metabolik ha scritto:GiorgioXT ha scritto:metabolik ha scritto:
i Dallan sono italianissimi, è risaputo e lo so anch'io, ma come i Cutitta si sono formati in SA, i Dallan si sono formati in AUS.
.
No, i Dallan sono nati ad Asolo e Montebelluna ed hanno iniziato a giocare in Italia, probabilmente li confondi con i fratelli Persico (anche loro curiosamente uno capellone ed uno pelato

) che sono di formazione NZ.
Adesso dovremmo anche iniziare a ragionare sulle società , perché nasce una netta differenza in quegli anni fra chi continua a formare giocatori internamente e chi sceglie di fare il grosso del reclutamento all'estero. Purtroppo la dirigenza federale sostenne sempre i secondi
No , non li confondo con i Persico , che hai fatto bene a ricordare perchè è un altro notevole esempio di quello che ho chiamato il 'rientro' di italiani od oriundi. Ti ho scritto in privato per evitare noiosi batti e ribatti.
Hai ragione sulla questione essenziale, la scelta fatta, a suo tempo, dalle Società fra reclutare e formare.
Concordo che vi siano stati grandi errori e demeriti nella struttura del rugby union italiano, negli anni di cui si parla, concordo se mi si dice che troppo spesso si danno le colpe alla Federazione e si è pronti a osannare le squadre di club mentre le colpe sono da ripartire soprattutto, per quel po' che so, sul fatto di aver lasciato in secondo piano la formazione dando la precedenza al cercare giocatori già pronti e fatti; mi piace anche rimarcare che penso sarebbe stato comunque difficile aver fatto passi tali da essere attualmente alla pari con le home nations anche se tutto fosse stato fatto al meglio e si sa che i percorsi umani sono sempre pieni di errori ed arretramenti. Detto tutto ciò penso che adesso, vista la situazione di scarsità economica in cui ci si arrabatta, avremmo da guadagnare e soprattutto ne guadagnerebbe la nostra nazionale se molti dei nostri migliori andassero a giocare in Francia, Inghilterra e altre britanniche, ferma restando la clausola che vengano lasciati liberi per gli impegni della nazionale. Sono invece contrario ancor più di prima ad andare a cercare sistematicamente oriundi poiché adesso, per una serie di ragioni quali le ottime offerte da campionati stranieri e il progresso che, pur non in misura ottimale, abbiamo comunque fatto, fanno si che il livello di giocatori che ci sarebbe necessario per progredire ulteriormente non sia sostanzialmente più raggiungibile, volere o volare tocca costruirseli in casa o almeno provarci e in questo bisogna migliorare e molto. Poi a 18-20 anni quelli che si dimostrano i migliori, tanto di guadagnato se vanno all'estero, e altrettanto se ci vanno quando già sono giocatori professionisti formati e affermati come adesso De Marchi, Ghiraldini e altri, visto che vanno ad allenarsi e a giocare a un livello che da noi non garantirebbe nessuna squadra o franchigia. A fine carriera tra l'altro, alcuni di quelli che ritorneranno divenire tecnici e contribuire a migliorare il livello di questa categoria della quale tanto abbiamo bisogno. Quando poi vi sarà, se e quando si avrà saputo arrivarci, un livello alto anche in Italia, il discorso cambierà e vi saranno meno emigranti. Per concludere una nota solo per la precisione, io ho trovato interessante questo topic, molte delle cose che sono venute fuori e diverse tue affermazioni metabolik, però anch'io non ho mai sentito che Manuel e Denis Dallan abbiano fatto importanti esperienze rugbystiche di formazione in Australia o in altri Paesi stranieri. Ho cercato anche in rete e l'unica cosa che ho trovato è una breve esperienza di Denis allo Stade Francais quando era già vicino ai 30 anni.