6n 2008 al Dall'Ara
Moderatore: Emy77
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umaga
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l'importante è che la federugby non cominci a fare i soliti troiai che avvengono quando aumenta l'interesse e di conseguenza la richiesta ,so' che i biglietti per la partita col galles sono stati oggetto di razzia da parte di non si sa chi.per la partita con l'irlanda l'associazione albergatori di roma sta ancora facendo la òla per l'arrivo di 17.000 irland.quei poveracci pagheranno 1000 euro una singola con vista su tor pignattara,cxome succede soprattutto in tutta Italia come vedono un pò di margine diventiamo degli squali affamatissimi, e finiamo per rovinare tutto.sbaglio??????
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umaga
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ci mancherebbe, ma intendevo dire che come avviene nelle altre nazioni del6N sarebbe opportuno che ci fossero accordi chiari con la federazione.anche per l'organizzazione dei supporter's.comunque non stavo dicendo che non si danno da fare.una citta come ROMA,e sempre piena di turisti.con o senza il 6N.
- Giandolmen
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Due precisazioni:
a Umaga e salomon:
C'è qualcosa che non mi quadra quando si afferma che l'assegnazione delle partite del 6Nazioni alla capitale sia una regola imposta alle federazioni che partecipano al torneo. Come potete vedere dall'articolo riportato da rugby.it http://www.rugby.it/modules.php?name=Ne ... e&sid=1006 non tanto tempo fa Roma e Genova gareggiarono per l'assegnazione delle partite del 6nazioni.... e la spuntò Roma anche grazie al contributo della provincia. Se la FIR era obbligata a far disputare le partite a Roma (come dice qualcuno) perchè organizzare quest'asta?
Sarei contentissimo che una volta per tutte si chiarisse questa storia e che se 'sta regola davvero esiste venisse tirata fuori. Almeno così la smettiamo di rilanciare questa discussione periodicamente.
a sean79
Si parla di decisioni politiche inerenti al rugby.... esistono altri forum che possono ospitare discorsi (assolutamente appassionanti) che riguardano il prossimo candidato alla Presidenza del Consiglio o agli equilibri parlamentari del Governo.
Giandolmen
a Umaga e salomon:
C'è qualcosa che non mi quadra quando si afferma che l'assegnazione delle partite del 6Nazioni alla capitale sia una regola imposta alle federazioni che partecipano al torneo. Come potete vedere dall'articolo riportato da rugby.it http://www.rugby.it/modules.php?name=Ne ... e&sid=1006 non tanto tempo fa Roma e Genova gareggiarono per l'assegnazione delle partite del 6nazioni.... e la spuntò Roma anche grazie al contributo della provincia. Se la FIR era obbligata a far disputare le partite a Roma (come dice qualcuno) perchè organizzare quest'asta?
Sarei contentissimo che una volta per tutte si chiarisse questa storia e che se 'sta regola davvero esiste venisse tirata fuori. Almeno così la smettiamo di rilanciare questa discussione periodicamente.
a sean79
Si parla di decisioni politiche inerenti al rugby.... esistono altri forum che possono ospitare discorsi (assolutamente appassionanti) che riguardano il prossimo candidato alla Presidenza del Consiglio o agli equilibri parlamentari del Governo.
Giandolmen
- Giandolmen
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Riporto il famoso articolo in cui si parla dell'asta tra Genova e Roma per le partite del 6Nazioni 2004:
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Roma, carte giuste. Genova va a vedere - Il Secolo XIX
Inviato da: zony
Sei Nazioni
Si parla di un gruppo di famosi osti con un passato ovale - Trastevere e dintorni – disposto a dare una mano e inquadrato da un jolly che si agita nel mazzo. E c’è l’assicurazione delle istituzioni, rappresentate da Gianni Rivera, delegato del sindaco Walter Veltroni alle problematiche sportive. Rivera incontrerà di buon mattino Giancarlo Dondi poco prima che il presidente si inoltri nel conclave decisivo. Parole fresche - e fragranti come il caffè - possono lasciare il loro segno.
Ma con un verdetto che pare già scritto – in favore di Roma, certo... - qualche inflessione del n. 10 più famoso del calcio italiano, lascia spazio a interpretazioni: «Sarà la Federazione rugby, nella sua autonomia, a decidere l’assegnazione a Roma o a Genova delle partite casalinghe dell’Italia nel 6 Nazioni 2004. La città può mettere a disposizione il Flaminio, dove il torneo si è sempre svolto, anche se quest’anno, per la prima volta, qualcuno ha avanzato l’ipotesi di trasferirlo a Genova, lamentando che qui il pubblico sarebbe scarso. Noi come istituzioni siamo pronti ad accoglierlo nella Capitale». Per poi aggiungere di non ritenere che la decisione sarà presa già oggi.
