E' vero?
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billingham
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user234483
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tinomar
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IN RICORDO DI SIMONE
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<BR>Simone Franchini, un'esperienza australiana
<BR>La passione per la palla ovale lo ha portato fino all'altro emisfero. Simone Franchini, rugbista ventisettenne, si trova in Australia: lì disputerà il campionato di rugby a 13. La sua "culla" sportiva è stata il Cus Padova, dove ha iniziato a giocare a 13 anni assieme al fratello gemello Tiziano. «A calcio ero un vero scarpone», racconta Simone.
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<BR>Con placcaggi e mete, al contrario, se l'è cavata decisamente meglio. «Il mio esordio in serie A è stato con il Cus, la squadra a cui sono più legato, perché è quella dove mi sono divertito e dove ho imparato tutto quello che so, grazie a straordinari allenatori. Nel 1995 con il Cus ho esordito in serie A e nella stagione successiva sono arrivato secondo nella classifica marcatori della A2, nonostante avessi saltato la prima parte della stagione. Ho giocato anche in maglia azzurra, contro la Scozia».
<BR>Quando si è avvicinato al rugby a 13? «Nel 1995 mi è stato proposto di andare a giocare a rugby a 13 in un torneo a Sydney, il "World seven": come potevo rifiutare? Dopo una settimana di allenamenti sono partito. È stata un'esperienza bellissima, che ho condiviso con mio fratello Tiziano. Durante il torneo ho conosciuto gli organizzatori, due italo-australiani con i quali ho sempre mantenuto i contatti. E ora eccomi in Australia, dove resterò per tutta la stagione sportiva. A Sydney gioco in premier league con il North Sydney Bears. Nell'ultima partita abbiamo vinto. La squadra è buona, gli allenatori sono bravissimi. Uno è stato nazionale australiano, Gary Larson, l'altro ha già vinto due campionati da allenatore e uno da giocatore».
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<BR>Simone è entusiasta della sua nuova vita. Sta imparando bene l'inglese, si sta ambientando sempre meglio e soprattutto si sta integrando con i suoi compagni di squadra, dentro e fuori del campo. «In molti non capiscono perché abbia accettato di giocare rugby a 13. A me non crea problemi giocare a 15 o a tredici: secondo me si possono fare tutti e due, anzi, uno completa l'altro. Da fuori il rugby a 13 potrebbe sembrare noioso, ma solo perché si fanno confronti con quello a 15. Invece è semplicemente un gioco diverso, con le sue regole. È un po' come il calcio rispetto al calcetto. Io sono contento di essere qui e non mi pento di essermene andato dall'Italia. Gioco a rugby, che è quello che mi piace fare e sono in un posto fantastico. L'esperienza che potrò fare qui so che sarà unica».
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<BR>Per il prossimo anno quali sono i progetti di Simone? «Ho contatti con diverse squadre francesi. Mi piacerebbe giocare ad alto livello sia in Francia, nel campionato a 13, sia in Italia, in quello a 15. Ma sono indeciso, anche perché, soprattutto in Italia, contano di più il passaporto o il procuratore. Comunque, per il momento mi godo l'Australia, poi, se riceverò un'offerta da un club italiano, valuterò. L'Italia, in fondo, è sempre l'Italia...».
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<BR>Barbara Simonelli
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<BR>Simone Franchini, un'esperienza australiana
<BR>La passione per la palla ovale lo ha portato fino all'altro emisfero. Simone Franchini, rugbista ventisettenne, si trova in Australia: lì disputerà il campionato di rugby a 13. La sua "culla" sportiva è stata il Cus Padova, dove ha iniziato a giocare a 13 anni assieme al fratello gemello Tiziano. «A calcio ero un vero scarpone», racconta Simone.
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<BR>Con placcaggi e mete, al contrario, se l'è cavata decisamente meglio. «Il mio esordio in serie A è stato con il Cus, la squadra a cui sono più legato, perché è quella dove mi sono divertito e dove ho imparato tutto quello che so, grazie a straordinari allenatori. Nel 1995 con il Cus ho esordito in serie A e nella stagione successiva sono arrivato secondo nella classifica marcatori della A2, nonostante avessi saltato la prima parte della stagione. Ho giocato anche in maglia azzurra, contro la Scozia».
