Rainbow Cup!

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jpr williams
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Re: Rainbow Cup!

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ruttobandito ha scritto: 26 dic 2020, 17:29C'è bisogno di rivalità sportiva per innescare la competizione e quello che ne consegue. Da noi c'è, ma non viene valorizzata.
Se finalmente, esauriti gli artifici zoologici, si promuovesse a pro un club come fatto con TV, o forse 2, allora magari...
Questo è uno dei tanti (non il solo) tallone d'Achille di questo fallimentare progetto. La creazione di squadre in vitro senza alcun collegamento col territorio, le sue tradizioni, le sue passioni. Come se bastasse buttare lì una squadra in un posto a caso aspettandosi che la gente dia di matto per andarla a vedere fare a cornate non con le teste quadre per un parmigiano o contro i rovigoti per un de Paoa (con cui hai tutta la rivalità del mondo), ma con gente di Glasgow o di un posto impronunciabile che comincia con due Ll, gente che non sai nemmeno come è fatta. Si è sottovalutato questo elemento derubricandolo a folclore o a parrocchia. Sai quanto gliene fregherà ai non già malati di rugby come quelli che scrivono qui di giocare contro gente di Bloemfonteyn o di altri posti mai sentiti che manco puoi sfotterli in dialetto perchè non ti capiscono.
Ci vogliono tutti professori di geografia.
Se vuoi attirare qualcuno in più della conventicola tipo rugby.it che si fa fica a citare squadre della Mitre cup, non puoi certo aspettarti di riuscirci così.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
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Re: Rainbow Cup!

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jpr williams ha scritto: 27 dic 2020, 14:15 Questo è uno dei tanti (non il solo) tallone d'Achille di questo fallimentare progetto. La creazione di squadre in vitro senza alcun collegamento col territorio, le sue tradizioni, le sue passioni. Come se bastasse buttare lì una squadra in un posto a caso aspettandosi che la gente dia di matto per andarla a vedere fare a cornate non con le teste quadre per un parmigiano o contro i rovigoti per un de Paoa (con cui hai tutta la rivalità del mondo), ma con gente di Glasgow o di un posto impronunciabile che comincia con due Ll, gente che non sai nemmeno come è fatta. Si è sottovalutato questo elemento derubricandolo a folclore o a parrocchia. Sai quanto gliene fregherà ai non già malati di rugby come quelli che scrivono qui di giocare contro gente di Bloemfonteyn o di altri posti mai sentiti che manco puoi sfotterli in dialetto perchè non ti capiscono.
Ci vogliono tutti professori di geografia.
Se vuoi attirare qualcuno in più della conventicola tipo rugby.it che si fa fica a citare squadre della Mitre cup, non puoi certo aspettarti di riuscirci così.
Tornare nelle caverne non era esattamente il tipo di soluzione a cui pensavo... :roll:
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Nenach'io. Io vorrei invece far uscire dalle caverne coloro che vi sono stati cacciati anzichè spalleggiare quelli dei resort pagati dallo Stato.
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Re: Rainbow Cup!

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jpr williams ha scritto: 27 dic 2020, 19:42 Nenach'io. Io vorrei invece far uscire dalle caverne coloro che vi sono stati cacciati anzichè spalleggiare quelli dei resort pagati dallo Stato.
Con tutti quei "noi e loro" e "se qualcuno non è d'accordo" mi sembri Salvini. :|
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Re: Rainbow Cup!

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salvini(rigorosamente minuscolo).
No, grazie.
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Re: Rainbow Cup!

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jpr williams ha scritto: 27 dic 2020, 20:02 salvini(rigorosamente minuscolo).
No, grazie.
E allora non capisco cosa c'entri lo Stato con la spartizione delle entrate dal 6N.
Se siamo d'accordo sulla necessaria rivalità, che la si eserciti ai massimi livelli, senza cavalli di Troia.
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Re: Rainbow Cup!

