Però sono casi ricordati proprio per la loro eccezionalità.
Senza dimenticare quella volta che l'Italia vinceva 20 a 0 e aveva segnato anche Zoff di testa su calcio d'angolo!
Moderatore: Emy77
Da ex-calciofilo pentito posso dirti che mai avrei fatto questa associazione, piuttosto quella con il libero che è stata proposta prima. Con le safety del football vedo qualche similitudine (con le free-safety soprattutto) ma football e rugby sono talmente diversi (alla faccia dei "hanno entrambi la palla ovale e si calcia tra i pali") che è comunque un paragone difficile.Garry ha scritto:Ripeto, per un calciofilo l'estremo è il portiere. La realtà è questa, e i complottisti della palla tonda ci marciano, per contribuire al caos.
Voi commettete il solito errore, vi mettete nella prospettiva di chi segue il rugby e allora spiegate, riflettete, ma non è così che fanno gli ignoranti. Gli ignoranti semplificano.
In realtà il rugby e il calcio non hanno nulla a che vedere. "Sono due sport di squadra" : certo, e allora tutti quelli che hanno floridi baffoni sono tutti Einstein.
L'estremo è un po' come... come niente. L'estremo è l'estremo, stop.
Termini simili sono usati per confondere, per aumentare la confusione. A ognuno il suo.
Altrimenti se metabolik avesse una scriminatura nei capelli particolarmente scolpita, come va di moda oggi, la si potrebbe chiamare "la linea di meta"e via con i paralleli e le metafore
Questo si spiega facilmente: avevi già dentro di te i germi del rugby.Chetto4 ha scritto:
Da ex-calciofilo pentito posso dirti che mai avrei fatto questa associazione, piuttosto quella con il libero che è stata proposta prima.
Scusa meta, ma non sono d'accordo con te nel pensare che il rugby sia l'unico sport di contatto. Pallavolo a parte (c'è la rete di mezzo) tutti gli sport con una palla, un campo diviso a metà, un obiettivo cui far pervenire la palla sono sport di contatto. Calcio, basket, rugby, gridiron, hockey, handball: in tutte queste discipline il contatto è contemplato, anche se con diversi livelli di intensità. Certo, nel gridiron e nel rugby, ma anche nell'hockey, specie quello su ghiaccio, questa intensità è portata ai massimi livelli arrivando al punto di, come dici evocativamente, spezzare la corsa. Ma non puoi dire che nel calcio non ci siano contatti anche robusti e contemplati dal regolamento. I tackles, le cariche di spalla certamente non raggiungono l'intensità di un placcaggio, ma possono essere comunque di notevole intensità: tanto per darti un'idea, io giocando a rugby non mi sono mai fatto veramente male, giocando a calcio si.metabolik ha scritto:L'aggressione fisica, seppur regolata, trancia qualsiasi paragone con sport non di contatto. Se non si ha ben presente questo fondamento si perde il criterio fondamentale per giudicare il rugby.
Citazione dal Signore degli anelli?Garry ha scritto:
Questo si spiega facilmente: avevi già dentro di te i germi del rugby.
Si dice "Diventa ciò che sei" e tu lo sei diventato, ma è solo la realizzazione di quello che eri già in potenza
Secondo me il problema grosso, attualmente, di paragonare i ruoli del calcio a quelli del rugby è che quei numeri di maglia che tu usi (il 6 di Scirea o il 10 di Antognoni, il 3 di Maldini e l'8 di Mazzola) non esistono più... ora c'è il 45 o lo 00 o il 99..., ma soprattutto non esite più il libero, non esiste più neanche lo stopper, ormai genericamente definiti "difensori centrali"... ma se non c'è più il libero l'unico paragone che puoi fare (per quanto forzato e poco pertinente) è estremo/portiere. Se tiri fuori il "libero" prima devi spiegare ai novelli calciofili chi fosse il "libero" e poi inerpicarti in altre spiegazioni per forzare il paragone con l'estremo, se usi il portiere almeno la prima parte della spiegazione te la risparmi...Luqa-bis ha scritto:
L'estremo si mette la maglia numero 6
l'open flanker la 2
al blind flanker la 4
il primo centro la 5
al terza centro la 8
il secondo centro prende il 3
l'ala piccola il 7
al mediano lascio la 9 (gioco alla magiara)
all'apertura il 10
l'ala forte prende l'11
al pacchetto di mischia dò i numeri dal 12 al 15, al portiere da calcio il 22 -perché le maglie con il colore diverso le faccio solo dal 20 in poi)
ah scusate se ho usato i termini non rugbistici di ala piccola e ala forte.
