Garryowen ha scritto:
L'arbitro sbaglia come tutti.
I giocatori in campo non devono assolutamente commentare l'operato dell'arbitro.
Gli spettatori invece possono commentare. Anzi, stando a un divertente libretto di Spiro Zavos su come si guarda una partita di rugby, gli spettatori DEVONO commentare l'operato dell'arbitro. Al fischio dell'ottantesimo, inizia la partita

Noi italiani o facciamo polemica, anche violenta, oppure creiamo dei tabù. Certo, se penso al "Processo del lunedì" preferisco il divieto: vietato parlare dell'arbitro, io metterei pure il divieto di conoscere il nome dell'arbitro. Arbitri anonimi e magari mascherati.
Però fra persone civili e ben educate ci si può anche chiedere se una determinata decisione sia corretta secondo il regolamento, o no.
Un trequarti cicca un placcaggio e l'avversario segna una meta a due minuti dalla fine: cosa fai, dici che se sei più forte la partita la vinci comunque? Nah...
Per chiarire: di arbitro si può parlare nel senso che, come per i giocatori, è lecito parlare delle capacità dei singoli: quel trequarti ha delle mani come due tombini, quell'arbitro non vede mai gli offside and so on.
Magari l'argomento non mi appassiona, ma non lo considero affatto tabù.
Ciò che considero tabù (per me, eh, la proibizione di parlarne vale solo per me: non vorrei mai vivere in un luogo in cui tutto ciò che non piace a me fosse vietato) sono discorsi che interpellano categorie come la malafede, la prevenzione, la sudditanza et similia: considerando queste delle assurdità mi rifiuto di discuterne (ripeto che il divieto vale solo per me).
Infine, sì, sono assolutamente convinto che sul campo vince sempre chi è più forte e non c'è arbitro scarso che tenga.
Comunque il buon Zavos può dire quel che vuole, specie utilizzando paradossi (utensile tipico dei filosofi, peraltro); io all'ottantesimo preferisco dedicarmi alla birra e alle prestazioni dei giocatori; in ogni caso concordo che se uno vuol parlare dell'arbitro (contento lui) lo faccia dopo l'ottantesimo: durante si apre bocca solo per incitare la propria squadra. O per un cicchetto...

Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)