Roma, rinasce il velodromo - Emergenza campi per il rugby
Inviato: 5 apr 2006, 11:00
IMPIANTI Il Comune approva il progetto di riqualificazione: all’EUR anche un centro acquatico
Roma, rinasce il velodromo
Emergenza campi per il rugby, che teme di perdere l’assegnazione di Corviale e Tor Tre Teste
di Nando Aruffo e Francesco Volpe
ROMA - Il progetto del velodromo olimpico risale al 1955 ( sono passati 51 anni), l’inaugurazione il 30 aprile 1960, prima dei fasti dell’Olimpiade romana. Ma appena quattro anni più tardi fu chiuso per un cedimento delle fondazioni a causa del terreno friabile. E la pista, costruita con quercia africana, è venuta giù perché lì sotto una falda acquifera s’è presa la rivincita su chi l’aveva sottovalutata. Gli interventi successivi non evitarono un degrado che lo ha portato a uno stato di abbandono totale.
Ieri la tanto attesa svolta, con l’approvazione da parte del Consiglio comunale del progetto di riqualificazione dell’impianto. Con la candidatura di Roma per l’Olimpiade 2016, è necessario avere un velodromo. L’intenzione è quella di realizzare, attraverso un concorso di architettura internazionale, un complesso sportivo e un centro acquatico che si accompagneranno a molte opere pubbliche urgenti per l’Eur a livello di viabilità, parcheggi e servizi.
Soddisfatto il sindaco Walter Veltroni: «La Roma del futuro da oggi potrà contare su un grande complesso sportivo a vocazione acquatica, che sorgerà nell’area dell’ex velodromo dell’Eur. E tra quattro anni i romani potranno vedere in funzione anche la pista del nuovo velodromo» . « L’approvazione del programma di intervento per l’ex velodromo olimpico è un ulteriore passo verso il rilancio di un complesso pubblico abbandonato promosso dal Comune insieme all’Eur spa
- Roberto Morassut, assessore all’urbanistica - In questa operazione il Comune acquista l’intero complesso del Tre Fontane, l’intero nodo di scambio di Laurentina e un nuovo impianto per il ciclismo su pista nei pressi dell’Eur che sarà gestito dalle associazioni sportive del ciclismo dilettantistico e dalla Federciclo» .
Ora l’emergenza impianti si sposta nel campo del rugby. Venerdì l’apposita commissione dell’Assessorato allo sport dovrà assegnare in gestione i campi del Corviale e di Tor Tre Teste. Due impianti costruiti con i fondi di Italia 90 e destinati sin dall’inizio al rugby, ma che al rugby potrebbero essere sottratti. Gianni Rivera ha detto qualche giorno fa che il Corviale, già promesso al Villa Pamphili rugby, verrà assegnato alla Lazio calcio femminile. E palla ovale e palla tonda, come noto, difficilmente possono convivere. Apprensione negli ambienti del rugby romano anche per la destinazione del campo ”Antonio Nori” a Tor Tre Teste. Vi aspirano l’Accademia (club in corsa per l’A2) congiuntamente alla ASD Lazio (società dedita al reclutamento) nonché, a sorpresa, la Nuova Tor Tre Teste, affiliata alla FIR da appena un anno e mezzo, durante il quale non ha svolto attività ufficiale, ed emanazione dell’omonimo club calcistico.
Certo è che il rugby romano e laziale ha disperato bisogno di nuovi spazi. Il boom prodotto dal Sei Nazioni è sotto gli occhi di tutti. I praticanti reali sono in crescita esponenziale. Il Comitato regionale ne registra ben 5.200 ( dato 2005) e prevede lo sfondamento del “muro” dei 7.000 alla fine dell’attuale stagione. Nel 2000 erano 3.600... La sola città di Roma ha tre squadre in A2 - con l’Unione Capitolina e la Rugby Roma in predicato di contendersi la promozione - addirittura quattro in B. Ma a parte il campo dell’Unione, frutto dell’iniziativa privata, tutto o quasi ruota ancora attorno all’Acquacetosa e alle Tre Fontane, pieni fino all’inverosimile. Insomma, del Corviale e di Tor Tre Teste, il rugby ha bisogno come dell’aria.