<BR>Quando si è avvicinato al rugby a 13? «Nel 1995 mi è stato proposto di andare a giocare a rugby a 13 in un torneo a Sydney, il "World seven": come potevo rifiutare? Dopo una settimana di allenamenti sono partito. È stata un'esperienza bellissima, che ho condiviso con mio fratello Tiziano. Durante il torneo ho conosciuto gli organizzatori, due italo-australiani con i quali ho sempre mantenuto i contatti. E ora eccomi in Australia, dove resterò per tutta la stagione sportiva. A Sydney gioco in premier league con il North Sydney Bears. Nell'ultima partita abbiamo vinto. La squadra è buona, gli allenatori sono bravissimi. Uno è stato nazionale australiano, Gary Larson, l'altro ha già vinto due campionati da allenatore e uno da giocatore».
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<BR>Simone è entusiasta della sua nuova vita. Sta imparando bene l'inglese, si sta ambientando sempre meglio e soprattutto si sta integrando con i suoi compagni di squadra, dentro e fuori del campo. «In molti non capiscono perché abbia accettato di giocare rugby a 13. A me non crea problemi giocare a 15 o a tredici: secondo me si possono fare tutti e due, anzi, uno completa l'altro. Da fuori il rugby a 13 potrebbe sembrare noioso, ma solo perché si fanno confronti con quello a 15. Invece è semplicemente un gioco diverso, con le sue regole. È un po' come il calcio rispetto al calcetto. Io sono contento di essere qui e non mi pento di essermene andato dall'Italia. Gioco a rugby, che è quello che mi piace fare e sono in un posto fantastico. L'esperienza che potrò fare qui so che sarà unica».
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<BR>Per il prossimo anno quali sono i progetti di Simone? «Ho contatti con diverse squadre francesi. Mi piacerebbe giocare ad alto livello sia in Francia, nel campionato a 13, sia in Italia, in quello a 15. Ma sono indeciso, anche perché, soprattutto in Italia, contano di più il passaporto o il procuratore. Comunque, per il momento mi godo l'Australia, poi, se riceverò un'offerta da un club italiano, valuterò. L'Italia, in fondo, è sempre l'Italia...».
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<BR>Barbara Simonelli
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varrotz
- Messaggi: 86
- Iscritto il: 21 apr 2005, 0:00
- Località: abano terme(pd)
conosco simone ed il gemello tiziano da quando ho iniziato a giocare, siamo coetanei ed abbiamo lo stesso nome. da sempre avversari, loro nel cus io nel petrarca, poi ancora "nemici" in Coppa Italia, serie C e B: tanti derby, tanti terzi tempi, beach rugby, feste. un avversario tosto, furbo ed imprevedibile con una gran pedata, ma soprattutto con una passione smodata per il rugby che l'aveva portato fino in Australia, dove si era appassionato al rugby league. era rientrato da 3 settimane dagli antipodi per dare una mano al Monselice con la sue esperienza ed i suoi calci, domenica prossima avremmo dovuto giocare contro lì da loro. Un derby che si preannunciava infuocato per la rivalità che c'è tra loro e noi del Roccia, e che invece sarà una di quelle partite tristi che non vorresti giocare perchè qualcuno di speciale non c'è più.
<BR>A fine partita oggi, dopo i saluti ed il corridoio, ci hanno dato la notizia ed è calato il silenzio. La vittoria non aveva più alcun senso. E' difficile credere che un ragazzo di 28 anni possa andarsene così, mentre gioca una partita dello sport che adora, senza alcuna ragione apparente.
<BR>Sarà una domenica sera diversa dalle altre perchè un pezzo della Padova rugbystica se n'è andato per sempre e troppo presto.
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<BR>Un abbraccio enorme a Tiziano, suo fratello gemello, alla famiglia Franchini ed a tutti i ragazzi di Monselice in questo momento di dolore.
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<BR>simone varroto
<BR>A fine partita oggi, dopo i saluti ed il corridoio, ci hanno dato la notizia ed è calato il silenzio. La vittoria non aveva più alcun senso. E' difficile credere che un ragazzo di 28 anni possa andarsene così, mentre gioca una partita dello sport che adora, senza alcuna ragione apparente.
<BR>Sarà una domenica sera diversa dalle altre perchè un pezzo della Padova rugbystica se n'è andato per sempre e troppo presto.
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<BR>Un abbraccio enorme a Tiziano, suo fratello gemello, alla famiglia Franchini ed a tutti i ragazzi di Monselice in questo momento di dolore.
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<BR>simone varroto