Il grande problema per l'Italia

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

Garryowen
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da Garryowen »

oldprussians ha scritto:
Garryowen ha scritto:
Puntare il dito contro Ascione, in questo forum, è come sparare sulla Croce Rossa...
l'ho detto io????
Questo, in Italia, si chiama "scagliare il sasso e nascondere la mano"... 8-)

Io, invece, lo dico: l'articolo (e Villepreux e Dominguez) ha centrato il problema.

Non capisco però perché Dondi dica che lui non ci poteva fare nulla. Chi lo ha costretto a mantenere questi personaggi per tutti questi anni?
"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
(parafrasi da G.G. Marquez)

http://www.walesonline.co.uk/sport/rugby/rugby-news/how-much-funding-welsh-rugby-12405682 A imperitura memoria
mauott
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da mauott »

Garryowen ha scritto: Puntare il dito contro Ascione, in questo forum, è come sparare sulla Croce Rossa...
Fumero ha le sue idee e fa il suo mestiere portando acqua al suo mulino e ci mancherebbe se non fosse così;

però c'è un però: Villepreux ha sicuramente ragione ma si dimentica di dire che in Francia il lavoro di base si fa a scuola (in francia, nella scuola primaria, il mercoledì è libero da lezioni e caratterizzato da attività collaterali tra cui quelle sportive) ed al campo si fa solo il lavoro di tecnica individuale e di tattica di gioco ...

da noi arrivano (e parlo con cognizione di causa visto che è noto che alleno una U10 e più o meno mi sono sempre occupato di minirugby) spesso bambini che sono stati scartati da altri sport (calcio in primis) e che di solito hanno grossi problemi di psicomotricità e di "affettività" come viene chiamata la scarsa attitudine al contatto fisico e/o con il terreno di gioco ... ci puoi mandare anche Brunel ad allenarli ma resta il fatto che hanno problemi ad andare a contatto e/o a terra, oppure non sanno correre, saltare, rotolare ecc per non parlare di quelli che vengono perchè iscriversi una stagione al rugby costa meno di avere una tata 4 ore a settimana e questi sono tutti problemi che devono essere risolti prima di insegnare ad occupare lo spazio o le competenze dei giocatori sul pallone, fermo restando che se al campo arriva uno più bravo di me non ho nessun problema a portargli palloni e casacche in campo 8-) ...

sentir dire che Ascione ed i suoi compari non capiscono una cippa mi sta bene però mi piacerebbe anche conoscere delle proposte alternative calate nella nostra realtà non a quella neozelandese o gallese o francese visto che è molto facile essere un tecnico da divano e terzo tempo diventa più complicato andare in campo con i bambini/ragazzi ...
oldprussians
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da oldprussians »

Garryowen ha scritto:
oldprussians ha scritto:
Garryowen ha scritto:
Puntare il dito contro Ascione, in questo forum, è come sparare sulla Croce Rossa...
l'ho detto io????
Questo, in Italia, si chiama "scagliare il sasso e nascondere la mano"... 8-)

Io, invece, lo dico: l'articolo (e Villepreux e Dominguez) ha centrato il problema.

Non capisco però perché Dondi dica che lui non ci poteva fare nulla. Chi lo ha costretto a mantenere questi personaggi per tutti questi anni?
Ma io non sono nemmeno sicuro su la concorrenza. se non ci fosse tutti sti infortuni sulle terze. e poi prima si diceva che cera solo Benvenuti a 13 adesso abbiamo anche Campanaro....
Garryowen
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da Garryowen »

