doping e rugby
Moderatore: Emy77
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yeti
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Riguardo al problema dei controlli doping, ricordo un interessante articolo sul Corriere della Sera di qualche mese fa. Si riferiva nella fattispecie ai controlli antidoping nel calcio tramite urina. Il succo era questo: le varie sostanze dopanti spesso hanno molecole molto instabili e svaniscono al contatto con l\'aria se il prodotto (= il piscio) non viene immediatamente congelato. Questo non accade e i campioni prelevati, oltre a finire raramente in frigo, vengono trasportati a temperatura ambiente fino al centro di analisi (che è a Roma), arrivando talora anche 30 ore dopo il momento del prelievo. Quindi non stupisce che i controlli siano tutti negativi (o quasi). L\'articolo si concludeva con una stilettata ironica, dove si accennava al fatto che la stessa ditta che ha l\'appalto per i controlli produce borse-frigo atte allo scopo, ma non le usa.
<BR>Circa un mese fa, sulla TV tedesca, è stato fatto un servizio sul doping, mostrando i trucchi messi in atto. Tra questi ci sono peni finti in gomma di lattice sagomati in maniera da sembrare proprio autentici. Sono collegati ad un serbatoietto contenente urina (evidentemente \"non adulterata\" e non sospetta) che viene legato alla vita con una cintura. Studiati in maniera ergonomicamente perfetta da non creare fastidio durante le performance fisiche (tanto quando si fa fatica il pisello vero si riduce ai minimi termini e c\'è anche posto per il \"sostituto\" di gomma), al momento del controllo vengono tirati fuori e utilizzati per il prelievo, sfruttando la privacy per cui nessuno ti viene a vedere mentre pisci. Espediente diffuso tra pesisti e altri sportivi le cui dimensioni fisiche e i rotolini di coppa permettono di celare meglio l\'oggetto in questione.
<BR>Soprassiedo sul fatto che i tedeschi dimostravano la sostanziale innocenza del sistema tedesco (i cattivi sono altrove), hanno taciuto sul caso Baumann (ovviamente non colpevole) e pur parlando di Pantani non hanno spiegato come mai Ian Ulrich un 3 anni fa circa si è bellamente sottratto a controlli antidoping fuggendo in vacanza a Maiorca o giù di lì, inventandosi poi un non meglio definito male al ginocchio.
<BR>Comunque, tirate campanilistiche a parte, ho trovato molto interessante la cosa sui piselli finti.
<BR>
<BR>G.
<BR>Circa un mese fa, sulla TV tedesca, è stato fatto un servizio sul doping, mostrando i trucchi messi in atto. Tra questi ci sono peni finti in gomma di lattice sagomati in maniera da sembrare proprio autentici. Sono collegati ad un serbatoietto contenente urina (evidentemente \"non adulterata\" e non sospetta) che viene legato alla vita con una cintura. Studiati in maniera ergonomicamente perfetta da non creare fastidio durante le performance fisiche (tanto quando si fa fatica il pisello vero si riduce ai minimi termini e c\'è anche posto per il \"sostituto\" di gomma), al momento del controllo vengono tirati fuori e utilizzati per il prelievo, sfruttando la privacy per cui nessuno ti viene a vedere mentre pisci. Espediente diffuso tra pesisti e altri sportivi le cui dimensioni fisiche e i rotolini di coppa permettono di celare meglio l\'oggetto in questione.
<BR>Soprassiedo sul fatto che i tedeschi dimostravano la sostanziale innocenza del sistema tedesco (i cattivi sono altrove), hanno taciuto sul caso Baumann (ovviamente non colpevole) e pur parlando di Pantani non hanno spiegato come mai Ian Ulrich un 3 anni fa circa si è bellamente sottratto a controlli antidoping fuggendo in vacanza a Maiorca o giù di lì, inventandosi poi un non meglio definito male al ginocchio.
<BR>Comunque, tirate campanilistiche a parte, ho trovato molto interessante la cosa sui piselli finti.
<BR>
<BR>G.
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billingham
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<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 16-08-2005 alle ore 12:06, yeti wrote:
<BR>ho trovato molto interessante la cosa sui piselli finti.
