Selezioni e Club Italia... soluzioni diverse?

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

marcofk
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Messaggio da marcofk »

Volevo offrire una visione alternativa sul discorso selezioni/accademie. Sappiamo che i problemi principali del rugby italiano sono il reclutamento, lo sviluppo tecnico dei giocatori e quello agonistico. Ovvero: allargare la base, preparare tecnicamente i nostri giovani e far abituare gli adulti al livello di gioco dei nostri avversari internazionali. Alla base di tutto questo c'é un problema economico: uno sport con un seguito cosí ridotto e localizzato ha dei costi di gestione fin troppo elevati per poter sopravvivere al livello dei nostri concorrenti. La soluzione piú gettonata sono le selezioni regionali, abbinate alle accademie. Soluzione applicata con un certo successo nei paesi celtici, ed anche in Francia, a detta dello stesso BBZ. Non trovo nulla di male in questo scenario. Tuttavia ci sono delle difficoltá peculiari del panorama italiano. La prima é lo scarso seguito in generale di uno sport che i non appassionati scoprono solo quando c'é il 6N. La seconda é l'arroccamento dei club nelle posizioni acquisite che provoca ostilitá a qualunque cambiamento dello status quo. La terza é l'effettiva esiguitá del movimento che rischia di rendere tali selezioni ed accademie di un livello tale che un club ben organizzato potrebbe facilmente produrre un numero di giocatori nostrani di livello altrettanto alto (o basso) a causa della diluzione numerica dei giocatori di qualitá a disposizione.
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<BR>Si é parlato in passato anche di un Club Italia, e l'obiezione principale rivolta a questa possibilitá era la stessa fatta nei confronti delle selezioni, ovvero: ai clubs, chi glielo fa fare di sacrificare i giocatori da loro prodotti e pagati proprio quando ne possono avere bisogno? Opinioni personali a parte, questa obiezione é pertinente, ma non insuperabile.
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<BR>Da un'analisi piú approfondita dell'esperimento Club Italia nella pallavolo femminile, emergono i seguenti fatti:
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<BR>1- Il Club Italia é vivo e vegeto ed esiste da 7 anni.
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<BR>2- Molte delle nostre attuali azzurre hanno militato per uno o due anni in quel club (quindi funziona)
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<BR>3- Il Club Italia milita nel campionato di serie B2 ed é composto da giocatrici pre-juniores che si confrontano regolarmente con giocatrici piú mature ed esperte.
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<BR>Trasportando il discorso al rugby, é chiaro come le societá non possano essere private di un giocatore per periodi indeterminati di tempo senza ricevere qualcosa in cambio. Il discorso cambierebbe se potessero ricevere una contropartita tale da compensare la perdita tecnica. In altre parole: se il giocatore venisse ingaggiato a prezzo di mercato come qualsiasi altro giocatore. Questo, a mio avviso, non é impossibile visto il maggior potere economico della nostra federazione nei confronti dei clubs. Chiaramente i clubs che rivolessero indietro un giocatore dovrebbero a loro volta pagare il prezzo di mercato, o aspettare che il giocatore venga svincolato.
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<BR>Un club del genere potrebbe anche permettersi un settore giovanile completo, cosa che pochi clubs in genere possono permettersi, e competere a vari livelli nei campionati nazionali, nonché nelle coppe europee. Limitando la scelta dei giocatori di questo club a giocatori eleggibili per la nazionale, magari con i piú esperti impegnati solo nelle coppe ed i piú giovani (post-giovanili) a disputare il campionato e la coppa Italia, si potrebbe creare una struttura che parta, supponiamo, dai 12-13 anni e che porti i nostri giovani migliori a confrontarsi con avversari di un livello pari o superiore al loro fino all'etá adulta, avendo a disposizione il meglio del personale tecnico nazionale e non.
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<BR>Il risultato sarebbe avere una selezione di fatto, ma senza intaccare direttamente gli interessi dei clubs. (Chiaramente una tale selezione dovrebbe giocare in Super10, almeno a livello senior, piuttosto che in serie B, con i settori giovanili scaglionati nelle serie inferiori, e.g under 19 in serie B, under 17 in serie... quella che c'é sotto la C, i piú giovani nei corrispettivi campionati giovanili). E, data la struttura, sarebbe anche un'accademia di fatto poiché i giocatori migliori potrebbero svilupparsi all'interno del club durante tutta la loro carriera fino a quando non sono piú di interesse per la nazionale di categoria (o quella maggiore).
<BR>
<BR>Volendo fare un paragone: é un po' come gli ospedali. Ci sono quelli pubblici e quelli privati e sono in competizione, solo che quello pubblico (la federazione) dovrebbe in questo caso offrire il servizio migliore ed al privato (i clubs) toccherebbe adeguarsi, probabilmente con benefici per entrambi perché se un club puó fare qualche soldo cedendo un giovane di valore al Club Italia, sapendo che in squadra é chiuso da giocatori piú maturi, ha un interesse anche economico nel creare e mantenere un settore giovanile di buon livello.
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<BR>I commenti sono benvenuti ma, per favore, se c'é qualcosa che non vi convince, proponete un'alternativa sensata, costruttiva e praticabile. Questo vuole essere un thread "serio", non la solita gara a chi ce l'ha piú lungo.
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rapa
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Messaggio da rapa »