Richiesta di rinvio in arrivo in attesa di una formalizzazione della proposta che, per il momento, consta solo di un impegno della Provincia in favore dello sviluppo del rugby? La Federazione annuncia e conferma che le proposte sono state recepite e che l’ultima parola verrà pronunciata. Ma qualcuno azzarda che Dondi, a questo punto, preferirebbe recapitare la patata bollente al consiglio federale che si riunisce tra due settimane.
Comunque Roma ha quasi la totalità delle chances di batter Genova e continuare a organizzare il 6 Nazioni. Prima di inoltrarsi nelle ultime notizie, non è male volare come uccelli sulle cifre che il comitato organizzatore (romano e smontante) ha fornito spiegando le ragioni di un successo lungo quattro anni, culminato in un massimo (i 24.000 per Italia-Inghilterra del 2000) che curiosamente corrisponde a un minimo (i 24.000 di Italia-Sudafrica 2001) registrato a Genova. Non male neppure il gioco delle percentuali: alle partite casalinghe dell’Italia il Lazio ha fornito il 19% degli astanti. Come dire che Roma ha assicurato un pubblico attorno alle 1800 unità a partita.
Però! In realtà, nulla da stupirsi: le poche – ma molto poche... - centinaia di spettatori richiamate al Foro Italico dai migliori tennisti e dalle migliori tenniste del mondo sono le cartine al tornasole dell’interesse di una città per le proprie classiche.
Nella mia posizione non posso schierarmi. Ma è chiaro quanto sia importante, fondamentale direi, avere uno stadio che presti sostegno per partite alla nostra portata. Sto parlando soprattutto del 6 marzo dell’anno che verrà quando dovremo affrontare la Scozia in una partita che già ritengo decisiva nel bilancio della prossima stagione»: il ct John Kirwan è obbligato dalla funzione a parlare per allusioni più o meno mascherate: «Quel che è successo a Genova, in quella giornata di pioggia battente, quando abbiamo affrontato l’Australia e il pubblico ci è stato vicino sino all’ultimo secondo, non lo potrò dimenticare».
Bene, anche i ricordi possono essere un eccellente e dolce rifugio. A Roma, ad esempio, hanno dimenticato che lì è stata piegata la Scozia all’esordio storico, che lì è stato sconfitto il Galles. In una certa ottica, questi azzurri sconfitti otto volte su dieci sono stati un po’ scomodi.
Comunque, proposte consegnate, come compiti in classe, sia da Genova che - pare – da Roma. Genova offre 100.000 euro, un buono stadio, costi abbattuti per servizi, lavori e promozione dell’evento (che portano il totale a 230.000 euro virtuali ma solidi), un 2004 da vivere al sole dell’Europa e la passione mostrata in quattro occasioni da un pubblico composito, senza mai un apporto di quei fans avversari che potrebbero arrivare numerosi; Roma, ammantata delle nebbie della superofferta (250.000 euro dalla Provincia, l’Olimpico per Italia-Inghilterra, spese certo assai più consistenti), non pare soffrire la concorrenza di questa singolare concorrente: l’elefante e la mosca.
L’attesa finirà alle 13, con fumata bianca sullo stadio che il 15 febbraio ospiterà Italia-Inghilterra e il 6 marzo Italia-Scozia, il tutto a cura di un esecutivo formato dal presidente Giancarlo Dondi, dai vicepresidenti Filippo Duodo, Alfredo Gavazzi e Nino Saccà, dal rappresentante dei tecnici Franco Ascantini e da quello dei giocatori Orazio Arancio
Habemus sedem. A meno che...
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Si parla di un gruppo di famosi osti con un passato ovale - Trastevere e dintorni – disposto a dare una mano e inquadrato da un jolly che si agita nel mazzo. E c’è l’assicurazione delle istituzioni, rappresentate da Gianni Rivera, delegato del sindaco Walter Veltroni alle problematiche sportive. Rivera incontrerà di buon mattino Giancarlo Dondi poco prima che il presidente si inoltri nel conclave decisivo. Parole fresche - e fragranti come il caffè - possono lasciare il loro segno.