mauott ha scritto:
Garryowen ha scritto: Puntare il dito contro Ascione, in questo forum, è come sparare sulla Croce Rossa...
...Villepreux ha sicuramente ragione ma si dimentica di dire che in Francia il lavoro di base si fa a scuola (in francia, nella scuola primaria, il mercoledì è libero da lezioni e caratterizzato da attività collaterali tra cui quelle sportive) ed al campo si fa solo il lavoro di tecnica individuale e di tattica di gioco ...
Questo lo diamo per scontato. Se anche ci fosse il lavoro nelle scuole, senza i tecnici si farebbe ben poco.
A questo proposito vorrei far notare che l'Università di Parma (lo so che è un discorso diverso, ma è una bella notizia) credo per prima in Italia, ha deciso di attribuire crediti a chi fa attività sportiva di un certo livello. Non sono informato sulle modalità, ma l'idea sembra essere nella direzione giusta anche se, ripeto, è argomento un po' fuori tema rispetto a quello che scrivevi tu.
mauott ha scritto: ...
sentir dire che Ascione ed i suoi compari non capiscono una cippa mi sta bene però mi piacerebbe anche conoscere delle proposte alternative calate nella nostra realtà non a quella neozelandese o gallese o francese visto che è molto facile essere un tecnico da divano e terzo tempo diventa più complicato andare in campo con i bambini/ragazzi ...
Per me invece il discorso della formazione all'estero rimane validissimo. Visto che i soldi la FIR li ha, dovrebbe investirli lì. Invitare allenatori stranieri a tenere stage va bene, ma va ancora meglio se mandi all'estero per un paio di mesi un gruppo di allenatori "scelti". Alcuni club lo hanno fatto con i loro giocatori ed hanno visto i frutti.
Per gli allenatori è un po' più difficile perché forse implica anche una conoscenza maggiore della lingua. Mi viene in mente l'esempio di Pippo Frati che in un paio d'anni è passato dall'under 15 alla serie A e subito dopo all'eccellenza e magari quest'anno vince lo scudetto. Lui si è fatto qualche estate ad imparare in Nuova Zelanda, ma non tutti hanno la possibilità di farlo a proprie spese...
"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
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GiorgioXT
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da GiorgioXT »

mauott ha scritto: sentir dire che Ascione ed i suoi compari non capiscono una cippa mi sta bene però mi piacerebbe anche conoscere delle proposte alternative calate nella nostra realtà non a quella neozelandese o gallese o francese visto che è molto facile essere un tecnico da divano e terzo tempo diventa più complicato andare in campo con i bambini/ragazzi ...
Non è assolutamente vero che Ascione sia incompetente ! è pure troppo competente . solo che il suo obiettivo -o quello che gli hanno dato- non è quello della crescita tecnica-sportiva , per la quale è indispensabile cercare di spingere al massimo la competizione , ma di assicurare che :
-A) "L'Alto Livello del rugby deve restare riservato alla Federazione" da qui l'impostazione verticistica ed accademica
-B) "Il Movimento deve essere tutto rappresentato nelle sue realtà anche più periferiche" che tradotto in pratica significa che non si deve fare selezione altrimenti intere zone che non possono offrire una produzione di qualità verrebbero escluse (e si perdono voti e consenso)

Le proposte alternative ci sono,e ci sono state, ti potrei citare un convegno fatto 4 anni fa con Fourcade ed altri tecnici proprio agli albori dell'ingresso in Celtic, nel quelle erano già evidenziati tutti i limiti intrinsechi del progetto di formazione federale basato sulla riduzione della base.