io da neofita appassionato di questo sport vorrei proporre una soluzione che se non sbaglio o lo letta su questo sito o su qualche rivista, visto i problemi che avrebbero i team di lasciare alcuni giocatori per partecipare a queste fantomatiche selezioni si potrebbe posticipare l' inizio del campionato s10 fino alla fine del 6n per finirlo intorno ad ottobre in modo che i giocatori selezionati non habbiano impegni con i rispettivi club ma solo quello di inpegnarsi nella heineken cup cosi' che il campionato non sara' interrotto che ne dite
gialula
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Messaggio da gialula »

Il problema,a mio parere più grande,posto che si realizzi una cosa del genere è che in Italia non ci sono allenatori all'altezza per portare avanti un simile progetto.
<BR>Bisognerebbe avere l'umiltà di andare ad imparare da chi il rugby lo conosce veramente e sa come insegnarlo agli altri.
<BR>Organizzare corsi di aggiornamento,almeno per i tecnici federali, presso le federazioni più evolute.
<BR>I corsi da allenatore organizzati dalla federazione non sono sufficienti per formare dei buoni allenatori,semplicemente perchè sono gestiti dalle stesse persone da ormai 20 e passa anni,le stesse persone che non hanno mai vinto niente,sia a livello juniores che seniores,che non hanno mai raggiunto il benchè minimo risultato,ma che restano al loro posto senza che nessuno possa fare qualcosa.
<BR>Mi sa che avevi ragione tu quando dicevi che qui in Italia si gioca a Coventry...
<BR>Saluti,Gialula
marcofk
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Messaggio da marcofk »

Due argomenti interessanti. Sul calendario, visto che le squadre sono cosí poche direi: perché no?
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<BR>Quanto ai tecnici: sono d'accordo. Sarebbe meglio utilizzare tecnici stranieri che sappiano insegnare il rugby ai tecnici nostrani, ma soprattutto ai giocatori a livello giovanile dove possono fare la differenza, piuttosto che a livello pro dove il danno é ormai fatto.
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THAKER
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Messaggio da THAKER »

Sulla gara a chi c'è la più lungo mi trovo completamente d'accordo, istituiamo una commissione comprensive di prove di tecnica ed edurance.
<BR>No tu Bryce no! Tu non puoi partecipare x il comma 25, articolo 2 tris del D.L.... e robe simili.
<BR>
<BR>Chiusa la parentesi, direi che le selezioni sono una via percorribile, ma si scontra con club che stanno investendo e pianificando molto, in particolare Viadana.
<BR>Club che temono di perdere "la tradizione" quali Rovigo e Padova.
<BR>Club che come Treviso spingono per il Super8.
<BR>
<BR>Le problematiche ci sono e sono molte.
<BR>
<BR>La Celtic League mi sa molto di treno perso prima ancora che partisse, è il momento di trovare una soluzione agli innumerevoli problemi:
<BR>... (li conosciamo tutti, evito l'elenco infinito).
<BR>
<BR>La risalita, necessariamente passa dai club e dalla LIRE, la FIR deve però far la voce grossa, stabilire dei "paletti" e creare un'infrastruttura di sostegno per la piramide, oltre a lavorare coi comitati regionali in modo che si allarghi la base.
<BR>
<BR>Il problema comunque sono le persone: solo e sempre le stesse da anni.
marcofk
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Messaggio da marcofk »

Ma proprio per questo la federazione dovrebbe agire in competizione con i club, invece che sopra la loro testa: se la squadra "federale" con solo italiani (di fatto ingaggiati o, meglio, acquistati dai clubs e sotto contratto diretto con la federazione) ottiene risultati migliori rispetto ai clubs, i clubs cambieranno rotta. Poi, non é detto che i nazionali debbano venire solo da una squadra. Ma cosí facendo non si calpesta nessuna tradizione particolare: la tradizione resta, ma i metodi cambiano sotto la spinta della competizione. Soprattutto se il numero di giocatori provenienti dai ranghi del Club Italia aumenta nel frattempo e la federazione ingaggia sempre meno giocatori dai clubs perché é in grado di formarne di migliori in casa propria.
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THAKER
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Messaggio da THAKER »

