Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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Feja
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da Feja »

porcorosso ha scritto:"Stiamo portando avanti un discorso con l'amministrazione comunale - ha detto ancora il presidente della Fir - che prevede di lasciare inalterata la struttura attuale del Flaminio, che è storica (e quindi vincolata n.d.r.), ma di ingabbiarla in una struttura metallica e di vetro, in modo che il nostro stadio diventi rispondente alle esigenze del torneo"
Bene, almeno c'è un progetto concreto.

Più che altro... gli eredi di Nervi?! Saranno loro a dover dare il nullaosta finale, mi pare di aver capito... quindi immagino che l'amministrazione comunale sia anch'essa vincolata, o no?
Piuttosto, c'è proprio una cosa che ancora non mi è chiara: per quale motivo, al di là della struttura storica che ha quindi dei vincoli architettonici, gli eredi di Nervi hanno sempre bocciato queste proposte di ammodernamento dello stadio? non vogliono che sia compromessa o modificata la struttuta originale? o è soltanto una questione di soldi?
e poi chiedo ai romani: ma il Flaminio è uno stadio sfruttato? ci giocano delle squadre? ci si fanno dei concerti?
Perché personalmente penso che giocare il 6 Nazioni al Flaminio convenga anche agli eredi di Nervi, che però invece pare non siamo assolutamente interessati a questa cosa... cioè... se si può sistemare una struttura che necessita di essere ammodernata (sempre rispettando i vincoli), perché non farlo?!
grubber
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da grubber »

Feja ha scritto:
porcorosso ha scritto:"Stiamo portando avanti un discorso con l'amministrazione comunale - ha detto ancora il presidente della Fir - che prevede di lasciare inalterata la struttura attuale del Flaminio, che è storica (e quindi vincolata n.d.r.), ma di ingabbiarla in una struttura metallica e di vetro, in modo che il nostro stadio diventi rispondente alle esigenze del torneo"
Bene, almeno c'è un progetto concreto.

Più che altro... gli eredi di Nervi?! Saranno loro a dover dare il nullaosta finale, mi pare di aver capito... quindi immagino che l'amministrazione comunale sia anch'essa vincolata, o no?
Piuttosto, c'è proprio una cosa che ancora non mi è chiara: per quale motivo, al di là della struttura storica che ha quindi dei vincoli architettonici, gli eredi di Nervi hanno sempre bocciato queste proposte di ammodernamento dello stadio? non vogliono che sia compromessa o modificata la struttuta originale? o è soltanto una questione di soldi?
e poi chiedo ai romani: ma il Flaminio è uno stadio sfruttato? ci giocano delle squadre? ci si fanno dei concerti?
Perché personalmente penso che giocare il 6 Nazioni al Flaminio convenga anche agli eredi di Nervi, che però invece pare non siamo assolutamente interessati a questa cosa... cioè... se si può sistemare una struttura che necessita di essere ammodernata (sempre rispettando i vincoli), perché non farlo?!
La questione degli "eredi" credo che sia puramente "storico-artistica". A loro che si giochi o meno all'interno del Flaminio non credo che interessi proprio. Non sono mica i proprietari.
La FIR non la vuole soltanto ammodernare o ristrutturare, ne vuole aumentare la capienza...

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"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

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porcorosso
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da porcorosso »

Feja ha scritto:Più che altro... gli eredi di Nervi?! Saranno loro a dover dare il nullaosta finale, mi pare di aver capito... quindi immagino che l'amministrazione comunale sia anch'essa vincolata, o no?
Oggi tengo una risposta a tutto ... eseguo anche prognosi su malattie rare e previsioni del lotto.
Leggansi QUI nel primo post di questo thread (A.D. 2006) su Skyscrapercity - forum del quale vi consiglio la lettura - si legge chiaramente una vecchia dichiarazione di Veltroni:
"D''intesa con la Sovrintendenza di Stato e con la famiglia Nervi stiamo progettando l''ampliamento dello stadio Flaminio a 40.000 posti, per farlo diventare lo stadio della Lazio e del rugby"
E' davvero assurdo che si continui a pensare che la famiglia Nervi ponga veti all'intoccabilità dello stadio. E' da non credersi: ovvero non bisogna portare avanti una diceria da forum come verità insormantabile. Con tutta probabilità il problema non sta lì, ma in altri anfratti delle querelle FIR - Ente (così centriamo l'obiettivo) Comune di Roma - Loschi figuri interessati a svolgere i lavori.