Le mie , già scritte tante volte :
- Verifica dei numeri effettivi dei giocatori tramite i Modelli B ed i moduli dei Concentramenti , la FIR ha già tutti i dati reali su chi gioca sul serio e chi no
- Con questi creazione di una graduatoria delle società , andiamo a vedere chi lavora bene e perché, e capire chi lavora male quali limiti ha e dove si può intervenire
- Tecnici di supporto esperti (anche stranieri) da inviare nelle società
- Fondi per permettere alle società di rimborsare gli allenatori delle giovanili ; nella maggior parte delle realtà è puro volontariato, che è una cosa bellissima ma con un grosso limite - diventa molto difficile se non impossibile tenersi i buoni e scartare i non adatti; questi soldi (che ricaviamo dai risparmi fatti nelle accademie)ogni stagione andranno verificati secondo i risultati
- Campionati giovanili EFFICACI . Personalmente ritengo che tornare ad una divisione Under 13-Under 15-Under 17-Under 20 sia più rispondente alle caratteristiche fisiche.
- Per essere EFFICACI . ovvero rispondere allo scopo di formare più giocatori e migliori, i campionati devono avere il maggior livello possibile di competizione ; quindi under 20 Nazionale , con gironi meritocratici sotto, promozioni e retrocessioni (per valutare il lavoro nel tempo) under 17-18 2 gironi elite, uno Nord e uno Centro sud , idem per la U15-16
- Aumentare il numero di partite , nel CIV (che è pure un buon posto) le U16-18 giocano 18-20 partite, e sono troppo poche - tant'è vero che ci si trova a dover organizzare tornei primaverili o altro..
- Accademie farle solo dove non è proprio possibile per le società di fare altrimenti, perché una accademia mi raccoglie sì gli elementi migliori di una zona, ma allo stesso tempo mi depaupera tutto il resto dell'ambiente e mi riduce sia la capacità formativa che la competizione.
- Nazionali giovanili fatte sia grazie a totale libertà del selezionatore (senza gli obblighi politici attuali e che persino Cavinato a suo tempo denunciò) sia grazie a trials e test matches durante la stagione "possibili vs probabili" ecc. come poi si è sempre fatto nel Sanzar e non solo...
mauott
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da mauott »

Garryowen ha scritto:
mauott ha scritto: ...Villepreux ha sicuramente ragione ma si dimentica di dire che in Francia il lavoro di base si fa a scuola (in francia, nella scuola primaria, il mercoledì è libero da lezioni e caratterizzato da attività collaterali tra cui quelle sportive) ed al campo si fa solo il lavoro di tecnica individuale e di tattica di gioco ...
Questo lo diamo per scontato. Se anche ci fosse il lavoro nelle scuole, senza i tecnici si farebbe ben poco.
A questo proposito vorrei far notare che l'Università di Parma (lo so che è un discorso diverso, ma è una bella notizia) credo per prima in Italia, ha deciso di attribuire crediti a chi fa attività sportiva di un certo livello. Non sono informato sulle modalità, ma l'idea sembra essere nella direzione giusta anche se, ripeto, è argomento un po' fuori tema rispetto a quello che scrivevi tu.
Ok .. io però preferisco insegnare il come mettersi in campo che a rotolare o a correre ... sull'altra cosa bisogna vedere come si evolve.. se diventa come in Usa serve a poco ...
mauott ha scritto: ...
sentir dire che Ascione ed i suoi compari non capiscono una cippa mi sta bene però mi piacerebbe anche conoscere delle proposte alternative calate nella nostra realtà non a quella neozelandese o gallese o francese visto che è molto facile essere un tecnico da divano e terzo tempo diventa più complicato andare in campo con i bambini/ragazzi ...
Per me invece il discorso della formazione all'estero rimane validissimo. Visto che i soldi la FIR li ha, dovrebbe investirli lì. Invitare allenatori stranieri a tenere stage va bene, ma va ancora meglio se mandi all'estero per un paio di mesi un gruppo di allenatori "scelti". Alcuni club lo hanno fatto con i loro giocatori ed hanno visto i frutti.
Per gli allenatori è un po' più difficile perché forse implica anche una conoscenza maggiore della lingua. Mi viene in mente l'esempio di Pippo Frati che in un paio d'anni è passato dall'under 15 alla serie A e subito dopo all'eccellenza e magari quest'anno vince lo scudetto. Lui si è fatto qualche estate ad imparare in Nuova Zelanda, ma non tutti hanno la possibilità di farlo a proprie spese...
io non sto dicendo che non si debba fare, sto dicendo che potrebbe diventare il modo di far fare della vacanza a qualcuno a spese FIR ... piuttosto che vengano sovvenzionate le società che mandano all'estero i propri tecnici per vacanze studio ... però dico anche che tu puoi avere tutte le competenze del mondo ma se hai dei problemi di psicomotricità prima devi risolvere quella e questo va a discapito di tutto ....
oldprussians
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da oldprussians »