<BR>
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>ero certo tu fossi un estimatore![Mr. Green :-]](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)
<BR> 16-08-2005 alle ore 12:06, yeti wrote:
<BR>ho trovato molto interessante la cosa sui piselli finti.
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<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>ero certo tu fossi un estimatore
Segui ovunque i Cariparmi azzurri!!! - Ich bin ein Orqueriaren
Invece di farmi un busto ed esporlo a Murrayfield, mi impaglieranno e mi appenderanno in una taverna (Roy Laidlaw)
Er tacce è robbba da froci (Jimmy Er Fregna)
Invece di farmi un busto ed esporlo a Murrayfield, mi impaglieranno e mi appenderanno in una taverna (Roy Laidlaw)
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Petolo
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Ha ragione lo yeti. \'sta storia e\' diffusa anche tra le giovanili, in cui le categorie non vengono piu\' suddivise in base all\'eta\', ma al ivello di assunzione di sostanze dopanti.
<BR>
<BR>La categoria del minirugby e\' stata rimpiazzata dai \"pisellini primavera\", mentre i \"vecchi piselloni\" sono equiparati ai vecchi under 21.
<BR>
<BR>La categoria del minirugby e\' stata rimpiazzata dai \"pisellini primavera\", mentre i \"vecchi piselloni\" sono equiparati ai vecchi under 21.
...non potendo avere la botte piena e la moglie ubriaca, si ubriaco' e riempi' la moglie di botte.
...il paese e' piccolo e la gente morde.
...noi perso la partita? mettiamola cosi': noi siamo arrivati secondi, loro solo penultimi.
...il paese e' piccolo e la gente morde.
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rovigo
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Sempre più grossi, sempre più palestra, sempre più veloci, sempre più resistenti ai colpi. Perchè i rugbysti professionisti (quanti non so) non dovrebbero doparsi? C\'è chi dopo problemi di doping seguiti da una squalifica, non pesante, ha cambiato paese e poco dopo - dato che aveva doppio passaporto - ha giocato con la nazionale del paese dove si era trasferito.
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nr9
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THAKER
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egon
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Ho letto con molto interesse tutti i vostri interventi.
<BR>Credo che non si parli mai abbastanza di doping, né dei suoi effetti nefasti. Tempo fa, lessi un articolo su \"Repubblica.it\" dove si parlava in modo diffuso dei \"famigerati\" aminoacidi ramificati contenuti negli integratori alimentari e dei possibili collegamenti con il morbo di Gehrig.
<BR>Ve lo propongo, anche se \"il destinatario\" era il mondo del calcio, sperando che vi aiuti nelle vostre riflessioni.
<BR>
<BR>
<BR>
<BR><!-- BBCode Start --><A HREF="http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni ... ehrig.html" TARGET="_blank">http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni ... ig.html</A><!-- BBCode End -->
<BR>
<BR>
<BR>Il morbo di Gehrig li colpisce fino a 12 volte di più. Lo studio
<BR>di due ricercatori italiani su 24 mila atleti tra il \'60 e il \'96
<BR>Calciatori malati di integratori
<BR>con un terribile sospetto
<BR>Nel mirino l\'uso elevatissimo degli aminoacidi ramificati
<BR>di ALIGI PONTANI
<BR>
<BR>
<BR>ROMA - \"Ne abbiamo bisogno\", dicono i calciatori quando qualcuno, nel peggiore dei casi un magistrato, prova a chiedergli perché consumino dosi massicce di integratori alimentari. \"Ne abbiamo bisogno per recuperare\", dicono \"facciamo sforzi intensi e dobbiamo aiutarci\". Da oggi quegli stessi calciatori sanno che gli integratori, in particolare gli aminoacidi ramificati, potrebbero aiutare anche qualcos\'altro: la sclerosi laterale amiotrofica, nel loro ambiente più sinistramente nota come morbo di Gehrig.
<BR>
<BR>L\'ipotesi di una relazione tra l\'abnorme incidenza della Sla tra i calciatori e l\'abuso di aminoacidi ramificati è ancora tutta da verificare sperimentalmente, ma da oggi è contenuta e illustrata in un nuovo studio epidemiologico, condotto con rigore e passione da due ricercatori italiani e appena pubblicato su una rivista scientifica internazionale, \"European Journal of Epidemiology\".
