Ma quante scquadre giocano in questo campo della Guizza?
<BR>so che i campi in guizza sono molti ma quello con tribune, viene lasciato esclusivamente per la prima squadra?
<BR>
\"Con la Buizza il rugby alza bandiera bianca\"
Moderatore: Emy77
-
Ted
- Messaggi: 1568
- Iscritto il: 15 set 2003, 0:00
- Località: Treviso / Orig. Valdagno
- Contatta:
-
alessandroviola
- Messaggi: 677
- Iscritto il: 24 gen 2003, 0:00
altra puntata che riprendo dal Gazzettino:
<BR>
<BR>Volpe a Duodo: «Giocare alla Guizza? Grande idea»- Il Gazzettino
<BR>
<BR>La \"colonna\" dei Petrarchi difende la scelta bianconera: «Il calore del pubblico concentrato in tribuna, non spalti deserti».
<BR>Credo che il signor Duodo abbia perso una ghiotta occasione per star zitto». Non le manda certo a dire Angelo Volpe, colonna dei Petrarchi, sul caso Guizza sollevato lunedì sulle colonne del \"Gazzettino\" dal trevigiano Filippo Duodo, al termine del derby che ha caratterizzato la prima giornata del Findomestic Super 10.
<BR>
<BR>«Che tristezza - aveva affermato nella sostanza l\'ex vicepresidente della Fir - vedere il derby Padova-Treviso giocato in un impianto piccolo come la Guizza rispetto al Plebiscito. Così il rugby va indietro, rinuncia all\'impegno di portare pubblico allo stadio e alza bandiera bianca». Un giudizio che ha scatenato il dibattito fra gli appassionati su un problema, la fuga degli spettatori in campionato, del quale la scelta della Guizza diventa un simbolo. Dure le repliche della stessa società attraverso il presidente Fulvio Lorigiola (la riporteremo in maniera diffusa sulla pagina di rugby di lunedì prossimo) e di Volpe. «Giocare in casa (in senso stretto), ossia su impianti sportivi di proprietà piuttosto che pubblici, sarebbe dunque un fatto negativo - continua l\'esponente dei Petrarchi nella sua difesa della scelta del Carrera - Da un uomo di federazione - attuale o ex fa poca differenza - mi sarei aspettato un elogio alle capacità del Petrarca (in specie la lungimiranza del compianto Memo Geremia) per aver saputo reperire le risorse riservate agli impianti. Mi sarei aspettato che un uomo di rugby comprendesse le motivazioni di giocare con il calore del proprio pubblico concentrato sulle tribune della Guizza, piuttosto che disperso in uno stadio dieci volte più grande». Proprio sul calo di pubblico, e sulla rinuncia a incrementarlo, si fondava il ragionamento di Duodo. «Ma quali esempi può portare lei per dimostrare che il Petrarca ha fatto una scelta sbagliata? - incalza Volpe - Quali sono le società che contano un numero di spettatori superiore? A Padova la media è di 700, 800, 1000 a partita. Vogliamo andare a fare la conta a Treviso? Calvisano ha una tribuna che terrà sì e no 800 persone. Parma, con due squadre in Top 10, offre regolarmente desolanti tribune desertificate. Catania spara cifre risibili a forza di ingressi gratuiti. Quale sarebbe il modello proposto? Mi sarei aspettato un esame più approfondito e una ricerca seria, perchè siamo passati dall\'Appiani strapieno degli anni \'70 ai duecento o poco più spettatori del Treviso pluricampione d\'Italia!».
<BR>
<BR>Infine l\'affondo contro la Fir, di cui Duodo è stato per anni esponente. «Perchè non racconta cosa ha fatto la federazione di cui lei ha fatto parte per riportare la gente a vedere il rugby ? Le sembra che le vicende federali degli ultimi dieci anni siano volte a far affluire il pubblico negli stadi delle squadre di club (grandi e piccole)? O l\'impegno della Fir è stato concentrato prevalentemente al vertice, ossia verso la nazionale? Si ritiene soddisfatto dei ventimila che riempiono il Flaminio con un 30-40% di spettatori stranieri? Sarebbe quello il modello che offre? No, grazie. Le sue sono parole rivolte a persone e club sbagliati».
