Willimoski ha scritto:Paragonate il bacino di pubblico, ma soprattutto demografico di Treviso con Tolosa, di Viadana con Bristol o Northampton, di Calvisano con Leicester , di Rovigo con Cardiff e poi ne riparliamo . E non ho voluto fare paragoni con Parigi e Londra.
Quindi o si fa un piano serio per riportare il Rugby nelle grandi città (evitando gli errori di gigantismo degli anni 90 a Milano) o almeno in città più grandi delle attuali, oppure è poco producente fare accademie, non dico inutile ma poco produttivo.
Willimoski ha scritto:peccato che in nuova zelanda i 100% dei bambini gioca a Rugby in veneto neanche il 5% (e parliamo della regione più rugbistica d'Italia...)
E poi nel riucco nord-est a 20 anni i giocatori preferisocno mollare lo sport per lavorare nell'azienda di famiglia piuttosto che fare la riserva dla primo gauchos con il 3% di sangue italiano...
Appunto... il problema principale non è del bacino di pubblico, bensì della selezione dei talenti, degli obiettivi federali (che si rispecchiano poi anche in scelte di vita dei giocatori).
Un esempio relativo alla preparazione atletica.
Di recente ho parlato con un mio amico veneto.
La locale squadra di rugby non fa attività di palestra (intesa come pesistica con preparatore ISEF) per le squadre giovanili (né tantomeno per la squadra titolare che gioca in serie C).
Anche se sono un fautore dell'insegnamento tecnico, non credo che si possa prescindere oggi -in nessuno sport- da una preparazione atletica professionale effettuata con la pesistica, effettuata da preparatori specializzati, finalizzata al massimo sviluppo armonico delle qualità atletiche.