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ruttobandito ha scritto: 27 dic 2020, 21:01E allora non capisco cosa c'entri lo Stato con la spartizione delle entrate dal 6N.
Se siamo d'accordo sulla necessaria rivalità, che la si eserciti ai massimi livelli, senza cavalli di Troia.
La Fir è lo Stato del rugby. Le entrate del 6N sono del movimento, non dei due carrozzoni. Ma vanno solo a quelli.
La rivalità non la crei dal nulla. Che rivalità puoi avere con Munster, che se non sei un fanatico del rugby non sai nemmeno dove stia di casa?
La rivalità ce la puoi avere con quelli che conosci.
I cavalli di Troia invece me li devi spiegare perchè non li ho capiti
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Re: Rainbow Cup!

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jpr williams ha scritto: 28 dic 2020, 11:08 La Fir è lo Stato del rugby. Le entrate del 6N sono del movimento, non dei due carrozzoni. Ma vanno solo a quelli.
La rivalità non la crei dal nulla. Che rivalità puoi avere con Munster, che se non sei un fanatico del rugby non sai nemmeno dove stia di casa?
La rivalità ce la puoi avere con quelli che conosci.
I cavalli di Troia invece me li devi spiegare perchè non li ho capiti
Già oggi, non mi risulta che la spesa delle 2 celtiche sia coperta esclusivamente dai proventi del 6N, né che detti proventi siano ad uso esclusivo delle celtiche.
Usare l'appellativo Stato per indicare il Governo è un tipico artificio politichese di chi vuol confondere le idee, non tanto all'interlocutore, quanto alla platea.
La rivalità a cui mi riferivo è quella che prediligi, non ho mai fatto riferimento alle altre, frutto delle ipotesi con cui argomenti con creatività il contraddittorio.
Quel che ho detto, e che ho avuto l'impressione tu abbia capito ma rigirato a servizio, è proprio che la seconda o terza squadra al fianco di Treviso nel procoso dovrebbe essere un altro club, meglio se già in passato rivale della Marca, non una franchigia federale. Quella, se mai, potrebbe partecipare a campionati o tornei tra selezioni di Federazioni, se ce ne fossero.
Tornare a vivere esclusivamente di un campionato interno non produrrebbe altro che l'ennesimo monopolio dello squadrone del magnate di turno. Quanto di più distante ci possa essere dal progresso di categoria. Condizione ideale per il tuo Calvisano, ecco il cavallo. :wink:
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Re: Rainbow Cup!

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Ah, adesso ho capito.
Peraltro in un campionato nazionale rinnovato il vincitore quasi fisso sarebbe il Benetton e probabilmente Calvisano sparirebbe in quanto oggi sopravvive solo in quanto bracciante del caporale di Parma. Senza quei pochi spiccioli noi faremmo la fine di San Donà. Ma sarei disposto ad accettarlo pur di avere un campionato degno di questo nome, con rivalità vere, e, cosa importantissima, le retrocessioni. Senza le quali per me un campionato non esiste. Non è meritocratico. E' come fare l'imprenditore con la garanzia di non fallire.
Gli stranieri possiamo benissimo affrontarli nelle coppe europee. Stranieri europei, però.
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Re: Rainbow Cup!

