaggio da nr9 »

va beh lo so che è un thread un po\' così... ma c\'erano i forum sul chilorugby che mi ci hanno fatto pensare... allora, io ho smesso di giocare da molti anni e in una squadra di livello bassino dove non girava niente (solo integratori)... però vorrei sapere le VOSTRE esperienze... c\'è molta gente che ha giocato in varie epoche e a vari livelli... non cose in prima persona magari ma quello che avete visto/sentito... perché credo che il problema ci sia.
<BR>
<BR>p. s.
<BR>sì lo so che i nick non bastano all\'anonimato perché molti ci conosciamo, però penso che sarebbe bello che qualcuno raccontasse qualcosa
Ilgorgo
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Messaggio da Ilgorgo »

Io ho giocato solo a livello giovanile ma ho avuto modo di frequentare sia dentro che fouri dal campo anche i ragazzi della mia prima squadra (serie C/B). Ebbene, non ho mai avuto alcun sentore di uso di sostanze dopanti, anche se qualche giocatore probabilmente faceva e fa un utilizzo un po\' \"allegro\" degli antinfiammatori. Questa è solo la mia esperienza, naturalmente, ed è per di più un\'esperienza poco significativa proprio perché vissuta a margine di una prima squadra non professionistica. Però credo che il doping nel rugby italiano sia effettivamente molto poco diffuso. Mi piacerebbe pensare che ciò sia dovuto al fatto che i rugbisti sono persone \"migliori\", ma so che se il doping ha completamente infettato il ciclismo, disciplina ancor più umile e sobria della nostra, allora nessuno sport se ne può considerare immune. Forse è solo una questione di soldi (cherchez l\'argent!): il doping costa, i rugbisti non sono ricchi e gli smerciatori di sostanze dopanti non hanno interesse ad avvicinarsi alla palla ovale...
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megan
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Messaggio da megan »

personalmente qualche fiala di antidolorifico \"potente\" me la sono fatta anch\'io prima della partita,ma solo perchè avevo la caviglia macinata ma troppa voglia di giocare,niente di più. Per il resto penso che ormai se nel nostro sport c\'è, si tratta solo di doping da palestra!!!ovvero tutte quelle porcherie che girano indisturbate nelle palestre italiane!!
megan kaput mundi
THAKER
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Messaggio da THAKER »

<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 16-08-2005 alle ore 08:29, THAKER wrote:
<BR>L\'ala figiana Vilimoni Delasau non ha partecipato alla prima partita vittoriosa di Canterbury contro Southland, perché punito dalla New Zealand Rugby Union (NZRU).
<BR>Il giocatore, infatti, dopo il match tra Fiji e All Blacks del 10 giugno scorso, era stato sottoposto all\'esame delle urine ed era stato trovato positivo alla marijuana.
<BR>Multa di 350 dollari americani e squalifica per preseason e prima partita di campionato.
<BR><!-- BBCode Start --><IMG SRC="http://xtramsn.co.nz/homepage2/imageLar ... 83,00.jpeg"><!-- BBCode End --><!-- BBCode Start --><IMG SRC="http://gfx.dagbladet.no/pub/artikkel/4/ ... nnabis.jpg"><!-- BBCode End -->
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Le droghe leggere sono molto usate, non tanto tra i rugbysti, ma tra i ragazzi in generale (15-35 anni)... e non si tratta certo di doping per migliorare le prestazioni dentro il campo...
<BR>
<BR>...la cosa peggiore è quando alla cannabis si aggiunge la cocaina...
<BR>
<BR> La notizia è finita in prima pagina sul quotidiano Herald Tribune: \"il fiume italiano della cocaina mette in allerta la nazione\". Non senza un vena polemica sul fatto che l\'Italia avrebbe sottostimato la notizia. Quella, risalente a una decina di giorni fa e frutto di una ricerca dell\'istituto Mario Negri di Milano, secondo la quale nel Po, nel tratto dalla foce a Pavia, scorre ogni giorno l\'equivalente di 4 chili di cocaina. Dato ricavato dai ricercatori grazie alla presenza nelle acque di una sostanza che nell\'uomo metabolizza la cocaina e che viene eliminata attraverso l\'urina. Di conseguenza, in base a questi dati, il consumo di cocaina , nella popolazione dei residenti del bacino, sarebbe ben più alto di quello finora stimato: qualcosa come 40.000 dosi quotidiane. Se un tempo era la droga dei ricchi, dello star system, perché la più costosa tra quelle pesanti, oggi il consumo della cocaina, ormai la droga più diffusa del mondo, superata solo dalla cannabis, è aumentato tra studenti e giovanissimi innanzitutto perché sono scesi i prezzi: per una dose ci vogliono 50 euro. L\'età del primo approccio al consumo è scesa fino a 16 anni, secondo l\'ultima relazione parlamentare sulle tossicodipendenze.
