Amarcord 1991

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

GRUN
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Messaggio da GRUN »

Sì, caro Jaco, Bottacchiari esordì proprio quella domenica d'ottobre. Bottacchiari la sera prima del match, ricevuta da Fourcade la notizia che sarebbe partito titolare, rimase allibito e chiese all'allenatore francese di pensare bene a quello che stava facendo, perché si sarebbe esposto alle critiche della stampa, già sul piede di guerra dopo il match con l'Inghilterra e pronta a saltare al collo del tecnico dopo il prevedibile e previsto naufragio contro i neozelandesi. La mattina non portò consiglio a Fourcade che confermò il trentaseienne esordiente in terza linea, convincendo il giocatore abruzzese che si andava incontro al pubblico ludibrio. Invece sul campo la fiducia di Fourcade si rivelò ben riposta e la partita degli azzurri e di Bottacchiari, uomo di sostanza e sacrificio, entrò nella memoria di molti. Tra questi c'era anche l'illustre forumista Verosqualo, che stava finendo la gloriosa carriera e che davanti al televisore sicuramente si commosse nel vedere il vecchio Bottacchiari, per tanti anni suo compagno in campo e per sempre amico nella vita, buttarsi su tutti i palloni. Proprio di quel match e della prova dello spelacchiato Bottacchiari parlavo con lui un mese fa a L'Aquila, dopo che quel vecchio mischiarolo aveva attentato alle mie coronarie facendomi salire su un monte altissimo e ripidissimo per farmi vedere i camosci, lo possino... Pensa te che roba sono quei vecchi rugbisti, che tu conosci bene, Jaco...
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silverfox
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Messaggio da silverfox »

Ricordo un bel ribaltino di Bottacchiari ai danni di un AB!!!!!!
teodoro
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Messaggio da teodoro »

e oggi invece mi son visto gran parte della finale della coppa del mondo '87,ABs-Francia...!!
Rugby is life..play it!
GRUN
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Messaggio da GRUN »

Sì Parega, fu proprio Ciccio Grespan a piazzare quel placcaggio in avanzamento. Grespan era subentrato a Properzi, che stava giocando un partitone e che aveva avuto numerose "frizioni" con McDowell. Gli All Blacks, che non avevano dei gentiluomini e dei simpaticoni in prima linea, specie Fitzpatrick, aspettarono che in una ruck Properzi rimanesse a terra e gli aprirono con una scarpata la mano destra. Comunque i nostri si ripresero tutto con gli interessi placcando disperatamente dall'inizio alla fine e non soccombendo nella battaglia fisica. Purtroppo uno dei pochi placcaggi mancati, in quel caso da Vaccari, mandò in meta Tuigamala, una sorta di anticipatore, per forza esplosiva e velocità di Lomu. A simboleggiare quell'impegno strenuo in difesa degli azzurri ci fu un recupero incredibile di Pivetta, che nel cuor di Jaco sta, nei minuti finali proprio su Tuigamala lanciatissimo. Pivetta, che era comunque una prima linea molto mobile ed abile a girare per il campo, volle, fortissimamente volle e recuperò da dietro attaccandosi alla maglietta del samoano, frenandone la corsa e consentendo il recupero di Fabio Gaetaniello, un altro che quando c'era da placcare sapeva che spartito suonare... A proposito di scarpe e tacchetti, divertente l'aneddoto raccontato da Munari. Pochi minuti prima di scendere in campo un Fourcade tesissimo richiama i giocatori, già superconcentrati e chiede loro: - Avete controllato bene i TACCHINI? Immaginate la reazione dei giocatori...
tagus
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Messaggio da tagus »

grande resoconto!fu quell'anima candida di richie loe ad aprire la mano di franchino.
certo che davvero arrivammo a tiro degli a/b in quell'occasione.
bogi
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Messaggio da bogi »