Ma con un verdetto che pare già scritto – in favore di Roma, certo... - qualche inflessione del n. 10 più famoso del calcio italiano, lascia spazio a interpretazioni: «Sarà la Federazione rugby, nella sua autonomia, a decidere l’assegnazione a Roma o a Genova delle partite casalinghe dell’Italia nel 6 Nazioni 2004. La città può mettere a disposizione il Flaminio, dove il torneo si è sempre svolto, anche se quest’anno, per la prima volta, qualcuno ha avanzato l’ipotesi di trasferirlo a Genova, lamentando che qui il pubblico sarebbe scarso. Noi come istituzioni siamo pronti ad accoglierlo nella Capitale». Per poi aggiungere di non ritenere che la decisione sarà presa già oggi.
Richiesta di rinvio in arrivo in attesa di una formalizzazione della proposta che, per il momento, consta solo di un impegno della Provincia in favore dello sviluppo del rugby? La Federazione annuncia e conferma che le proposte sono state recepite e che l’ultima parola verrà pronunciata. Ma qualcuno azzarda che Dondi, a questo punto, preferirebbe recapitare la patata bollente al consiglio federale che si riunisce tra due settimane.
Comunque Roma ha quasi la totalità delle chances di batter Genova e continuare a organizzare il 6 Nazioni. Prima di inoltrarsi nelle ultime notizie, non è male volare come uccelli sulle cifre che il comitato organizzatore (romano e smontante) ha fornito spiegando le ragioni di un successo lungo quattro anni, culminato in un massimo (i 24.000 per Italia-Inghilterra del 2000) che curiosamente corrisponde a un minimo (i 24.000 di Italia-Sudafrica 2001) registrato a Genova. Non male neppure il gioco delle percentuali: alle partite casalinghe dell’Italia il Lazio ha fornito il 19% degli astanti. Come dire che Roma ha assicurato un pubblico attorno alle 1800 unità a partita.
Però! In realtà, nulla da stupirsi: le poche – ma molto poche... - centinaia di spettatori richiamate al Foro Italico dai migliori tennisti e dalle migliori tenniste del mondo sono le cartine al tornasole dell’interesse di una città per le proprie classiche.
Nella mia posizione non posso schierarmi. Ma è chiaro quanto sia importante, fondamentale direi, avere uno stadio che presti sostegno per partite alla nostra portata. Sto parlando soprattutto del 6 marzo dell’anno che verrà quando dovremo affrontare la Scozia in una partita che già ritengo decisiva nel bilancio della prossima stagione»: il ct John Kirwan è obbligato dalla funzione a parlare per allusioni più o meno mascherate: «Quel che è successo a Genova, in quella giornata di pioggia battente, quando abbiamo affrontato l’Australia e il pubblico ci è stato vicino sino all’ultimo secondo, non lo potrò dimenticare».
Bene, anche i ricordi possono essere un eccellente e dolce rifugio. A Roma, ad esempio, hanno dimenticato che lì è stata piegata la Scozia all’esordio storico, che lì è stato sconfitto il Galles. In una certa ottica, questi azzurri sconfitti otto volte su dieci sono stati un po’ scomodi.
Comunque, proposte consegnate, come compiti in classe, sia da Genova che - pare – da Roma. Genova offre 100.000 euro, un buono stadio, costi abbattuti per servizi, lavori e promozione dell’evento (che portano il totale a 230.000 euro virtuali ma solidi), un 2004 da vivere al sole dell’Europa e la passione mostrata in quattro occasioni da un pubblico composito, senza mai un apporto di quei fans avversari che potrebbero arrivare numerosi; Roma, ammantata delle nebbie della superofferta (250.000 euro dalla Provincia, l’Olimpico per Italia-Inghilterra, spese certo assai più consistenti), non pare soffrire la concorrenza di questa singolare concorrente: l’elefante e la mosca.
L’attesa finirà alle 13, con fumata bianca sullo stadio che il 15 febbraio ospiterà Italia-Inghilterra e il 6 marzo Italia-Scozia, il tutto a cura di un esecutivo formato dal presidente Giancarlo Dondi, dai vicepresidenti Filippo Duodo, Alfredo Gavazzi e Nino Saccà, dal rappresentante dei tecnici Franco Ascantini e da quello dei giocatori Orazio Arancio
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umaga
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beh, io ho sempre letto in tutti gli articoli che le partite devono essere giocati nella capitale.certo se poi nella capitale non ci fossero i presupposti logistici(ma allora che razza dicapitale sarebbe??)oppure uno stadio non adeguato tipo 1250 posti scoperti e tutti in piedi allora il discorso cambia.perche l'inghilterra o la francia quando giocavano con l'Italia non hanno mai cambiato lo stadio ??eppure non c'era il pienone.vabbe' leviamo il vin dai fiaschi ,come si dice dalle mie parti.mandiamo una mail alla gazzetta dello sport e chiediamolo aloro Che ne pensi???