<BR>A riprova dell\'aumenta diffusione della cocaina, i dati dei sequestri effettuati dalla polizia nei primi 6 mesi del 2005: la cocaina sequestrata è stata il triplo dell\'eroina. [tg5]
<BR>
<BR>Nell\'Ue i consumatori problematici (ossia quelli che si iniettano oppiacei o che consumano regolarmente cocaina e anfetamine) «sono stimati tra un milione ed un milione e mezzo» e le stime nazionali fanno registrare «le percentuali più alte in Italia, Lussemburgo, Portogallo e Regno Unito».
<BR>In tali paesi i consumatori a rischio sono infatti tra i 6-10 ogni 1.000 adulti (15-64 anni), contro i 2-4 degli altri Stati Ue. [Ansa 2003]
<BR>
<BR>SEMPRE PIÙ COCAINA
<BR>La cocaina è la droga che fa registrare l\'aumento più sensibile di consumo in Europa e gli esperti si dicono allarmati per le quantità sempre maggiori individuate nell\'Ue e il fatto che i prezzi \"\'di strada\" «stabili o in calo» ne aumentano il bacino di utenza.
<BR>
<BR>«L\'uso della cocaina - si legge nel rapporto - sembra più frequente e risulta in aumento tra i giovani che vivono
<BR>in aree urbane».
<BR>I dati per il periodo 2000-2002 indicano che ad aver provato almeno una volta la cocaina da inalare o da fumare è un massimo del 9% delle persone di età compresa tra i 15 ed i 34 anni.
<BR>Le stime sul consumo recente indicano che nel corso degli ultimi dodici mesi ne ha fatto uso in Italia il 2% dei giovani adulti (15-34 anni).
<BR>
<BR>PREOCCUPA USO FREQUENTE CANNABIS
<BR>In Europa almeno un adulto su cinque - ossia non meno del 20% della popolazione - ha fatto uso di derivati della cannabis, che rappresentano le sostanze stupefacenti più utilizzate, con una diffusione tra i giovani adulti (15-34 anni) che sale al 35%-44%.
<BR>L\'esperienza della cannabis nella maggior parte dei paesi (tra cui l\'Italia) fa registrare livelli attorno al 20-25%.
<BR>In Italia il 9,4% delle persone adulte ha dichiarato di aver fatto uso di cannabis nel corso degli ultimi dodici mesi.
<BR>Gli esperti europei si dicono preoccupati dalla tendenza, soprattutto tra i giovani di sesso maschile, a far uso di cannabis «in modo regolare ed intenso», fenomeno che è direttamente collegato con il sensibile aumento del numero di consumatori di marijuana che hanno fatto ricorso ai servizi specializzati per tossicodipendenti.
<BR>
<BR>ALCOL E SOLVENTI TRA I GIOVANI
<BR>Bere fino all\'ubriachezza e sniffare colle, aerosol o solventi sono, insieme al più classico spinello, comportamenti sempre più diffusi tra i giovani europei di 15-16 anni. Secondo l\'Emcdda, «l\'acool è la sostanza psicoattiva maggiormente utilizzata dai giovani Ue».
<BR>La percentuale di 15-16enni che si sono ubriacati «almeno qualche volta» varia dal 36% in Portogallo all\'89% in Danimarca.
<BR>In Italia si attesta intorno al 43%.
<BR>«In tutta Europa - osserva il rapporto - è preoccupante il fenomeno del binge drinking, ossia del bere ininterrottamente fino all\'ubriachezza».
<BR>Le indagini condotte sopratttutto nelle scuole, indicano che il consumo di cannabis tra i giovani varia tra l\'8% (Svezia) e il 35% (Gran Bretagna).
<BR>Tra i giovani italiani di 15-16 anni, ad aver provato almeno una volta la marijuana è il 23%.
<BR>Le sostanze inalanti (solventi, colla e aerosol) sono gli stupefacenti che i giovani dell\'Ue hanno provato di più, dopo i derivati della cannabis, mentre emergono indicazioni di una «stabilizzazione del consumo una tantum di ecstasy a livelli molto inferiori della cannabis».
<BR>In Italia ha provato sostanze inalanti lo 0,4% dei 15-16enni.