E adesso prendete appuntamento dalla neuro, su.
Sì ma quello mica è un calciofilo, è un totale ignorante che non ha mai guardato manco 10 minuti di uno sport diverso, spero che ne esistano ben pochi. E comunque non è certo gente che può essere interessata al rugby quella, ci vuole come minimo un po' di elasticità mentale. I soggetti a cui si vorrebbero spiegare le cose sono quelli che hanno vissuto schiavi del calcio-centrismo ma hanno un cervello per poter capire che esiste anche altro.Garry ha scritto:
Se spieghi a un calciofilo che l'estremo si può paragonare al "libero", il suo primo pensiero sarebbe "Ma questi sono scemi, giocano senza portiere? E il Mister non dice nulla?"
E' un equilibrio molto difficile da trovare perché spiegazioni troppo pedanti farebbero perdere la pazienza agli "adepti", che poi sono il 90% o più dell'audience, mentre cronache solo per iniziati, similmente a quanto dicevo riguardo agli articoli giornalistici, sarebbero respingenti per i novizi che si sentirebbero esclusi.Chetto4 ha scritto:In quest'ottica ho sempre pensato che i vari telecronisti del rugby in chiaro potrebbero fare qualche sforzo in più, ad esempio spiegando un minimo le motivazioni che hanno portato ad un calcio di punizione. Invece anni fa su la7 Cecinelli dava l'impressione che neanche lui avesse capito il motivo, mentre adesso Raimondi e Munari è tanto se dicono "sì sì, ci sta". Per chi non conosce bene (o per niente) le regole è molto frustrante non capire il motivo per cui si subiscono 3 punti o si perdono 30 metri di campo, secondo me allontana molto gli spettatori occasionali e possibili neo-appassionati.
A pensarci un attimo devo dire che purtroppo hai probabilmente ragione. Io pensavo a qualcosa del tipo "il giocatore X non ha messo a disposizione l'ovale sotto l'ottima pressione del giocatore Y, che l'ha costretto al tenuto" ma probabilmente il novizio non capirebbe una fava comunque e l'esperto penserebbe di stare guardando un canale per gente con problemi di vista, dato che il telecronista descrive dinamiche che si possono benissimo vederejpr williams ha scritto:
E' un equilibrio molto difficile da trovare perché spiegazioni troppo pedanti farebbero perdere la pazienza agli "adepti", che poi sono il 90% o più dell'audience, mentre cronache solo per iniziati, similmente a quanto dicevo riguardo agli articoli giornalistici, sarebbero respingenti per i novizi che si sentirebbero esclusi.
Anzi, più che difficile mi sembra impossibile quell'equilibrio. Diciamo che l'ideale sarebbe per il novellino avere un amico adepto (e paziente tipo istruttore di scuola guida) con cui approcciare la visione delle prime partite.
Nel calcio (aridaje) sui canali sky c'è la possibilità di scegliere fra la telecronaca "normale" e quella "tifosa": sarebbe bello poter avere per il rugby un doppio audio, uno per novizi ed uno "normale".
Questo è un altro tema e rischia di far entrare la discussione nel classico loop.Chetto4 ha scritto:
In quest'ottica ho sempre pensato che i vari telecronisti del rugby in chiaro potrebbero fare qualche sforzo in più, ad esempio spiegando un minimo le motivazioni che hanno portato ad un calcio di punizione. Invece anni fa su la7 Cecinelli dava l'impressione che neanche lui avesse capito il motivo, mentre adesso Raimondi e Munari è tanto se dicono "sì sì, ci sta". Per chi non conosce bene (o per niente) le regole è molto frustrante non capire il motivo per cui si subiscono 3 punti o si perdono 30 metri di campo, secondo me allontana molto gli spettatori occasionali e possibili neo-appassionati.