Ma agire in sostegno con un'ottica comune in Italia è troppo difficile?
<BR>
<BR>In quanto all'esempio sanitario, in Germania il meccanismo funziona, in Italia no x' gli interessi dei privati sono limitati e di portafoglio... non calza.
<BR>
<BR>Serve che i Club di Super10, Quelli di A, i Comitati Regionali e la FIR si trovino in assemblea e trovino un accordo vero, un obiettivo comune con delle tappe obbligate, e discutano come ottenere questo.
marcofk
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Messaggio da marcofk »

Sicuramente, ma dovendo scegliere fra una soluzione ideale che ha poche possibilitá di essere messa in pratica ed una meno ideale che peró ottiene risultati simili aggirando i problemi che impediscono alla soluzione ideale di realizzarsi, cosa sceglieresti?
<BR>
<BR>Se il paragone con gli ospedali non regge, pensa alla formula 1: una volta tutte le auto erano a motore anteriore. Nel momento in cui un auto a motore posteriore ha iniziato a vincere sono passati tutti al motore posteriore. Chi agisce esclusivamente nel proprio interesse puó cooperare solo se i suoi interessi sono danneggiati dal non cooperare. Sarebbe bello se i nostri clubs agissero nell'interesse comune del rugby italiano, ma se non lo fanno vuol dire che hanno maggior convenienza nel mantenere le cose come stanno. Se viene meno questa convenienza, allora le cose si muovono. Basterebbe che la federazione rilevi Rovigo (o qualsiasi altra squadra del Super10 in cattive acque econominche), qualora andasse in bancarotta, ed avresti giá un Club Italia in Super10 e lo scheletro della sua organizzazione giá presente. A quel punto la Federazione dovrebbe solo fare l'Abramovich della situazione che, fortunatamente, nel rugby, costa molto meno...
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mebarba
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Messaggio da mebarba »

Se questo club Italia retrocede, perchè arriva ultimo ??.
<BR>Non è vero che in francia ci siano le selezioni, si fa solo un campionato che negli anni si è sempre più ristretto e così si sono concetrati i migliori solo su 4 squadre.
<BR>Le selezioni gestite dalla federazione mi vanno venire l'orticaria.
marcofk
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Messaggio da marcofk »

Io riporto la versione di Berbizier... veditela con lui se non la consideri veritiera. Quanto alle selezioni, qual'é la tua alternativa? E come conti che possa essere messa in pratica?
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marcofk
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Messaggio da marcofk »

Non ho risposto alla tua domanda, peró.
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<BR>Se il club retrocede giocherá il campionato inferiore. Nulla di scandaloso se il suo scopo é quello di far fare esperienza a giocatori che nei club "regolari" il campo lo vedono solo dalla tribuna o, se va bene, dalla panchina.
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<BR>Ma se la federazione ingaggia tutti gli italiani migliori, dubito molto che retrocederá: la nostra nazionale é sempre stata piú forte dei nostri clubs migliori. Alla peggio navigherá a metá classifica.
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marcofk
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Messaggio da marcofk »

Tentativo disperato di rianimazione di questo thread... forza ragazzi (e ragazze): sono sicuro che ce l'avete qualche idea per conquistare il mondo! :-)
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magopiccolo
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Messaggio da magopiccolo »