<BR>
<BR>
<BR>
<BR>Volpe a Duodo: «Giocare alla Guizza? Grande idea»- Il Gazzettino
<BR>
<BR>La \"colonna\" dei Petrarchi difende la scelta bianconera: «Il calore del pubblico concentrato in tribuna, non spalti deserti».
<BR>Credo che il signor Duodo abbia perso una ghiotta occasione per star zitto». Non le manda certo a dire Angelo Volpe, colonna dei Petrarchi, sul caso Guizza sollevato lunedì sulle colonne del \"Gazzettino\" dal trevigiano Filippo Duodo, al termine del derby che ha caratterizzato la prima giornata del Findomestic Super 10.
<BR>
<BR>«Che tristezza - aveva affermato nella sostanza l\'ex vicepresidente della Fir - vedere il derby Padova-Treviso giocato in un impianto piccolo come la Guizza rispetto al Plebiscito. Così il rugby va indietro, rinuncia all\'impegno di portare pubblico allo stadio e alza bandiera bianca». Un giudizio che ha scatenato il dibattito fra gli appassionati su un problema, la fuga degli spettatori in campionato, del quale la scelta della Guizza diventa un simbolo. Dure le repliche della stessa società attraverso il presidente Fulvio Lorigiola (la riporteremo in maniera diffusa sulla pagina di rugby di lunedì prossimo) e di Volpe. «Giocare in casa (in senso stretto), ossia su impianti sportivi di proprietà piuttosto che pubblici, sarebbe dunque un fatto negativo - continua l\'esponente dei Petrarchi nella sua difesa della scelta del Carrera - Da un uomo di federazione - attuale o ex fa poca differenza - mi sarei aspettato un elogio alle capacità del Petrarca (in specie la lungimiranza del compianto Memo Geremia) per aver saputo reperire le risorse riservate agli impianti. Mi sarei aspettato che un uomo di rugby comprendesse le motivazioni di giocare con il calore del proprio pubblico concentrato sulle tribune della Guizza, piuttosto che disperso in uno stadio dieci volte più grande». Proprio sul calo di pubblico, e sulla rinuncia a incrementarlo, si fondava il ragionamento di Duodo. «Ma quali esempi può portare lei per dimostrare che il Petrarca ha fatto una scelta sbagliata? - incalza Volpe - Quali sono le società che contano un numero di spettatori superiore? A Padova la media è di 700, 800, 1000 a partita. Vogliamo andare a fare la conta a Treviso? Calvisano ha una tribuna che terrà sì e no 800 persone. Parma, con due squadre in Top 10, offre regolarmente desolanti tribune desertificate. Catania spara cifre risibili a forza di ingressi gratuiti. Quale sarebbe il modello proposto? Mi sarei aspettato un esame più approfondito e una ricerca seria, perchè siamo passati dall\'Appiani strapieno degli anni \'70 ai duecento o poco più spettatori del Treviso pluricampione d\'Italia!».
<BR>
<BR>Infine l\'affondo contro la Fir, di cui Duodo è stato per anni esponente. «Perchè non racconta cosa ha fatto la federazione di cui lei ha fatto parte per riportare la gente a vedere il rugby ? Le sembra che le vicende federali degli ultimi dieci anni siano volte a far affluire il pubblico negli stadi delle squadre di club (grandi e piccole)? O l\'impegno della Fir è stato concentrato prevalentemente al vertice, ossia verso la nazionale? Si ritiene soddisfatto dei ventimila che riempiono il Flaminio con un 30-40% di spettatori stranieri? Sarebbe quello il modello che offre? No, grazie. Le sue sono parole rivolte a persone e club sbagliati».
<BR>
<BR>
-
Bacioci
- Messaggi: 1626
- Iscritto il: 23 set 2003, 0:00
Ho letto la replica e mi convince poco. Mi dispiace, ma attaccare la Fir è stata una scelta infelice questa volta e un bersaglio troppo facile.
<BR>E\' chiaro che la FIR ha le sue colpe sul calo degli spettatori, ma la vera colpa è al 99% dei club, che non fanno nulla per portare la gente allo stadio. Soprattutto in Veneto. Questa è una cosa che penso da tempo: in veneto, in cui crediamo di essere i detentori del verbo rugbistico, ci siamo seduti sugli allori da molti anni pensando che non sia necessario promuovere IL NOSTRO SPORT, senza capire che IL NOSTRO SPORT va sempre sostenuto con iniziative per portare gente, sia allo stadio sia nei campi, perchè altrimenti i bambini vanno a vedere e praticare altro.