<BR>
<BR>Autunno \'99 - L\'Espresso:
<BR>Milano, su 50 banconote di tagli diversi raccolte in varie zone della metropoli, ben 41 sono entrate in contatto con la coca. Un livello altissimo che colloca Milano dietro Londra dove il 4 ottobre scorso la droga era stata trovata sul 99 per cento delle banconote britanniche, ma davanti a San Francisco, città dove nel 1995 un\'analoga analisi aveva acceso i riflettori sul 75 per cento dei dollari circolanti.
THAKER
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Settembre 2003
<BR>
<BR>12 settembre - IN ROMANIA DOPATA UN’INTERA SQUADRA DI RUGBY
<BR>
<BR>BUCAREST - Doping di massa; doping di squadra. Non è il bistrattato ciclismo questa volta al centro dell’attenzione, ma il più modesto (e tante volte decantato) rugby. La federazione romena ha espulso dal campionato di prima divisione l\'intera squadra dell\'Universitatea Remin Baia Mare dopo che 19 suoi giocatori sono risultati positivi al nandrolone (13 direttamente ai test e sei per essersi rifiutati di sottoporsi alle analisi). Una decisione cui sarà possibile fare appello, ma che resta comunque clamorosa. Anche perché rappresenta una delle prime applicazioni del nuovo codice antidoping della Wada che vuole che sia indagata l’intera formazione quando due elementi della stesso vengono trovati positivi ai test. Nel maggio scorso due giocatori del Baia Mare, Adrian Manolache e Dragos Manole, furono trovati positivi al nandrolone dopo la partita valida per i playoff contro il Farul Constanta. Una settimana più tardi, in linea con le nuove norme, furono effettuati altri controlli da cui risultarono positivi 17 giocatori su 20. Il laboratorio antidoping di Bucarest ha confermato che i livelli dei giocatori dopati andavano da 6.0 ng fino a 115.5 nanogrammi; il limite massimo è fissato a 2.0 nanogrammi. Manolache e Manole risultarono positivi rispettivamente con livelli di 330.0 e 332.0 nanogrammi. Tutti i 17 giocatori sono stati squalificati per due anni ed il Baia Mare non è stato ammesso al campionato che partirà l\'8 novembre. Al suo posto è stato ripescato il Politehnica Iasi.Squalificato (4 anni) anche il vicepresidente della squadra romena che ha ammesso di aver deciso di aggiungere non meglio definiti \"amminoacidi\" alle vitamine assunte regolarmente dai giocatori.
<BR><!-- BBCode Start --><IMG SRC="http://www2.raisport.rai.it/news/sport/ ... /rugby.jpg"><!-- BBCode End -->
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megan
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Messaggio da megan »

mai messa una sigaretta in bocca o assunto merde varie!!!sarò un mosca bianca,sarò una pecora nera x alcuni,ma io ME NE VANTO!!!
megan kaput mundi
billingham
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Messaggio da billingham »

<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 16-08-2005 alle ore 08:55, THAKER wrote:
<BR>Settembre 2003
<BR>
<BR>12 settembre - IN ROMANIA DOPATA UN’INTERA SQUADRA DI RUGBY
<BR>
<BR>BUCAREST - Doping di massa; doping di squadra. Non è il bistrattato ciclismo questa volta al centro dell’attenzione, ma il più modesto (e tante volte decantato) rugby. La federazione romena ha espulso dal campionato di prima divisione l\'intera squadra dell\'Universitatea Remin Baia Mare dopo che 19 suoi giocatori sono risultati positivi al nandrolone (13 direttamente ai test e sei per essersi rifiutati di sottoporsi alle analisi). Una decisione cui sarà possibile fare appello, ma che resta comunque clamorosa. Anche perché rappresenta una delle prime applicazioni del nuovo codice antidoping della Wada che vuole che sia indagata l’intera formazione quando due elementi della stesso vengono trovati positivi ai test. Nel maggio scorso due giocatori del Baia Mare, Adrian Manolache e Dragos Manole, furono trovati positivi al nandrolone dopo la partita valida per i playoff contro il Farul Constanta. Una settimana più tardi, in linea con le nuove norme, furono effettuati altri controlli da cui risultarono positivi 17 giocatori su 20. Il laboratorio antidoping di Bucarest ha confermato che i livelli dei giocatori dopati andavano da 6.0 ng fino a 115.5 nanogrammi; il limite massimo è fissato a 2.0 nanogrammi. Manolache e Manole risultarono positivi rispettivamente con livelli di 330.0 e 332.0 nanogrammi. Tutti i 17 giocatori sono stati squalificati per due anni ed il Baia Mare non è stato ammesso al campionato che partirà l\'8 novembre. Al suo posto è stato ripescato il Politehnica Iasi.Squalificato (4 anni) anche il vicepresidente della squadra romena che ha ammesso di aver deciso di aggiungere non meglio definiti \"amminoacidi\" alle vitamine assunte regolarmente dai giocatori.