Pero ce anche il fatto che penso che siamo l'unica squadra ne 6N, SENZA un allenatore della difesa....... dal Rugby League... :rotfl:

A parte questo in tutte le partite abbiamo buttato via tante opportunità di fare meta..

in tutte le partite abbiamo assorbito bene ma quando le opportunità di "counter punch", che toglierebbe l'anima al avversario, non abbiamo preso queste opportunita.

Contro l'Inghilterra, a parte le touche brutte.... se Sarto passava la palla Orquera faceva meta, anche forse sotto i pali. poi un inavanti di Barbieri al ruck con un sopra numero.

La differenza tra le vincenti e i perdenti e essendo clinici in perdere le opportunità... Tutte cose che ci dicevano avevamo adesso con Brunell quando abbiamo battuto la Francia.....
mauott
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da mauott »

GiorgioXT ha scritto:Non è assolutamente vero che Ascione sia incompetente ! è pure troppo competente . solo che il suo obiettivo -o quello che gli hanno dato- non è quello della crescita tecnica-sportiva , per la quale è indispensabile cercare di spingere al massimo la competizione , ma di assicurare che :
-A) "L'Alto Livello del rugby deve restare riservato alla Federazione" da qui l'impostazione verticistica ed accademica
-B) "Il Movimento deve essere tutto rappresentato nelle sue realtà anche più periferiche" che tradotto in pratica significa che non si deve fare selezione altrimenti intere zone che non possono offrire una produzione di qualità verrebbero escluse (e si perdono voti e consenso)

.......
Guarda io concordo su tutto (anche sul fatto che Ascione sia molto preparato) e sono convinto che tu abbia ragione a partire dalle motivazioni che stanno alla base del carrozzone e che hai indicato all'inizio dell'intervento (che ho riportato per intero) ma qui il discorso è diverso e più specifico: si parla di formazione e formatori a partire dal minirugby... io concordo con Reeves che i giocatori si formano a 15/16 anni ma per formarli serve un processo di vissuto sportivo che parte dall'U10 se non addirittura dall'U8 (o U7/U9) ..

Reeves e Villepreux (ed anche Fumero) "dimenticano" la situazione scolastica italiana ed il fatto che la preparazione psicomotoria di base non viene fatta a scuola come in Francia e UK (dove spesso 2 sport in ambiente scolastico sono obbligatori) ma va fatta al campo nelle ore di allenamento ... tu puoi anche avere Gatland responsabile del minirugby e Brunel allenatore della U12 ma farai fatica ad ottenere i risultati che ottengono i competitors con le basi nostrane ..
GiorgioXT
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da GiorgioXT »

Verissimo quello che dici su scuola e "fisicità" in generale , eppure e ne ho esperienza e prove dirette , il vero gap con gli altri esplode letteralmente dalla U18 in su .
A livello di Under16-18 le nostre squadre di club migliori se la giocano con molto tranquillità con le migliori delle nazioni che si sono avanti nel ranking, e pure di molto.

Mi sono anche chiesto il perché , perché non oso pensare che il nostro sistema (o quello del mio club) sia migliore, ed ho trovato la ragione nei numeri - fino alla U16 i nostri numeri sono buoni (specie nel triveneto) è dopo che sia si perdono i numeri (e l'assenza di una Under20 conta eccome) sia viene separato il percorso dei "migliori" dagli altri
mauott
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da mauott »

GiorgioXT ha scritto:Verissimo quello che dici su scuola e "fisicità" in generale , eppure e ne ho esperienza e prove dirette , il vero gap con gli altri esplode letteralmente dalla U18 in su .
A livello di Under16-18 le nostre squadre di club migliori se la giocano con molto tranquillità con le migliori delle nazioni che si sono avanti nel ranking, e pure di molto.