- Giandolmen
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sean79
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Quindi Giandolmen non posso parlare di Rivera nè di Veltroni,nonostante tu abbia riportato appena ora un articolo ( sono passati 3 anni ma gli attori son sempre quelli ) in cui i protagonisti sono loro? AHHAHA a me sta cosa mi fa scompisciare. Quanto alla presidenza del consiglio, nn credo che la cosa sia affatto secondaria. Le decisioni prese in passato, adesso ed in futuro dipendono da molti fattori. Il sindaco di Roma nn ha lo stesso ruolo del sindaco di Genova, vuoi per quello che rappresenta Roma, vuoi per quello che rappresenta Veltroni.
Finally I'm back between waves and mountains;)
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umaga
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sean79 se non vuoi sentire fa lo stesso.
Il problema non è di chi parliamo ma di cosa.
Ho scritto "Si parla di decisioni politiche inerenti al rugby.... esistono altri forum che possono ospitare discorsi (assolutamente appassionanti) che riguardano il prossimo candidato alla Presidenza del Consiglio o agli equilibri parlamentari del Governo".
Permettimi di dire che, a mio avviso, messaggii come quello che hai postato tu non mi pare aggiungano molto al dibattito:
La probabilità che Veltroni secono papa di Roma ( il terzo è Totti il quarto Maurizio Costanzo ) mantenga gli impegni presi è tale quale quella che Prodi arrivi a fine legislatura...e nn è una battuta, le due cose sono molto collegate ( visto che sarà il prossimo candidato ). Ed anche ammesso che Prodi c'arrivi a fine legislatura ( Pallari e Piottari e Follinari apparte ) non è detto, pur rimanendo a fare il sindaco, che sia fedele alla parola data. Del resto se il buon giorno si vede dal mattino, la controparte di Veltroni è Dondi..quindi siamo messi benino!
Parliamo pure di decisioni politiche inerenti al rugby, e se vuoi provo a stimolare io la conversazione con una domanda: ma la provincia di Roma continua ancora a sponsorizzare il 6Nazioni?
Giandolmen
Il problema non è di chi parliamo ma di cosa.
Ho scritto "Si parla di decisioni politiche inerenti al rugby.... esistono altri forum che possono ospitare discorsi (assolutamente appassionanti) che riguardano il prossimo candidato alla Presidenza del Consiglio o agli equilibri parlamentari del Governo".
Permettimi di dire che, a mio avviso, messaggii come quello che hai postato tu non mi pare aggiungano molto al dibattito:
La probabilità che Veltroni secono papa di Roma ( il terzo è Totti il quarto Maurizio Costanzo ) mantenga gli impegni presi è tale quale quella che Prodi arrivi a fine legislatura...e nn è una battuta, le due cose sono molto collegate ( visto che sarà il prossimo candidato ). Ed anche ammesso che Prodi c'arrivi a fine legislatura ( Pallari e Piottari e Follinari apparte ) non è detto, pur rimanendo a fare il sindaco, che sia fedele alla parola data. Del resto se il buon giorno si vede dal mattino, la controparte di Veltroni è Dondi..quindi siamo messi benino!
Parliamo pure di decisioni politiche inerenti al rugby, e se vuoi provo a stimolare io la conversazione con una domanda: ma la provincia di Roma continua ancora a sponsorizzare il 6Nazioni?
Giandolmen
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Beh, giusto, avevo dimenticato Pastonesi, provi tu e poi ci fai sapere?umaga ha scritto:giand.....io pensi di si!!!ricordati che spesso risponde anche marco pastonesi ,che non è proprio l'ultimo dei bischeri ,per quanto riguarda il rugby.altrimenti scrivo a "la meta" ok????Giandolmen ha scritto:umaga... forse la Gazzetta non è il giornale giusto!
Giandolmen
Sarebbe bello avere un po' più di informazioni rispetto a questa questione.
Giandolmen
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umaga
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