<BR><!-- BBCode Start --><IMG SRC="http://www2.raisport.rai.it/news/sport/ ... /rugby.jpg"><!-- BBCode End -->
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>scandaloso :-o
Segui ovunque i Cariparmi azzurri!!! - Ich bin ein Orqueriaren

Invece di farmi un busto ed esporlo a Murrayfield, mi impaglieranno e mi appenderanno in una taverna (Roy Laidlaw)

Er tacce è robbba da froci (Jimmy Er Fregna)
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Messaggio da THAKER »

Il mio dubbio è: questi giocatori, la cui squalifica biennale scade tra pochi giorni, sono stati fermi? O sono andati a giocare - trattandosi di massima serie rumena - all\'estero? Cosa possibile se la squalifica è data dalla federazione locale e non dall\'IRB.
<BR>
<BR>Quanto è diffuso il Nandrolone nel rugby? Si tratta solo di giocatori dell\'est che cercano di mettersi in luce per arrivare alla nazionale e quindi trovare un ingaggio all\'estero?
<BR>
<BR>In passato quanti Rumeni e Georgiani ci sono cascati? E quanti nn rumeni e georgiani?
<BR>
THAKER
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2003 Stralcio da un\'intervista a John Kirwan:
<BR>
<BR>Da lunedì i controlli sul nuovo doping TGH si faranno più rigorosi anche alla Coppa del Mondo….
<BR>
<BR>“Sono molto contento. Sia benvenuta qualsiasi cosa scopra gli imbroglioni. Noi italiani ci siamo sottoposti o in poco tempo a cinque test, di cui due a Nevegal e tre dopo le partite e siamo tranquillissimi. Se ci sono degli imbroglioni anche nel rugby che vengano scoperti e puniti e ben vengano tutti controlli e test necessari. Personalmente nei miei 20 anni di rugby non ho mai visto trucchi. Sarò un idealista, ma dico che il rugby deve fare tutto il possibile per tenere lontano questa piaga . Il rugby è lo sport educativo per eccellenza cui tutti guardano per portare ai bambini i principi più sani dell’esistenza. Il rugby deve continuare a stare fuori dal doping!”
THAKER
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Omeopatia e agopuntura meglio del doping
<BR>redazione kwSalute
<BR>
<BR>In tempi di doping selvaggio, ecco invece i consigli per raggiungere il benessere e ottenere buoni risultati sportivi con i farmaci biologici, non tossici. Si chiama Ecologia dello Sport, una “cultura antidoping non solo in senso etico, ma anche preventivo per il mantenimento del ben-essere: quindi medicina biologica, adeguata alimentazione, e un allenamento mirato, i cardini principali per ottenere valide performance sportive”.
<BR>Di Ecologia dello Sport parla il professor Pasquale Maurizio Ricciardi, docente di medicina dello sport all\'Università di Tor Vergata, e consulente sanitario della Roma, che da anni cura gli atleti con omeopatia e agopuntura. Ricciardi partecipa al XX congresso nazionale dei medici italiani del calcio, in corso a Castiglion della Pescaia, dove presenta una ricerca ul rapporto tra medicina biologica e attività sportiva.
<BR>
<BR>“Il ben-essere - dice Ricciardi - va inteso come equilibrio dinamico complessivo conseguente a una rielaborazione dei fattori di stress, con i quali gli individui di tutte le età si confrontano quotidianamente. Utilizzare nello sport farmaci biologici, non tossici e anallergici, è importante per evitare sovraccarichi epatici e renali, e le spiacevoli conseguenze del doping. L\'uso di sostanze dopanti anche tra gli atleti non professionisti aumenta in modo preoccupante. Ormai la percentuale dei dilettanti che si dopano oscilla tra il 22 e il 27% del totale, in pratica uno su quattro. I professionisti - prosegue Ricciardi - danno un pessimo esempio, e i giovani ormai si dopano anche per gare di nessunissima importanza. Quella del doping è una cultura che assedia le stesse palestre, dove si fa un uso altissimo di sostanze spacciate per miracolose, ma che in realtà procurano all\'organismo danni molto gravi. Si dovrebbero estendere i controlli anche ai dilettanti, che oggi la fanno completamente franca, mentre non di rado li vediamo finire in ospedale per doping anche a 12-13 anni”.