E' che a noi piace far cagnara ma provate a cercarvi una notizia ufficiale o semiufficiale, una dichiarzione specifica citata da qualche giornale o voce autorevole, che parli di un veto della famiglia Nervi per la ristrutturazione del Flaminio... non ne trovate uno... tranne che su Rugby.it dove abbondano.
Che la famiglia Nervi abbia diritto a visionare e approvare il progetto ci sta. Che la struttura sia vincolata a determinati requisiti architettonico-estetici pure, ma che ci sia una famiglia opposta alla ristrutturazione...
[youtube]http://www.youtube.com/v/JCNO_ZAHfR8[/youtube].
Saluti PR
Porcorosso - Mediano da Salotto
porcorosso
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da porcorosso »

Sono troppo bravo ... :-] :rotfl: :-]
Ho trovato un articoletto del 2006 di Livio Buffo de il Tempo su un FORUMdi discussione del quale non vi consiglio la lettura :-] e che prova sostanzialmente che la famiglia Nervi è interessata ad una ristrutturazione dell'impianto e che non esclude scelte drastiche come la demolizione per ricostruire di sanapianta.
Il nuovo Flaminio
punta in basso


L’ARCHITETTO Pierluigi Nervi è il nipote dei progettisti dello stadio Flaminio. Autore in passato di numerose proposte di restyling dell’impianto sportivo, lo scorso maggio l’architetto Nervi ha ricevuto dall’amministrazione comunale di Roma la richiesta di effettuare una verifica di fattibilità di un’ipotesi di ampliamento del Flaminio. La proposta dovrebbe essere presentata a breve al Campidoglio che valuterà la possibilità di realizzare questo progetto. Architetto, è vero che la sua famiglia è stata sentita lo scorso maggio dal Comune di Roma per parlare della ristrutturazione del Flaminio? «Alcuni componenti della famiglia Nervi sono stati contattati dal Comune di Roma; il seguito delle riunioni mi è stato assicurato che sarà fissato a breve». Chi è la persona incaricata dal Campidoglio per seguire la «questione» Flaminio? «Non c'è ancora un incarico formale, al momento il sottoscritto». Finora non è mai stata approvata nessuna proposta di ammodernamento dello stadio. Negli ultimi venti anni, chi ha manifestato l'interesse a realizzare un progetto di questo tipo? «La salvaguardia dell'impianto può essere effettuata solo con i fatti, non a parole. Ad oggi sono stati eseguiti pochi lavori di manutenzione tralasciando indagini accurate ed approfondite sullo «stato di salute» del Flaminio. Nel 1987 la A.S. Roma di Dino Viola e la S.S. Lazio dei fratelli Calleri scrissero una lettera congiunta, pubblicata da alcuni giornali, nella quale invitavano il sindaco a considerare un progetto di ampliamento dello stadio proposto dal sottoscritto dal costo massimo di 70 miliardi delle vecchie lire. La sola risposta fu quella di bandire, mesi dopo, la gara di appalto per l'ampliamento dell’Olimpico. Poi ci fu l’interessamento del Comitato promotore di Roma 2004 e recentemente quelli dell'Amministrazione Comunale e della Federazione Italiana Rugby». In base alla legge sul diritto d'autore, chi ha diritto di veto su eventuali modifiche all'impianto? «Gli eredi di Antonio e Pierluigi Nervi(nonno)». È vero che lo stadio rischia cedimenti in alcuni punti? «La struttura ha urgente bisogno di indagini approfondite ed interventi di consolidamento e restauro». C'è la possibilità che il Flaminio venga demolito per essere ricostruito oppure intendete lavorare sull'impianto esistente ampliandolo? «Non c'è alcun motivo alla data odierna per pensare di abbatterlo, non ha senso. Insieme agli architetti Francesco Fedele ed Emilio Guazzone, sulla base dei suggerimenti dell'Amministrazione Comunale (il Sindaco) e della Soprintendenza BB.AA. (dottor Marchetti), ho elaborato una proposta che ritengo molto interessante». Dal 1981 ad oggi, quanti piani di modifica del Flaminio ha presentato? «Progetto per l'ampliamento dello Stadio Flaminio di Roma (studio di fattibilità e progetto generale su incarico del C.O.N.I.) nel 1981; progetto per l'ampliamento dello stadio Flaminio di Roma (studio di fattibilità e progetto generale su incarico del consorzio CO.SVI.TUR.S. S.p.A. di Roma) nel 1987 e uno studio per la trasformazione dell’impianto in palazzo dello Sport da 15.000/18.000 spettatori per conto del Comitato Olimpico Roma 2004 nel giugno del ’96». E oggi? «È tempo di decidere, se lasciar vivere o no il Flaminio».