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jpr williams ha scritto: 28 dic 2020, 13:39 Ah, adesso ho capito.
Peraltro in un campionato nazionale rinnovato il vincitore quasi fisso sarebbe il Benetton e probabilmente Calvisano sparirebbe in quanto oggi sopravvive solo in quanto bracciante del caporale di Parma. Senza quei pochi spiccioli noi faremmo la fine di San Donà. Ma sarei disposto ad accettarlo pur di avere un campionato degno di questo nome, con rivalità vere, e, cosa importantissima, le retrocessioni. Senza le quali per me un campionato non esiste. Non è meritocratico. E' come fare l'imprenditore con la garanzia di non fallire.
Gli stranieri possiamo benissimo affrontarli nelle coppe europee. Stranieri europei, però.
No, vincerebbe Calvisano proprio in virtù di quei ganci che tanto deplori. Perché magari Treviso la recuperi, ma non ci sarebbe modo di far rientrare i Benetton.
E no, non accetterei un campionato fatto per far dispetto a quelli che ambiscono a qualcosa di più competitivo.
Sull'opportunità delle retrocessioni mi trovi d'accordo, ma ho paura che la possibilità di avvicendare meritocraticamente la partecipanti al procoso non dipenda direttamente dalle nostre preferenze.
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ruttobandito ha scritto: 28 dic 2020, 13:46No, vincerebbe Calvisano proprio in virtù di quei ganci che tanto deplori. Perché magari Treviso la recuperi, ma non ci sarebbe modo di far rientrare i Benetton.
Non essendoci più le franchigie non so di quali ganci parli.
Se ai Benetton non aggrada vorrà dire che Treviso troverà altri sponsor. Mica è sempre stata Benetton
ruttobandito ha scritto: 28 dic 2020, 13:46E no, non accetterei un campionato fatto per far dispetto a quelli che ambiscono a qualcosa di più competitivo.
Anch'io voglio qualcosa di più competitivo, ma vero, non artificiale. E nazionale, non un accrocchio artificiale come questa roba che non si capisce più che cos'è da quando contano solo i soldi. Attenzione: non ANCHE i soldi, ma SOLO i soldi.
ruttobandito ha scritto: 28 dic 2020, 13:46Sull'opportunità delle retrocessioni mi trovi d'accordo, ma ho paura che la possibilità di avvicendare meritocraticamente la partecipanti al procoso non dipenda direttamente dalle nostre preferenze.
In un'aberrazione palancaia come il procoso le retrocessioni/promozioni (che hanno un senso meritocratico e sportivo persino superiore ai titoli vinti) non sono ipotizzabili. E il motivo lo sai anche tu: i SOLDI, sempre quelli.
Mica puoi far retrocedere uno che investe dei SOLDI e che quindi si COMPRA il diritto di restare senza conquistarlo.
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jpr williams ha scritto: 28 dic 2020, 13:39 Ma sarei disposto ad accettarlo pur di avere un campionato degno di questo nome, con rivalità vere, e, cosa importantissima, le retrocessioni. Senza le quali per me un campionato non esiste. Non è meritocratico. E' come fare l'imprenditore con la garanzia di non fallire.
dipende. non mi sembra che, per esempio, NFL, NBA, NHL e MLB possano essere considerate non meritocratiche. tutto sta nel come ci si organizza. a questo proposito, l'organizzazione del franchigie nel baseball USA mi sembra un ottimo esempio di situazione win-win, sia per le squadre di MLB che per quelle delle leghe minori. certo, ci vuole la mentalità giusta, che non è quella degli orticelli.
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Hai fatto l'esempio giusto.
Io, infatti, considero quello americano non come sport, ma come show-business, dove, appunto, i valori economici si sono mangiati qualsivoglia aspetto sportivo. La mia contrarietà è proprio a questo tipo di professionismo nel quale i valori dello sport passano totalmente in secondo piano rispetto al business. Il business è il motivo per cui le retrocessioni sono inconcepibili. Il business si basa su programmi di investimento/ritorno pluriennali e mica possono essere messi in crisi da accidenti ontologicamente sportivi come la retrocessione.
Ecco perchè ritengo che questo tipo di professionismo sia la morte dello sport e il trionfo dello show-business. Ed io mi ostino a pensare (sperare?) che sport e show-business non siano la stessa cosa.
Quanto agli orticelli ce li hanno tutti, solo che ognuno è convinto che il suo sia più importante di quello degli altri. Ma ognuno pensa esclusivamente al proprio ritenendo quello altrui una chiavica.
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Re: Rainbow Cup!