<BR>
<BR>Stefano Belli e Nicola Vanacore, dell\'Istituto Superiore di Sanità, hanno condotto il più vasto e approfondito studio di sempre sui calciatori professionisti italiani (serie A, B e C), mettendo assieme una \"coorte\" di 24 mila atleti attivi tra il 1960 e il 1996, raccogliendo per anni il maggior numero di informazioni possibili e analizzando le cause accertate di morte.
<BR>
<BR>I risultati del lavoro hanno fotografato una realtà ormai nota ma comunque sconvolgente: i calciatori italiani muoiono di Sla circa dodici volte più frequentemente rispetto ai loro concittadini che non tirano calci a un pallone per mestiere, un dato percentuale che sale fino a 20 se si considerano gli ulteriori casi accertati dopo il \'96, l\'anno fissato dall\'istantanea della ricerca. Inoltre, e non è un dato secondario, la Sla, una tremenda malattia degenerativa che colpisce il sistema nervoso, azzerando progressivamente i muscoli degli individui colpiti fino ad ucciderli, insorge tra i calciatori molto precocemente rispetto alla norma.
<BR>
<BR>I risultati di Vanacore e Belli non sono, di per sé una sorpresa assoluta: confermano, anche se ampliando l\'allarme in virtù della completezza dell\'indagine epidemiologica, quanto già scoperto da altri ricercatori italiani, primo tra tutti Adriano Chiò, consulente di Guariniello nelle inchieste sull\'abuso dei farmaci nello sport. Ma nessuno, prima di loro aveva fatto due cose: estendere la \"coorte\" a un numero di individui così vasto; ipotizzare su basi scientifiche il ruolo degli aminoacidi come motore della malattia.
<BR>
<BR>I ricercatori dell\'Istituto Superiore di Sanità hanno scremato il loro campione umano identificando la causa di morte certa di 350 dei 375 calciatori deceduti tra i 24 mila esaminati. E mentre i decessi provocati da malattie dell\'apparato cardiorespiratorio o da infezioni rientravano nella norma (o erano addirittura inferiori), ben oltre la media nazionale sono risultate le morti causate da malattie del sistema nervoso (13 contro le 6 della norma) e soprattutto di malattia del motoneurone (8 contro le 0,69 della norma). Inoltre i calciatori, secondo lo studio, hanno un rischio doppio di ammalarsi di tumori al fegato, al pancreas e al colon.
<BR>
<BR>Ma la parte più innovativa dello studio, più del quanto, riguarda il perché: secondo Belli e Vanacore, l\'eccessiva assunzione di integratori contenenti aminoacidi ramificati, oltre a un uso cronico di antinfiammatori, giocherebbe un ruolo nella patogenesi della Sla. La chiave sarebbe tutta nel meccanismo di smaltimento degli aminoacidi ramificati e della creatina, ovvero negli enzimi che lo presiedono che presentano un\'elevatissima attività nel cervello, seconda soltanto a quella regitrata nei muscoli. A sostegno dell\'ipotesi scientifica, per la quale i ricercatori sperano sia avviato al più presto un progetto sperimentale su modelli animali, Belli e Vanacore citano anche una significativa evidenza clinica. Gli aminoacidi ramificati e il Gh sintetico sono stati usati negli anni scorsi in sperimentazioni cliniche su pazienti affetti da Sla, nel tentativo di rallentare l\'evoluzione della malattia: ma in Italia un simile esperimento, su larga scala, dovette essere interrotto proprio per l\'eccesso di mortalità tra i pazienti di Sla trattati con aminoacidi ramificati.
<BR>
<BR>Certo, siamo ancora nel regno delle ipotesi. Di sicuro, e i due ricercatori italiani sono i primi a confermarlo, l\'anomalo tasso di mortalità per morbo di Gehrig nei calciatori italiani è dovuta a una serie di fattori, che includono la predisposizione genetica, i microtraumi, l\'abuso di farmaci antinfiammatori e chissà cos\'altro ancora.