L’ULTIMA edizione del «Sei Nazioni» ha dimostrato che lo stadio Flaminio è troppo piccolo per soddisfare l’enorme domanda di biglietti per gli incontri casalinghi della Nazionale italiana. Roma è stata confermata sede del torneo anche per il 2008 ma se si vuole trasformare il Flaminio in una vera casa del rugby azzurro, bisognerà ampliarlo. Sembrerebbe che il Comune di Roma stia studiando soluzioni alternative alla proposta di ristrutturazione dello stadio (da 24mila a 37mila posti), pochi mesi fa in conferenza stampa al Campidoglio da Pierluigi Nervi, nipote dei progettisti originari del Flaminio.
Architetto Nervi, come cambierà il volto dello stadio? «Non conosco le intenzioni del Comune, prima di giudicare aspetto di vedere che cosa accadrà. Vorrei evitare che, dopo la realizzazione di una proposta ponderata e calibrata di ampliamento del Flaminio, vista con occhio benevolo dai Beni Culturali, si arrivasse ad attuare soluzioni poco pratiche. Questo stadio è preso a modello per la gradevolezza architettonica e per la visibilità dagli spalti: spero non venga trasformato in un tendone».
Ha parlato con il Campidoglio? «Ufficiosamente. Ho cercato di verificare quali siano i loro piani, a breve dovrei avere una risposta».

Entro 2 anni, in base al Codice Urbani, potrebbe scattare un vincolo su eventuali modifiche all’impianto. «È dal 1982 che si discute di ristrutturare il Flaminio senza passare ai fatti. Se questo stadio deve essere la casa del rugby azzurro va ampliato: se non sarà fatto in tempo, c’è il rischio che rimanga come è oggi. Se il problema sono i costi, si potrebbe rinunciare alla creazione della zona commerciale sotterranea, lavorando solo alle nuove gradinate. In questo modo ci sarebbe una riduzione delle spese e, in 18 mesi, il Flaminio passerebbe a 37mila posti».
Lei è tifoso biancoceleste, il presidente Lotito vorrebbe uno «Stadio delle Aquile», la zona dello stadio Flaminio è storicamente laziale. Perché non aprire un tavolo con il sindaco Veltroni e celebrare il «matrimonio»? «Il tavolo è stato già aperto, come dimostrato dall’ultima conferenza stampa. Ostacoli da parte del Comune non ce ne sono, anzi c’è unitarietà, soddisfazione e consenso totale su quanto proposto. Mi auguro, visto che i tempi per il “fidanzamento” non sono necessari, che si possa arrivare a celebrare ufficialmente questo “matrimonio” e non si debba ricorrere alla “fuitina” di convenienza».
Perché non demolire l’impianto per ricostruirlo più grande e con la copertura? «È una soluzione possibile, anche se mi dispiacerebbe. Senza andare troppo per il sottile, gli inglesi e gli irlandesi hanno demolito Wembley e il Lansdowne Road, templi del calcio e del rugby. Perché, con la morte nel cuore, noi non possiamo farlo?»
Se qualcuno la ascoltasse, come potrebbe essere un Flaminio nuovo? «Ipotizzando la demolizione (proposta lacerante e al tempo stesso provocatoria, ma sempre meglio di eventuali superfetazioni che ne snaturerebbero l’aspetto, la grazia e la funzionalità), si dovrebbe realizzare comunque un abbassamento del terreno di giuoco di una quota tale da consentire un numero adeguato di posti (circa 45.000)e costruire un nuovo stadio interamente coperto che risulti della stessa altezza massima dell’attuale. Inoltre, si potrebbe mantenere lo stesso aspetto per la struttura (decrescente sulle curve), adottando una nuova pensilina continua e dello stesso aspetto dell’attuale».
I Beni Culturali cosa potrebbero obiettare? «Non approverebbero mai una struttura più alta dell’attuale neanche di un solo centimetro».
Alla città eterna, però, non dispiacerebbe che il Flaminio diventasse finalmente «grande».
Saluti PR
Porcorosso - Mediano da Salotto
grubber
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da grubber »