Copyright (c) Sport Network
Fonte: corriere dello sport
la federazione non dovrebbe fare qualcosa per aiutare queste società??
Roma, rinasce il velodromo
Emergenza campi per il rugby, che teme di perdere l’assegnazione di Corviale e Tor Tre Teste
di Nando Aruffo e Francesco Volpe
ROMA - Il progetto del velodromo olimpico risale al 1955 ( sono passati 51 anni), l’inaugurazione il 30 aprile 1960, prima dei fasti dell’Olimpiade romana. Ma appena quattro anni più tardi fu chiuso per un cedimento delle fondazioni a causa del terreno friabile. E la pista, costruita con quercia africana, è venuta giù perché lì sotto una falda acquifera s’è presa la rivincita su chi l’aveva sottovalutata. Gli interventi successivi non evitarono un degrado che lo ha portato a uno stato di abbandono totale.
Ieri la tanto attesa svolta, con l’approvazione da parte del Consiglio comunale del progetto di riqualificazione dell’impianto. Con la candidatura di Roma per l’Olimpiade 2016, è necessario avere un velodromo. L’intenzione è quella di realizzare, attraverso un concorso di architettura internazionale, un complesso sportivo e un centro acquatico che si accompagneranno a molte opere pubbliche urgenti per l’Eur a livello di viabilità, parcheggi e servizi.
Soddisfatto il sindaco Walter Veltroni: «La Roma del futuro da oggi potrà contare su un grande complesso sportivo a vocazione acquatica, che sorgerà nell’area dell’ex velodromo dell’Eur. E tra quattro anni i romani potranno vedere in funzione anche la pista del nuovo velodromo» . « L’approvazione del programma di intervento per l’ex velodromo olimpico è un ulteriore passo verso il rilancio di un complesso pubblico abbandonato promosso dal Comune insieme all’Eur spa
- Roberto Morassut, assessore all’urbanistica - In questa operazione il Comune acquista l’intero complesso del Tre Fontane, l’intero nodo di scambio di Laurentina e un nuovo impianto per il ciclismo su pista nei pressi dell’Eur che sarà gestito dalle associazioni sportive del ciclismo dilettantistico e dalla Federciclo» .
Ora l’emergenza impianti si sposta nel campo del rugby. Venerdì l’apposita commissione dell’Assessorato allo sport dovrà assegnare in gestione i campi del Corviale e di Tor Tre Teste. Due impianti costruiti con i fondi di Italia 90 e destinati sin dall’inizio al rugby, ma che al rugby potrebbero essere sottratti. Gianni Rivera ha detto qualche giorno fa che il Corviale, già promesso al Villa Pamphili rugby, verrà assegnato alla Lazio calcio femminile. E palla ovale e palla tonda, come noto, difficilmente possono convivere. Apprensione negli ambienti del rugby romano anche per la destinazione del campo ”Antonio Nori” a Tor Tre Teste. Vi aspirano l’Accademia (club in corsa per l’A2) congiuntamente alla ASD Lazio (società dedita al reclutamento) nonché, a sorpresa, la Nuova Tor Tre Teste, affiliata alla FIR da appena un anno e mezzo, durante il quale non ha svolto attività ufficiale, ed emanazione dell’omonimo club calcistico.
Certo è che il rugby romano e laziale ha disperato bisogno di nuovi spazi. Il boom prodotto dal Sei Nazioni è sotto gli occhi di tutti. I praticanti reali sono in crescita esponenziale. Il Comitato regionale ne registra ben 5.200 ( dato 2005) e prevede lo sfondamento del “muro” dei 7.000 alla fine dell’attuale stagione. Nel 2000 erano 3.600... La sola città di Roma ha tre squadre in A2 - con l’Unione Capitolina e la Rugby Roma in predicato di contendersi la promozione - addirittura quattro in B. Ma a parte il campo dell’Unione, frutto dell’iniziativa privata, tutto o quasi ruota ancora attorno all’Acquacetosa e alle Tre Fontane, pieni fino all’inverosimile. Insomma, del Corviale e di Tor Tre Teste, il rugby ha bisogno come dell’aria.
Copyright (c) Sport Network
Fonte: corriere dello sport
la federazione non dovrebbe fare qualcosa per aiutare queste società??