<BR>Lo scorso febbraio ero a Edimburgo a vedere Scozia-Italia: di veneti come me ce n\'erano veramente pochi! Tanti lombardi, toscani, laziali, liguri, ecc.
<BR>Ma come? Siamo quelli con più tradizione, quelli dove sotto ogni campanile c\'è un campo di rugby come in Francia e poi non ci muoviamo per seguire la nostra Nazionale?!?!?
<BR>Non ho letto di una che sia una iniziativa organizzata da qualche club minore (non parliamo di Benetton!) per fare un gruppo di tifosi. A Treviso c\'è qualche privato che organizza (ma lo fa da almeno 20 anni!) ogni anno la trasferta a vedere il VI nazioni, ma non c\'è una sola società (vorrei essere smentito!).
<BR>Poi arrivo a Edimburgo e in un negozio di maglie incontro una squadra di bambini entusiasti che arrivano da Monza e penso: ma perchè le nostre squadre non hanno fatto la stessa cosa? Secondo voi, un bambino che ha vissuto quell\'esperienza, si dimenticherà mai di essere stato, anche per solo un paio di mesi, un Rugbista?
<BR>E poi questo tipo dei \"petrarchi\" viene a parlare della Fir...
<BR>Muotivi tu, caro \"Petrarco\" e porta gente allo stadio, prima di parlare della FIR!!!!!
<BR>Scusate lo sfogo.
<BR>E\' chiaro che la FIR ha le sue colpe sul calo degli spettatori, ma la vera colpa è al 99% dei club, che non fanno nulla per portare la gente allo stadio. Soprattutto in Veneto. Questa è una cosa che penso da tempo: in veneto, in cui crediamo di essere i detentori del verbo rugbistico, ci siamo seduti sugli allori da molti anni pensando che non sia necessario promuovere IL NOSTRO SPORT, senza capire che IL NOSTRO SPORT va sempre sostenuto con iniziative per portare gente, sia allo stadio sia nei campi, perchè altrimenti i bambini vanno a vedere e praticare altro.
<BR>Lo scorso febbraio ero a Edimburgo a vedere Scozia-Italia: di veneti come me ce n\'erano veramente pochi! Tanti lombardi, toscani, laziali, liguri, ecc.
<BR>Ma come? Siamo quelli con più tradizione, quelli dove sotto ogni campanile c\'è un campo di rugby come in Francia e poi non ci muoviamo per seguire la nostra Nazionale?!?!?
<BR>Non ho letto di una che sia una iniziativa organizzata da qualche club minore (non parliamo di Benetton!) per fare un gruppo di tifosi. A Treviso c\'è qualche privato che organizza (ma lo fa da almeno 20 anni!) ogni anno la trasferta a vedere il VI nazioni, ma non c\'è una sola società (vorrei essere smentito!).
<BR>Poi arrivo a Edimburgo e in un negozio di maglie incontro una squadra di bambini entusiasti che arrivano da Monza e penso: ma perchè le nostre squadre non hanno fatto la stessa cosa? Secondo voi, un bambino che ha vissuto quell\'esperienza, si dimenticherà mai di essere stato, anche per solo un paio di mesi, un Rugbista?
<BR>E poi questo tipo dei \"petrarchi\" viene a parlare della Fir...
<BR>Muotivi tu, caro \"Petrarco\" e porta gente allo stadio, prima di parlare della FIR!!!!!
<BR>Scusate lo sfogo.
-
alessandroviola
- Messaggi: 677
- Iscritto il: 24 gen 2003, 0:00
copio e incollo dal sito LIRE:
<BR>
<BR>
<BR>venerdì 9 settembre 2005
<BR>
<BR>Petrarca, ristorante a prezzo speciale per i tifosi
<BR>
<BR>Padova - In occasione del match in programma sabato 10 contro il Ghial Calvisano (inizio alle ore 14), il ristorante del “Centro Geremia” sarà in funzione dalle 12.30 con menu a prezzo fisso al prezzo speciale di 12 euro.
<BR>Una buona occasione per ritrovarsi prima del match.