<BR>
<BR>Ecco qualche esempio di come Ricciardi cura con l\'omeopatia i problemi che insorgono durante l\'attività sportiva:
<BR>
<BR>- Crampi muscolari. Cause: cattivo allenamento, alimentazione erronea, escursioni termiche eccessive. Terapie: mesoterapia o neuralterapia con Cuprum-Heel, Argentum-Homaccord, Vertrum-Homaccord, Ubichinon comp., Angostura-Injeel, Arnica comp., Musculus suis.
<BR>
<BR>- Adduttori dell\'anca. Causa principale, anomalie posturali. Sport: calcio, basket, rugby, pallamano, salti, ciclismo. Terapie: omosiniatria: Coenzyme comp., Colocynthis H.
<BR>
<BR>- Torcicollo. Omosiniatria: Arnica comp., Gelsemium Homaccord, Rhus tox.-Homaccord.
<BR>
<BR>- Distorsioni. Omosiniatria: Ruta Injeel, Zeel, Engystol.
THAKER
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CITO DAL SITO ALL BLUFF www.allbluff.it
<BR>
<BR>I DOSSIERS DEL CLUB
<BR>Il Doping nello sport di base
<BR>
<BR>Nelle ultime settimane si è parlato molto di doping. Anche il Parlamento ha mostrato sollecitudine verso il problema. Ma al centro dell\'attenzione c\'è quasi esclusivamente lo sport professionistico, quello che rincorre pratiche sofisticate in grado di sfuggire ai controlli. Molto meno si parla del doping nello sport dilettantistico di base, che pure esiste e si va diffondendo. Che dimensioni ha il fenomeno? Da che cosa si origina? Davvero, come ritiene qualcuno, è un doping meno pericoloso perché \"acqua e sapone\"? Cosa si può fare per controbattere la tendenza? Cosa c\'è alla base della diffusione del doping nello sport dilettantistico?
<BR>Occorre prima di tutto chiarire che esiste una stretta correlazione tra l\'utilizzazione di sostanze dopanti che si fa al vertice e l\'uso che può farne la base: in genere il doping di vertice diventa un modello, sia pure deteriore, che trascina i praticanti delle categorie inferiori. In questo senso i due fenomeni non sono affatto separati. La motivazione principale resta sempre e comunque una motivazione di ordine psicologico: voler apparire migliori di ciò che si è realmente; evidentemente è solo un problema di apparenza che spinge all\'uso del doping nello sport dilettantistico, dove non sussistono motivi di ordine \"pratico\", come il guadagno, che intervengono invece a livello professionistico. Certamente c\'è anche la questione di cultura sportiva inadeguata e di scarso senso etico; io credo anzi che questo sia il punto di partenza: la cultura utilitaristica, per cui anche dallo sport ognuno cerca di trarre il maggior vantaggio possibile, fa scivolare il rispetto delle regole in secondo piano. Ma il mondo dello sport lega la sua stessa esistenza alle regole, qualora non venissero rispettate, lo sport in sè non avrebbe più motivo di essere, isolato dal contesto culturale ed educativo.
<BR>Il mondo della pratica dilettantistica è estraneo, stando ai dati ufficiali, all\'uso di doping pesante, ossia di tipo ormonale; in questo siamo confortati da una serie di controlli a sorpresa, realizzati a partire dal 1994, che non hanno riscontrato alcun tipo di positività nelle cosiddette fasce sociali. Inoltre non tutti gli sport sono ugualmente interessati dal fenomeno; piuttosto in tutti gli sport si è diffusa l\'abitudine a ricorrere a sostanze che non sono doping, ma costituiscono una sorta di anello grigio che lo circonda. Si tratta dell\'assunzione di amminoacidi, creatina o addirittura al comunissimo bicarbonato, che sembra essere molto vantaggioso in gare con forte produzione di acido lattico. Chiaramente non siamo nel campo delle sostanze doping, a meno che non si torni alla prima definizione di doping, come qualsiasi sostanza, anche fisiologica, in grado di falsare la gara, assunta con l\'obiettivo di alterarne il risultato.
<BR>E\' indubbio che l\'assunzione di certe sostanze è diventata molto facile: gli amminoacidi, tanto per fare un esempio, si possono tranquillamente acquistare non solo in farmacia, ma anche nei negozi di articoli sportivi. Tuttavia è azzardato parlare di doping fatto in casa, piuttosto di surrogato di massa del doping vero e proprio.
