zorrykid ha scritto:Ciao Franky, il discorso di Mestre non è che invece di investire sul vivaio si prende il prodotto già fatto. La società opera in più di trenta scuole, d'estate organizza i campi estivi, partecipa con numeri elevati di giocatori in tutte le categorie, dall'under 7 alla 19. Da noi, per l'opera d'informazione, c'è gente che sceglie di giocare a rugby come primo sport, a differenza dei tempi passati che si raccoglieva quello che restava degli altri sport. Emme, magari non mi sono spiegato. Il plus valore che dà questa nuova esperienza è che chi proviene dal vivaio è costretto ad adeguarsi al sistema di allenamento, ai ritmi di lavoro, aproccio alla partita, preparazione fisica che praticano i giocatori che provengono da altre realtà. Una società che investe in: allenatori, propaganda, preparatori, giocatori, impianti sarà naturalmente la prima che beneficiaria del lavoro fatto. Ma poi anche gli altri saranno avvantaggiati, poichè come succede, molti giocatori andranno a portare la propria esperienza in altri club. Ti faccio io una domanda. A chi non giova tutto ciò? Alzando la qualità del gioco tutti ne beneficiano. Ieri mi sono reso conto che il grosso divario nella partita è stato quello dell'abitudine a giocare contro squadre di alto livello. Un miglioramento lo puoi trovare alzando la qualità del gioco, non abbasando i valori in campo.
Se il VE Mestre fa tutto quello che dici, ha in proprio due U19, due U17, due U15, 2 U13, due o tre enti scolastici, due o tre società satellite che si occupano di rugby giovanile ... se copre con un intervento settimanale di un educatore almeno 10.000 degli studenti della provincia di Venezia (1/3 della popolazione studentesca della provincia di VE, vedi
http://www.osiv.provincia.venezia.it/is ... /ISTp9.pdf) fa benissimo a prendere 3/4 giocatori stranieri per alzare la qualità della sua prima U19 e altri 3 o 4 in U17, in caso contrario, a mio modestissimo parere, spenderebbe meglio i suoi soldi in un intervento capillare sulla scuola.
Perdonami un ricordo, sai noi vecchietti perdiamo la memoria a breve ma saltano fuori memorie del passato remoto. Orbene, nel lontano 1974 sostenuto da un altro giocatore e studente ISEF lavorammo a tappeto su di una scuola a tempo pieno,
"aggratis". Io ci insegnavo anche come supplente annuale. Tirammo fuori due squadre U13 ed una U15 (oltre 250 alunni su 400 coinvolti) 6 ragazzi fecero successivamente selezioni nazionali, 2 vestirono la maglia azzurra juniores U17, uno anche nella U19.
L'anno successivo, chiesi un contributo economico e di potenziamento dell'investimento della società nel settore giovanile Rugby Prato. Non fu concesso in quanto la 1^ squadra, in B e le nostre squadre U17 e U19 ci costavano "troppo" ... avevamo
un allenatore giocatore straniero.
Per 3 anni niente interventi a fondo nella scuola ... nel 77/78, con diversi giocatori in servizio militare ... retrocessione ... tre anni dopo il Rugby Prato con quella leva dei nati 62/61/60 ottenne la promozione dalla C alla B e vi rimase, con quell'ossatura, per diversi anni.
P.S. ho in squadra con mio figlio una seconda generazione di quell'intervento ... ho avuto come giocatori il padre del 60, il figlio dell'82, che ha adesso un figlio di 2 anni ... gli ho già detto che lo allenerò io quando avrà sei anni ... sarebbe la mia prima volta di una terza generazione. Forse il lavoro di quell'anno ha lasciato qualche traccia in quei ragazzi!