Non ti dico io...Comunque tu non sei mai offensivo, tutt'al più strappi un sorriso a denti stretti e stimoli una riflessioneLuqa-bis ha scritto: 6 nov 2020, 10:42Ti ringrazio e mi scuso per la prosa un po'sarcastica, ma sono di cattivo umore in questi giorni.
Sono d'accordo. Provo a chiarire con qualche esempio. Vediamo se ci riescoLuqa-bis ha scritto: 6 nov 2020, 10:42Dal mio punto di vista, la questione è così:
una volta che si stabilisce un criterio per essere "italiano", si può dire <OK, conosciamo i cirteri di Wolrd Rugby ma per noi giocano solo i cittadini italiani" e mi va benissimo.
Ma quando uno è italiano è italiano al 100% non a mezzo servizio.
Se decidiamo che in Nazionale rinunciamo agli equiparati che non hanno la cittadinanza , va bene, ma quando uno è cittadino è pari a me, che sono 100% italiano (toscano) da almeno 4 generazioni, salvo errori in maternità o inconfessabili scappatelle di qualche ava.
Quindi , capisco te e capisco Garry, ma se un Derbyshire fosse diventato capitano? A Livorno una barcata di nomi sono levantini, armeni , ebraici,anglobeceri, e Livorno ha avuto giocatori importanti nel rugby italiano. Se uno si chiama Bourgaib o Bemporad o Kizikian gli possiamo dire , "Sai , sei bravo, hai fatto la trafila dalle U14 alle U20, sei un leader, ma c'hai il cognome che stona"?
Se Mohamed nasce in Italia da genitori clandestini, per me Mohamed è italiano sia come cittadino che come auspicabile rugbysta
Se Marius arriva in Italia a 10 anni con i genitori, fa le scuole qua e vuole fare il rugbysta per me è italiano sia come cittadino che come auspicabile rugbysta
Se Braam arriva in Italia a 20 anni dopo essere stato formato in Sudafrica per me non gioca in nazionale.
Se Braam si sposa con la morosa e diventa cittadino per me è italiano sia come cittadino che come rugbysta, ma sono un pochino meno contento che nei primi due casi.
Postilla: Derby basta sentirlo parlare col suo bell'accento per capiere che è italianissimo. Il cognome non conta nulla.