A parte il fatto che se voi vi permettete di disquisire delle vostre soluzioni (CL e altro) con sufficienza senza piani dettagliati dove affrontate con dovizia di particolari le spigolature di quello che proponete, me lo posso permettere anch'io e quindi come voi perdo un po' del mio tempo a parlar di aria frittadiddi ha scritto:Vedete che cosa contesto a voi che spedite gente in giro per il mondo come pacchi postali?porcorosso ha scritto:stilicone ha scritto:
Diddi, o sei un padre troppo apprensivo oppure facciamo a non capirci: la spedizione di giovani (20 anni, 21 anni?) rugbysti downunder o dovunquevogliatu è del tutto e per tutto equiparabile ai programmi erasmus e leonardo che attualmente sono utilizzati dalla maggior parte degli studenti universitari (dai 19 in su) che una volta all'estero sono in grado di interlacciare rapporti (e magari mantenere anche quelli con la morosa a casa...) sapersi interagire, studiare e progredire come uomini prima che come studenti (oppure dobbiamo ammettere che i rugbysti sono deficitari su questo versante e ammettiamo una volta per tutti di essere dei capronididdi ha scritto:Riuscite a pensare che i giovani hanno una famiglia, una morosa, dei sogni, dei problemi, delle preoccupazioni, delle prospettive per un futuro fuori dal rugby?
Riuscite a immaginare un'esistenza non totalmente dedicata al rugby?
Riuscite a concepire la legittima riluttanza di qualcuno a diventare (o a far diventare suo figlio) un ottimo rugbysta a costo della propria istruzione professionale? O a lasciare le proprie sicurezze per andare alla ventura a migliaia di km di distanza?
Un giovane alle prime armi nel mondo "dei grandi" che dovesse andare all'estero per un apprendistato avrebbe bisogno di tempo per ambientarsi e non è detto che finisca per rendere nella nuova realtà, tutt'altro.
Sul fatto che io (ma anche altri) non concepisca una vita che non sia solo rugby lascio a te la bontà di decidere se sia possibile o no...
Mi pareva di aver ipotizzato un pagamento per il disturbo mica un accompagnamento all'aeroporto di Sidney e poi arrangiati...diddi ha scritto:Per fare un esempio di situazione difficile all'estero, cito il caso di Bacchetti, come ricostruito da un amico rodigino del forum, andato ancora minorenne a "studiare rugby" a Biarritz e ritornato perché, oltre alle difficoltà di ambientamento, non trovava spazio nelle competizioni ufficiali proprio in quanto elemento esterno, straniero, a fronte di una politica protezionistica a livello giovanile da parte della federazione francese.
Insomma, la soluzione "estera" andrebbe semmai studiata con cautela e di concerto con gli eventuali interessati, consapevoli che, eventualmente, coloro che andranno all'estero non saranno necessariamenti i migliori, ma coloro che, per un motivo o per l'altro, saranno più disponibili ad un'esperienza nuova.
Insomma non mi sembra proprio che una eventuale politica da me delineata presenti tutti i problemi che hai elencato. Poi sarò un troppo facile io, oppure sarà che io in erasmus in Turchia non solo non sono morto, ma anzi mi sono divertito e sono tornato molto più performante nelle materie per le quali era lì di quanto fossi stato in 4 anni di università qui
Fermo restando che non è tutto oro quello che cola dalla bocca del porco
Saluti mi lodo e m'imbrodo PR