Mi sono anche chiesto il perché , perché non oso pensare che il nostro sistema (o quello del mio club) sia migliore, ed ho trovato la ragione nei numeri - fino alla U16 i nostri numeri sono buoni (specie nel triveneto) è dopo che sia si perdono i numeri (e l'assenza di una Under20 conta eccome) sia viene separato il percorso dei "migliori" dagli altri
Giorgio sono sicuro che è così ma tu parli di una regione privilegiata (rugbysticamente parlando) e nello specifico del Petrarca, una delle migliori scuole rugby in Italia e concordo con te che avere un campionato U20 (oltre a quello U18 vero e non ibrido come adesso) non possa che portare vantaggi ... se poi i migliori vanno a giocare in A (o in eccellenza) con l'accademia meglio ....

Oltre alla questione numeri che è sicuramente una componente penso che il gap esploda dopo anche perchè poi fisicamente si è tutti (più o meno) alla pari ed allora inizia a contare la tecnica e la capacità di riconoscere le situazioni di gioco, il famoso "vissuto" che è effettivamente vissuto se fai lavori specifici fin dalle categorie del minirugby ... se "perdi" tempo a fare altro il vissuto sarà minore e questo si ripercuote su tutto ...
speartakle
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da speartakle »

mauott ha scritto:
GiorgioXT ha scritto:Verissimo quello che dici su scuola e "fisicità" in generale , eppure e ne ho esperienza e prove dirette , il vero gap con gli altri esplode letteralmente dalla U18 in su .
A livello di Under16-18 le nostre squadre di club migliori se la giocano con molto tranquillità con le migliori delle nazioni che si sono avanti nel ranking, e pure di molto.

Mi sono anche chiesto il perché , perché non oso pensare che il nostro sistema (o quello del mio club) sia migliore, ed ho trovato la ragione nei numeri - fino alla U16 i nostri numeri sono buoni (specie nel triveneto) è dopo che sia si perdono i numeri (e l'assenza di una Under20 conta eccome) sia viene separato il percorso dei "migliori" dagli altri
Giorgio sono sicuro che è così ma tu parli di una regione privilegiata (rugbysticamente parlando) e nello specifico del Petrarca, una delle migliori scuole rugby in Italia e concordo con te che avere un campionato U20 (oltre a quello U18 vero e non ibrido come adesso) non possa che portare vantaggi ... se poi i migliori vanno a giocare in A (o in eccellenza) con l'accademia meglio ....

Oltre alla questione numeri che è sicuramente una componente penso che il gap esploda dopo anche perchè poi fisicamente si è tutti (più o meno) alla pari ed allora inizia a contare la tecnica e la capacità di riconoscere le situazioni di gioco, il famoso "vissuto" che è effettivamente vissuto se fai lavori specifici fin dalle categorie del minirugby ... se "perdi" tempo a fare altro il vissuto sarà minore e questo si ripercuote su tutto ...
Concordo con le problematiche del minirugby, anch'io mi occupo u12 e i problemi sono quelli... molto del lavoro fatto nel minirugby purtroppo non è rugby (tecnica di base) ma sui problemi affettivi e psicomotricità, da notare pure che spesso i bambini che arrivano al campo spesso sono portati proprio perchè hanno problemi come deficit di attenzione e iperattività, che i genitori sperano di superare con uno sport di contatto o perchè negli altri sport non verrebbero seguiti.
Quando hai almeno due squadre per under e riesci a lavorare per anni e competenze acquisite i miglioramenti si vedono ma le società che possono permettersi di lavorare con un 30 bambini per categoria sono poche oltre alla necessità di più allenatori (almeno 1 ogni 10 bambini)...
Altra cosa da dire è chi si può permettere di fare l'educatore/allenatore per le giovanili, se sei studente universitario ancora ancora te la puoi cavare ma poi appena trovi un lavoro è difficile riuscire ad essere presenti ai campi intorno alle 5/6 del pomeriggio, difficilmente tutti quelli che avrebbero voglia e capacità hanno la compatibilità lavorativa per farlo...