La verità è che è stata travisata una notizia.
In realtà avevano detto che "...al Comune di Roma dà sui Nervi di dover tirar fuori dei soldi per ristrutturare il Flaminio, anche perchè non ne ha".

L'articolista ha scritto "nervi" con la maiuscola e da lì è nato l'equivoco.


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Feja
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da Feja »

porcorosso ha scritto:Oggi tengo una risposta a tutto ... eseguo anche prognosi su malattie rare e previsioni del lotto.
Leggansi QUI nel primo post di questo thread (A.D. 2006) su Skyscrapercity - forum del quale vi consiglio la lettura - si legge chiaramente una vecchia dichiarazione di Veltroni:
"D''intesa con la Sovrintendenza di Stato e con la famiglia Nervi stiamo progettando l''ampliamento dello stadio Flaminio a 40.000 posti, per farlo diventare lo stadio della Lazio e del rugby"
Oh, grazie! Infatti proprio non capivo sta cosa... Ora ho finalmente le idee chiare. :D

Allora a questo punto speriamo semplicemente che venga presa una decisione prima possibile.
AINDA
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da AINDA »

grubber ha scritto:La verità è che è stata travisata una notizia.
In realtà avevano detto che "...al Comune di Roma dà sui Nervi di dover tirar fuori dei soldi per ristrutturare il Flaminio, anche perchè non ne ha".

L'articolista ha scritto "nervi" con la maiuscola e da lì è nato l'equivoco.


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stilicone
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da stilicone »

Quelle dichiarazioni dell'architetto Nervi vivente, scovate dal nostro sagace porcello :wink: , credo chiariscano la situazione nel senso opposto a quanto qualcuno ha inteso.
Sembrerebbe che l'architetto non sia contrario ad interventi anche drastici, purchè il progetto sia IL SUO (con relativa lauta parcella da presentare repente all'Ente pubblico committente).
Ahinoi, se si tratta di lavori pubblici anche la progettazione dell'opera va affidata previa asta pubblica...sarà lì il busillis?
MEMENTO MAROCCO.
o'gara10
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da o'gara10 »

In diversi consideravano ingiusto ed immorale che enti pubblici (comune, regione, provincia) potessero sponsorizzare e sostenere una franchigia con i soldi dei contribuenti. La Fir li ha anche ritenuti inaffidabili come garanti economici per il progetto CL.
Ora in molti pretendono che gli stessi enti pubblici debbano ristrutturare lo stadio Flaminio, utilizzato 2/3 volte l'anno dalla Fir, sempre e solo con i soldi dei contribuenti. La Fir utilizza la struttura senza versare nessun contributo ed incassando introiti da sponsorizzazioni e vendita dei biglietti. Pretende la ristrutturazione, minaccia di spostare la sede del 6N ma contemporaneamente sta portando avanti il discorso con l'amministrazione comunale e dichiara che c'è già un progetto in corso. :?
Solo io trovo poca coerenza sia nei post di molti, sia nelle scelte federali?
porcorosso
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da porcorosso »