<BR>(in collaborazione con Carrera Petrarca)
<BR>
<BR>
<BR>venerdì 9 settembre 2005
<BR>
<BR>Petrarca, ristorante a prezzo speciale per i tifosi
<BR>
<BR>Padova - In occasione del match in programma sabato 10 contro il Ghial Calvisano (inizio alle ore 14), il ristorante del “Centro Geremia” sarà in funzione dalle 12.30 con menu a prezzo fisso al prezzo speciale di 12 euro.
<BR>Una buona occasione per ritrovarsi prima del match.
<BR>(in collaborazione con Carrera Petrarca)
-
marcofk
- Messaggi: 1210
- Iscritto il: 16 feb 2005, 0:00
Tutto questo mi rinforza l\'idea che il rugby italiano debba tornare dilettantistico, con solo i nazionali professionisti e sotto contratto diretto con la federazione.
<BR>
<BR>Guardiamo la cosa dal punto di vista finanziario: una squadra di pallavolo ha una rosa di una dozzina di giocatori, ed in serie A1 ha un pubblico medio fra i 1500 ed i 3000 spettatori (con punte di 5000). Diciamo una media di 2000, a 15 euro l\'uno fanno 30000 euro di introito a partita interna, e ce ne sono 13 a stagione. Quei soldi non bastano a pagare gli stipendi ai giocatori, per non parlare di tecnici e struttura societaria permanente. Di solito è lo sponsor che copre la differenza.
<BR>
<BR>Guardiamo il rugby: pubblico medio fra i 500 e i 1000 spettatori (paganti, si spera), 9 partite interne a 10 euro (ma a Brescia erano 5...) e, nella migliore delle ipotesi, 90000 euro di introito totale a stagione per una rosa di 30 giocatori. MA: nella pallavolo siamo campioni europei con gli uomini e campioni del mondo con le donne, quindi gli sponsor che coprono la (minore) differenza si trovano. Nel rugby, nei tornei competitivi che contano arriviamo regolarmente agli ultimi posti. Risultato: meno interesse del pubblico e, di conseguenza degli sponsor che non hanno un sufficiente ritorno d\'immagine per farsi convincere a sborsare quasi un milione di euro (a squadra) solo per pagare gli stipendi (ignorando tutte le altre spese come l\'affitto del campo, l\'attrezzatura, la terapia per gli infortunati...).
<BR>
<BR>Di contro c\'è una federazione che è l\'unico attore nel rugby italiano che può permettersi di investire nello sport e nei giocatori. Non sarà il caso di incominciare a fare 2+2 e capire che fa 4?
<BR>
<BR>Guardiamo la cosa dal punto di vista finanziario: una squadra di pallavolo ha una rosa di una dozzina di giocatori, ed in serie A1 ha un pubblico medio fra i 1500 ed i 3000 spettatori (con punte di 5000). Diciamo una media di 2000, a 15 euro l\'uno fanno 30000 euro di introito a partita interna, e ce ne sono 13 a stagione. Quei soldi non bastano a pagare gli stipendi ai giocatori, per non parlare di tecnici e struttura societaria permanente. Di solito è lo sponsor che copre la differenza.
<BR>
<BR>Guardiamo il rugby: pubblico medio fra i 500 e i 1000 spettatori (paganti, si spera), 9 partite interne a 10 euro (ma a Brescia erano 5...) e, nella migliore delle ipotesi, 90000 euro di introito totale a stagione per una rosa di 30 giocatori. MA: nella pallavolo siamo campioni europei con gli uomini e campioni del mondo con le donne, quindi gli sponsor che coprono la (minore) differenza si trovano. Nel rugby, nei tornei competitivi che contano arriviamo regolarmente agli ultimi posti. Risultato: meno interesse del pubblico e, di conseguenza degli sponsor che non hanno un sufficiente ritorno d\'immagine per farsi convincere a sborsare quasi un milione di euro (a squadra) solo per pagare gli stipendi (ignorando tutte le altre spese come l\'affitto del campo, l\'attrezzatura, la terapia per gli infortunati...).
<BR>
<BR>Di contro c\'è una federazione che è l\'unico attore nel rugby italiano che può permettersi di investire nello sport e nei giocatori. Non sarà il caso di incominciare a fare 2+2 e capire che fa 4?
"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005