<BR>
<BR>Ma in questo micidiale cocktail che ha già ucciso Signorini e tanti altri giovani ex calciatori, gli integratori alimentari potrebbero avere un ruolo importante. E fa gelare il sangue pensare che si parla di prodotti che chiunque può comprare al supermercato, in confenzioni enormi, assumendone dosi non controllate, solo per passaparola o per i consigli di qualche allenatore senza scrupoli. I due ricercatori italiani hanno fatto girare il loro lavoro in tutto il mondo, ricevendo attenzioni e un invito ad andare avanti. Ora aspettano che qualcuno dia loro una mano. E\' il caso di sbrigarsi.
<BR>
<BR>(24 aprile 2005)
<BR>
<BR>
<BR>
<BR>Giuliana
<BR>Credo che non si parli mai abbastanza di doping, né dei suoi effetti nefasti. Tempo fa, lessi un articolo su \"Repubblica.it\" dove si parlava in modo diffuso dei \"famigerati\" aminoacidi ramificati contenuti negli integratori alimentari e dei possibili collegamenti con il morbo di Gehrig.
<BR>Ve lo propongo, anche se \"il destinatario\" era il mondo del calcio, sperando che vi aiuti nelle vostre riflessioni.
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<BR><!-- BBCode Start --><A HREF="http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni ... ehrig.html" TARGET="_blank">http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni ... ig.html</A><!-- BBCode End -->
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<BR>
<BR>Il morbo di Gehrig li colpisce fino a 12 volte di più. Lo studio
<BR>di due ricercatori italiani su 24 mila atleti tra il \'60 e il \'96
<BR>Calciatori malati di integratori
<BR>con un terribile sospetto
<BR>Nel mirino l\'uso elevatissimo degli aminoacidi ramificati
<BR>di ALIGI PONTANI
<BR>
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<BR>ROMA - \"Ne abbiamo bisogno\", dicono i calciatori quando qualcuno, nel peggiore dei casi un magistrato, prova a chiedergli perché consumino dosi massicce di integratori alimentari. \"Ne abbiamo bisogno per recuperare\", dicono \"facciamo sforzi intensi e dobbiamo aiutarci\". Da oggi quegli stessi calciatori sanno che gli integratori, in particolare gli aminoacidi ramificati, potrebbero aiutare anche qualcos\'altro: la sclerosi laterale amiotrofica, nel loro ambiente più sinistramente nota come morbo di Gehrig.
<BR>
<BR>L\'ipotesi di una relazione tra l\'abnorme incidenza della Sla tra i calciatori e l\'abuso di aminoacidi ramificati è ancora tutta da verificare sperimentalmente, ma da oggi è contenuta e illustrata in un nuovo studio epidemiologico, condotto con rigore e passione da due ricercatori italiani e appena pubblicato su una rivista scientifica internazionale, \"European Journal of Epidemiology\".
<BR>
<BR>Stefano Belli e Nicola Vanacore, dell\'Istituto Superiore di Sanità, hanno condotto il più vasto e approfondito studio di sempre sui calciatori professionisti italiani (serie A, B e C), mettendo assieme una \"coorte\" di 24 mila atleti attivi tra il 1960 e il 1996, raccogliendo per anni il maggior numero di informazioni possibili e analizzando le cause accertate di morte.
<BR>
<BR>I risultati del lavoro hanno fotografato una realtà ormai nota ma comunque sconvolgente: i calciatori italiani muoiono di Sla circa dodici volte più frequentemente rispetto ai loro concittadini che non tirano calci a un pallone per mestiere, un dato percentuale che sale fino a 20 se si considerano gli ulteriori casi accertati dopo il \'96, l\'anno fissato dall\'istantanea della ricerca. Inoltre, e non è un dato secondario, la Sla, una tremenda malattia degenerativa che colpisce il sistema nervoso, azzerando progressivamente i muscoli degli individui colpiti fino ad ucciderli, insorge tra i calciatori molto precocemente rispetto alla norma.
<BR>
<BR>I risultati di Vanacore e Belli non sono, di per sé una sorpresa assoluta: confermano, anche se ampliando l\'allarme in virtù della completezza dell\'indagine epidemiologica, quanto già scoperto da altri ricercatori italiani, primo tra tutti Adriano Chiò, consulente di Guariniello nelle inchieste sull\'abuso dei farmaci nello sport. Ma nessuno, prima di loro aveva fatto due cose: estendere la \"coorte\" a un numero di individui così vasto; ipotizzare su basi scientifiche il ruolo degli aminoacidi come motore della malattia.