o'gara10 ha scritto:In diversi consideravano ingiusto ed immorale che enti pubblici (comune, regione, provincia) potessero sponsorizzare e sostenere una franchigia con i soldi dei contribuenti. La Fir li ha anche ritenuti inaffidabili come garanti economici per il progetto CL.
Ora in molti pretendono che gli stessi enti pubblici debbano ristrutturare lo stadio Flaminio, utilizzato 2/3 volte l'anno dalla Fir, sempre e solo con i soldi dei contribuenti. La Fir utilizza la struttura senza versare nessun contributo ed incassando introiti da sponsorizzazioni e vendita dei biglietti. Pretende la ristrutturazione, minaccia di spostare la sede del 6N ma contemporaneamente sta portando avanti il discorso con l'amministrazione comunale e dichiara che c'è già un progetto in corso. :?
E' parecchio differente.
Nel caso dei Pretoriani si trattava di finanziamento pubblico ad un ente privato e localizzato atto a garantire la partecipazione dello stesso a competizione sportiva di non rilenvanza nazionale. Nel caso della ristrutturazione del Flaminio si tratta di finanziamento (non è ancora chiaro se e in che misura parteciperebbe la FIR) pubblico a favore della nazionale e non di una singola entità, si tratta poi della rimessa di una opera che resta proprietà del comune di Roma e che è usufruita da altre associazioni e usata anche per altri eventi.
Se provi a discriminare saltano all'occhio diverse discrepanze tra le due ipotesi.
o'gara10 ha scritto:Solo io trovo poca coerenza sia nei post di molti, sia nelle scelte federali?
No, anch'io trovo poca coerenza e serietà nei post di alcuni, ma non proprio nei post dove la trovi tu.
Le scelte della federazione sono guidate dai soldi, dalle opportunità e dalle politiche arbitrarie perseguite dal consiglio. Lontane da ciò che vorremmo noi.
Saluti PR
Porcorosso - Mediano da Salotto
grubber
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da grubber »

Attenzione che per qualcuno "coerenza" vuol dire "Se dici che il 6 Nazioni va giocato al Flaminio perchè è la nazionale, perchè Roma è al centro ecc...ecc... ALLORA devi dire anche che una franchigia della CL doveva essere romana".

Quest'ultima affermazione potrebbe essere giudicata, da qualcuno più beneducato e colto del sottoscritto, come un'emerita stronxata.




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Leinsterugby
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da Leinsterugby »

italicbold ha scritto:
Questa logica, pero' viene inevitabilmente capovolta quando si parla di Celtic league. In quel caso il famoso board (un altro board, ma sempre un'entità metafisica aldilà del Vallo di Adriano...), completamente in controtendenza con i suoi colleghi del 6 nazioni, fa scelte assolutamente opposte.
In quel caso spingerebbe la federazione italiana, poverella, a preferire la franchigia basata in una città di 18 000 abitanti, con uno stadio di 5000 spettatori, a un'altra franchigia di una città di 5 milioni di abitanti con uno stadio di 32 000 posti.
Guarda sul discorso sky sorvolo perchè oramai ben pochi sport sono rimasti free to view in tutta europa. Sky ha offerto + delle controparti purtroppo.
Discorso Celtic: è tutta un altra questione. Si tratta di Club/Franchigie a capitale misto. Pertanto se Roma non garantiva gli 8 milioni di euro andava bocciata.
Non si tratta di trame strane o complotti particolari. Anzi il board (o CDA se preferisci in italiano) della Celtic è ben diverso da quello del 6 nazioni.

Anche io sono d'accordo che servono le grandi città per avere grandi squadre, ma se i PRIVATI non investono sul rugby a Roma e a Milano non ci possiamo fare niente; la celtic è anche conseguenza di questo sennò avremmo altre 2 3 squadre del calibro di Benetton e Viadana, un campionato competitivo e chissenefrega della celtic.
Siccome questo non c'è noi siamo dovuti andare a mendicare i 2 posti a Dublino.
Per quanto concerne il Flaminio invece la questione è legata ad un progresso del rugby azzurro: ovvero ora siamo una di loro, non + una minnow pertanto ci serve uno stadio adeguato.
grubber
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da grubber »