<BR>Quanto alla pericolosità, da un punto di vista strettamente medico, non si hanno ancora degli studi approfonditi sull\'effetto di amminoacidi assunti in grandi quantità: possiamo presumere che gli effetti sul metabolismo dell\'accrescimento consistente di massa muscolare non siano poi cosi insignificanti. Senza considerare che l\'organismo è di per sè ben strutturato e predispone spie in grado di segnalare se c\'è qualcosa che non va; ovviamente falsando la situazione mediante l\'assunzione di particolari sostanze, essa sfugge a qualsiasi controllo ed il danno, quando si verifica, è irreparabile. Indubbiamente, poi, l\'atleta che si abitua ad associare la prestazione all\'assunzione di farmaci va incontro a problemi di natura psicologica, legati alla mancanza di autostima ed al senso di inadeguatezza alle varie situazioni. La giustificazione che in genere si dà all\'uso di sostanze sia pure non propriamente dopanti, è quella che così si favorisce il recupero, altrimenti il carico di allenamento non sarebbe sopportabile. La domanda da porsi, allora, è perché si rende necessaria la sostanza: probabilmente il carico di allenamento è eccessivo. E\' necessario, quindi, adattare l\'allenamento alla persona. Naturalmente i medici hanno delle forti responsabilità: dovrebbero limitarsi a curare delle patologie, ma nella maggior parte dei casi danno farmaci in eccesso; un medico di questo genere non ha nessun problema a consigliare amminoacidi ad un giovane che fa sport, dimentico che il suo compito è piuttosto quello di suggerire una corretta ed equilibrata alimentazione, accompagnata da periodici controlli della condizione fisica.
<BR>La domanda da farsi è: come si può affrontare il pericolo doping? Quali possono essere i ruoli del Coni o della stampa?
<BR>Il problema del doping nello sport di base può essere risolto predisponendo un sistema didattico di formazione dei dirigenti e degli allenatori, che ponga al primo posto il rispetto delle regole dell\'etica sportiva; a questo punto il pericolo sarebbe veramente scongiurato, dal momento che tecnici con un forte senso etico sicuramente impediranno agli atleti di abituarsi all\'uso di doping. Per quanto riguarda il doping pesante, il Coni, dal 1994, ha intrapreso una serie di controlli a sorpresa, una parte dei quali è stata riservata alle cosiddette fasce sociali, cioè ai praticanti di livello più modesto. Per fortuna, non si evidenziano casi di doping pesante, tranne che nel ciclismo, uno sport veramente pieno di problemi. Il ruolo dei mezzi di informazione è fondamentale, come dimostra la campagna contro il doping recentemente intrapresa dalla stampa, tuttavia si tratta solo di un primo passo: per ora ci si limita infatti ai casi più gravi ed eclatanti, sottovalutando che il problema doping rischia di ledere le fondamenta stesse del mondo dello sport. E il rugby?
<BR>
<BR>http://www.abc-fitness.com/percorsi/doping.htm
<BR>
<BR>http://www.abc-fitness.com/percorsi/abc ... azione.htm
THAKER
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Doping, 138 persone indagate
<BR>Coinvolti un pò tutti, dagli alteti professionisti ai dilettanti
<BR>
<BR>Un\'inchiesta sul doping destinata a far tremare il mondo dello sport. Atleti di varie discipline agonistiche e dilettanti tra cui ciclisti e giocatori sono finiti nel mirino della Procura di Roma, con un\'indagine coordinata personalmente dal procuratore capo Giovanni Ferrara e dal sostituto Paolo Ferraro. L\'inchiesta è solo all\'inizio e coinvolgerebbe anche personaggi eccellenti.
<BR>
<BR>L\'indagine prende avvio diversi mesi fa da due diversi filoni portati avanti dagli investigatori della Guardia di Finanza e dai carabinieri dei Nas. Nel mirino: creatina e aminoacidi, sostanze fuori legge utilizzate nella preparazione atletica con la complicità di medici e farmacisti. Ma gli accertamenti riguardano anche importanti società e centri sportivi della capitale e non solo.
<BR>
<BR>Proprio le Fiamme gialle lo scorso marzo avevano intercettato all\'aeroporto di Fiumicino un pacco all\'interno del quale c\'erano cinquecento compresse di steroide e quaranta di mesterolone. In una successiva perquisizione domiciliare sono stati rinvenute altre quantità di farmaci alcuni dei quali legali all\'estero ma fuori legge in Italia. Un quantitativo troppo elevato per essere ad uso personale. Stando alle indagini molti dei flaconi dopanti potevano essere ordinati via Internet.
<BR>
<BR>Non è la prima volta che lo sport della capitale viene travolto dal doping. Due anni fa lo scandalo aveva interessato alcuni giocatori di rugby della Lottomatica e ancora prima due atleti della squadra di pallacanestro Pompea.