Su di un progetto di questo tipo(marokfl) o molti dubbi, andiamo con ordine, proponi di riunire i migliori talenti in un unica società e far giocare i ragazzi dell'under con i seniores;
<BR>per quanto riguarda l'U17 non possono gicare con i seniores per legge daltronde verrebbero distrutti, sedicenni contro trentenni con vent'anni di rugby sulle gambe, anche se serie C non avrebbero speranza.
<BR>U19 contro squadre di serie B farebbero un'ottima figura probabilmente vincerebbero qualche campionato ma non sarebbe molto propedeutico per la loro crescita, io ho giocato nel campionat U21 d'eccellenza Veneto ed ogli tanto andavo con la squadra maggiore in serie B e posso dire che il rugby che Petrarca e Benetton mostravano in campo era qualitativamente superiore a quello di tutte quelle di B, poi c'è il fisico il mestiere ecc.. per cui la B è più dura ma se io dovessi scegliore qual'è il modo migliore di far crescere un ragazzo non ho dubbi... con i ragazzi;
<BR>giocando con i giovani della stessa età si ha la libertà di prendersi iniziative di sperimentare di fare un salto due, di partire su mischia rubata dalla chiusa all'interno dei propri 22... con i seniores devi pensare a inchiodare chi penetra non retrocedere in mischia, insomma stare nei ranghi e non fare cazzate.
<BR>I seniores di questo club Italia di fatto la nazionale maggiore ucciderebbero il campionato, altro che retrocessione, a quel punto investitori come i Benetton manderebbero tutti a fare in... e questo si può tranquillamente sopportare ma è un campionato con un verdetto gia scritto che non mi piacerebbe per niente, poi il club Italia andrebbe magari a fare la Celtic ma quello che lascerebbe alle spalle sarebbe un campionato nazionale di serie B
<BR>i settori giovanili di tanti club saccheggiati, e risultati nel sei nazioni migliori ma non poi di molto rispetto a quelli attuali(4,5,6 posto).
<BR>Sulla speranza di instaurare una competizione costruttiva tra club privati e c.Italia non ci credo. o il c.Italia vince per manifesta superiorità o non ha i soldi per trattenere i giocatori e il progetto si sfascia.
<BR>p.s.:è realizzabile e positivo solo per il settore giovanile
"Bè potrei anche fare altre cose, ad esempio mi occupo di magia, si sono un mago, potrei sempre scopare nel tempo libero!"
mebarba
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Messaggio da mebarba »

Mettiamoci d'accordo. Stiamo parlando di professionismo o di altro. Se stiamo parlando di professionismo la mia idea è che chi ha le capacità di investire investa altrimenti guardi gli altri. Bocciare la Celtic league solo perchè alcuni ( che non hanno e non avranno mai la possibilità ) rimangono eclusi è da pazzi. Oggi avremmo 4 club iscritti ad un campionato di buon livello che sarebbe cresciuto ulteriormente, ciascuno con 14/15 giocatori tutti italiani ( totale 60 giocatori ) che fanno esperienze importanti, non sono costretti a giocare all'estero, il rugby avrebbe più visibilità e quindi avremmo anche più iscritti ecc. ecc. A questo punto per favore non fatemi iniziare il discorso sul fatto che non saremo competitivi.
marcofk
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Messaggio da marcofk »

Spunti per riflettere...
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<BR>Andiamo con ordine e ti dico come la vedo io.
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<BR>Non credo che sarebbe un campionato cosí scontato per un certo numero di ragioni:
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<BR>1- I clubs non sarebbero obbligati a cedere i giocatori, ma solo se ritengono la contropartita equa, come per qualsiasi altra cessione, quindi potrebbero comunque rinforzarsi sul mercato.
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<BR>2- Esiste giá un numero piuttosto alto di stranieri, oriundi ecc. non eleggibili per il Club Italia. Se "rubano" il posto in squadra agli italiani non saranno tutti pippe, no?
<BR>
<BR>3- Sarebbe da auspicare una riduzione delle squadre nel massimo campionato ad un massimo di 6, con eventuale raddoppio delle partite (2 andata e 2 ritorno, totale 20 partite a stagione). Il confronto con squadre di livello piú simile (ed alto) porterebbe in aumento delle entrate dei clubs. Anzi, forse sarebbe il caso di avere una struttura piú verticale (ovvero campionati a numeri piú ristretti in tutte le categorie) per eliminare quanto piú é possibile le partite dall'esito scontato.
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<BR>Quanto ai giovani: si puó discutere se mettere gli under17 in campo con gli adulti della serie D (o come si chiama...) sia una buona idea. Volendo si puó fare un compromesso sugli avanti che possono essere reclutati da un gruppo di etá superiore. Quanto alla possibilitá di esprimersi... beh, le regole del gioco sono le stesse: se uno arriva a 21 anni senza aver imparato la disciplina necessaria per non fare cazzate, allora forse non la impara piú... tutto dipende dall'impronta che lo staff tecnico dá alla squadra piú che dagli avversari. E per etá inferiori proponevo anch'io il loro specifico campionato giovanile.
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<BR>Mi rendo conto che la soluzione non sia ideale, ma é l'unica che i clubs non potrebbero osteggiare politicamente... poi dubito che Benetton, Calvisano e Viadana spariranno o si ridurranno a squadre da serie B: hanno basi solide e dei settori giovanili ben organizzati. Se ogni volta che un giocatore cresciuto nel loro vivaio va al club Italia fanno un pacco di quattrini, anche la loro qualitá salirá perché con i soldi che costa lo stipendio di un nazionale si puó ingaggiare un tecnico coi controcazzi per gli under13 che puó produrre generazioni di giocatori di alto livello.
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