<BR>
<BR>I ricercatori dell\'Istituto Superiore di Sanità hanno scremato il loro campione umano identificando la causa di morte certa di 350 dei 375 calciatori deceduti tra i 24 mila esaminati. E mentre i decessi provocati da malattie dell\'apparato cardiorespiratorio o da infezioni rientravano nella norma (o erano addirittura inferiori), ben oltre la media nazionale sono risultate le morti causate da malattie del sistema nervoso (13 contro le 6 della norma) e soprattutto di malattia del motoneurone (8 contro le 0,69 della norma). Inoltre i calciatori, secondo lo studio, hanno un rischio doppio di ammalarsi di tumori al fegato, al pancreas e al colon.
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<BR>Ma la parte più innovativa dello studio, più del quanto, riguarda il perché: secondo Belli e Vanacore, l\'eccessiva assunzione di integratori contenenti aminoacidi ramificati, oltre a un uso cronico di antinfiammatori, giocherebbe un ruolo nella patogenesi della Sla. La chiave sarebbe tutta nel meccanismo di smaltimento degli aminoacidi ramificati e della creatina, ovvero negli enzimi che lo presiedono che presentano un\'elevatissima attività nel cervello, seconda soltanto a quella regitrata nei muscoli. A sostegno dell\'ipotesi scientifica, per la quale i ricercatori sperano sia avviato al più presto un progetto sperimentale su modelli animali, Belli e Vanacore citano anche una significativa evidenza clinica. Gli aminoacidi ramificati e il Gh sintetico sono stati usati negli anni scorsi in sperimentazioni cliniche su pazienti affetti da Sla, nel tentativo di rallentare l\'evoluzione della malattia: ma in Italia un simile esperimento, su larga scala, dovette essere interrotto proprio per l\'eccesso di mortalità tra i pazienti di Sla trattati con aminoacidi ramificati.
<BR>
<BR>Certo, siamo ancora nel regno delle ipotesi. Di sicuro, e i due ricercatori italiani sono i primi a confermarlo, l\'anomalo tasso di mortalità per morbo di Gehrig nei calciatori italiani è dovuta a una serie di fattori, che includono la predisposizione genetica, i microtraumi, l\'abuso di farmaci antinfiammatori e chissà cos\'altro ancora.
<BR>
<BR>Ma in questo micidiale cocktail che ha già ucciso Signorini e tanti altri giovani ex calciatori, gli integratori alimentari potrebbero avere un ruolo importante. E fa gelare il sangue pensare che si parla di prodotti che chiunque può comprare al supermercato, in confenzioni enormi, assumendone dosi non controllate, solo per passaparola o per i consigli di qualche allenatore senza scrupoli. I due ricercatori italiani hanno fatto girare il loro lavoro in tutto il mondo, ricevendo attenzioni e un invito ad andare avanti. Ora aspettano che qualcuno dia loro una mano. E\' il caso di sbrigarsi.
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<BR>(24 aprile 2005)
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<BR>
<BR>Giuliana
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AquilanteDaNorcia
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Un\'altra piccola notizia sul tema, comparsa proprio oggi sul sito dell\'Irb. Un giocatore della nazionale seven kenyana ed uno della nazionale XV ucraina sono stati sospesi per doping: il primo, positivo ad una sostanza mascherante, non giocherà per due anni; il secondo, positivo alla cannabis, per sei mesi.
<BR>L\'Irb (International Rugby Board) ha avviato all\'inizio dell\'anno un più incisivo programma di lotta al doping (denominato \"Keep Rugby Clean\") in collaborazione con la Wada.
<BR>L\'Irb (International Rugby Board) ha avviato all\'inizio dell\'anno un più incisivo programma di lotta al doping (denominato \"Keep Rugby Clean\") in collaborazione con la Wada.
