ayr ha scritto:Tutti a proporre nuove alchimie per il campionato di vertice anziche' concentrarsi sul rugby di base... siete pronti per diventare consiglieri in federazione...

Non vedo contrapposizione tra uno sviluppo del vertice del movimento e la sua base, anzi le due cose sono direttamente connesse.
Intanto, per un giovane che si avvicina al rugby avere a riferimento un contesto competitivo di vertice di lato livello è il massimo viatico possibile.
Secondariamente, in quale modo si dovrebbe finanziare adeguatamente la formazione giovanile in mancanza di un movimento di vertice sano e fertile dal punto di vista economico (nel calcio ci sono società importanti che investono nel settore giovanile trovando in questa soluzione anche un possibile ritorno economico e, per quanto disincantata possa apparire, si tratta di una delle poche soluzione pragmatiche ed efficaci praticabili per finanziare la formazione giovanile di questo sport)?Una maggiore crescita del vertice del movimento rugbystico italiano non può che agevolare e fare da traino a tutto il movimento, ne sono più che convinto come, d'altra parte, più volte asserito in questo forum.
Tra l'altro, la, così detta, base senza un vertice di eccellenza, nel senso puro del termine, a cosa servirebbe, dove andrebbero a giocare i migliori talenti, all'estero?
Bella prospettiva per un giovane italiano che si vuole appassionare a questo sport!
Si devono superare definitivamente queste distinzioni, sterili e prive di senso realistico; il rugby è diventato uno sport professionistico da pochi anni in un po' tutto il mondo e, infatti, si vede la distanza siderale nel business che ha accumulato con il calcio da quando, nella metà del 1800, le due discipline si dividero istituzionalmente.
Vogliamo relegare il rugby italiano ai margini del mondo sportivo nazionale? Bene, continuiamo con queste filosofiche diatribe fuori dalla realtà capitalistica che, ci piaccia o no, ci appartiene