GRUN ha scritto:Sì Parega, fu proprio Ciccio Grespan a piazzare quel placcaggio in avanzamento. Grespan era subentrato a Properzi, che stava giocando un partitone e che aveva avuto numerose "frizioni" con McDowell. Gli All Blacks, che non avevano dei gentiluomini e dei simpaticoni in prima linea, specie Fitzpatrick, aspettarono che in una ruck Properzi rimanesse a terra e gli aprirono con una scarpata la mano destra. Comunque i nostri si ripresero tutto con gli interessi placcando disperatamente dall'inizio alla fine e non soccombendo nella battaglia fisica. Purtroppo uno dei pochi placcaggi mancati, in quel caso da Vaccari, mandò in meta Tuigamala, una sorta di anticipatore, per forza esplosiva e velocità di Lomu. A simboleggiare quell'impegno strenuo in difesa degli azzurri ci fu un recupero incredibile di Pivetta, che nel cuor di Jaco sta, nei minuti finali proprio su Tuigamala lanciatissimo. Pivetta, che era comunque una prima linea molto mobile ed abile a girare per il campo, volle, fortissimamente volle e recuperò da dietro attaccandosi alla maglietta del samoano, frenandone la corsa e consentendo il recupero di Fabio Gaetaniello, un altro che quando c'era da placcare sapeva che spartito suonare... A proposito di scarpe e tacchetti, divertente l'aneddoto raccontato da Munari. Pochi minuti prima di scendere in campo un Fourcade tesissimo richiama i giocatori, già superconcentrati e chiede loro: - Avete controllato bene i TACCHINI? Immaginate la reazione dei giocatori...

Non ho niente da aggiungere, tranne osservare che continuo a frequentare il sito esclusivamente per questi raggi di sole che riconciliano con lo sport, e che ogni tanto fanno la loro comparsa squarciando una coltre di fitte nubi grigie e pesanti.

Importerà a pochi.

Nema problema.
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jaco
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Messaggio da jaco »

Grazie GRUN, evidentemente ricordavo male di Bottacchiari... comunque ricordo quell'edizione come una delle migliori, qualitativamente parlando, se penso ai nomi che hanno nobilitato quell'edizione... o forse sono solo i ricordi che rendono tutto molto più bello...
parega
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Messaggio da parega »

grazie grun perche' con le tue precisazioni rendi ancora piu' belli per me quei momenti facendomeli rivivere
hai ragione , bottacchiari fece piangere di gioia in tanti che erano davanti ai teleschermi per la sua sua generosissima prova ,
bottacchiari vi giuro che quel giorno insieme ai suoi compagni avrebbe placcato anche le formiche tanta convinzione c'era
pero' sulla placcata , ribaltata , di grespan su loe , fra l'altro non un santo anche lui come ricordato dal grande grun , sono saltato in piedi perche' avevo visto che i nostri non mollavano un metro
che partita ragazzi , testa a testa con gli abs
grun ricordi in quale partita loe apri' la testa a un australiano ?
io penso all'ala in una partita del 3 nations
GRUN
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Messaggio da GRUN »

Un saluto a Bogi, che mi deve ancora dire che effetto gli ha fatto "The pilgrim and the stars" di Enrico Rava... Jaco, tocchi un nervo scoperto. Certo l'effetto nostalgia e la distanza incidono e condizionano il giudizio, ma sforzandomi di essere poco coinvolto emotivamente parto, ancora una volta, da un'osservazione di Munari. Su una palla recuperata da Cuttitta e passata con grande abilità, malgrado la pressione dei difensori avversari, a Vaccari propostosi all'ala, Munari evidenzia la capacità che avevano quei giocatori di disempegnarsi nelle fasi di "gioco rotto" (e da un'altra situazione non codificata, su palla vagante, arriva la meta, sempre in quella partita, di Bonomi). In un rugby non o meno professionale, con un minore invadenza di tutto ciò che era attinente al coaching, con poche fasi opzionali e strutture meno codificate e ferree di quelle del gioco contemporaneo, chi andava in campo, soprattutto per squadre più naif, sapeva che era dai palloni recuperati che si ricavavano i diamanti. Se poi aggiungiamo che le mani di quei giocatori erano molto educate, visto che agli skills e alle fasi situazionali in allenamento si dedicava molto tempo, sottraendolo magari alla preparazione atletica, specie nelle squadre giovanili, si capisce cosa intendesse Munari. Sabato scorso sono rimasto impressionato dal numero elevatissimo di errori, non forzati, di ball handling accumulati da tutte e due le squadre in Sudafrica - Nuova Zelanda. Certo, i ritmi sono diversi e diversi sono gli effetti degli impatti e di tutte le fasi di contatto. Il sopra più volte citato Bottacchiari pesava 84 Kg: oggi una terza linea così leggera, nel rugby di alto livello, non verrebbe nemmeno presa in considerazione. L'estremo neozelandese Wright, ricordato da Jaco e tra i protagonisti di quell'Italia-Nuova Zelanda, aveva il peso di una piuma. Quella del 1191 è stata la coppa del mondo trait d'union, quella che ha collegato il rugby del vecchio testamento al rugby del nuovo testamento, quella in cui hanno coesistito sedimenti del vecchio universo con istanze proprie del rugby di oggi. La partita più emblematica, quella che con più forza simbolica sancì l'avvento del rugby muscolare a discapito del rugby più agile e filiforme dei giorni di ieri, fu Galles-Western Samoas, con i gallesi devastati dai placcaggi degli isolani, costretti a lasciare il terreno dopo tremendi impatti, col pubblico di Cardiff sgomento e consapevole che in quei momenti si stava consumando non solo un'umiliante sconfitta per i dragoni, ma anche la fine di un mondo.
GRUN
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Messaggio da GRUN »