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jpr williams ha scritto: 28 dic 2020, 13:55 Non essendoci più le franchigie non so di quali ganci parli.
Se ai Benetton non aggrada vorrà dire che Treviso troverà altri sponsor. Mica è sempre stata Benetton
...
Anch'io voglio qualcosa di più competitivo, ma vero, non artificiale. E nazionale, non un accrocchio artificiale come questa roba che non si capisce più che cos'è da quando contano solo i soldi. Attenzione: non ANCHE i soldi, ma SOLO i soldi.
...
In un'aberrazione palancaia come il procoso le retrocessioni/promozioni (che hanno un senso meritocratico e sportivo persino superiore ai titoli vinti) non sono ipotizzabili. E il motivo lo sai anche tu: i SOLDI, sempre quelli.
Mica puoi far retrocedere uno che investe dei SOLDI e che quindi si COMPRA il diritto di restare senza conquistarlo.
In effetti non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere, ma sputare sopra gli unici altri soldi pesanti che girano nel nostro sport è peggio della cecità.
...
Idem come sopra.
...
Se il numero di partecipanti al procoso consentisse la creazione di un campionato aperto e di uno cadetto, digeriresti meglio?

Nb. Io provo a risponderti quasi sempre quasi su tutto, non mi sembra vero il reciproco.
Se tu smettessi di adottare tecniche comunicative buone per vendere aspirapolveri quando parli di rugby, il dialogo ne gioverebbe. :wink:
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ruttobandito ha scritto: 28 dic 2020, 14:17
jpr williams ha scritto: 28 dic 2020, 13:55 Non essendoci più le franchigie non so di quali ganci parli.
Se ai Benetton non aggrada vorrà dire che Treviso troverà altri sponsor. Mica è sempre stata Benetton
...
Anch'io voglio qualcosa di più competitivo, ma vero, non artificiale. E nazionale, non un accrocchio artificiale come questa roba che non si capisce più che cos'è da quando contano solo i soldi. Attenzione: non ANCHE i soldi, ma SOLO i soldi.
...
In un'aberrazione palancaia come il procoso le retrocessioni/promozioni (che hanno un senso meritocratico e sportivo persino superiore ai titoli vinti) non sono ipotizzabili. E il motivo lo sai anche tu: i SOLDI, sempre quelli.
Mica puoi far retrocedere uno che investe dei SOLDI e che quindi si COMPRA il diritto di restare senza conquistarlo.
In effetti non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere, ma sputare sopra gli unici altri soldi pesanti che girano nel nostro sport è peggio della cecità.
...
Idem come sopra.
...
Se il numero di partecipanti al procoso consentisse la creazione di un campionato aperto e di uno cadetto, digeriresti meglio?

Nb. Io provo a risponderti quasi sempre quasi su tutto, non mi sembra vero il reciproco.
Se tu smettessi di adottare tecniche comunicative buone per vendere aspirapolveri quando parli di rugby, il dialogo ne gioverebbe. :wink:
A- Non ritengo che il fatto di "mettere dei soldi" dia a chi lo fa diritto di stabilire cosa si fa e cosa no. Ritengo che nessuno abbia il diritto di "comprare" i format dei campionati o l'organizzazione dei tornei. Se l'Italia decidesse (ma non lo farà, stai tranquillo) di tornare ad un campionato nazionale dovremmo forse non farlo perchè ai Benetton non aggrada?
B- Premesso che non vedo come sarebbe possibile ciò che proponi se non sbracando ulteriormente (cioè facendo entrare laqualunque) continuerei a preferire un campionato nazionale. Il motivo è quello che dicevamo: le rivalità, che sono il sale della competizione. Diciamo però che sarebbe un passo avanti per chi seguirebbe quei tornei. Io no, grazie. Vi augurerei buon divertimento. Però a quel punto vi arrangiate. Strade separate, niente permit, ascensori o altro. Arrangiatevi fra la vosta serie a e la vostra b.

Nb A me sembra di risponderti su tutto ciò per cui ho una risposta. Se dimentico qualcosa fammelo notare in modo che possa rispondere o dirti che non ho risposto perchè non sapevo cosa rispondere. Non mi sembra di usare particolari tecniche comunicative, a meno che tu non ritenga tali l'enfasi e le metafore che uso. Se infastidiscono me ne asterrò.
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