<BR>
<BR>I carabinieri dei Nas, invece, hanno rivolto l\'attenzione soprattutto agli ambienti delle palestre, una realtà che costituisce una delle più redditizie piazze di smercio di medicinali \"gonfiamuscoli\" e delle \"bombe\" che fanno girare al massimo il motore di nuotatori, maratoneti, ciclisti. Un giro di milioni di euro che ha anche avuto le sue giovani vittime stroncate da overdose di steroidi.
<BR>
<BR>L\'indagine del sostituto procuratore Paolo Ferraro procede su diversi filoni visto la vastità del fenomeno che costituisce un vero e proprio allarme sociale. Una recente ricerca svolta dall\'endocrinologo Luigi Di Luigi, dell\'Istituto universitario di scienze motorie ha accertato che il 40 per cento dei giovani che si allenano nelle palestre romane è indotto a utilizzare anabolizzanti per sviluppare i muscoli. \"Una situazione preoccupante - aveva spiegato l\'endocrinologo - se si pensa che sono almeno 10 milioni le persone che in tutta Italia frequentano le palestre\".
<BR>
<BR>Fonte: Repubblica.it
<BR>
<BR>Il presente articolo risale probabilmente al 2003, quindi i citati fatti di doping nel rugby romano presumibilmente al 2001?
THAKER
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Sport e doping
<BR>A cura di La Redazione
<BR>Come più volte abbiamo ricordato su Edufamily, da alcune recenti indagini risulta che il doping sia in “commercio” anche tra gli atleti lontani dai riflettori, perfino tra quelli degli sport apparentemente “poveri” e tra i giovanissimi. In Italia ricorrerebbe a sostanze illecite il 3% degli atleti, ma il dato schizza in modo impressionante in specialità quali il triathlon (dopato 1 atleta su 2) o il sollevamento pesi e il culturismo (1 su 4). Una realtà allarmante, in crescita rispetto a quanto finora monitorato dal Coni, sulla quale, dicono i carabinieri, la criminalità sta allungando le mani.
<BR>La prima relazione della Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping conferma in maniera preoccupante quello che da tempo si sospettava. Al convegno nazionale, organizzato assieme all’Istituto superiore della Sanità, il presidente della commissione Graziano Zotta dichiara che tra i 735 controlli, fatti nel 2003 su 34 federazioni sportive, hanno pizzicato 22 atleti. Nel mirino soprattutto le federazioni poco controllate negli ultimi anni.
<BR>Di certo il doping è diffuso e in crescita rispetto agli anni scorsi, quando i controlli del Coni rilevavano, nel 2000, 2001 e 2002, percentuali di positività rispettivamente dello 0,9%, dello 0,8 e dello 0,6. Il ministero della Salute pur avendo effettuato 10 volte meno controlli del Coni, ha trovato una positività 5 volte maggiore.
<BR>
<BR>Le sostanze vietate
<BR>Tra le sostanze vietate, sono stati trovati in particolare gli stimolanti (10 casi), poi agenti anabolizzanti (6), derivati dalla cannabis (4), diuretici (3), anestetici locali (2) e beta-bloccanti (1). Luciano Caprino, vicepresidente della Commissione e ordinario di farmacologia della Sapienza conferma: due atleti su tre di quelli sottoposti a controlli dichiara di prendere medicinali, nel 37% dei casi integratori, nel 35% antinfiammatori non steroidei, nel 2% prodotti erboristici, o omeopatici. “Prendono troppi integratori e farmaci per uso diverso da quello indicato e autorizzato — spiega — con altissimi rischi di effetti collaterali”. Sul doping illecito penale, sanzionato dalla legge 376, da tempo lavorano anche i Nas. C’è infatti il sospetto che dietro il traffico di sostanze dopanti ci sia il coinvolgimento della criminalità organizzata.