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THAKER
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Leggo nel breve profilo di uno dei nuovi acquisti della Ghial Calvisano:
<BR>
<BR>Hernie Krugher è uno dei mediani di apertura più talentuosi e affidabili del Sud Africa ... Il suo talento si rivela però soprattutto quando deve distribuire palloni, lanciare le linee arretrate e quando porta palla; in difesa è invece roccioso come un avanti e, come un avanti, è molto bravo a recuperare il pallone dopo aver placcato il suo diretto avversario. Il suo esordio in Super 12 risale al 18 febbraio 2005, dopo la squalifica per uso di anabolizzanti, ma l’assenza dai campi per due anni non ha influito nella sua crescita.
<BR>
<BR>Herkie Kruger, di Durban, è un mediano di apertura: è alto 183 centimetri e pesa 85 chili. Nel ’97 ha esordito in prima squadra con il Grey College, poi la sua carriera è andat in crescendo. Ha giocato con i Natal Sharks under 21 nel ’99 e nel 2000. L’anno dopo ha esordito nella Curie Cup sempre con i Natal Sharks e ha giocato con i Coastal Sharks in Super 12. Nel 2003 ha vestito la prestigiosa casacca delle «gazzelle» nell’under 23.
<BR>Unico neo nella sua carriera: la sospesione per uso di anabolizzanti nella scorsa stagione. Quest’anno sta giocando con i Sharks in Super 12.
<BR>
<BR>!!!!!!!!
<BR>
<BR>Hernie Krugher è uno dei mediani di apertura più talentuosi e affidabili del Sud Africa ... Il suo talento si rivela però soprattutto quando deve distribuire palloni, lanciare le linee arretrate e quando porta palla; in difesa è invece roccioso come un avanti e, come un avanti, è molto bravo a recuperare il pallone dopo aver placcato il suo diretto avversario. Il suo esordio in Super 12 risale al 18 febbraio 2005, dopo la squalifica per uso di anabolizzanti, ma l’assenza dai campi per due anni non ha influito nella sua crescita.
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<BR>Herkie Kruger, di Durban, è un mediano di apertura: è alto 183 centimetri e pesa 85 chili. Nel ’97 ha esordito in prima squadra con il Grey College, poi la sua carriera è andat in crescendo. Ha giocato con i Natal Sharks under 21 nel ’99 e nel 2000. L’anno dopo ha esordito nella Curie Cup sempre con i Natal Sharks e ha giocato con i Coastal Sharks in Super 12. Nel 2003 ha vestito la prestigiosa casacca delle «gazzelle» nell’under 23.
<BR>Unico neo nella sua carriera: la sospesione per uso di anabolizzanti nella scorsa stagione. Quest’anno sta giocando con i Sharks in Super 12.
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<BR>!!!!!!!!
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articolo di Wayne Pivac..coach del Nazionale Fiji,...en cui dicew che si deve essere Molto piu severo con i casi dei doping..e che per esempio la alla figiano che ha testato Positivo per Cannabis ( seconda volta!) ..non dovrebbe mai giocare piu per Fiji..
<BR>
<BR><!-- BBCode Start --><A HREF="http://www.rugbyrugby.com/news/story_45439.shtml" TARGET="_blank">Page Title</A><!-- BBCode End -->
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<BR><!-- BBCode Start --><A HREF="http://www.rugbyrugby.com/news/story_45439.shtml" TARGET="_blank">Page Title</A><!-- BBCode End -->
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THAKER
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Pivac takes pot shots at Kiwis 19/08/05
<BR>Fijian coach slams New Zealand\'s cannabis ruling
<BR>Fijian coach Wayne Pivac has slammed New Zealand Rugby Union (NZRU) officials for their soft-touch approach when dealing with cases of banned substances.
<BR>
<BR>
<BR>Addressing the media in Suva, Pivac warned his players that those who test positive for the use of any banned substances that they risk banishment from the national team.
<BR>
<BR>Pivac also used the media conference to criticize the NZRU\'s handling of a case involving Fijian winger Vilimoni Delasau, who tested positive for cannabis metabolite after Fiji\'s 91-0 loss to the All Blacks on June 10.
<BR>
<BR>Delasau was fined 500 New Zealand dollars (US$S350, €285), banned for one match and reprimanded for his second offense involving cannabis, which is included on the World Anti-Doping Agency\'s list of banned substances.
<BR>
<BR>He had previously tested positive while playing club rugby in France.
<BR>
<BR>Pivac said he was disappointed with the penalty imposed on Delasau, which failed to send a message to other players about the seriousness of his offense.
