siti sportivi federali: l\'esempio dell\'atletica

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yeti
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Messaggio da yeti »

Potrebbe sembrare off-topic, ma posto questo commento di Franco Arese, presidente della FIDAL, sullo stato di salute dell\'atletica Italiana postato sul sito ufficiale. Molto spesso ci si è lamentati del fatto che il sito FIR fosse \"bulgaro\", che ci fosse una tendenza a non dire le cose apertamente, a mascherare cattivi risultati, che mancasse la capacità di autocritica e di analizzare i fatti nella loro crudezza. Molti (io stesso) pur non gradendo, comprendevamo che non ci si potesse aspettare altro da un ufficio stampa federale.
<BR>Dopo aver letto questo articolo sul sito FIDAL devo ricredermi: è sempre possibile dire le cose apertamente, con garbo e maniera, ma possibile. E fa bene al movimento e a chi legge: nessuno chiede dirigenti infallibili, ma dirigenti DISPOSTI A.
<BR>L\'esempio di Arese e del sito FIDAL mi sembra un buon modello anche per il sito FIR.
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<BR>Helsinki, il duro giudizio di Arese
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<BR>Un Mondiale deludente. Risultati nettamente al di sotto delle aspettative. Una nazionale da ripensare, salvando solo chi, tra atleti e tecnici, ha dimostrato concretamente, anche qui in Finlandia, di avere l\'atletica nel DNA. Questo, in estrema sintesi, il pensiero del presidente federale Franco Arese, espresso nel corso della consueta conferenza stampa di fine manifestazione, svoltasi oggi, alla vigilia dell\'ultima giornata di gare dei campionati del Mondo di Helsinki. \"Forse ci eravamo illusi sulla competitività dei nostri atleti - le parole di Arese - ma, al di la di questo, i risultati ottenuti sul campo sono davvero deludenti. Sono amareggiato, e non soltanto per l\'esito delle gare: mi ha deluso anche il comportamento nella manifestazione di alcuni atleti. Da un punto di vista tecnico, direi che risalta soprattutto il fatto che coloro che avevano fatto bene ad Atene, qui, per motivi diversi, non sono riusciti a ripetersi. Tra tutti gli altri, ha prevalso invece un atteggiamento rilassato che ci deve far seriamente meditare. Cosa mi rimprovero? Ripeto, forse l\'illusione di poter competere, ma probabilmente avremmo dovuto fare anche qualche verifica in più prima del Mondiale, per evitare convocazioni di atleti palesemente fuori forma. Lo faremo in futuro, ma il nostro mondo deve aiutarci, deve capire: tutti devono lavorare per un obiettivo comune, le società, i dirigenti, devono saper accettare anche le bocciature dei propri atleti, nel comune interesse\".
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<BR>Arese illustra il cammino a breve e a più lungo termine: \"Dovremo cercare di capire cosa è successo, prima di prendere qualunque decsione, ed è per questo che ho chiesto al settore tecnico una adeguata relazione su ogni componente della squadra, che illustri sia il comportamento al Mondiale, sia il cammino intrapreso per arrivarci. Dopodiché, se ci sarà da prendere delle decisioni, le prenderemo, serenamente, ma con assoluta determinazione. In ogni caso, sia chiaro: ci aspetta un lavoro duro, di anni, non sarà facile ribaltare le cose\". Arese indica il fatto più lieto della spedizione: \"Il bronzo di Alex Schwazer ci ha indicato la via che dobbiamo seguire. L\'aver dato fiducia ad un ventenne così serio, così motivato, che a Helsinki ha pensato solo a preparare la gara, indirizzando ogni azione giornaliera verso di essa, è stato un esempio illuminante. Oggi c\'è una sola strada per tornare a primeggiare nell\'atletica: allenarsi, allenarsi, allenarsi, e sempre con la giusta mentalità, quella mostrata dal nostro ragazzo\". La strada verso il futuro è idealmente tracciata: \"Abbiamo un impegno a breve termine rappresentato dagli Europei di Goterbog dell\'anno prossimo, e a medio termine con l\'Olimpiade di Pechino. Credo che dovremo impostare i programmi cercando di tutelare quanti, tra i nostri atleti, sono in grado di far bene. E, parallelamente, continuare a investire sui giovani, anche sfruttando i centri federali sul territorio nazionale, evitando raduni all\'estero che, a conti fatti, si sono rivelati assolutamente infruttuosi\".
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<BR>Anche Nicola Silvaggi si dice deluso: \"Certamente speravo in qualcosa di diverso. A parte i problemi incontrati dagli atleti top, ai quali non posso rimproverare più di tanto, c\'è tutto un gruppo di altri azzurri che hanno sbagliato programmazione, oppure si sono rivelati immaturi per una manifestazione di questo tenore, mancando di determinazione e convinzione\". L\'analisi per settore evidenzia alti e bassi: \"La velocità è stata nettamente al di sotto delle attese, sia individualmente sia con le staffette. I salti sono finiti un gradino sotto la sufficienza, anche considerando il loro alto valore recente, mentre dal mezzofondo veloce, malgrado i risultati modesti ottenuti, non ci aspettavamo granché, la convocazione rispondeva anche al desiderio di dare un impulso ad un settore in cui più di qualcosa si è mosso, quest\'anno. La Maratona, Baldini a parte, ha deluso: mi aspettavo molto di più da parte loro. Bene la marcia, ottimo Schwazer, ma positiva anche la Rigaudo, per la quale personalmente non avevo mai pensato al podio, e con Civallero in grado di siglare lo stagionale. Dai lanci, infine, avrei voluto qualcosa di meglio: soprattutto dalla Legnante, che ha pagato un pizzico di emotività. Assolverei anche la Balassini, questa volta è stata sfortunata\".
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<BR>m.s.
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billingham
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Messaggio da billingham »

