diddi ha scritto:Che cosa avrà pensato Mallett: se lascio loro la touch, rischiamo di essere impallinati come ci è già successo un paio di volte quest'anno; ho due calciatori magari non sopraffini, ma potenti, sfruttiamoli.zorrykid ha scritto:Tutto nasce non dai nostri rilanci di gioco, ma se e' meglio far ripartire gli avversari, dopo un calcio, da una touche o dare la palla in mano. Che la touch sudafricana sia una macchina non ci piove, ma se sei in campo preferisci consegnare il pallone ad Habana senza una pressione difensiva, o lasciare che Matfield pigli il pallone in touche distante dalla nostra linea di meta? Che poi pigliamo mete in prima fase e gli altri no, non significa che giocare in attacco sia piu' facile. Basta essere spostati di un metro, non partire assieme, non capire un inserimento e becchi la meta...
Come sono andate le cose: nel primo tempo, il vento contro e l'inferiorità numerica tra i calciatori (oltre a Steyn e Kirchner, anche Du Preez è stato spostato a coprire la profondità - hanno scommesso sul fatto che avremmo calciato e si sono permessi il triplo estremo in copertura) ha fatto sì che loro avessero decisamente la meglio nel ping pong tattico.
Possibile rimedio: col senno di poi, sarebbe stato meglio fissare più spesso il punto con un bel calcio in touch, anche a costo di esporsi ai loro schemi in prima fase (che in fondo, ora possiamo dire, abbiamo contenuto qualsi fino alla fine). Non un calcio con molto guadagno però, perché non bastava che il pallone uscisse, ma doveva uscire di tanto per cui non fosse più giocabile la rimessa veloce.
Infine, riguardo alla questione sugli spazi al largo da difendere: è regola logica generale (e non rugbystica in particolare) che la concentrazione favorisce le difese e la rarefazione l'attacco, anche se non c'è sovrannumero: gli attaccanti possono far viaggiare il pallone, i difensori solo le gambe.
Il nostro problema sulle touch è stato nel canale tra l'allineamento e il mediano di apertura, dove l'ala sul lato chiuso si infilava a creare un sovrannumero non compensato dal suo contraltare, che rimaneva (come doveva) profondo a coprire un eventuale calcio del mm. Questa tattica era ovviamente facilitata dal fatto che noi tendiamo a non contendere palla in touch, perché se solo scozzesi e francesi avessero avuto il dubbio che avremmo potuto acchiappare noi la palla, non si sarebbero permessi di scoprire la profondità coperta da quell'ala.
credo che il vento sia stato l'ultimo dei problemi comunque speriamo che ad ascoli non ci sia vento (prendila per quello che è cioè una battuta)