<BR>
<BR>Alcuni numeri
<BR>
<BR>1061 persone denunciate per doping in 4 anni dai carabinieri dei Nas;
<BR>699 perquisizioni e 95 arresti in 4 anni sempre dai Nas;
<BR>735 i controlli effettuati dalla Commissione antidoping nel 2003 su 22 Federazioni;
<BR>50% la percentuale dei dopati nei controlli sulla Federazione triathlon;
<BR>25% nella Federazione italiana paesistica e cultura fisica;
<BR>12,5% gli atleti positivi nel Tiro a volo e nello Squash
<BR>6,3% nel ciclismo, nella palla a mano, nell’hockey e nell’ippica;
<BR><!-- BBCode Start --><B>4,2% i positivi tra gli atleti della Federazione italiana rugby</B><!-- BBCode End -->;
<BR>3% la media degli atleti positivi al doping tra quelli controllati;
<BR>2,1% i dopati nel controllo sull’atletica leggera;
<BR>1% i calciatori che si dopano nelle verifiche eseguite sulla Figc
<BR>
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THAKER
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Del 28.8.1998
<BR>Doping? \"No, solo creatina\"
<BR>La tanto discussa sostanza è usata anche dagli atleti dilettanti
<BR>Lo chiamano anche \"la bomba fai da te\". E l\'allarme doping, come una bomba, fa sentire i suoi effetti ancora a lungo. Dopo aver conteso i riflettori alla vittoria di Pantani al Tour de France, dopo aver fatto gridare allo scandalo nel mondo del calcio, ora i blitz anti-doping invadono lo sport dilettantistico. Il servizio di Igiene pubblica dell\'assessorato alla Sanità del Piemonte e i carabinieri dei Nas promettono, infatti, controlli a tappeto durante corse ciclistiche amatoriali e dilettantistiche, incontri di calcio ed esibizioni di body building. Perchè in ambito dilettantistico le gare non sono abitualmente seguite da controlli antidoping. E perché non è detto che l\'uso di \"bombe\" riguardi solo i professionisti dello sport. La tanto discussa creatina, ad esempio, è contenuta anche in integratori alimentari liberamente venduti senza ricetta in farmacia. E, anche se si tratta di sostanze perfettamente lecite e non considerate in alcun modo dopanti, agli atleti vengono somministrati regolarmente reintegratori salini, aminoacidi ramificati e la stessa creatina: lo dice esplicitamente il presidente del Chieri Rugby. Del resto \"con questo caldo, un reintegratore salino non può che aiutare a recuperare i sali minerali persi attraverso il sudore: è consigliabile soprattutto ad anziani e bambini\", dice la dottoressa Marisa Burzio, della farmacia Santa Croce. \"L\'inchiesta aperta dal procuratore Guariniello ha sollevato un problema nascosto da tempo - afferma Remigio Vendramin, massaggiatore dell\'A.C. Chieri - Il corpo di alcuni atleti professionisti, nel corso della carriera, ha subito delle trasformazioni impossibili da ottenere soltanto con allenamenti, per quanto quotidiani e faticosi. Non mi riferisco a calciatori: il problema del doping va risolto soprattutto nelle palestre, dove si pratica il culturismo\". Ed, infatti, proprio in questi ambienti dilagherebbe un vero e proprio mercato nero di sostanze: ormoni anabolizzanti che accrescono la massa muscolare ed aumentano la potenza, ormoni della crescita e Igf 1 che hanno gli stessi effetti degli anabolizzanti ma non vengono rilevati dagli attuali test in uso.
AquilanteDaNorcia
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Messaggio da AquilanteDaNorcia »

<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 16-08-2005 alle ore 10:39, THAKER wrote:
<BR>50% la percentuale dei dopati nei controlli sulla Federazione triathlon;
<BR>25% nella Federazione italiana paesistica e cultura fisica;
<BR>12,5% gli atleti positivi nel Tiro a volo e nello Squash
<BR>6,3% nel ciclismo, nella palla a mano, nell’hockey e nell’ippica;
<BR><!-- BBCode Start --><B>4,2% i positivi tra gli atleti della Federazione italiana rugby</B><!-- BBCode End -->;
<BR>3% la media degli atleti positivi al doping tra quelli controllati;
<BR>2,1% i dopati nel controllo sull’atletica leggera;
<BR>1% i calciatori che si dopano nelle verifiche eseguite sulla Figc </BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>Credo che queste cifre vadano relativizzate. Una percentuale è indicativa solo se risultante da un campione quantitativamente significativo, e mi pare che in questo caso non sia così. Se davvero il 50% dei triathleti fosse dopato andrebbe chiusa la federazione e proibita questa disciplina: in realtà probabilmente i NAS hanno indagato l\'attività di 2 triathleti ed hanno scoperto che 1 dei due si dopava. Inquietante, ma può tranquillamente essere solo un caso, anche perché se il triatleta dopato era finito nel mirino dei NAS vuol dire che non era un atleta qualunque ma uno che coltivava frequentazioni sospette. Lo stesso discorso penso si possa fare per il rugby: se han trovato un rugbista sporco su 24 controllati non significa necessariamente che il 4% dei rugbisti italiani sia dopato.
<BR>Insomma, quelli riportati da Thaker sono (secondo me) dati allarmanti ma comunque poco indicativi.
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