Leinsterugby ha scritto:
italicbold ha scritto:
Questa logica, pero' viene inevitabilmente capovolta quando si parla di Celtic league. In quel caso il famoso board (un altro board, ma sempre un'entità metafisica aldilà del Vallo di Adriano...), completamente in controtendenza con i suoi colleghi del 6 nazioni, fa scelte assolutamente opposte.
In quel caso spingerebbe la federazione italiana, poverella, a preferire la franchigia basata in una città di 18 000 abitanti, con uno stadio di 5000 spettatori, a un'altra franchigia di una città di 5 milioni di abitanti con uno stadio di 32 000 posti.
Anche io sono d'accordo che servono le grandi città per avere grandi squadre, ma se i PRIVATI non investono sul rugby a Roma e a Milano non ci possiamo fare niente; la celtic è anche conseguenza di questo sennò avremmo altre 2 3 squadre del calibro di Benetton e Viadana, un campionato competitivo e chissenefrega della celtic.
Siccome questo non c'è noi siamo dovuti andare a mendicare i 2 posti a Dublino.
Per quanto concerne il Flaminio invece la questione è legata ad un progresso del rugby azzurro: ovvero ora siamo una di loro, non + una minnow pertanto ci serve uno stadio adeguato.
Servono certamente le grandi città, ma non tanto per avere grandi squadre (quelle possono sorgere ovunque, ci sono esempi finché si vuole) bensì per avere un grande movimento sportivo nazionale. C'è poco da fare, se a tirare la carretta sono le grandi città, la strada diventa più semplice, per la comunicazione, la "risonanza" e di conseguenza per il reclutamento delle nuove leve,i contatti internazionali ecc... ecc...

Il problema, come hai detto, è che un privato investe dove pare a lui. L'ultimo esempio si può vedere in Super 10. Il Prato. Sull'onda dell'entusiasimo della promozione, è riuscito a raccogliere un budget da squadra che punta ai play off. Certamente, tanto per mettere il dito nella piaga, superiore al budget della Roma e comunque anche al Venezia ed al Parma 2.
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

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o'gara10
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da o'gara10 »

porcorosso ha scritto:E' parecchio differente.
Nel caso dei Pretoriani si trattava di finanziamento pubblico ad un ente privato e localizzato atto a garantire la partecipazione dello stesso a competizione sportiva di non rilenvanza nazionale. Nel caso della ristrutturazione del Flaminio si tratta di finanziamento (non è ancora chiaro se e in che misura parteciperebbe la FIR) pubblico a favore della nazionale e non di una singola entità, si tratta poi della rimessa di una opera che resta proprietà del comune di Roma e che è usufruita da altre associazioni e usata anche per altri eventi.
Se provi a discriminare saltano all'occhio diverse discrepanze tra le due ipotesi.
Grazie per il tuo confronto, prendi il mio ragionamento per una città qualsiasi. Per te quindi un'amministrazione comunale e/o i contribuenti dovrebbero ritenere disdicevole l'uso del finanziamento pubblico finalizzato a garantire la partecipazione ad una competizione sportiva di un ente privato locale; quindi si presuppone che esso sia radicato nel loro territorio e considerando che tale partecipazione può comportare l'interesse e lo sviluppo di tale sport in ambito cittadino (es. vedi maggior coinvolgimento di giovani, ecc..). E' altresi auspicabile usare tale finanziamento pubblico molto più oneroso per l'ammodernamento di uno stadio usufruito da una federazione sportiva nazionale (diciamo parastatale), per garantirne la partecipazione a 2/3 eventi sportivi l'anno, molto rilevanti ma per tutta la nazione. Come già anticipato tale federazione ne ricava degli introiti senza pagarne la gestione da almeno dieci anni. Per le mie poche conoscenze, è la sola tra quelle che utilizza la struttura che richiede miglioramenti.
La tua descriminante è che il primo è nei confronti di un ente privato locale, il secondo è verso una federazione sportiva nazionale. Per certi versi può essere differente, ma c'è da rimanere comunque perplessi.
porcorosso
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da porcorosso »

