Inviato: 5 ott 2005, 8:38
Vi riporto un articolo apparso su \"Il Gazzettino\", immagino che questo possa essere tema di discussione, che ne pensate?
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<BR>Mischie simulate evitare l\'imbroglio
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<BR>Dicono gli inglesi: no scrum, no win. Verissimo. Tanto vero che aumentano i furbi pronti a ricorrere a ogni astuzia pur di confutare questa legge elementare. Ad esempio sfruttando una raffica di infortuni, reali o inventati, per ottenere mischie simulate.Sulla grande scena il caso è esploso nel novembre di tre anni fa. A Marsiglia la Francia strapazzò il Sudafrica (30-10 il finale). Il pack di Straeuli subì una pesante umiliazione.
<BR>Ma all\'inizio della ripresa Sephaka abbandonò per infortunio. In panchina non c\'era più alcun pilone. Entrò il tallonatore van Bilion. E nonostante la stazza ragguardevole (a occhio al di sopra del quintale) col capitano Krige andò dritto dall\'arbitro e gli comunicò di non avere la preparazione per il ruolo di pilone. Regolamento alla mano, il direttore di gara ordinò, per motivi di incolumità fisica, che le mischie non fossero più disputate: la palla usciva sistematicamente dalla parte della squadra che introduceva. Chi avesse spinto sarebbe stato sanzionato.Un problema non solo legato all\'impossibilità di \"rubare\" palla sull\'introduzione avversaria, ma anche al venire meno dell\'effetto usura. Gli avanti logorati in chiusa, possono infatti risparmiare energie per difendere in campo aperto e ridurre gli spazi agli attaccanti. Nel dopomatch di Marsiglia i francesi lanciarono sospetti. Si adombrò un grande imbroglio a spese della fase simbolo del rugby. E venne osservato come la regola si prestasse a essere piegata a favore di chi vuol falsare l\'esito di una partita. La norma dice che nella lista dei 22 devono essere iscritti 5 giocatori della prima linea. Di solito in panchina vanno un tallonatore e un pilone. Ma bastano un paio di infortuni, a volte una banale \"bua\", per arrivare alle mischie virtuali.
<BR>La prova che non sia lì il cuore del complotto contro la mischia l\'hanno fornita però gli stessi francesi lo scorso novembre contro gli All Blacks, quando il doppio infortunio a Di Villiers e Marconnet li ha costretti a ricorrere al provvidenziale \"no contest\" (6-45 il finale). Ma le conferme che più di qualcuno ci prova sono sotto gli occhi di tutti. In primavera ci sono stati due casi clamorosi nei quarti di Heineken Cup: a beneficiare della regola Newcastle e Northampton, che la settimana dopo hanno poi schierato in campionato due piloni coinvolti. Un fatto analogo è stato segnalato anche nel Super 10. L\'Aquila-Overmach: gli abruzzesi in rimonta scelgono la mischia a 5 metri invece del penalty. Ma l\'infortunio di un pilone parmigiano fa scattare la simulazione. L\'Aquila vince comunque. Confermando la tendenza che emerge dai casi in esame: le mischie simulate vengono utilizzate quasi sempre per limitare i danni. Però il rischio che, prima o poi, qualcuno riesca a \"truccare\" il corso di un grande match, incoraggiando le emulazioni, è concreto. Per questo un intervento chiarificatore da parte del Board si impone.La soluzione più rapida potrebbe essere quella di aggiungere un pilone alla lista dei 22. Ciò consentirebbe di fronteggiare meglio la sfortuna vera, ma non impedirebbe quella finta (tre infortuni al posto di due). In questo caso sarebbe auspicabile una limitazione: esauriti i cambi in prima linea, il nuovo infortunato non potrà essere sostituito. La sua squadra, giocando con un uomo in meno, indenizzerebbe così l\'avversario per l\'impossibilità di sfruttare, con i relativi effetti, la mischia ordinata.
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<BR>Mischie simulate evitare l\'imbroglio
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<BR>Dicono gli inglesi: no scrum, no win. Verissimo. Tanto vero che aumentano i furbi pronti a ricorrere a ogni astuzia pur di confutare questa legge elementare. Ad esempio sfruttando una raffica di infortuni, reali o inventati, per ottenere mischie simulate.Sulla grande scena il caso è esploso nel novembre di tre anni fa. A Marsiglia la Francia strapazzò il Sudafrica (30-10 il finale). Il pack di Straeuli subì una pesante umiliazione.
<BR>Ma all\'inizio della ripresa Sephaka abbandonò per infortunio. In panchina non c\'era più alcun pilone. Entrò il tallonatore van Bilion. E nonostante la stazza ragguardevole (a occhio al di sopra del quintale) col capitano Krige andò dritto dall\'arbitro e gli comunicò di non avere la preparazione per il ruolo di pilone. Regolamento alla mano, il direttore di gara ordinò, per motivi di incolumità fisica, che le mischie non fossero più disputate: la palla usciva sistematicamente dalla parte della squadra che introduceva. Chi avesse spinto sarebbe stato sanzionato.Un problema non solo legato all\'impossibilità di \"rubare\" palla sull\'introduzione avversaria, ma anche al venire meno dell\'effetto usura. Gli avanti logorati in chiusa, possono infatti risparmiare energie per difendere in campo aperto e ridurre gli spazi agli attaccanti. Nel dopomatch di Marsiglia i francesi lanciarono sospetti. Si adombrò un grande imbroglio a spese della fase simbolo del rugby. E venne osservato come la regola si prestasse a essere piegata a favore di chi vuol falsare l\'esito di una partita. La norma dice che nella lista dei 22 devono essere iscritti 5 giocatori della prima linea. Di solito in panchina vanno un tallonatore e un pilone. Ma bastano un paio di infortuni, a volte una banale \"bua\", per arrivare alle mischie virtuali.
<BR>La prova che non sia lì il cuore del complotto contro la mischia l\'hanno fornita però gli stessi francesi lo scorso novembre contro gli All Blacks, quando il doppio infortunio a Di Villiers e Marconnet li ha costretti a ricorrere al provvidenziale \"no contest\" (6-45 il finale). Ma le conferme che più di qualcuno ci prova sono sotto gli occhi di tutti. In primavera ci sono stati due casi clamorosi nei quarti di Heineken Cup: a beneficiare della regola Newcastle e Northampton, che la settimana dopo hanno poi schierato in campionato due piloni coinvolti. Un fatto analogo è stato segnalato anche nel Super 10. L\'Aquila-Overmach: gli abruzzesi in rimonta scelgono la mischia a 5 metri invece del penalty. Ma l\'infortunio di un pilone parmigiano fa scattare la simulazione. L\'Aquila vince comunque. Confermando la tendenza che emerge dai casi in esame: le mischie simulate vengono utilizzate quasi sempre per limitare i danni. Però il rischio che, prima o poi, qualcuno riesca a \"truccare\" il corso di un grande match, incoraggiando le emulazioni, è concreto. Per questo un intervento chiarificatore da parte del Board si impone.La soluzione più rapida potrebbe essere quella di aggiungere un pilone alla lista dei 22. Ciò consentirebbe di fronteggiare meglio la sfortuna vera, ma non impedirebbe quella finta (tre infortuni al posto di due). In questo caso sarebbe auspicabile una limitazione: esauriti i cambi in prima linea, il nuovo infortunato non potrà essere sostituito. La sua squadra, giocando con un uomo in meno, indenizzerebbe così l\'avversario per l\'impossibilità di sfruttare, con i relativi effetti, la mischia ordinata.
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