Certo se si cominciasse a dare supporto vero dove numeri e progetti ci sono non sarebbe male...
speartakle
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da speartakle »

Comunque trovo molto positivo che la stampa come gazzetta e altri di tiratura nazionale si occupino del movimento rugbistico generale e non solo della nazionale, chissà che questa "pressione" mediatica inneschi qualche cambiamento o porti a riconsiderare alcune posizioni dei vertici federali
Squilibrio
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da Squilibrio »

Ma il punto secondo me non è tanto ascione ma chi a cascata viene messo in una determinata posizione, si c’è ascione ma è lui che decide chi mettere e dove? Chi è che decide chi mettere e dove nei comitati regionali?

Ultima cosa, vedendo sui vari siti federali ci sono una marea di incontri di formazione allenatori organizzati in tutta la penisola, se ci saranno vuol dire che qualcuno ci andrà, allora diciamo che si frequenta solo per far vedere che si vuole progredire o si presta attenzione e si prende spunto per migliorare ed aggiornarsi? Cos’è i tecnici stranieri vengono qui ad insegnarci solo cazzate?
D’accordo che si potrebbe investire maggiormente sui tecnici, Garry ha parlato di Frati che però è andato a sue spese, ma non possiamo mica mandare tutti i tecnici italiani, non è che l’errore stia anche negli allenatori a tutti i livelli nei club?
speartakle
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da speartakle »

Ovvio che l'errore sta anche nei tecnici a tutti i livelli, ma come sempre quei pochi motivati spesso si devono arrangiare in situazioni incredibili...
La soluzione logicamente non è facile, ma che ci siano situazioni in cui le scelte sono clientelari o politiche è più o meno evidente.
Cercare di impostare un sistema dove viene premiato il merito e l'impegno non sarebbe un brutto inizio...
Che sò iniziare una collaborazione con le università di scienze tra club giocatori che intraprendono questo corso di studi non sarebbe una bruttissima idea, le possibilità poi di scambi culturali già solo in europa non sono pochi...
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PiVi1962
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Re: Il grande problema per l'Italia

Messaggio da PiVi1962 »

Se butto lo sguardo agli altri sport di squadra più praticati in Italia (calcio, pallacanestro, pallavolo...) mi sembra che l'osservazione che si può fare sia sempre la stessa: le federazioni non brillano per capacità di programmazione, né per meritocrazia dei quadri tecnici.
Se a questo si sommano gli effetti della crisi economica e della crescita zero della popolazione, ecco che si può spiegare con una serie di concause la scarsa capacità di crescita del movimento.

Osservo ancora una volta che le Federazioni più di successo (SANZAR e Inghilterra, tanto per fare un esempio) pubblicano ogni anno una relazione sullo stato del rugby nelle rispettive nazioni, con evidenziati ben chiaramente gli obiettivi annuali centrati e mancati, gli obiettivi per l'anno successivo, i piani strategici pluriennali, con le risorse umane ed economiche dedicate.
Insomma uno stato del rugby che aiuta tutti a capire dove si è e in che direzione si intende andare.

Finché non vi saranno analoghe chiarezza, responsabilizzazione e meritocrazia, saranno pochi i passi in avanti che farà il nostro rugby.

PS. Certo ci sono stati altri fatti della mia vita personale che hanno influito, ma -mentre sono andato a vedermi la RWC in Francia e New Zealand- come tifoso inizio a pensare che forse non vale troppo la pena ad andare in Inghilterra l'anno prossimo, almeno non a seguire l'Italia. Se anche il volano economico generato dai tifosi scadrà, il futuro del rugby italico non potrà che essere abbastanza cupo.
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