<BR>
<BR>\"Delasau tested positive a for banned substance and his punishment, to me, is not deterrent at all, especially for a second offender,\" Pivac said. \"I think the Fiji Rugby Union needs to look at this case and make up its mind what we think should be the Fiji perspective.
<BR>
<BR>\"Our guys need to get it through their heads that there is no place for drugs.\"
<BR>
<BR>The Fiji Rugby Union has yet to discuss Delasau\'s case, but Pivac said he would make clear his view on drugs offenses.
<BR>
<BR>\"We need to make sure that the right message goes out to our rugby players,\" he said. \"We should not wait until the next person gets caught. We need to deal with it now and make an example.
<BR>
<BR>\"I have made my views clear that people who partake in drugs will not be selected by me. It brings the union\'s name into disrepute.\"
<BR>
<BR>Pivac said news that Delasau had used cannabis during Fiji\'s lead-up to the test against New Zealand was disheartening.
<BR>
<BR>\"My message to young people out there is if you want to represent Fiji, do not touch any form of drugs,\" he said.
<BR>
<BR>\"If we had any knowledge of players found with banned substances, they would have been sent home immediately.\"
<BR>Fijian coach slams New Zealand\'s cannabis ruling
<BR>Fijian coach Wayne Pivac has slammed New Zealand Rugby Union (NZRU) officials for their soft-touch approach when dealing with cases of banned substances.
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<BR>Addressing the media in Suva, Pivac warned his players that those who test positive for the use of any banned substances that they risk banishment from the national team.
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<BR>Pivac also used the media conference to criticize the NZRU\'s handling of a case involving Fijian winger Vilimoni Delasau, who tested positive for cannabis metabolite after Fiji\'s 91-0 loss to the All Blacks on June 10.
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<BR>Delasau was fined 500 New Zealand dollars (US$S350, €285), banned for one match and reprimanded for his second offense involving cannabis, which is included on the World Anti-Doping Agency\'s list of banned substances.
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<BR>He had previously tested positive while playing club rugby in France.
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<BR>Pivac said he was disappointed with the penalty imposed on Delasau, which failed to send a message to other players about the seriousness of his offense.
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<BR>\"Delasau tested positive a for banned substance and his punishment, to me, is not deterrent at all, especially for a second offender,\" Pivac said. \"I think the Fiji Rugby Union needs to look at this case and make up its mind what we think should be the Fiji perspective.
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<BR>\"Our guys need to get it through their heads that there is no place for drugs.\"
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<BR>The Fiji Rugby Union has yet to discuss Delasau\'s case, but Pivac said he would make clear his view on drugs offenses.
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<BR>\"We need to make sure that the right message goes out to our rugby players,\" he said. \"We should not wait until the next person gets caught. We need to deal with it now and make an example.
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<BR>\"I have made my views clear that people who partake in drugs will not be selected by me. It brings the union\'s name into disrepute.\"
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<BR>Pivac said news that Delasau had used cannabis during Fiji\'s lead-up to the test against New Zealand was disheartening.
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<BR>\"My message to young people out there is if you want to represent Fiji, do not touch any form of drugs,\" he said.
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<BR>\"If we had any knowledge of players found with banned substances, they would have been sent home immediately.\"
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THAKER
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Credo che cmq un doping di Nandrolone o Ormoni sia cmq diverso dall\'assumere Cannabis.
<BR>
<BR>In questo caso poi il giocatore è uno dei tanti tossicofili, trattandosi di un reato dovrebbe si essere escluso dalla nazionale, ma in quanto cattivo esempio (a prescindere che uno sia infavore o meno della legalizzazione delle droghe leggere - io cmq sono tra questi -).
<BR>
<BR>Certo poi, per un coach, non è poi accettabile che un professionista \"si rilassi\" troppo col rischio di una performance limitata rispetto a potenzialità ed attese.
<BR>
<BR>In questo caso poi il giocatore è uno dei tanti tossicofili, trattandosi di un reato dovrebbe si essere escluso dalla nazionale, ma in quanto cattivo esempio (a prescindere che uno sia infavore o meno della legalizzazione delle droghe leggere - io cmq sono tra questi -).