c\'è da imparare, altro che palle...
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<BR>mica come le bolsceviche sabbie di Cordoba...
Segui ovunque i Cariparmi azzurri!!! - Ich bin ein Orqueriaren

Invece di farmi un busto ed esporlo a Murrayfield, mi impaglieranno e mi appenderanno in una taverna (Roy Laidlaw)

Er tacce è robbba da froci (Jimmy Er Fregna)
rovigo
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Messaggio da rovigo »

Gli uffici stampa federali a mio parere hanno il compito di dare notizie e di diffondere le \"idee\" delle federazioni. Ci mancava altro che l\'ufficio Fidal si mettesse \"contro\" il presidente - che già aveva sparato contro tutti tramite molti quotidiani - cercando di difendere un bilancio catastrofico. E\' evidente che ad Arese va bene così (e quindi nessun merito dell\'Ufficio stampa che magari merita per altre cose, non certo per questa).
yeti
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Messaggio da yeti »

Vero, Rovigo, gli uffici stampa fanno quello che dicono \"tutti gli uomini del presidente\" (per chi vuol capire...) Quindi merito ad Arese e alla sua onestà intellettuale.
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<BR>G.
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aldo
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Messaggio da aldo »

Abituiamoci sempre a vedere le due facce della medaglia. Ecco una intervista che mette in dubbio l\'operato di Arese.
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<BR>In 16 anni da dirigente e allenatore dell\'atletica femminile, il professor Dino Ponchio ha fatto da padrino a atlete come Fiona May e Antonella Bevilacqua. Ponchio, membro della commissione anti-doping del ministero della salute, è uscito di scena nel 2004 dopo l\'elezione a capo della Fidal di Francesco Arese al posto di Gianni Gola. E di fronte alla debacle italiana ai mondiali ha uno scatto d\'orgoglio, seguito da una punta d\'amarezza: «Avevo creato una squadra vera. Una squadra che c\'era e adesso non c\'è più».
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<BR>Professor Ponchio, come spiega il fallimento italiano?
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<BR>Fino a ieri non avevamo vinto neppure una medaglia. È riduttivo valutare una spedizione in base alle vittorie, ma anch\'io soffrivo il medagliere. Il problema è che un\'analisi più generale dell\'atletica italiana ci porta a conclusioni ancora più inquietanti. Siamo messi malissimo. Il segretario generale del Coni, Raffaele Pagnozzi, l\'altro ieri ha detto che in questi mondiali c\'era da aspettarsi un calo rispetto alle olimpiadi. Una dichiarazione imbarazzata e imbarazzante, perché il suo presidente, Gianni Petrucci, l\'anno scorso se la prese con Gola dopo che l\'atletica italiana aveva vinto due medaglie d\'oro ad Atene. Negli ultimi 20 anni, nella classifica a punti arrivavamo sempre tra il 6° e il 9° posto. Stavolta siamo dietro a tutti, abbiamo portato soltanto due atleti in finale...
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<BR>Per errori politici o tecnici?
