jpr williams ha scritto:giuseppone64 ha scritto:per me bruno ha il potenziale per fare il salto, rossi hanno deciso che non lo doveva fare e probabilmente ha fatto una scelta di vita...
corazzi e vian per me si equivalgono e giocano in un reparto destinato a diventare il più competitivo in chiave azzurra. ad occhio dubito che arriveranno alla maggiore. capraro se arriva per bettin giocherà centro, io preferisco il secondo, ma anche qui la vedo durissima per la maggiore.
Sottoscrivo e aggiungo che Capraro quest'anno con Marcato è cresciuto tantissimo. Fino allo scorso anno era solo un bisonte incapace di tenere decentemente la posizione e prodigo di soluzioni avventate e dannose per la sua squadra.
Quest'anno è diventato un giocatore molto più maturo ed ha finalmente messo il fisicone al servizio del gioco del rugby. Come centro non lo vedo nemmeno io, però.
Su Capraro. Forse mi ripeto ma ci tengo a precisare alcune cose.
È arrivato a padova da Belluno come estremo in epoca Moretti. Le caratteristiche che erano emerse da subito erano il piede, un buon senso della posizione e una incredibile propensione alla corsa dritto-per-dritto. Faceva il pari con l'attitudine di un 8 che poi è diventato pilone (N.Zago). Il gioco di Moretti non era molto "aperto"... e Marco faceva quello che gli veniva chiesto: corri, ti schianti e metti a disposizione. Calci di spostamento potenti e precisi. Poi tra infortuni e Architetto è un po' scomparso dai radar.
Marcato con lui ha fatto uno dei 30 miracoli di quest'anno. Gli ha dato fiducia nei momenti giusti. Poi però c'è stato Fadalti... Assieme a Rossi sono diventate le ali che chiunque avrebbero voluto avere e Capraro ha fatto fatica a guadagnarsi la maglia da titolare. Nick si è infortunato e ha saltato i PO. A quel punto Marco non ha fatto altro che rispondere "Ci sono" alla chiamata e ha fatto quello che sa fare. Ha una percussione pazzesca. Se non lo prendi giusto non lo fermi. Continua ad andare dritto e continua a fare metri, soprattutto quelli importanti. È reattivo e soprattutto: PLACCA COME UNA BESTIA! il pallone scoppiato in area di meta a Calvisano in finale è soprattutto frutto di un suo velenosissimo placcaggio con mano sul pallone a strappare. nelle foto si vede bebe il cinismo con cui ha cercato di togliere il possesso invece che urtare semplicemente il giocatore. La sfortuna di Calvisano è che c'è riuscito.
Gli addetti ai lavori, qui a Padova, dichiarano apertamente che Marco è fisicamente un centro. Lo è anche come attitudine difensiva e come spunto alla penetrazione. Però rimane all'ala per due motivi: 1. abbiamo già dei centri fortissimi e con mani delicatissime (Riera su tutti); 2. messo all'ala può fare l'utility back "pesante" coprendo sia da estremo sia da centro. nelle partite più difficili lo si è visto molto spesso di ausilio in ogni area arretrata.
Più riguardo le partite della stagione e più mi rendo conto che uno dei punti forti del Petrarca di Andrea Marcato è stata la possibilità di cambiare le carte in tavola da un'azione all'altra grazie all'intercambiabilità di molti giocatori: scambi tra seconde e terze, centri che facevano l'apertura aggiunta, estremi che diventavano aperture, aperture che passavano ad estremi, ali che facevano da centri o da estremi... riusciva a mettere il giocatore giusto nel canale giusto a seconda della difesa schierata in quel momento. Marcato conosceva cosa che qualunque altro allenatore non poteva conoscere completamente: la vera qualità dei giocatori della rosa. Un allenatore standard costruisce la rosa sulla base dei propri schemi di gioco. Lui, ho l'impressione che abbia fatto il contrario: avendo giocato con loro fino a pochi mesi prima ha scelto di costruire gli schemi sulle qualità che sapeva esserci. ecco che inevitabilmente i giocatori hanno potuto tutti esprimersi al meglio sfruttando un talento che era inespresso o soffocato.
Da qui passa anche la capacità della squadra di trasferire la serenità che avevano ritrovato in spogliatoio, anche in campo.
la fede è un dono di dio. a me ha regalato una cravatta. [cit. Ratman]
so responsabie de queo che digo, no de queo che te capissi ti. [detto popolare + H.Medrano]