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<BR>Certo poi, per un coach, non è poi accettabile che un professionista \"si rilassi\" troppo col rischio di una performance limitata rispetto a potenzialità ed attese.
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alessandroviola
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- Iscritto il: 24 gen 2003, 0:00
per capire la reale portata \"sociale\" e \"tossicologica\" del problema bisognerebbe anche sapere a cosa sono stati trovati positivi: cannabis, steroidi, sostanze mascheranti o che altro? le regole sono sempre regole e come tali vanno comunque rispettate, ma sicuramente le varie sostanze in esame non sono la stessa cosa sotto molti punti di vosta.
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<BR><!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 16-08-2005 alle ore 11:13, AquilanteDaNorcia wrote:
<BR><!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 16-08-2005 alle ore 10:39, THAKER wrote:
<BR>50% la percentuale dei dopati nei controlli sulla Federazione triathlon;
<BR>25% nella Federazione italiana paesistica e cultura fisica;
<BR>12,5% gli atleti positivi nel Tiro a volo e nello Squash
<BR>6,3% nel ciclismo, nella palla a mano, nell’hockey e nell’ippica;
<BR><!-- BBCode Start --><B>4,2% i positivi tra gli atleti della Federazione italiana rugby</B><!-- BBCode End -->;
<BR>3% la media degli atleti positivi al doping tra quelli controllati;
<BR>2,1% i dopati nel controllo sull’atletica leggera;
<BR>1% i calciatori che si dopano nelle verifiche eseguite sulla Figc </BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>Credo che queste cifre vadano relativizzate. Una percentuale è indicativa solo se risultante da un campione quantitativamente significativo, e mi pare che in questo caso non sia così. Se davvero il 50% dei triathleti fosse dopato andrebbe chiusa la federazione e proibita questa disciplina: in realtà probabilmente i NAS hanno indagato l\'attività di 2 triathleti ed hanno scoperto che 1 dei due si dopava. Inquietante, ma può tranquillamente essere solo un caso, anche perché se il triatleta dopato era finito nel mirino dei NAS vuol dire che non era un atleta qualunque ma uno che coltivava frequentazioni sospette. Lo stesso discorso penso si possa fare per il rugby: se han trovato un rugbista sporco su 24 controllati non significa necessariamente che il 4% dei rugbisti italiani sia dopato.
<BR>Insomma, quelli riportati da Thaker sono (secondo me) dati allarmanti ma comunque poco indicativi.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR> 16-08-2005 alle ore 11:13, AquilanteDaNorcia wrote:
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<BR> 16-08-2005 alle ore 10:39, THAKER wrote:
<BR>50% la percentuale dei dopati nei controlli sulla Federazione triathlon;
<BR>25% nella Federazione italiana paesistica e cultura fisica;
<BR>12,5% gli atleti positivi nel Tiro a volo e nello Squash
<BR>6,3% nel ciclismo, nella palla a mano, nell’hockey e nell’ippica;
<BR><!-- BBCode Start --><B>4,2% i positivi tra gli atleti della Federazione italiana rugby</B><!-- BBCode End -->;
<BR>3% la media degli atleti positivi al doping tra quelli controllati;
<BR>2,1% i dopati nel controllo sull’atletica leggera;
<BR>1% i calciatori che si dopano nelle verifiche eseguite sulla Figc </BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>Credo che queste cifre vadano relativizzate. Una percentuale è indicativa solo se risultante da un campione quantitativamente significativo, e mi pare che in questo caso non sia così. Se davvero il 50% dei triathleti fosse dopato andrebbe chiusa la federazione e proibita questa disciplina: in realtà probabilmente i NAS hanno indagato l\'attività di 2 triathleti ed hanno scoperto che 1 dei due si dopava. Inquietante, ma può tranquillamente essere solo un caso, anche perché se il triatleta dopato era finito nel mirino dei NAS vuol dire che non era un atleta qualunque ma uno che coltivava frequentazioni sospette. Lo stesso discorso penso si possa fare per il rugby: se han trovato un rugbista sporco su 24 controllati non significa necessariamente che il 4% dei rugbisti italiani sia dopato.
<BR>Insomma, quelli riportati da Thaker sono (secondo me) dati allarmanti ma comunque poco indicativi.
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