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<BR>Gli equilibri di un gruppo sono difficilissimi. E credo che stavolta i vertici dell\'atletica abbiano peccato di faciloneria e gli stessi tecnici abbiano avuto poche occasioni per «ascoltare» gli atleti. Fiona May era «arrivata», ma nessuno l\'ha capito. Gibilisco era strano, bastava parlare col suo tecnico Petrov per capirlo, ma nessuno l\'ha fatto. Martinez è diventata bellissima, ma come atleta non è diventata una campionessa. Levorato ormai ha dato il meglio di sé; che Bobbato fosse la controfigura di Longo, oltre che in viaggio premio, lo si sapeva. E invece ci esaltiamo per un 3° posto in batteria.
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<BR>Colpa degli allenatori?
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<BR>No, colpa del sistema «Fidal-Coni», che pretende ancora di trattare gli atleti come se fossimo negli anni 60, quando chiamavano le giovani promesse a Formia promettendogli un buon pasto e la paga a fine mese. Di recente eravamo riusciti a decentrare il sistema, a scommettere sul binomio tecnico-atleta, coinvolgendo le realtà periferiche. La gestione Arese invece ha invertito rotta, ha preteso di tornare indietro nel tempo, una cosa folle, o peggio.
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<BR>Ce lo dica, invece, il peggio.
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<BR>Arese e i nuovi dirigenti dell\'atletica avevano un solo obiettivo: prendere il potere, il resto veniva dopo, il programma era da definire. La parte migliore dell\'atletica italiana erano e restano i tecnici, che sono stati messi nell\'impossibilità di svolgere il proprio lavoro. Senza esagerare: sono stati commissariati politicamente. Dopo gli ottimi risultati nei mondiali juniores non si può dire, di fronte al fallimento di Helsinki: «Questo passa il convento». Attraverso un cappello politico forte, i vertici dell\'atletica pensavano di nascondere i problemi e invece non ce l\'hanno fatta. Ora è scoppiato il caso-Levorato: se nel gruppo non c\'è dialettica e se il gruppo non è un gruppo, il fallimento è dietro l\'angolo. L\'aspetto più preoccupante è che si sente riparlare con sempre maggiore nostalgia dell\'imperatore Primo Nebbiolo.
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<BR>Perché è preoccupante?
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<BR>Perchè il passato lo conosciamo bene. Quando si fa amarcord spero si voglia prendere il meglio e non il peggio.
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<BR>Per peggio intende il doping di stato
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<BR>Certo, sa benissimo di cosa stiamo parlando. Il mio timore adesso è che, davanti al disastro di Helsinki, qualcuno voglia prendere delle scorciatoie. E questo succede soprattutto quando una gestione, come quella attuale, punta troppo sulle medaglie. Comunque ora, più per effetto dell\'opinione pubblica che della legge, non c\'è un doping istituzionale, ci può essere qualche kamikaze che bara, ma non un ricorso organizzato all\'utilizzo di sostanze illecite. Lo dico non in base all\'esito dei controlli anti-doping, che restano inesistenti, ma alla mia esperienza personale.
<BR>Fonte: Il Manifesto del 14/08/2005
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