La coppa del 1991, of course... Parega, pù tardi, se troverò il tempo, ti risponderò. Ehhh, Loe, Loe...
Angelo71
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Messaggio da Angelo71 »

Ah, e date un occhio anche a ESPN classic. Sta aumentando la programmazione di rugby. Mi sono registrato un Lions - NZ del 1966. Non vedo l'ora di tornare a casa a vederlo. Quando la meta non trasformata valeva come un drop e un calcio piazzato....
Angelo

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GiorgioXT
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Messaggio da GiorgioXT »

GRUN ha scritto: L'estremo neozelandese Wright, ricordato da Jaco e tra i protagonisti di quell'Italia-Nuova Zelanda, aveva il peso di una piuma. Quella del 1191 è stata la coppa del mondo trait d'union, quella che ha collegato il rugby del vecchio testamento al rugby del nuovo testamento, quella in cui hanno coesistito sedimenti del vecchio universo con istanze proprie del rugby di oggi. La partita più emblematica, quella che con più forza simbolica sancì l'avvento del rugby muscolare a discapito del rugby più agile e filiforme dei giorni di ieri, fu Galles-Western Samoas, con i gallesi devastati dai placcaggi degli isolani, costretti a lasciare il terreno dopo tremendi impatti, col pubblico di Cardiff sgomento e consapevole che in quei momenti si stava consumando non solo un'umiliante sconfitta per i dragoni, ma anche la fine di un mondo.
Già... è da notare come in quegli anni gli All Blacks fossero per 13/15 e più "pakeha" , di isolani nemmeno l'ombra... E Fiji e Samoa ad un livello più raggiunto; è da discutere poi l'evoluzione delle regole, per esempio punire i "piling up" ha portato ad un gioco molto più muscolare...
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Willimoski
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Messaggio da Willimoski »

GiorgioXT ha scritto:
GRUN ha scritto: L'estremo neozelandese Wright, ricordato da Jaco e tra i protagonisti di quell'Italia-Nuova Zelanda, aveva il peso di una piuma. Quella del 1191 è stata la coppa del mondo trait d'union, quella che ha collegato il rugby del vecchio testamento al rugby del nuovo testamento, quella in cui hanno coesistito sedimenti del vecchio universo con istanze proprie del rugby di oggi. La partita più emblematica, quella che con più forza simbolica sancì l'avvento del rugby muscolare a discapito del rugby più agile e filiforme dei giorni di ieri, fu Galles-Western Samoas, con i gallesi devastati dai placcaggi degli isolani, costretti a lasciare il terreno dopo tremendi impatti, col pubblico di Cardiff sgomento e consapevole che in quei momenti si stava consumando non solo un'umiliante sconfitta per i dragoni, ma anche la fine di un mondo.
Già... è da notare come in quegli anni gli All Blacks fossero per 13/15 e più "pakeha" , di isolani nemmeno l'ombra... E Fiji e Samoa ad un livello più raggiunto; è da discutere poi l'evoluzione delle regole, per esempio punire i "piling up" ha portato ad un gioco molto più muscolare...
E' Tuigemala che poi giocò pe le natie Samoa ?

In verità però hai ragione: solo con l'arrivo degli isolani abbiamo visto diminuire i Pakea.. segno che di Maori ce ne sono pochini....
tagus
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Messaggio da tagus »

oggi hanno dato italia argentina del 95.sono passati 12 anni ma,dal punto di vista della conformazione fisica dei giocatori,sembrano 120.
GRUN
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Messaggio da GRUN »

Sì Willimosky, è proprio lui. Parega, il giocatore colpito da quel galantuomo di Loe era Paul Carozza, piccola ed esplosiva ala australiana, quindici caps e nove mete nei Wallabies dei primi anni novanta. In occasione del secondo test match della Bledisloe Cup del 1992, che si giocava in una serie di tre partite (il Tri Nations non era ancora stato istituito) e poi vinto 19-17 dagli australiani, Loe colpì Carozza dopo che l'australiano aveva segnato la seconda meta personale e gli ruppe il setto nasale.
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