La politica ed il rugby

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

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andrea12
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Re: La politica ed il rugby

Messaggio da andrea12 »

Io credo che nell'espressione delle varie posizioni, o idee, non si possa più di tanto intervenire poichè un dibattito virtuale non permette, per definizione, di entrare nel merito e nelle fattispecie e tentare una modificazione condivisa; ognuno rimane nel proprio. Sono tutte opinioni, con la stessa valenza; alcune non le condivido, altre si. Ma il problema credo che sia un altro e questo, come avvinene spesso nel nostro Paese, un ulteriore specchietto per le allodole.
Quale tipologia di formazione sta facendo la FIR? Quale linea gestionale appare sintonizzata sul miglioramento dei giovani giocatori italiani, attravreso una evoluzione che deve partire e ritornare nei Club? Cosa sta facendo la Federazione per allargare il bacino d'utenza del rugby, per lo meno in età scolare? Quali abilità manageriali e gestionali vengono giornalmente evidenziate nel Club Italia rugby?
Se non si potesse rispondere efficacemente a tutte le domande è chiaro che dicutere di italiani, meno italiani e più o meno italiani non significa niente.
Qualcuno si preoccupa che la politica possa mettere mano sul rugby? Ma si pensa di poter rimanere in un limbo dorato oppure di essere calati in questo mondo?
Se vivessimo in un mondo di mala-politica il rischio potrebbe essere reale ma anche consistente; se invece si ritiene di vivere in un Paese civile............beh, allora non ci sono problemi perchè le stesse Istituzioni garantirebbero le Leggi e la MORALITA' (se esistesse ancora).
luqa
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Re: La politica ed il rugby

Messaggio da luqa »

Auff...

intanto il poltico in questione si ripassi la linmgua italiana in specie il congiuntivo, che rischia che non gli facciano aprire una attività commerciale.

A me sta pure bene che difenda il dirtto per i cittadini italiani di essere considearti tali, ma se per le norme internazionali sportive questo non fosse?

Le norme IRB sulla eleggibilità le conosciamo, quelle sugli accordi internazionali pure, lui?
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diddi
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Re: La politica ed il rugby

Messaggio da diddi »

"Le squadre del nord potrebbero..., ma Roma..." Lo schema è classico, sarebbe stato strano se non ci fosse stato un intervento leghista.
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
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andrea12
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Re: La politica ed il rugby

Messaggio da andrea12 »

Scusa Luqa, ma il tuo intervento non l'ho capito..................
Oltre alla politica o alla non-politica, esite un altro fattore che non permette il decollo del rugby italico, ed è quello dell'assoluta mancanza di professionalità, anche solo ideologica e di relativo professionismo (non solo economico ma anche mentale).
Che serietà è, e quale dimostrazione di mangement è, far terminare il campionato elite U.18 a metà aprile? E continuare a ridurre il numero ( e spesso anche la qualità) degli allenamenti? Nel rugby, per esempio, non ci si è ancora staccati dal vecchio rugby, quello che andava bene 10 anni fa con i due o tre allenamenti per settimana. Dimenticando, peraltro, che in molti altri sport (dove non c'è combattimento) un ragazzino di 16/17 anni si allena costantemente per 6/9 volte per settimana (poi c'è una periodizzazione ed uno studio dei carichi di lavoro, ecc). ma come si fa a pensare che il sistema possa migliorare se chi deve allenarsi non si allena, chi deve trovare i soldi non li trova e chi deve organizzare non lo assumerei neppure nella mia stalla ( è meglio che la merda la spali io, almeno so dove la metto e cosa ne faccio)..............Qui non è questione di sola politica ma solo e soltanto di incapacità, purtroppo più o meno diffuse e di adesione ad un concetto di rugby che, nei Paesi più evoluti, è stato superato da un pezzo.
Che rugby evoluto è, quello dei giocatori che fumano e sbevazzano (tra l'altro esprimendo anche un esempio per i più piccoli)? Quello dei manager del profondo nord che non portano a casa un quattrino.........................o di quei "educatori" che sono bravissimi ad urlare, anche insulti al ragazzino di 12 anni per poi dimenticarsi, sempre, di provare a parlare e spiegare, e proporre, e far esercitare..............
Personalmente e professionalmente credo che da questo cul de sac non se ne uscirà tanto presto e neppure tanto facilmente; e questo perchè l'idea, tutta mafiosa e solo italiana, di "mantenere almeno l'esistente che l'innovazione è un pericolo" è ancora molto ben radicata e trasversale..............o si pensa che la politica sia qualcosa di astratto che non coinvolge anche altri aspetti della vita sociale?
buon rugby
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