o'gara10 ha scritto:
porcorosso ha scritto:E' parecchio differente.
Nel caso dei Pretoriani si trattava di finanziamento pubblico ad un ente privato e localizzato atto a garantire la partecipazione dello stesso a competizione sportiva di non rilenvanza nazionale. Nel caso della ristrutturazione del Flaminio si tratta di finanziamento (non è ancora chiaro se e in che misura parteciperebbe la FIR) pubblico a favore della nazionale e non di una singola entità, si tratta poi della rimessa di una opera che resta proprietà del comune di Roma e che è usufruita da altre associazioni e usata anche per altri eventi.
Se provi a discriminare saltano all'occhio diverse discrepanze tra le due ipotesi.
Grazie per il tuo confronto, prendi il mio ragionamento per una città qualsiasi. Per te quindi un'amministrazione comunale e/o i contribuenti dovrebbero ritenere disdicevole l'uso del finanziamento pubblico finalizzato a garantire la partecipazione ad una competizione sportiva di un ente privato locale; quindi si presuppone che esso sia radicato nel loro territorio e considerando che tale partecipazione può comportare l'interesse e lo sviluppo di tale sport in ambito cittadino (es. vedi maggior coinvolgimento di giovani, ecc..). E' altresi auspicabile usare tale finanziamento pubblico molto più oneroso per l'ammodernamento di uno stadio usufruito da una federazione sportiva nazionale (diciamo parastatale), per garantirne la partecipazione a 2/3 eventi sportivi l'anno, molto rilevanti ma per tutta la nazione. Come già anticipato tale federazione ne ricava degli introiti senza pagarne la gestione da almeno dieci anni. Per le mie poche conoscenze, è la sola tra quelle che utilizza la struttura che richiede miglioramenti.
La tua descriminante è che il primo è nei confronti di un ente privato locale, il secondo è verso una federazione sportiva nazionale. Per certi versi può essere differente, ma c'è da rimanere comunque perplessi.
Grazie a te.
Per deformazione territoriale trovo la maggior parte dei finanziamenti statali verso le diverse attività che si svolgono (in Italia visto che qui abitiamo) piuttosto disdicevoli poichè spesso poco utili e piene di falle dispendiose. Esempio pratico piuttosto che il Flaminio preferisco case, ospedali e strade.
Trovo (e scrivo) in ogni caso che le due ipotesi di finanziamento siano differenti.
Nel tuo intervento poi punti l'indice sul fatto che Roma avrebbe speso soldi locali per una franchigia locale, capisco e condivido (ma Roma è stata l'unica città a poter evadere il patto di stabilità).
Seguo il tuo ragionamento, corretto peraltro, e troverei giusto (per quel che può valere un'opinione suina :-] ) un finanziamento in parte comunale e in parte statale visto che si tratta di una struttura comunale del cui ammodernamento giovarebbe una entità nazionale.

Nella fattispecie della corsa alla CL più che alla legittimità del finanziamento pubblico (che in ogni caso mostra una debolezza della capacità d'investimento privata locale) ho sempre ritenuto che il finanziamento (come tutti i finanziamenti pubblici) in oggetto fosse per sua natura troppo debole, sarebbero bastati infatti un cavillo, un voto contrario in giunta, un taglio, una elezione perchè il flusso si fosse bloccato. Può succedere anche nel privato ma è più facile nel pubblico. Per un progetto a lunga scadenza trovo quindi più solidi i progetti Benetton e Aironi (al di la del merito che pende in ogni caso dalla loro).

Il fatto poi che la FIR si debba impegnare economicamente (in modo parziale poichè l'immobile non è di proprietà) sia nel restauro che nel pagare i costi di gestione mi trova al fianco di chiunque voglia sostenerlo.
Mi fa specie che vista la mole di querelle su Roma e il Rugby di questi tempi non ci sia stata alcuna dichiarazione (che io sia riuscito a leggere) da parte delle istituzioni romane in questa direzione.

Permettimi poi una riflessione da Serenissimo con poco senso di nazionalità-sacralità.
Nelle altre nazioni del 6N si gioca nelle capitali non tanto in quanto tali ma lì si gioca poichè lì sono presenti strutture che possono ospitare l'evento.
Sin'ora il Flaminio (sino a qualche anno fa, per la verità) è stato sufficiente, ora purtroppo non lo è più.
Se il 6N sarà spostato da Roma sarà una sconfitta in termini morali per gli enti che non sono riusciti a far fronte alle mutate esigenze: FIR in primis e Comune di Roma a seguire.
Di par mio credo che le uniche candidate possibili ad ospitare il 6N siano Milano e Roma.

Non vedo quindi (e non sento in cuor mio) nessun tentativo di demolizione del movimento Rugby romano, nè una enclave ovale che voglia creare un inner circle al Nord. Semplicemente ci sono nuove esegenze e nuovi sviluppi (imprevisti???) da fronteggiare. Se il movimento romano (con tutte le complicità del caso) saprà approffittarne sarà un estremo beneficio prima di tutto per esso stesso. Altrimenti sarà una perdita per tutti e si dovrà imbastire un percorso altrove.

Scusa(te) sono stato prolisso :oops:
Saluti PR
Porcorosso - Mediano da Salotto
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